Challenger
ATP Challenger Bergamo: sette italiani nel main draw
Subito fuori nel primo turno di qualificazione 6 azzurri. Avanzano Mager, Bega, Sonego

VIKTOR GALOVIC SI SENTE ANCORA IN TEMPO – Quattro anni fa, aveva fatto sognare un po’ tutti. Un ragazzo alto, potente, dal tennis brillante e pure a suo agio in mezzo al palcoscenico. Da Signor Nessuno, Viktor Galovic divenne per qualche settimana la speranza del tennis italiano. Per adesso la storia gli ha dato torto, ma il tempo non gli è ancora nemico. In questi quattro anni sono successe tante cose, a partire dalla scelta di rappresentare la Croazia in virtù della sua famiglia (nato a Nova Gradiska, si è trasferito in Italia all’età di 5 anni). Non parla troppo volentieri di questa faccenda (“Fu una scelta obbligata, dettata da vari fattori”), però apre uno spiraglio azzurro per il futuro. “Adesso ho di nuovo la cittadinanza italiana, ho il doppio passaporto e a breve deciderò cosa fare”. Numero 592 ATP, Viktor è tornato a vincere un match al Trofeo FAIP-Perrel (64.000€, Play-It) che nel 2013 lo aveva esaltato. Una buona vittoria, secca, contro il ceco Marek Jaloviec, che pure lo precede in classifica di 280 posizioni. Il prossimo avversario sarà il tedesco Matthias Bachinger. La strada è ancora lunga, ma in fondo anche nel 2013 partì dalle qualificazioni. “La stagione è iniziata abbastanza bene. Anche a Budapest, pur non essendomi qualificato, avevo buone sensazioni. Quindi mi sono presentato con la giusta fiducia e la partita si è sviluppata nel modo ideale”. Ma a parte la bandiera accanto al suo nome, cosa è successo in questi quattro anni? Perché Viktor Galovic non è mai andato oltre il numero 332 ATP? “Molte cose non sono andate come speravo. A parte i soliti problemi economici, quell’anno ho sbagliato 2-3 scelte. Scelte generali, di ambiente…e ne ho pagato le conseguenze. Oggi sono migliorato, anche dal punto di vista tecnico, e mi sento persino migliore rispetto ad allora”. Anche per questo, Viktor ha scelto una programmazione molto coraggiosa: nonostante la classifica non gli sorrida, da parecchi mesi gioca esclusivamente tornei Challenger, anche a costo di rischiare ogni settimana le qualificazioni. “Ho deciso così perché volevo capire se posso starci anche io, in mezzo ai giocatori da Challenger. E sì, ho capito che potrei. Continuerò così anche quest’anno: magari giocherò qualche Futures in più, ma la strada è questa”. Galovic ha 26 anni, si sente ancora giovane per fare qualcosa di importante. “Lo ammetto: l’età media dei top-100 ATP è una delle ragioni per cui sto andando avanti. A un certo punto ho pensato di smettere, ero sprofondato in classifica e il ritiro era diventato un’opzione. Ma l’età media dei migliori supera i 30 anni, c’è chi emerge dopo i 28, Estrella Burgos ancora più in là…sì, ho ancora qualche annetto per provarci”. Le chance non mancano, poiché si trova bene più o meno su tutte le superfici. Sulla terra ha più tempo per organizzarsi, sul veloce può spingere con il servizio. Dunque, il progetto va avanti. Con lui coach Daniel Panajotti (ex allenatore della Schiavone) e il preparatore atletico Davide Cassinello. Il gruppo fa base presso l’Accademia Tennis Verona, e Galovic ne è la punta di diamante. Uno stimolo in più per provare a sfondare. A 26 anni non è ancora troppo tardi per sognare.
