Brividi svizzeri, teste di serie che cadono. Prima giornata col botto - Pagina 2 di 2

Editoriali del Direttore

Brividi svizzeri, teste di serie che cadono. Prima giornata col botto

MELBOURNE – Australian Open, da gamba zoppa a Slam d’avanguardia. Il denaro di Almagro, il buonumore di Lorenzi, l’incontro con Bartoli

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Il cattivo umore mi è passato con le due vittorie, con punteggi e tempi quasi identici, di Paolo Lorenzi e Andreas Seppi, e ancor più con le loro esilaranti interviste. Sì, anche di Seppi, che si è divertito a prendere in giro i colleghi argentini… ma Lorenzi è stato più spiritoso di Fiorello e Meloccaro insieme. Gli audio li potete ascoltare. Per i risultati… Lorenzi, nel giorno del trionfo della sua (nostra) Fiorentina sulla Juventus, ha vinto 6-4 7-6 6-7 6-4 sull’australiano Duckworth, e Seppi 6-4 7-6 6-7 7-5 (non poteva vincere il quarto set anche lui 6-4?) sul francese Mathieu, classe 1982 e uno dei pochi più anziani di lui (classe 1984). 3h 16m Lorenzi, 3h e 5 Seppi, solo perché Mathieu serviva meglio e faceva più punti in tempi un po’ più rapidi che non Duckworth.

Due spagnoli sono stati protagonisti di due episodi diversi, pur avendo ricorso entrambi al dottore. Solo che la Muguruza, sotto 3-0 nel secondo set, si è ripresa e invece Almagro, dopo 23 minuti 4 games e 35.000 euro in banca (“Ma ho guadagnato più di 10 milioni di euro, mica mi servono, suvvia sono stato top-ten”) si è ritirato per una distorsione ad una caviglia che lo aveva messo k.o. anche all’ultimo torneo e nei giorni scorsi. L’ATP – che non si fida dell’onestà dei suoi giocatori – rimborsa il premio spettante a chi perde al primo turno se invece di scendere in campo accetta di ritirarsi (dopo essersi almeno presentato al torneo però, fidarsi è bene ma…) e lascia il posto ad un collega bisognoso. L’ITF – sotto la cui egida si giocano gli Slam –  non lo fa. E anche gli Almagro mezzi rotti passano alla cassa. Vero che i “rimborsi” per i  primi turni degli Slam costano infinitamente di più di gran parte dei tornei ATP, ma quasi tutti i tornei ATP messi insieme (fatta eccezione per i Masters 1000) non fanno tanti soldi quanto uno Slam. Dispiace che abbia perso l’unica tennista nata nel 2000, la sedicenne di Melbourne Destanee Alaya, n. 273. Ha perso 6-3 7-6 1h 32 m dalla tedesca Barthel che, ex n.23, vale certo più dell’attuale n.181. Ed è comunque infinitamente più esperta. Due set a zero sotto con il redivivo Janowicz, ha rischiato Cilic prima di rimontare alla grande.

Non ha tremato solo tutta la Svizzera, ma anche il Giappone, ben altrimenti abituato alle scosse sismiche. Kei Nishikori l’ha fatto tremare quando, dopo aver già perso il primo set, si è mangiato un matchpoint nel tiebreak del quarto, ritrovandosi al quinto. Nishikori, fisico minuto, è considerato uno dei tennisti più fragili del circuito, uno di quelli che si “rompe” più spesso. Eppure al quinto set, contraddizione delle contraddizioni, vince quasi sempre lui. Anche oggi con Kuznetsov – e sono 15 su 20 nel computo totale dei suoi quinti set – il russo di Balashikka n.45 che lo scorso anno qui fu l’unico outsider a raggiungere gli ottavi di finale. Ad allenare Kuznetsov, impassibile come una statua di ghiaccio della sua Skelleftea, a 75 km dal Polo Nord, Jokke Nystrom, ex n.6 del mondo nonché abituale partner di doppio di Mats Wilander: i due amiconi svedesi, ben più forti alla risposta e da fondocampo che a rete, in coppia seppero cogliere un trionfo addirittura a Wimbledon. Due che sono australiani ma per nulla amiconi, Kyrgios (che trova Seppi al prossimo round: bella rivincita del match di ottavi di un paio d’anni fa, quando Andreas perse nonostante due set di vantaggio e un matchpoint; Andreas aveva battuto prima Roger Federer per la prima volta in 11 duelli) e Tomic sono approdati facilmente al secondo turno per la gioia dei patrioti di qua. Murray ha sofferto di più per due set ma ha comunque vinto in tre, 7-5 7-6 6-2 contro Ilya Marchenko.

Bilancio delle teste di serie rotolate: battute Halep 4, Vinci 15 Bertens 19 Kasatkina 23 (ma la quadrumane Shuai Peng quando è in giornata fa male) e Siegemund 26. Non testa di serie, ma vittoriosa a Shenzen eppur ko la Siniakova. Fra gli uomini già fuori lo zoppicante Pouille n.15 da quel Bublik che è più matto di un cavallo – però è un purosangue, va seguito! – 6-0 3-6 6-3 6-4, Cuevas n.22 da Schwartzmann (l’argentino che l’ItalDavis troverà a Buenos Aires con Delbonis, Pella e Mayer) 6-3 6-3 6-0 e Ramos-Vinolas n.26 da Lukas Lacko 4-6 7-5 1-6 6-4 6-3. Nella seconda giornata in campo: (primo match) Fabbiano n.143 contro Donald Young n.87 e Knapp n.144 contro la cinese di Taipei Hsieh n.91, (secondo match) Errani n.53 contro la giapponese  Ozaki n.93, (quarto match) Giorgi n.74 contro la svizzera Bacsinszky n.15 e Fabio Fognini n.47 contro lo spagnolo Feliciano Lopez n.28.

Post scriptum: ho incontrato al bar dei media una vecchia conoscenza, Marion Bartoli, la francese che ha vinto uno dei più sorprendenti Wimbledon della storia. Con lei ancora junior feci seduto sul seggiolino accanto in aereo un volo Melbourne-Parigi dopo un Australian Open. È finalmente più in carne e mi ha fatto piacere. È stata vicina ad andarsene. Ho visto, con gran stupore, che aveva messo sei uova sode in un unico piatto. Prima le ho chiesto come stesse, poi se quello fosse il suo unico tipo di pranzo. E lei: “Ciao, eh sì, faccio quello che mi dice il dottore”. Poi si è messa seduta e ci ha messo un buon dieci minuti con un cucchiaino a togliere scrupolosamente con certosina pazienza tutti i tuorli dalle sue uova. Nella mia ignoranza pensavo mangiasse quelli, perché li raccoglieva in un piattino. Invece poi ho visto che li buttava tutti via. Ha mangiato solo le chiare d’uovo, la parte bianca insomma. Mah… tanti auguri Marion, sei una delle tenniste più intelligenti che io abbia mai conosciuto.

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