ATP Miami: Nadal, 1000 con lo spavento. Nishikori balbetta

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ATP Miami: Nadal, 1000 con lo spavento. Nishikori balbetta

Rafa perde il primo set a zero, prima di rimontare Kohlschreiber nel match numero 1000 della sua carriera. Il giapponese è incostante, ma Fernando non approfitta delle occasioni. Forfait Raonic

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[5] R. Nadal b. [26] P. Kohlschreiber 0-6 6-2 6-3 (Andrea Ciocci)

E alla fine Rafa Nadal e la sua Shahrazād in grafite festeggeranno le loro mille e una partita in quel del Miami Open. Questo voleva il copione non scritto del suo incontro odierno con Philipp Kohlschreiber, in cui l’iberico andava in quadrupla cifra nel computo di incontri giocati in carriera. Ma lo sport non accetta sceneggiature e il tedesco spaventa rivale e pubblico, partendo, lui sì, a mille. Risponde come se Nadal servisse da sotto e aggredisce alla prima opportunità à la Federer, verrebbe da dire. Per contro, lo spagnolo non vede il campo, fra erroracci e anemiche risposte che scavalcano la rete solo per scommessa. Incredibile: Kohlschreiber rifila un durissimo 6-0 allo spagnolo, il 14esimo in 1000 match. Un solo numero sintetizza il suo orrido inizio: il 33% di punti vinti con la prima. Da segnalare come la temuta uncinata mancina faccia il solletico al tedesco, che si sposta agevolmente per scagliare siluri inside-out a ripetizione. Nella seconda frazione, comunque, il maiorchino torna a servire bene. E comincia a rispondere dal bagnasciuga. Ma almeno da quella posizione alza pallettoni che atterrano lontani e gli consentono di entrare nello scambio. Questo, unitamente ai diversi unforced del nativo di Augsburg gli procura il primo break sul 3-2. Da lì Philipp molla la frazione, arrivando a collezionare ben 18 unforced. 6-2 per Rafa, un set vinto di pura tigna. E si va alla bella. Improvvisamente Kohlschreiber mette al collo il macigno dei 13 incontri persi con Nadal. E sembra non crederci più quando viene brekkato subito. Ora è monologo spagnolo. Nadal, con 3 punti ceduti negli ultimo 8 turni di battuta, va a servire per il match sul 5-3. Altro gioco vinto a zero che sigla il passaggio al quarto turno, dove ad attenderlo c’è Mahut. Per la partita numero 1 della fase 2.

[2] K. Nishikori b. [25] F. Verdasco 7-6(2) 6-7(5) 6-1 (Gabriele Ferrara)

 

Kei Nishikori batte in tre set Fernando Verdasco per la terza volta in cinque scontri diretti. Il giapponese conferma di non attraversare un grande momento di forma, ma alla fine è riuscito a prevalere grazie ad una condizione fisica migliore rispetto a quella di Verdasco, reo di aver sciupato diverse occasioni, specialmente nel set d’apertura. Agli ottavi Nishikori troverà Delbonis. Verdasco inizia la partita senza riuscire a mettere i piedi dentro il campo con continuità, andando così subito sotto 3-0. Tuttavia, con il passare dei game, il giapponese inizia a soffrire le palle alte e con poco angolo che gli propone Verdasco, il quale nel settimo game pareggia il computo dei break. L’allievo di Chang e Bottini dimostra di non essere in un gran periodo di forma, sia fisicamente che mentalmente e sul 4 pari spedisce due dritti in rete che portano l’iberico avanti 15-40. Sulla prima chance di break Nishikori se la cava con la prima, ma sulla seconda Nando deflagra il dritto lungolinea vincente: 5-4. Ciò nonostante, Verdasco conferma i propri limiti in termini di killer instinct e regala al piccolo Samurai quattro occasioni per pareggiare i conti – anche grazie ad un paio di disastri a rete da parte dello spagnolo – riuscendo alla fine a pareggiare i conti senza avere particolari meriti. Si arriva al tiebreak, dove riemerge l’inconsistenza del gioco di Nando, che cede 7 punti a 3, non prima di aver subito un rovescio in controbalzo sensazionale giocato dal giapponese sul 5-2.