ARRIVA IL DERBY BEGA-SONEGO – Il primo turno delle qualificazioni ha dato verdetti in chiaroscuro per i tennisti italiani. La vittoria più convincente l’ha infilata Alessandro Bega. Non più giovanissimo (classe 1991), continua a svolgere un’intensa attività internazionale che lo ha portato anche in posti non semplici come Sud Africa, Thailandia, Egitto, Turchia e altri ancora. Tanta dedizione lo ha portato tra i top-300 ATP. Per lui, nato a Cernusco sul Naviglio, Bergamo è un torneo di casa. Ha superato in tre set il bombardiere Albano Olivetti e si è regalato un secondo turno contro Lorenzo Sonego, il cui esordio stagionale è stato decisamente positivo: il torinese ha tenuto a bada il britannico Liam Broady, fratello della top-100 WTA Naomi. In virtù di questo derby, l’Italia è certa di avere almeno un giocatore al turno di qualificazione. Proverà ad esserci anche Gianluca Mager, bravo a superare Nicola Ghedin in due set. Per lui, adesso, una buona chance: anziché il n.1 del tabellone (il ceco Safranek) troverà il tedesco Yannick Hanfmann, 25 anni e numero 348 ATP. Mager può farcela ma l’avversario non è da sottovalutare: Bergamo è già il suo sesto torneo stagionale (per il ligure è il primo) e vanta due semifinali Futures, oltre alla qualificazione a Budapest. Niente da fare per Adelchi Virgili, battuto 6-3 6-4 da Egor Gerasimov (finalista in carica) e per la wild card locale Davide Scainelli. La delusione di giornata riguarda Edoardo Eremin: il 2017 dovrebbe essere una stagione importante per lui, ma ha raccolto una sconfitta evitabile contro il francese Yannick Jankovits (7-5 3-6 7-5 lo score): Edoardo si sta applicando, cerca di essere più ordinato nella gestione del punto, ma il lavoro è ancora lungo. E’ appena il terzo torneo stagionale, quindi sarebbe sbagliato trarre conclusioni affrettate. Con il suo fisico, tra l’altro, potrebbe entrare in forma più avanti nel corso della stagione.
SETTE ITALIANI NEL MAIN DRAW – Sorteggiato il tabellone principale: l’attesa era soprattutto per Andreas Seppi, che torna a Bergamo dopo 6 anni. Il numero 1 del tabellone esordirà con un qualificato in vista di un secondo turno potenzialmente ostico contro Daniel Brands, molto a suo agio sul Play-It (anche se il tedesco dovrà superare Mohamed Safwat). Il potenziale avversario nei quarti sarebbe il giovane francese Quentin Halys. Nella parte alta del tabellone trova spazio Luca Vanni (n.4 del draw), che ha un primo turno fattibile contro il bielorusso Ilya Ivashka. Al secondo turno potrebbe esserci un derby con Matteo Berrettini (wild card FIT), che può certamente giocarsi le sue chance contro il serbo Laslo Djere. Gli altri quattro azzurri si trovano nella parte bassa: Matteo Donati sfida Uladzimir Ignatik (n.5 del draw), mentre Lorenzo Giustino avrà un compito piuttosto difficile contro Filip Krajinovic, ex fenomeno junior (ed ex top-100) che con Bergamo ha un rapporto particolare, avendo ottenuto proprio in questo torneo una delle sue prime wild card. Ci sarà un qualificato sia per Andrea Arnaboldi che per Stefano Napolitano. In tabellone anche Pierre Hugues Herbert, reduce dalla semifinale all’ATP 500 di Rotterdam, dove ha superato anche il top-10 Dominic Thiem. Pure il francese (n.3 del draw) attende un qualificato. Il main draw scatterà lunedì.
Risultati
Primo turno qualificazioni
Viktor Galovic (CRO) b. Marek Jalowiec (CZE) 6-3 6-4
Matthias Bachinger (GER) b. Joao Domingues (POR) 6-2 6-3
Petr Michnev (CZE) b. Jan Mertl (CZE) 6-3 6-4
Yannick Jankovits (FRA) b. Edoardo Eremin (ITA) 7-5 3-6 7-5
Yann Marti (SUI) b. Kevin Krawietz (GER) 6-4 6-2
Michal Przysiezny (POL) b. Andriej Kapas (POL) 7-6(8) 7-6(5)
Egor Gerasimov (BLR) b. Adelchi Virgili (ITA) 6-3 6-4
Laurynas Grigelis (LTU) b. Lloyd Glasspool (GBR) 6-7(3) 6-3 7-6(2)
Remi Boutillier (FRA) b. Sebastian Ofner (AUT) 7-5 7-6(4)
Mats Moraing (GER) b. Davide Scainelli (ITA) 6-2 6-1
Lorenzo Sonego (ITA) b. Liam Broady (GBR) 7-6(2) 6-1
Alessandro Bega (ITA) b. Albano Olivetti (FRA) 7-6(2) 6-7(3) 6-2
Gianluca Mager (ITA) b. Nicola Ghedin (ITA) 6-3 6-4
Yannick Hanfmann (GER) b. Vaclav Safranek (CZE) 6-2 6-4
Nils Langer (GER) b. Salvatore Caruso (ITA) 7-5 7-5
Hugo Grenier (FRA) b. Andrea Pellegrino (ITA) 6-7(6) 6-4 3-0 rit.
