da Budapest, Stefano Ancilli
Il programma di oggi ha visto la disputa dei quarti di finale e, dalle prime ore del mattino, sembra di essere tornati a oltre 25 anni fa. La cortina di ferro dell’Europa dell’est (caduta nel 1989) pare esista ancora quando si tratta di diffondere qualche dato sul torneo; dopo tre giorni di richieste, infatti, la risposta è di quelle che nemmeno il KGB negli anni migliori: “Il Direttore del torneo preferisce diffondere i dati al termine della finale“.
Qualche informazione si ricava visivamente, come ad esempio il numero di giornalisti accreditati e il paese di provenienza, visto che in sala stampa, oltre ad una ventina di giornalisti locali, ci sono un italiano, un polacco e un tedesco (che non è l’inizio di una barzelletta). In rappresentanza della WTA dovrebbe esserci una sola persona ma forse, piuttosto che assistere alle partite di doppio, preferiscono le Terme Gellert. Inutile dire che è mancato il coraggio per chiedere il dato sugli spettatori!
Nel primo incontro Brenda Schultz-McCarthy batte Rita Grande. Attualizzando il match, una Julia Goerges (testa di serie n. 4) in giornata divina al servizio (13 ace in totale) ha la meglio sul diesel Wickmayer (testa di serie n. 5), che si sveglia solamente dopo mezz’ora e finisce il match con un richiamo per avere quasi distrutto una racchetta (questo Grande non lo avrebbe fatto). La tedesca Goerges, nell’ultimo gioco rasenta la perfezione con tre ace di fila e il quarto servizio appena sfiorato dalla belga.
Il programma prosegue con la vittoria di Witthoeft nel derby tedesco con Beck. In realtà la partita poteva essere stata giocata da Temesvari (in onore all’Ungheria) e dalla Piccolini; alte, bionde e potenti le prime due, piccole e con mezzi tecnici ridotti le seconde. Beck gioca solo di incontro e i pochi punti che conquista le vengono regalati dall’avversaria; stranamente Beck e Piccolini hanno anche raggiunto lo stesso best ranking (37) che, a meno di miracoli, la tedesca non potrà migliorare.
Il terzo match, vinto da Safarova sulla qualificata Sasnovich (n. 123) sembra una riedizione di una partita che Jana Novotna avrebbe potuto vincere contro la nostra Silvia Farina. Safarova è capace di alternare ace a seconde di servizio fuori di tre metri, colpi lungo linea imprendibili a palle tirate a metà della rete. Vinto il primo set, va sotto 4-0 nel secondo ma si risveglia improvvisamente dal letargo facendo 5 giochi consecutivi e andando a servire per il match; riesce a sprecare tre match point e a cedere il servizio (come avrebbe fatto Novotna nelle giornate peggiori), ma Sasnovich, giocatrice completa ma che sembra ancora non in grado di chiudere le partite importanti, le concede la vittoria finale.
L’ultima partita è stato un flashback del Roland Garros 1992, in cui la favorita Monica Seles (in suo onore visto che domani sarà la protagonista dell’Hungarian Tennis Day) perse un set dalla semi sconosciuta giapponese Kijimuta. Il paragone è certamente esagerato ma Babos ha battuto la ventenne francese Dodin (n. 63 WTA) mettendo in campo la stessa aggressività e tenacia della Seles, e purtroppo anche gli stessi grugniti. Dodin, che lunedì raggiungerà il suo best ranking, farà però parlare di sé perché tecnicamente è molto forte.
Domani in programma le semifinali: Safarova favorita contro Witthoeft e Babos che rischia con Goerges.
Risultati:
[3] J. Goerges b. [5] Y. Wickmayer 6-1 7-5
C. Witthoeft b. [8] A. Beck 6-1 6-1
[2] L. Safarova b. [Q] A. Sasnovich 6-3 7-5
[1] T. Babos b. [7] O. Dodin 6-4 2-6 6-1