Nel secondo parziale Nishikori prova a limitare gli errori gratuiti, dopo averne commessi 20 nel primo, e nel terzo gioco approfitta di ulteriori regali da parte di Verdasco, il quale poi si fa sorprendere più volte dalle risposte profonde dell’avversario: break e 2-1. Il numero 30 del mondo – che in quasi tutti i cambi di campo consulta il trainer per un problema all’avambraccio – alterna vincenti spettacolari a errori evitabili, talvolta faticando a trovare la giusta distanza dalla palla. Nella seconda metà del set il nipponico torna a concedere qualcosa ed è costretto a salvare ben otto palle break, con il madrileno che non è mai in grado di trovare l’affondo vincente, oltre alla convinzione, per rimettere in discussione la partita. Tuttavia, Nishikori gli concede un’altra opportunità, la nona, e stavolta lo spagnolo non deve far nulla, perché un rovescio sbagliato in larghezza da Nishikori riapre i conti: 5 pari. Si giunge nuovamente al jeu decisif: qui Nando sale 2-0, ma nemmeno stavolta riesce a dare continuità e con un errore di dritto in uscita dal servizio spedisce l’avversario sul 5-3.A dispetto di questo, però, Kei continua ad apparire scarico e rimette in partita lo spagnolo con un dritto che termina in rete; nel punto successivo Verdasco trova uno splendido rovescio lungolinea che vale il 6-5, chiudendo poi con un dritto da metà campo: 7-6 e verdetto rimandato alla frazione di gioco decisiva. Nel terzo si riparte con Nando che annulla con coraggio due palle break nel secondo gioco e altre quattro nel quarto, mentre Nishikori sembra in difficoltà fisica, soprattutto a causa del caldo torrido che affligge Miami in questo periodo dell’anno. Ciò nonostante, il numero 4 ATP trova una splendida risposta che gli consente di chiudere lo scambio con il colpo successivo e di procurarsi la quinta chance di break del game, che è quella buona, visto che Nando commette il sesto doppio fallo della sua partita. Adesso Nishikori ha riacquisito fiducia e trova ottime soluzioni con il rovescio lungolinea, comandando gli scambi con maggiore frequenza. Verdasco non ha più energie e cede un altro turno di battuta e con esso anche il match, che termina con lo score di 7-6(2) 6-7(5) 6-1 dopo due ore e 44 minuti.

D. Young b. B. Paire 7-6(2) 6-4 (Matteo Polimanti)

Benoit Paire e Donald Young si sfidano per un posto negli ottavi di finale di Miami, in uno spicchio di tabellone privo ormai di teste di serie: infatti chi la spunterà tra il francese e l’americano se la vedrà con il vincente della sfida tra Chardy e Fognini. L’unico precedente è stato disputato sulla terra di Casablanca nel 2012 e ha visto prevalere in tre set lottati il transalpino. Partenza nettamente sottotono per entrambi i giocatori: Young commette 3 errori non forzati e regala il break al francese, che per non essere da meno, con altrettante sciocchezze, gli restituisce il favore. Con il passare dei game Paire comincia a prendere ritmo, mentre l’americano è lontano parente del giocatore che solamente due giorni fa lasciava 6 game al numero 15 del mondo Pouille. Il francese sul 4-2 torna avanti di un break grazie a due lungolinea di rovescio, specialità della casa: ma proprio quando sembra essere in controllo del match, con uno dei suoi classici passaggi a vuoto rimette in corsa l’americano, che impatta sul 4-4. Senza ulteriori sussulti si arriva al tie break, dove Young, senza fare cose eccezionali, si porta sul 6-0 per chiudere poi 7-2 archiviando un orrendo primo set in 42 minuti. Lo spettacolo non migliora nel secondo parziale, i due giocatori si dimenticano totalmente di come tenere un servizio e nei primi 5 game arrivano altrettanti break: nel sesto gioco, avanti 3-2, Young grazie ai soliti regali del francese riesce finalmente a portarsi a casa un turno di battuta e scappa sul 4-2 compiendo lo strappo che risulterà poi decisivo: sul 5-4 infatti l’americano non trema e al secondo match point conclude con il punteggio finale di 7-6 6-4. Prova decisamente negativa di entrambi i giocatori che hanno mostrato quest’oggi tutte i difetti che hanno limitato finora le loro carriere, non consentendogli di sfruttare a pieno il grande talento di cui sono dotati: ad ogni modo Young si qualifica per gli ottavi di finale, suo miglior risultato a Miami.

