ATP Bercy, Murray: "È una strana sensazione. Avrei preferito diventare numero 1 sul campo" [AUDIO]

Interviste

ATP Bercy, Murray: “È una strana sensazione. Avrei preferito diventare numero 1 sul campo” [AUDIO]

PARIGI – Prima conferenza stampa da numero uno del ranking per Andy Murray. “Quando Milos mi ha detto che non avrebbe giocato, il mio team mi ha abbracciato e ha detto ‘well done!'”

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dal nostro inviato a Parigi

In ventinove anni, gli ultimi dei quali passati al vertice del tennis, Andy Murray ne ha fatte  – e subìte – di conferenze stampa. Quasi una al giorno, quasi ogni settimana dell’anno. Ma quella del 5 novembre 2016 rimarrà speciale, perché è stata per lui la prima da numero uno mondiale del tennis (anche se l’ufficialità arriverà soltanto lunedì, con l’aggiornamento della classifica). Murray vi si è presentato dopo un’ora di allenamento sul centrale, e un doppio giocato insieme ai talentuosi raccattapalle del torneo. Indosso ancora l’abbigliamento di gioco, t-shirt blu scuro e calzoncini bianchi, e l’atteggiamento calmo che avrebbe qualcuno a cui non è successo nulla di tanto speciale.

“Non mi sarei aspettato che accadesse questa settimana” ha detto lo scozzese ai microfoni internazionali. “È stata una cosa un po’ strana. Il modo in cui è successo è un po’ sfortunato”. Parlando di come ha appreso la notizia: “Stavo guardando dei video su Milos (Raonic, ndr) ieri, quando lui è entrato nello spogliatoio. Ho chiuso rapidamente il mio iPad e lui mi ha parlato del suo problema alla gamba. Quando poi mi ha detto che non avrebbe giocato la semifinale, non so quale stata la prima cosa a cui ho pensato. Sono rimasto molto calmo, forse per il modo in cui stava accadendo tutto, non ho avuto una reazione particolare. Il mio team mi ha abbracciato e mi ha detto: ‘well done!’, loro sanno quanto abbiamo lavorato duro”.

Perché nonostante tutto, come Murray non ha mai mancato di ricordare, la stagione di Djokovic è stata pur sempre di altissimo livello. “Ho dovuto vincere così tanti match e arrivare lontano in così tanti tornei. È stata davvero dura” ha rimarcato, “competere con tre top player straordinari. Mi ci è voluto un anno altrettanto straordinario per arrivare qui. Ad inizio anno e anche dopo il Roland Garros ero così lontano in classifica, ma le cose nello sport possono cambiare velocemente. Novak è uno che vince tanti match consecutivi e poi ha sconfitte di questo tipo, come ieri con Cilic”. E come Djokovic finora, adesso dovrà gestire la pressione di essere il primo della classe: “Non so cosa ha provato lui in questi due anni, ma ha fatto qualcosa di grandioso. So che mentalmente può essere sfinente, può prosciugarti di tutte le energie”.

“Ora voglio chiudere l’anno bene, devo ridefinire i miei obiettivi e prepararmi per l’anno prossimo. Non ho ancora parlato con Ivan (Lendl, ndr) ma verrà a Londra”. Ringraziamenti d’obbligo anche per lui: “Bisogna dargli credito di aver fatto un grande lavoro, e di avermi seguito per tantissimi match.” Fino al raggiungimento del traguardo, sia pur senza giocare. “Mi sarei immaginato di diventare numero uno sul campo, prima di andare a letto ieri mi ero immaginato questo”. Leggermente interdetto dal modo anticlimatico con cui ha ottenuto il primato, Murray ha trovato però anche il tempo di scherzare: “Nessun grande risultato della mia carriera è arrivato con un walkover… Se domani perdo non so se mi daranno i punto di questo torneo, non sono molto sicuro di questa regola, devo controllare!”

E ancora, a concludere: Quando io e mio fratello Jamie giocavamo da bambini fingevamo magari di essere wrestler famosi, ma non avevo mai fantasticato di diventare il numero uno del tennis!” Ma come lui stesso ha detto, le cose non sempre vanno come se le sarebbe aspettate.

(ha collaborato Raoul Ruberti)

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