Challenger
Challenger di Orleans, Machac batte Draper in una finale stellare
Il britannico Draper, reduce da una stagione piena di infortuni, cede proprio in dirittura d’arrivo contro un Machac molto brillante.

Il Challenger 125 di Orleans era di gran lunga il torneo più importante della settimana, potendo esibire una nobiltà maturata negli anni (fece il suo esordio in calendario nel 2005), un montepremi di prima fascia, un palasport molto bello e tanti dettagli (vedi ‘l’occhio di falco’) che a livello Challenger non si erano mai visti. La finale di questa edizione è stata davvero interessante, tra due giocatori che avevano entrambi molto bisogno di questo successo. Da una parte il ceco Tomas Machac che sembra avere tutti i numeri per spiccare il volo e poi, per un motivo o per l’altro, non ci riesce. Lo dimostra il fatto che nonostante sia spesso dominante a livello Challenger (quella di oggi è la sua quinta vittoria), fa poi una fatica terribile a livello ATP. Non sapremmo dirvi esattamente il perché, visto che il quasi 23enne nativo di Beroun ha tutti i colpi, soprattutto da fondo campo. Forse per fare il salto di qualità dovrebbe lavorare sul servizio e sulla transizione verso rete.
Jack Draper da parte sua non ha avuto una prima parte di 2023 molto facile: a Indian Wells uno strappo addominale lo costrinse al ritiro contro Carlos Alcaraz (dopo aver battuto tra gli altri Andy Murray) e al Roland Garros fu un problema alla spalla a costringerlo al ritiro proprio all’esordio e a tenerlo più di tre mesi lontano dai campi. Una disdetta per il 21enne talento che aveva raggiunto a gran velocità il suo best al n.38 ATP nello scorso mese di febbraio dopo la semifinale di Adelaide. A tal proposito il 21enne nativo di Sutton ha recentemente dichiarato al sito dell’ATP: “Tutti questi contrattempi mi hanno senza dubbio fortificato, nonostante la mia uscita dalla top 100, rendendomi un giocatore migliore di quanto non fossi un anno fa, grazie anche al mio fortissimo rapporto col mio coach James Trotman che mi segue ormai da due anni”.
Già agli ultimi US Open aveva comunque dato chiari segni di risveglio superando tre turni (Hubert Hurkacz fu una delle vittime) per poi cedere in 4 set ad Andrey Rublev. E adesso, pur di recuperare punti, non disdegna certo di tornare nell’amato circuito Challenger dove lo scorso anno aveva portato a casa ben quattro titoli, di cui tre a Forlì che fu il posto dove lo scoprimmo. Dopo questo lungo preambolo ci stavamo quasi dimenticando che c’è stata anche una partita, e che partita! Una finale di un livello che raramente si vede nel circuito Challenger, con i due avversari che si bombardavano da fondo, sempre alla ricerca dello spiraglio per chiudere il punto. Il punteggio alla fine ha premiato Machac 6-4 4-6 6-3 in quasi due ore e mezza di partita, ma il match è stato equilibratissimo con molte occasioni per entrambi. Draper partiva meglio e sul 3-3 otteneva un break che avrebbe potuto essere decisivo, se non avesse subito restituito il favore nel gioco successivo. Addirittura con gli interessi perché nel decimo game si faceva strappare di nuovo il servizio (alla fine ne perderà quattro), lasciando all’avversario il primo parziale. Stessa musica nel secondo set fino al 3-3 quando l’inglese fa un nuovo break, con la gentile collaborazione di Machac che commette due errori banali. Ma questa volta non restituisce il favore (anche se in realtà ci ha provato andando sotto 15-40) e porta l’incontro al set decisivo. In cui, ancora nel settimo maledetto game, Draper ha una palla break che però non sfrutta e, per la ben nota legge del contrappasso, nel gioco successivo è lui a subire un break che si rivelerà decisivo. Machac con i punti ottenuti rientra in top 100, per la precisione al n.96 che è anche il suo nuovo best. Pure Draper rientra in top 100, al n.92, e noi siamo contenti per entrambi, pur rammaricandoci del fatto che sicuramente a breve lasceranno i Challenger per salpare verso altri lidi.