[13] J. Sock b. J. Vesely 6-3 7-6(0) (dal nostro inviato a Miami, Vanni Gibertini)

La mite serata di Miami (23 gradi, cielo terso ed una gentile brezza) ed un primo match di sessione serale finito in due rapidi set hanno convinto buona parte degli spettatori di questa domenica sera a rimanere anche per l’ultimo match del giorno tra Jack Sock ed Jiri Vesely. Una simpatica gara di mazzate tra due giovani virgulti della “not so next generation”, che dovrebbe essere quella attuale, ma non è ancora arrivata anche perché quella vecchia è ancora lì e non sembra intenzionata a togliersi di torno tanto presto. È sicuramente Sock a muovere di più il gioco, ben disposto a prendere la rete quando possibile dietro al suo dirittone arrotato ed a provare anche qualche colpo ad effetto, come il “tweener lob” nel terzo game, finito fuori di un soffio. Scongiurata una palla break nel gioco d’apertura, il biondino del Nebraska ha poi sempre tenuto a distanza di sicurezza Vesely, molto più monocorde nel suo gioco e spesso comandato nello scambio da fondo dal suo avversario. Il break al sesto gioco è sufficiente per decidere il set: il diritto di Sock che sigla il parziale dopo soli 35 minuti è il “rompete le righe” di cui gli spettatori hanno bisogno per guadagnare il parcheggio e tornare a casa, oppure raggiungere il centro di Miami dove è in corso “Ultra”, il festival della musica elettronica che ogni anno si impadronisce della città per un weekend.

All’inizio del secondo set Vesely si prende una piccola rivincita su Sock mettendo a segno un bellissimo passante-tweener che gli vale un’ovazione del pubblico ed un pollice alzato da parte dell’americano, che però continua a muovere Jiri con una serie di palle corte che, seppur non tecnicamente impeccabili, mettono fuori posizione il ceco e risultano foriere di punti. Lo statunitense manca il colpo del KO quando al settimo game Vesely commette due errori super-gratuiti di diritto sul 40-15 per poi arrivare a concedere due palle break: Jiri però serve bene, Sock sbaglia da fondo e si innervosisce, al punto da sprecare il suo ultimo “challenge” su un servizio decisamente buono e da cedere la battuta per la prima volta nel match subito dopo, incaponendosi ad arrotare troppo il diritto invece che cercare la penetrazione. Ma con la chance di servire per il set sul 5-3, Vesely commette due doppi falli ed un (altro) gratuito di diritto che rimettono la situazione dei break in parità. Sock si concede anche alcuni passi di “Gangnam Style” al cambio di campo, ma quando il gioco non si distrae ed il set arriva al tie-break, che però è a senso unico e si chiude per 7 punti a 0 in favore dell’americano. Con un secondo set piuttosto laborioso, durato 64 minuti, Sock chiude comunque in due set ed affronterà lunedì negli ottavi di finale il connazionale Jared Donaldson, graziato dal ritiro di Raonic, al suo esordio a questo livello di un Masters 1000.

Gli altri incontri (Giovanni Vianello)

Vincono Delbonis e Mahut, rispettivamente sul tedesco Struff e sull’altro argentino Pella (quest’ultimo ha sconfitto Dimitrov nel turno precedente). Nella prima sfida, Delbonis ha bisogno di lottare solo un set; l’argentino non risente particolarmente del vento che spira ad inizio partita e concede una sola palla break nel primo parziale, tenendo piuttosto agevolmente gli altri turni di battuta. Struff è ancora più solido, nella prima frazione di gioco di palle break non ne concede nemmeno una. Si arriva al tie-break, che vede l’inizio del dominio dell’argentino, il quale nel secondo set dilaga e si impone su un demotivato Struff, che perde tre volte la battuta e si lascia annichilire per 6-1. La partita tra Mahut e Pella, invece, vede ancora meno lotta; il francese opera un break all’inizio del primo set e due break nel secondo parziale. Mahut è sempre stato in controllo della partita ed ha messo in mostro il suo “gioco all’antica”, anche se occorre dire che Pella è parso tutt’altro che centrato.

