Italiani
WTA Bogotà: Schiavo formato Parigi, ora si può fare. Fuori Errani
Le porte del Roland Garros sono ancora aperte per Francesca Schiavone, che anestetizza Bertens e vola in semifinale. Discorso inverso per Sara Errani: ora Parigi passa per le quali

La piccola biblioteca di Ubitennis: one more Francesca
Ci sarà tra le prime quattro a Bogotà Francesca Schiavone, che ha battuto Kiki Bertens in due set. Bertens numero 1 del tabellone, numero 20 del mondo. Un solo precedente tra le due giocatrici con la vittoria della Bertens a Roma nel 2013 in due set. Francesca oggi ha iniziato subito benissimo, approfittando anche della stanchezza della giocatrice olandese, scesa in campo poche ore prima contro la qualificata Cindy Burger, recupero dovuto alla pioggia, caduta intensamente mercoledì. La partenza in salita del primo game, con immediato break olandese, è stata subito rimediata da Schiavone con un break nel secondo game, e da lì in poi si è subito capito che Francesca aveva una marcia in più. Break nel quarto e nel sesto game, ottenuto a zero. Al secondo set point Francesca col servizio chiude. Secondo set più combattuto Bertens serve meglio, ma perde comunque il servizio nel terzo game, brava Francesca a giocare con tutta l’aggressività possibile. Soprattutto Bertens in questa fase mai mette in difficoltà la leonessa sul proprio servizio. Schiavone ha già nel settimo game una palla break importante che non sfrutta. Ma poi continua a servire con efficacia, lasciando poco a Bertens. Chiude Francesca nel decimo game, al secondo match point. Onorata in pieno la wild card di Bogotà, piccola rivincita sulla wild card negata nel torneo di casa.
Niente da fare invece per Sara Errani contro Johanna Larsson, numero 57 del mondo. Sei i precedenti tutti vinti da Errani, tutti in due set da Monterrey a Rio de Janeiro. Anche se solo uno giocato sulla terra. Ma oggi i precedenti favorevoli non sono bastati. Dopo due break per parte nel primo e secondo game del primo set, altro doppio break nel sesto e settimo game, con un match che viaggia in perfetta parità. Decisivi quindi gli episodi, come quello del decimo game, quando Errani va ai vantaggi, e servizio Larsson: una palla break, nonché set point, che purtroppo spreca. Male perché nell’undicesimo game c’è il break svedese, e Larsson poi serve bene per il set. Secondo set che inizia subito un break della Larsson nel terzo game, con Errani che sbaglia davvero troppo. E quando nel quarto game tiracchia male un dritto, su una seconda palla non irresistibile dell’avversaria, si sente un “Ma Dai”…che porta un po’ di italica lingua tra le alture di Bogotà. Brava Errani a non disunirsi e a tenere poi il servizio. Anzi nel sesto game, un doppio fallo e un dritto fuori misura le regalano la palla break e il break subito dopo, match in parità. E subito dopo gran turno di servizio dell’azzurra. Così purtroppo non è nel nono game dove Larsson gioca due dritti molto aggressivi e si porta a casa il break. Poi non molla più e nel decimo game ha tre match point, se ne vanno i primi due, l’ultimo con un brutto rovescio della svedese, brava Errani a non mollare di nuovo, sbaglia tanto anche Larsson ma si prende un quarto match point: dritto e riga di fondo, alza gli occhi al cielo Sara. Con questa sconfitta per Errani niente tabellone principale a Roland Garros. Per Larsson semifinale contro la Leonessa.
