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Errani fuori dalle prime cento, con vista sul Roland Garros

La crisi di Sara Errani sembra non conoscere fine, ma la fretta di ritrovare risultati va assolutamente ignorata. Se saprà guardare lontano, può tornare nelle prime 30

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L’integrità fisica è per Sara la conditio sine qua non per avere un dignitoso finale di carriera. Un tennis come il suo, fatto di solidità da fondo campo e grande mobilità di piedi per approcciare ogni colpo nella posizione migliore, deve necessariamente essere supportato da un fisico privo di problemi che possono spuntare da un momento all’altro. Col rischio ulteriore d’intaccare le sue sicurezze in partita se la mente non è sgombra da paure legate alla tenuta atletica. La Errani lo sa bene, infatti l’ha ribadito nella sfortunata prestazione in Fed Cup contro la Slovacchia. Al termine del primo match contro la Sramkova, nelle parole dell’azzurra in conferenza stampa traspariva la soddisfazione per aver giocato senza guai fisici e per essersi potuta allenare come voleva. Il problema all’adduttore della coscia destra il giorno dopo è stato un macigno, al punto che Sarita in conferenza stampa si malediva per aver continuato, preoccupata di aver aggravato la situazione. Il prolungato periodo di riposo costringerà la ravennate all’ennesimo rodaggio da rientro, ma è un male necessario anche a costo di rischiare un salto all’indietro ancora più ampio, che segnerebbe un suo assestamento prolungato oltre la centesima posizione WTA.

Un’Errani libera da paure di ricadute e necessità di confermare punti in classifica avrebbe tutte le carte in regola per risalire il ranking, essenzialmente in virtù dell’esperienza ad alti livelli. La stessa esperienza che ha permesso a Francesca Schiavone di allungare la carriera, senza significative vittorie di trofei ma con prestazioni entusiasmanti come sul campo 1 del Roland Garros 2015 contro la Kuznetsova (qui la cronaca dell’epoca e il commento a caldo del Direttore) o giusto 20 giorni fa in Fed Cup a Forlì contro la giovane Schmiedlova, che hanno di nuovo scaldato il cuore dei tifosi. Sara non ha il bagaglio tecnico di Francesca, ma il suo gioco tignoso e costante risulta particolarmente ostico per molte avversarie e può consentirle, se sostenuto dalla necessaria continuità, di ritornare fra le prime 30 del mondo. Ecco perché la Errani non deve avere fretta e anzi deve mettere in preventivo l’eventuale onta di giocare le qualificazioni per accedere al Roland Garros. Se i risultati latitano non deve abbattersi ma insistere a raggiungere la forma migliore, con grande pazienza. Può sembrare un paradosso, per una tennista arrivata alla fase finale della carriera, ragionare nel medio lungo termine, ma non va dimenticato che la romagnola deve ancora compiere 30 anni ed è lecito aspettarsi, con il pieno recupero fisico, altri 2-3 anni ad alti livelli. Al termine dei quali magari le Pieri, le Trevisan e le Paolini ora nelle retrovie avranno raggiunto la maturità e un buon livello per competere con le migliori. Ecco perché è nell’interesse di tutti attendere con pazienza il ritorno di Sara Errani, senza dimenticarsi di Camila Giorgi che continuiamo a sperare possa smentire la nostra rassegnazione a vederla grande solo per una partita e non per un intero torneo.

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