Risultati:

[2] K. Nishikori b. [25] F. Verdasco 7-6(2) 6-7(5) 6-1
[5] R. Nadal b. [26] P. Kohlschreiber 0-6 6-2 6-3
[13] J. Sock b. J. Vesely 6-3 7-6(0)
[Q] J. Donaldson b. [3] M. Raonic W/O
D. Young b. B. Paire 7-6(2) 6-4
F. Delbonis b. J. Struff 7-6(5) 6-1
N. Mahut b. G. Pella 6-4 6-3
F. Fognini b. J. Chardy 3-6 6-3 6-4


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Roland Garros, Medvedev dopo l’eliminazione: “Ripenserò a questa partita per molto tempo. Contento sia finita la stagione su terra”

“Ci sono cose di questa superficie che non mi piaceranno mai” – dichiara Daniil Medvedev, già fuori dal Roland Garros. “Però la vittoria a Roma è stata straordinaria”

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Daniil Medvedev - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Daniil Medvedev, suo malgrado, ha regalato la sorpresa fin qui più grande del Roland Garros 2023. La sconfitta con Seyboth Wild, n° 172 ATP, per di più dopo che sembrava che il “mal di terra” gli fosse passato con il titolo romano, ha fatto scalpore tra gli appassionati, e c’era grande attesa per capire quello che avrebbe dichiarato il russo in conferenza stampa a fine match. E, come sempre, il n° 2 del mondo non le ha mandate a dire, soprattutto quando è tornato a parlare del suo rapporto con il rosso, stuzzicato ancora una volta dai giornalisti.

D. Daniil, non deve essere facile per te. Puoi riassumere però il match in poche parole?

DANIIL MEDVEDEV: “Partita difficile, non so cosa dire. Non la guarderò nuovamente in TV ma credo che Seyboth Wild abbia giocato bene, e io non credo di essermi espresso così male. Se continuerà a giocare così, credo possa arrivare entro la fine dell’anno nei primi 30. Spero che anche nei prossimi match disputi partite allo stesso livello, altrimenti ne rimarrei deluso e mi chiederei: perché ha giocato così bene proprio contro di me?”.

 

D. Sei sembrato infastidito nei confronti del pubblico in qualche momento. Qual era il tuo feeling?

DANIIL MEDVEDEV: “È andata bene. L’unico problema è stato quando ho chiesto alla giude di sedia di controllare una pallina che secondo me era molto vicina alla riga. Stavo discutendo con lei sul rimbalzo della palla e ho detto semplicemente al pubblico di zittirsi, perché non stavo dialogando con loro. Per il resto, nessuna criticità”.

D. È parso che tu abbia faticato ad adattarti al vento. È stato particolarmente difficile per te?

DANIIL MEDVEDEV: “È stato difficile, sì. È strano perché c’è lo stesso vento da 6 giorni a questa parte, cosa che non ho mai visto a Parigi. Ma è parte del gioco, sia quel che sia. Di certo, con queste palline pesanti, adattarsi al vento non è stato semplice. Penso che alcuni giocatori, come il mio rivale odierno, o come Alcaraz, o in parte come Tsitsipas hanno un grande vantaggio, perché possono creare potenza facilmente, cosa che io non posso fare. Il vento è certamente tra i motivi per cui ho perso”.

D. Eri scontento della tua attitudine nella fase finale della partita? Sembrava scuotessi la testa come se non fossi soddisfatto di qualcosa…

DANIIL MEDVEDEV: “Non direi che ci sia stato questo tipo di problema. Possiamo chiamare quel momento ‘me contro me stesso’. Niente a che vedere con l’attitudine. Penso di essermi battuto bene e di essere stato bene in campo fisicamente. Cioè, adesso mi sento un po’ stanco ma quando perdi il tuo corpo crolla più rapidamente verso il basso. Se avessi vinto non sarei così stanco ora. E anche mentalmente ho combattuto parecchio e sicuramente sono molto dispiaciuto per il risultato. Penserò per una settimana a questo match, ma al momento non ricordo di aver fatto nulla di così sbagliato, a parte i doppi falli causati dal vento”.