Eliminata anche Magda Linette, sconfitta da Sorribes Tormo, a suo agio su questa superficie. Avanti la spagnola nel primo set, con due break rifilati a Linette nel primo e nel quarto game, gioca solo a sprazzi la polacca e sbaglia troppo spesso la misura dei colpi. Ottiene un break ma non basta a risollevare le sorti del set. Secondo set davvero confusionario, le due tenniste tengono complessivamente solo 3 volte il servizio, due volte Magda, mentre Sorribes Tormo si adegua all’avversaria e sbaglia colpi per lei inusuali sulla terra. Magda mette da parte ben tre set point prima di chiudere nel decimo game, con l’ennesimo break. Terzo set ancor peggio per entrambe, ci sono 4 break per parte, e solo in due occasioni le tenniste difendono il proprio servizio. Nel dodicesimo game Linette scende 15 a 40 e la sua avversaria ha due match point che spreca: si va al tiebreak, che Sorribes Tormo porta a casa, infliggendo tre minibreak a due alla giocatrice polacca. Vince anche Arruabarrena contro Aleksandra Krunic in tre set. Derby spagnolo quindi in semifinale
Risultati:
Secondo turno
[1] K. Bertens b. [Q] C. Burger 6-2 7-5
Quarti di finale
[WC] F. Schiavone b. [1] K. Bertens 6-1 6-4
[3] J. Larsson b. S. Errani 7-5 6-4
[4] L. Arruabarrena b. A. Krunic 7-5 5-7 6-2
S. Sorribes Tormo b. [5] M. Linette 6-4 4-6 7-6(5)
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Quando un italiano vince sul numero 1: Sinner che batte Alcaraz vale il Panatta che battè Connors? [VIDEO]
Il direttore Scanagatta, a seguito della vittoria di Sonego su Djokovic, ripercorse tutti i 7 exploit italiani contro i n.1 del mondo. Da Barazzutti a Sonego, passando per Volandri e Fognini

Con la vittoria su Carlos Alcaraz, Jannik Sinner non ha solamente raggiunto la seconda finale in un Masters 1000 della carriera ma ha anche battuto il numero 1 del mondo per la prima volta (risultato che tra l’altro costa allo spagnolo la prima posizione del ranking a partire dalla prossima settimana a favore di Djokovic). Battere il primo del ranking ATP ha sempre un sapore più speciale e nella storia del tennis italiano solamente altri sei giocatori sono riusciti nell’impresa in Era Open, in ordine cronologico: Barazzutti, Panatta, Pozzi, Volandri, Fognini e Sonego, a cui si aggiunge ora anche Sinner
Tornando indietro agli anni ’60, va segnalato che Nicola Pietrangeli battè Rod Laver nella finale degli Internazionali d’Italia a Roma nel 1961 (non c’è ufficialità sulla classifica di quel periodo, anche se Laver l’anno dopo compì il Grande Slam), e sempre in quegli anni Giuseppe Merlo battè sei giocatori campioni Slam.
Il primo a farcela nell’Era Open (cioé dal 1972 in poi) è stato Corrado Barazzutti, nel 1974, ai quarti di Monaco di Baviera sulla terra rossa battendo il romeno Ilie Nastase, sconfitto 3-6 7-6 6-1 dal tennista di Udine. Successivamente fu Adriano Panatta addirittura due volte vincitore sul numero 1 del mondo. Prima nella finale di Stoccolma 1975, sul cemento con l’americano Jimmy Connors che soccombe 6-4 6-3, poi il bis del romano un paio d’anni più tardi, ancora contro Connors, battuto 6-1 7-5 al secondo turno del torneo di Houston (cemento) nel 1977.
Si cambia millennio per arrivare al 15 giugno del 2000, durante il terzo turno del Queen’s su erba, quando il barese Gianluca Pozzi ha sfruttato al massimo le condizioni fisiche non perfette dello statunitense Andre Agassi, il quale perso il primo set 6-4 si ritira sul vantaggio di 3-2 nel secondo set. Sette anni dopo tocca a Filippo Volandri, al terzo turno degli Internazionali di Roma: il 10 maggio del 2007 il livornese supera 6-2 6-4 Roger Federer con una partita a dir poco memorabile per la storia recente del tennis italiano.
Roma palcoscenico di un altra vittoria azzurra sul numero 1 mondiale, il 16 maggio del 2017, impresa messa a segno da Fabio Fognini che ha sconfitto al 2° turno per 6-2 6-4 lo scozzese Andy Murray. Infine torniamo alla storia recente: 30 ottobre 2020, ATP 500 di Vienna, semifinale. Un Lorenzo Sonego strepitoso batte il numero 1 del mondo Novak Djokovic lasciandogli appena tre giochi e infliggendogli la peggior sconfitta in carriera nei match giocati al meglio dei tre set a livello ATP. Un 6-2 6-1 incassato dal serbo dopo aver acquisito matematicamente la posizione in cima al ranking anche al termine di quella stagione.
