WTA Miami: un malore ferma Muguruza, avanza Wozniacki

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WTA Miami: un malore ferma Muguruza, avanza Wozniacki

La danese vince al tie break un primo set colmo di colpi di scena, poi Muguruza si ritira vittima di un calo di pressione. Caroline nei quarti se la vedrà con Safarova

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[12] C. Wozniacki b. [6] G. Muguruza 7-6(1) rit.

È durato un set l’ottavo di finale tra Garbiñe Muguruza e Caroline Wozniacki. Una lotta di un’ora e diciassette minuti, emozionante e furibonda, che la danese ha fatto sua al tie break rischiando moltissimo e dando fondo alle proverbiali doti di maratoneta, mentre la nativa di Caracas, stroncata dalle mille corse e dal caldo pomeriggio di Miami, è stata costretta da un malore ad alzare bandiera bianca: un discreto peccato, visto il notevole livello di suspense generato dalle due contendenti. Garbiñe sta cercando tra mille difficoltà di uscire dal tunnel in cui si è cacciata dopo l’esplosione parigina dello scorso giugno, ma sembra trattenuta da una forza oscura che le impedisce di tornare a essere la tennista devastante di dodici mesi fa.

È probabile che le serva una scintilla, quella che ha provato a produrre Sam Sumyk nell’avvincente alterco andato in scena durante il match di secondo turno contro Christina McHale, e il primo set di oggi ha restituito qualche lampo della giocatrice che avevamo imparato a conoscere. Certo, gli enigmi da sciogliere sono ancora molti e alcune scelte tattiche lasciano perplessi. Sembra evidente la nuova linea decisa dall’allenatore bretone: la sua allieva deve verticalizzare appena può, ma non sempre, anzi, molto raramente, i suoi spericolatissimi attacchi sono preceduti da colpi preparatori adeguati. E si sa, fare all in contro Wozniacki senza avere carte pesanti in mano può essere molto pericoloso.

La campionessa del Roland Garros 2016 ha esordito nel match strappando il servizio all’avversaria, ma si è presto spenta ed è stata travolta da un pesante parziale di quattro giochi a zero. Caroline è in fiducia, ed era arrivata all’incontro odierno banchettando a piacimento nei due turni affrontati finora, mentre Muguruza è al momento obbligata a sgomitare contro chiunque: le problematiche vittorie contro Zhang e, appunto, McHale sono lì a dimostrare che la spagnola è in mezzo al guado, bastandole un nonnulla per farle perdere la testa. La prima frazione sembrava dunque andata, ma improvvisamente la sesta giocatrice del mondo è tornata ad indossare la maschera dei tempi migliori: più regolare e sagace, ella ha risposto mettendo a segno quattro giochi consecutivi a sua volta e si è addirittura presentata a servire per il set sul 5-4, ma non le è riuscito lo strappo decisivo nel decimo game. Caroline, nota per estrarre l’artiglieria pesante solo quando la situazione di pericolo raggiunge livelli di guardia, si è opposta alla rimonta avversaria, impattando sul cinque pari alla seconda palla break per poi sorpassare sul 6-5. La fondista di Odense aveva quindi ripreso per i capelli il controllo emotivo della partita, ma ha sprecato nel dodicesimo gioco un set point, tirando lungo un comodo rovescio sulla tremebonda seconda palla della tennista ispano-venezuelana.

L’epilogo più giusto sarebbe stato il tie break, e tie break in effetti è stato. Garbiñe aveva però finito la benzina: già da qualche minuto erano evidenti le sue difficoltà negli spostamenti, specie in quelli laterali, e il gioco decisivo è finito molto facilmente nelle mani di Wiozniacki. Non ci sarebbe stato un seguito, né una possibilità di rivalsa. Durante la pausa Muguruza ha chiesto l’intervento del medico, il quale ha constatato che la pressione della giocatrice era davvero troppo bassa per poter proseguire. Wozniacki, che per come si erano messe le cose sarebbe stata comunque favorita e non di poco, ne ha approfittato per risparmiare preziose energie, e ha staccato il pass per i quarti dove la attende Lucie Safarova. Muguruza ora ha bisogno di riposo, ma nel buio di questa particolare fase della sua carriera i segnali incoraggianti raccolti oggi non sono certo da buttare.

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