D. Quando giochi contro qualcuno più in basso di te in classifica, ma che si sta esprimendo splendidamente, pensi che prima o poi il livello si possa bassare oppure no? Ti ha sorpreso il fatto che non sia successo?

DANIIL MEDVEDEV: “Beh, lui è calato solo un set e ne ho approfittato. Ha fatto qualche errore nel tie-break del secondo, ma in generale ribadisco che ha giocato in modo ottimale, forse leggermente aiutato da qualche mio errore. Ha vinto lo US Open Junior, se non sbaglio, quindi sa giocare a tennis. È solo che la sua vita potrebbe essere molto migliore se giocasse sempre così. Più soldi e più sponsor, oltre a titoli importanti. Ma non deve giocare così solo sullo Chatrier, bensì su diversi campi e in diversi contesti. Credo sia capace di farlo, ma vedremo in futuro”.

D. Probabilmente il risultato di oggi mette fine alla tua stagione su terra nel 2023. Come descriveresti il tuo rapporto con la terra battuta fino ad ora?

DANIIL MEDVEDEV: “Non è cambiato il fatto che ogni volta che finisce la stagione su terra sono contento. Sono contento e ancora contento. Non mi importa a che livello del torneo io arrivi, l’importante è che finisca. Sono contento perché c’era vento, il campo era secco, e mi è entrata la terra in bocca già nel terzo gioco. Tutte cose che non mi piacciono. Non so se ad altri piaccia mangiare la terra, averla nelle borse, nelle scarpe, nelle calze. Devi buttare tutto in pattumiera alla fine della stagione. A me questo non piace. Avrò un periodo di stacco e di questo sono felice, perché devo ritrovare buona sensazioni. Un po’ di relax nei prossimi giorni, starò un po’ a Parigi, anche se c’è la terra (sorride, ndr)”.

D. Quanto sei contento di giocare invece sull’erba ora? Cosa ti aspetti dal pubblico per il fatto che lo scorso anno russi e bielorussi sono stati estromessi da Wimbledon e quest’anno riammessi?

DANIIL MEDVEDEV: “Sai, non possiamo controllare queste cose. Se le persone decidono di essere dure, non possiamo farci molto. Se invece saranno carine, meglio. Prima di Wimbledon vorrei andare ad Halle, dove ho giocato bene lo scorso anno, ma poi chiaramente sono entusiasmato dal poter andare a Wimbledon. Non posso dire che ami l’erba, ma sicuramente la preferisco alla terra. Cercherò di fare meglio ai Championships rispetto alle annate passate”.

D. Tornando per un instante alla domanda sul tuo rapporto con la terra rossa, ci hai detto che sei contento sia finita questa stagione, ma hai fatto uno step di apprezzamento in più dopo la vittoria a Roma?

DANIIL MEDVEDEV: “Certo, questo al 100%. E ripeto che nel match di oggi ho giocato bene. Ci ho provato, perlomeno. Ho sentito di aver fatto quello che potevo, semplicemente non sono riuscito a vincere contro un avversario che ha giocato bene. Ma Roma è stata incredibile, perché non avrei mai pensato di vincere nemmeno un torneo su terra, figuriamoci un Masters 1000. L’anno prossimo potrei essere ancora più motivato nel migliorare i successi di quest’anno”.

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Roland Garros: ribaltone Zeppieri! Bublik sconfitto al quinto set

Il romano Giulio Zeppieri vince per la prima volta in un tabellone Slam, venendo dalle qualificazioni. Eliminato al quinto kazako: ora sfida a Ruud

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G. Zeppieri [Q] b. A. Bublik 6-0 4-6 4-6 6-3 7-5

Giulio Zeppieri vince il primo match in carriera nel tabellone principale di uno Slam! Alexander Bublik si arrende in cinque set dopo 3 ore e 20 di battaglia: bravissimo il romano a rimanere agganciato al match quando è stato sotto 2 set a 1 e a ribaltare tutto nel quarto e nel quinto set, tornando a giocare un tennis aggressivo e coraggioso. “Zeppo” che non si è fatto condizionare dalla pazzia del suo avversario, ma è rimasto concentrato sul suo tennis: adesso sfida nel secondo turno a Casper Ruud.