Challenger
Presentato ad Olbia il Challenger di metà ottobre
Muove i primi passi la nuova creatura di Marcello Marchesini e di MEF Tennis Events

L’Olbia Challenger, torneo ATP Challenger 125 dal montepremi di $160.000, organizzato da MEF Tennis Events, è stato presentato alla Biblioteca Comunale di Olbia. Una settimana di fuoco, dal 15 al 22 ottobre, vedrà sfidarsi tanti giovani tennisti e diversi campioni affermati che vorranno lasciare il segno sui campi in greenset del Tennis Club Terranova. L’evento chiude il filotto di tornei organizzati nel 2023 da MEF Tennis Events, cominciato a gennaio con tre tappe a Tenerife (due ATP Challenger 75 ed un ATP Challenger 100) e proseguito poi tra giugno e settembre con Perugia (ATP Challenger 125), Todi (ATP Challenger 75), e Parma (WTA 125). La conferenza si è aperta con i contributi video del Presidente della FITP Angelo Binaghi e del Vice Presidente della Giunta Regionale Giuseppe Fasolino. Il Presidente della FITP Angelo Binaghi ha aperto la conferenza con un intervento in video: “Siamo in un momento storico in cui tutto il mondo guarda l’Italia grazie agli eventi che stiamo organizzando ogni anno. Un torneo di tennis è un ottimo metodo per diffondere ovunque il marchio Sardegna, è però fondamentale che questo sia soltanto un incipit verso un progetto che acquisisca continuità anche grazie alle istituzioni”.
A sorpresa è arrivato anche il saluto del coach di Matteo Berrettini, Vincenzo Santopadre: “Tanti ragazzi come Lorenzo Sonego, Lorenzo Musetti e lo stesso Matteo sono passati attraverso l’ATP Challenger Tour, una tappa imprescindibile per crescere come giocatori. In questo settore considero MEF Tennis Events un’assoluta garanzia; il lavoro di Marcello Marchesini e dei suoi collaboratori è eccezionale e costante, a loro auguro il meglio per la riuscita di questo e degli eventi a venire”.
Entusiasta e fiero anche il neo Presidente del Tennis Club Terranova Giuseppe Bianco, per un’avventura che a livello organizzativo è cominciata da parecchio tempo: “Circa un anno fa ci è stata presentata la possibilità di organizzare un torneo di tennis professionistico nel nostro circolo. Inizialmente sarebbe dovuto trattarsi di un evento più piccolo, ma la forte collaborazione con l’ATP da parte di MEF Tennis Events ci porta oggi ad ospitare un ATP Challenger 125. Non vediamo l’ora di iniziare, ma soprattutto sono contento per le parole delle istituzioni che mi rassicurano sulla possibilità che questo sia soltanto un anno zero, in grado di aprire la strada verso una lunga serie di tornei come questo”.
Da Fognini a Paire: ad Olbia ci sarà da divertirsi – L’ottima posizione in calendario faceva presagire il meglio ed effettivamente l’entry list dell’Olbia Challenger si rivela all’altezza delle aspettative. Alla chiusura delle iscrizioni il campo partecipanti è uno dei più interessanti che la categoria abbia potuto vantare nella stagione in corso. Per gli appassionati italiani il nome che spicca all’occhio è quello di Fabio Fognini. Ex numero 9 ATP, campione del Masters 1000 di Montecarlo nel 2019 e trascinatore, al netto delle recenti polemiche, in Coppa Davis: il ligure non ha bisogno di presentazioni. Attualmente numero 129 del mondo, Fognini ad Olbia non verrà per fare la comparsa ma scenderà in campo con l’obiettivo di guadagnare punti utili al ritorno in top 100. Arriverà sull’isola con lo stesso obiettivo il francese Benoit Paire, da anni uno dei giocatori più spettacolari dell’intero circuito e recentemente in netta ripresa. La prima testa di serie sarà il numero 80 del mondo Alexandre Muller. Il transalpino in stagione si è già aggiudicato un titolo Challenger e ha raggiunto la finale all’ATP 250 di Marrakech. Nel seeding seguono altri due top 100: l’americano Michael Mmoh ed il francese Constant Lestienne. In particolar modo il tennista a stelle e strisce quest’anno è stato protagonista di successi su giocatori del calibro di Karen Khachanov, Felix Auger-Aliassime, Alexander Zverev, Hubert Hurkacz e Denis Shapovalov. Non manca neanche la linea verde del tennis tricolore: oltre a Fognini, infatti, la truppa azzurra vanta in main draw Flavio Cobolli, Mattia Bellucci e Matteo Gigante.
