AO, Craig Tiley: inizio match a mezzanotte? Non c'era altro da fare

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AO, Craig Tiley: inizio match a mezzanotte? Non c’era altro da fare

MELBOURNE – Grigor Dimitrov e Richard Gasquet hanno iniziato a palleggiare nel cuore della notte, tra sabato e domenica. Gli organizzatori, però, difendono la loro decisione. I giocatori stessi ammettono che era il male minore, anche per rispetto degli spettatori

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Ha destato più di qualche perplessità la decisione degli organizzatori degli Australian Open 2017 di far iniziare l’ultimo match in programma nella sessione serale di sabato a due minuti dalla mezzanotte (ora di inizio ufficiale le 23.58). Ma il direttore del torneo, Craig Tiley, afferma che non era possibile fare altrimenti, le partite precedenti avevano portato all’accumulo di un ritardo superiore alle tre ore.

Eravamo costantemente in contatto con i giocatori e con i loro staff” spiega Craig. “Erano assolutamente professionali, e capivano perfettamente la situazione, avevamo avuto partite lunghe, e c’era uno stadio pieno di gente che era lì per vederli giocare“. Un biglietto per la sessione serale nella Rod Laver Arena costa almeno 130 AUS (circa 90 €), e un’operazione di rimborso sarebbe stata complicata, oltre al fatto che ci sarebbe stata da affrontere la giusta arrabbiatura degli appassionati.

Posticipare il match avrebbe anche significato complicare i programmi ai giocatori, privandoli del giorno di riposo tra un impegno agonistico e l’altro. Dimitrov, che ha vinto tre set a zero in un paio d’ore, ha detto che finire dopo le 2 di mattina significa, dopo stretching, massaggi, e tutti i trattamenti defatiganti, andare a dormire alle 5: “Ma alla fine è il gioco, è il mio mestiere, può succedere. Si affronta, si gestisce al meglio possibile, e si va avanti“.

Meno conciliante era apparso, nel 2015 a Rio de Janeiro, Rafa Nadal, che impegnato nell’ATP 500 brasiliano, quando gli accadde di andare in campo all’una e un quarto, e di finire alle 3  e 18. “Nessun torneo dovrebbe finire a quest’ora, è un errore terribile“. Ma va detto, e il campione spagnolo lo fece presente all’epoca, che nei “500” non c’è il giorno di riposo come negli Slam, quindi l’impatto sui ritmi sonno-veglia, di allenamento e recupero è ben diverso.

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