Approccio al match decisamente rivedibile da parte di Bublik che quasi prende come uno scherzo il match tra risposte con i piedi vicino alla linea del servizio, palle corte sconclusionate, doppi falli e qualche servizio da sotto. Dal canto suo Zeppieri non si fa distrarre, sul suo servizio non concede praticamente nulla e quando lo scambio si allunga in risposta arriva generalmente un errore da parte del suo avversario. Il primo set scorre via velocissimo con pochissimo spazio di riflessione tra un punto e l’altro e il tennista romano se lo aggiudica per 6-0 in poco meno di 20 minuti.

 

Il kazako pone un po’ più di attenzione a inizio secondo set, Zeppieri si distrae un attimo e paga subito subendo il break in apertura di parziale con un paio di errori con il dritto. Il giocatore italiano recupera solidità con il servizio e sul 3-2 arriva il contro-break con un bel recupero di rovescio sulla palla corta, un errore di dritto di Bublik e una splendida risposta bassa che non permette al giocatore di origini russe di giocare una demi-volée competitiva. L’azzurro continua a giocare in modo troppo contratto e poco sciolto, cerca di uscire frettolosamente dallo scambio con la palla corta, ma il kazako gioca due punti con grande attenzione e si riprende il break di vantaggio, andando avanti 4-3. Un break che basta al numero 51 del mondo per vincere per 6-4 il secondo set: la smorzata funziona sempre meglio e sorprende sempre più spesso Zeppieri che ha perso sicurezze e tranquillità rispetto alla prima parte di match.

Terzo set che comincia sui binari nell’equilibrio: nessuno dei due prende il sopravvento dopo due set andati via rapidamente. Le prime possibilità ce le ha Zeppieri in risposta nel quarto gioco, andando sullo 0-40 con un doppio fallo e un errore a rete banale di Bublik, ma il kazako serve benissimo per annullare tutte e tre le palle break, compresa una seconda di servizio sulla riga. Il tennista romano commette qualche imperfezione sul 3-3, non viene aiutato dalla prima e concede una palla break, ma Bublik risponde con i piedi dentro al campo e non riesce a far partire lo scambio. Zeppieri incappa in un brutto game sul 4-4: sbaglia un comodo rovescio e una volée di rovescio sopra la rete e concede il break al giocatore di Gatcina che chiude senza problemi con la battuta il set sul 6-4.

Nel terzo gioco del quarto set, Zeppieri si ritrova in una situazione difficile, concedendo una palla break, ma gioca con coraggio, buttandosi avanti sulla prima di servizio e nei successivi due punti si prende rischi che pagano con il pressing di dritto. L’azzurro concede due palle break anche sul 3-3, ma le annulla aggrappandosi ancora al servizio e spingendo con i colpi di inizio gioco, riuscendo a far giocare Bublik in posizioni scomode e con i piedi fuori dal campo. Il ragazzo di Roma, dopo aver scampato il pericolo, ottiene il break che lo porta sul 5-3: una gran risposta e un dritto lungolinea e poi un brutto dritto in chop dell’avversario. Il kazako perde la pazienza, fracassa la racchetta Zeppieri trascina tutto al quinto set tenendo la battuta senza alcun problema a zero.

Anche nel quinto set Zeppieri inizia all’insegna del coraggio: una palla break da affrontare sotto 0-1 e un dritto all’incrocio delle righe dal centro del campo per annullarlo. In questa fase equilibrata della partita è proprio il dritto a dare soddisfazioni al giocatore romano anche in risposta, nel terzo game si ritrova 15-30, ma non riesce ad arrivare a palla break. Bublik ha un’altra palla break sul 2-1, ma ancora l’azzurro spinge con coraggio e spregiudicatezza sin dal primo colpo con il dritto e annulla la seconda chance del 3-1 con un errore di dritto del kazako che gioca con maggiore tensione rispetto agli altri momenti del match. I turni di battuta di servizio vanno via in maniera più rapida. La pressione si fa ancora sentire per il numero 51 del mondo: un errore di rovescio e un doppio fallo sul 5-5 per concedere due palle break all’azzurro che si prende l’occasione di andare a servire per il match con un altro errore dalla parte sinistra dell’istrionico kazako. Zeppo scaglia un ace, arriva benissimo sulla palla corta e Bublik affossa la risposta: l’italiano vince per la prima volta una partita nel tabellone principale di uno Slam.