Challenger
Da Agamenone a Zeppieri, male gli italiani nella settimana Challenger. Nardi ko con Van Assche in tre set
Peccato per un buon Luca Nardi che capita nella parte sbagliata di tabellone.

La settimana Challenger vedeva il suo appuntamento più importante a Orleans (cemento, categoria 125) con un campo di partecipanti degno di ben altro livello, basti pensare che il nostro beniamino, il britannico Jack Draper (n.106 ATP) si è dovuto accontentare dell’ottava testa di serie. Tre gli italiani ai nastri di partenza e proprio da uno di loro vogliamo iniziare, da Luca Nardi che al secondo turno è capitato malissimo perché un Luca Van Assche (n.69 ATP) al secondo turno non sarebbe una bella pesca nemmeno a livello ATP. Diciannove anni il Luca francese (ma, ricordiamo, figlio di mamma italiana), uno in più il Luca nostrano che è partito subito ben allacciato, tanto da condurre con sicurezza le danze e da vincere il primo parziale grazie ad un break decisivo nel nono game, complice un sanguinoso doppio fallo del francese. Che però nel secondo set pareggia ben presto i conti, strappando subito il servizio al pesarese e andando a servire sul 5-3. Peccato però che nel momento decisivo gli tremi un pò il braccio, facendosi trascinare a un pericolosissimo tie-break. In cui però domina, come dominerà un terzo set senza storia, deciso da un break immediato (cui ne seguiranno altri due) che fisserà il punteggio sul 4-6 7-6(2) 6-1. Un match davvero interessante in cui entrambi hanno giocato un ottimo tennis pieno di cambi di ritmo e di ricami, confermando i rispettivi pregi e difetti. Veloce di piedi ma un po’ leggerino Van Assche, un genio con la racchetta Nardi che però ancora una volta si lascia prendere da quella sorta di nobiliare indolenza che talvolta gli impedisce di dare un seguito alle sue brillanti intuizioni. In ogni caso un incontro un po’ mortificato dalla collocazione a un secondo turno Challenger, siamo infatti convinti che questa sarà una sfida che si ripeterà spesso e su ben altri palcoscenici. Adesso per il Luca francese un match da far tremare i polsi contro l’ex n.7 del mondo, il belga David Goffin, testa di serie n.5, e autore dell’eliminazione all’esordio (7-5 6-4) di un deludente Mattia Bellucci.
Fuori al secondo turno anche Giulio Zeppieri che, dopo aver vendicato il suo amico Musetti contro il canadese Gabriel Diallo, ha ceduto a sorpresa 6-4 7-6(2) al 21enne britannico, di origini francesi, Arthur Fery (n.362 ATP).
Al Challenger 75 di Braga (Portogallo, terra battuta) erano otto gli italiani in tabellone, ma nessuno di loro ha avuto particolare fortuna. Eliminati al secondo turno Franco Agamenone (dal francese Titouan Droguet che Musetti, tanto per rimanere in tema, ben ricorda dagli ultimi US Open), Alessandro Giannessi (da Duje Ajdukovic che continua ad essere autentica bestia nera dei nostri tennisti) e Matteo Gigante che cede 6-4 1-6 6-1 al libanese (ex tedesco) Benjamin Hassan (n.208 ATP). Fuori subito Francesco Passaro, che in questa stagione si sta regalando ben poche soddisfazioni, Francesco Maestrelli (idem come sopra), Stefano Travaglia, Edoardo Lavagno e Riccardo Bonadio.
Al Challenger 125 di Bogotà (Colombia, terra battuta) a difendere i nostri colori c’era il neo 21enne italo-venezuelano Lorenzo Claverie (n.811 ATP) che, eliminato al secondo turno del tabellone cadetto, era stato ripescato come lucky loser. Salvo poi meritarsi la sua fortuna battendo contro pronostico il cileno Gonzalo Lama (n.384) con un doppio tie-break. Poi, proprio nel giorno del suo compleanno, si concludeva la sua avventura contro l’argentino Renzo Olivo che lo batteva col punteggio di 7-5 6-1.