Lo aveva promesso in campagna elettorale, lo aveva ribadito nelle scorse settimane e lo ha ufficializzato in una conferenza stampa indetta ad hoc. La sindaca di Roma del Movimento 5 Stelle Virginia Raggi ritirerà il suo fondamentale sostegno alla candidatura della capitale ad ospitare le Olimpiadi del 2024. “È da irresponsabili dire sì” ha decretato la Raggi, “significa assumere altri debiti, non ce la sentiamo”. Il primo cittadino della capitale, pur ribadendo di non aver nulla contro l’evento in sé e lo sport in generale, ha argomentato la sua opposizione parlando di progetti “lontani dagli interessi dei romani”, denunciando come il comune di Roma debba ancora pagare crediti derivanti dai Giochi Olimpici del 1960 e come anche i mondiali di nuoto del 2009 abbiano lasciato strutture inutilizzate. Insomma quello della Raggi è, per usare le sue stesse parole, un “no alle Olimpiadi del mattone” le quali “si rivelano un grande affare per le lobby dei costruttori”. La mozione ufficiale con la quale la giunta ritirerà il sostegno alla candidatura sarà presentata la prossima settimana. Nel caso in cui tale documento fosse approvato la corsa di Roma ai Giochi Olimpici del 2024 si dovrebbe concludere definitivamente.

Un piccolo caso ha riguardato l’incontro fissato con la rappresentanza del Coni capeggiata dal presidenze Giovanni Malagò che doveva tenersi prima della conferenza. La Raggi pare che non fosse presente in Campidoglio all’orario stabilito e Malagò, dopo aver atteso invano la sindaca, se ne è andato estremamente indispettito. In una successiva conferenza stampa anch’essa straordinaria, il n.1 del Coni ha sfogato tutta la sua delusione per il comportamento della sindaca e per le parole da lei pronunciate in conferenza stampa. “Avrebbe dovuto dedicare al mondo dello sport un pò più di attenzione e rispetto”, ha dichiarato Malagò che ha inoltre sconsigliato alla sindaca di presentare la mozione, descrivendola come “imbarazzante”, e smontato alcune dei punti della Raggi. “Questa è demagogia e populismo” ha infine tuonato. Secondo alcune indiscrezioni de “La Repubblica” Malagò vorrebbe comunque clamorosamente andare avanti, facendo affidamento su fondi privati e sperando che cada presto la litigiosa amministrazione targata Movimento 5 Stelle.