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Roland Garros: il ritorno di Zverev è vincente, batte Harris in tre set. Avanzano Ruud e Paul

Il tedesco ha la meglio sul sudafricano n. 294 che non riesce a sfruttare le occasioni in due tiebreak. Vittorie anche del numero 4 del mondo e dell’americano, entrambe in 3 set

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Non la miglior versione di Alexander Zverev ma è quanto basta per aver la meglio su LLoyd Harris con il punteggio di 7-6(6), 7-6(0), 6-1 in 2ore e 40′. Chissà cosa avrà pensato nel tornare in campo al Roland Garros da dove l’anno scorso uscì maledettamente sulla sedia a rotelle mentre era in lotta con Nadal per un posto in finale. Questo è ovviamente uno Zverev differente, ma vincere aiuta a vincere, anche se i sette doppi falli sono un dato su cui riflettere. Per continuare a essere protagonista nel torneo dovrà trovare più continuità con il servizio. Harris, da n. 294 del ranking, recrimina per le sette palle break non sfruttate che gli avrebbero dato un’altra prospettiva di gara.

IL MATCH – Primo set estremamente equilibrato, nel quale il tedesco va in sofferenza concedendo al suo avversario le uniche palle brek del parziale. Harris non riesce a concretizzare le occasioni avute con Zverev che si aggrappa alla sua prima di servizio ricavando anche 7 aces. Il sudafricano serve il 55% di prime di servizio ma con esse riesce a portare a casa l’88% dei punti. I brividi per Zverev arrivano nell’undicesimo gioco quando deve fronteggiare due palle break non consecutive. L’avversario gli dà una mano, ma riesce comunque a giocarsi le sue carte al tiebreak. Harris scappa via, ma commette un errore di rovescio che rimette in partita il suo avversario. Il tedesco ha due palle set consecutive, ma entrambe sorridono al sudafricano. Si gira 6-6, prima che Zverev cambi marcia e porti a casa il parziale.

Secondo set sulla scia del primo, con il grande rammarico per Harris di non aver sfruttato due setpoint consecutivi nel decimo gioco. Recrimina per un pizzico di sfortuna sul secondo punto set, con il nastro che rimette nello scambio Zverev e lascia di sasso Harris. Il pensiero del sudafricano rimane a quella grande occasione con la testa di serie n. 22 che riesce a recuperare da 40-15 e a portare a casa il break. Poi disfa tutto nel dodicesimo gioco, quando commette due doppi falli che rimettono in pista l’avversario. Grande scuola tedesca nel tiebreak con Zverev che infila un pesante 7-0 che vale il doppio vantaggio nei set conquistati. A cavallo tra la fine del secondo parziale e l’inizio del terzo, un Medical Time Out serve al sudafricano per farsi sciogliere tensione e cancellare un pò di stanchezza. Il problema fisico reale è al polpaccio della gamba sinistra che ne limita i suoi movimenti in campo. Molto più agevole il compito del tedesco nel terzo set: al servizio perde un solo punto nei primi suoi tre turni di battuta. Il break decisivo arriva nel corso del quarto gioco, alla seconda opportunità nel set capitata a Zverev: il sudafricano spara in corridoio un dritto non complicato da mettere in campo. E’ il preludio alla discesa del match, con Harris che ricorre al secondo Medical Time Out della gara, ricorrendo alla fasciatura al polpaccio sinistro. Conquistato il break anche nel sesto gioco, al servizio pasticcia un pò col solito doppio fallo e grazie a una palla corta chissà quanto voluta. La palla break in favore del sudafricano è annullata con la prima di servizio, poi basta un solo matchpoint per tornare ad alzare le braccia al cielo al Roland Garros. Per lui, adesso, la sfida con lo sloveno Alex Molcan che ha battuto in tre set Hugo Gaston, 6-1, 7-6(4), 6-4.

 

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