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ATP Miami, Sinner batte Alcaraz: “Ti diverti a giocare così. Ci vogliono due tennisti per fare questi punti”
“Dopo la sconfitta di Indian Wells ho cambiato qualcosa, ma non dico cosa” così Jannik Sinner dopo la vittoria sul n.1 del mondo Carlos Alcaraz. “Anche contro Medvedev dovrò mischiare le carte”

Tre ore e un minuto ha impegato Jannik Sinner per battere Carlos Alcaraz in rimonta, nella semifinale del Masters 1000 di Miami, con una prestazione spettacolare che abbinata al grande tennis dello spagnolo ha dato vita ad un match memorabile. Di seguito la conferenza stampa dell’altoatesino.
D: Jannik, ben fatto. Come classifichi questa vittoria tra le migliori della tua carriera?
JANNIK SINNER: Oh, di sicuro è una delle migliori vittorie. Ovviamente è stata una partita molto dura contro Alcaraz. Penso che entrambi abbiamo giocato una partita di altissimo livello. Da parte mia, penso di aver cambiato un paio di cose da Indian Wells a qui, cosa che ero obbligato a fare, e sono andate per il verso giusto. Non dirò esattamente cos’ho cambiato (sorride) ma penso che anche lui se ne sia accorto e la prossima volta cambierà qualcosa, quindi dovrò essdere pronto. Sono felice della prestazione. Ovviamente domenica sarà un’altra partita (con Medvedev). Partita molto, molto diversa. Non ho mai vinto contro Daniil, quindi vediamo come va. Anche in quel caso dovrò cambiare qualcosa nel mio gioco, mischiare le carte.
D: Si è visto un tennis straordinario giocato da entrambi. Riesci a divertirti giocando una partita del genere quando sei nel bel mezzo della battaglia, o è solo dopo che riesci ad apprezzare davvero il tipo di tennis che è stato giocato?
JANNIK SINNER: No, penso che quando entrambi i giocatori giocano a tennis in questo modo, è anche molto bello giocare. Lo senti, no? Anche con la folla. Penso ci sia stata una grande energia con tutto. È semplicemente bello far parte di questo tipo di partite, in primo luogo, e in secondo luogo, ti senti come se dovessi cambiare sempre qualcosa durante la partita. Penso che sia stato così oggi. Sì, di sicuro ti diverti, perché è meglio avere una partita come questa piuttosto che pochi scambi e penso che qui puoi vedere del buon tennis.
D: Tornando alla partita di oggi, puoi dire qualche parola sul punto, il secondo punto sul 4-2 nel terzo set che è stato fantastico, incredibile?
JANNIK SINNER: Sì, è stato anche un punto lungo. Era un punto fisico, di sicuro. È iniziato con il dropshot, e poi dopo io sono andato incrociato penso. Poi sono tornato con il diritto. In alcuni punti sono andato di rovescio lungo linea e lui era praticamente sdraiato, ma è risalito così velocemente. Volevo andargli dietro, no, ma lui era lì. E poi, dopo, ho provato questo tiro, perché prima volevo fargli un pallonetto ma la palla era troppo bassa. Quindi sono andato incrociato, che è stata la scelta giusta. Tuttavia, è stato un punto molto fisico. Ho perso in game dopo quello. Ma sì, come ho detto, hai sempre bisogno di due giocatori per fare questo tipo di punti.
D. Quando hai perso a Indian Wells, quella sconfitta è rimasta con te per molto tempo o ti sei ripreso — parlo mentalmente — ti sei ripreso abbastanza velocemente e hai iniziato a pensare a questo torneo e ad apportare modifiche, come hai detto, e stai pensando alla prossima volta che lo affronterai?
JANNIK SINNER: No, quando abbiamo perso a Indian Wells, il giorno dopo siamo partiti per venire qui. Ho avuto un giorno libero e poi ho iniziato ad allenarmi. Fin dalla prima sessione di allenamento, abbiamo cercato di migliorare alcune cose, di mescolare un po’ meglio il gioco, per prepararci alla prossima possibile sfida contro Carlos. Ma anche per usarlo contro gli altri giocatori. Penso di aver iniziato a fare un po’ di più contro Grigor Dimitrov nel match del secondo turno. Poi anche dopo contro Andrey Rublev è stata una bella partita. Sai, penso che l’intero torneo che ho giocato fino ad ora sia stato qualcosa di buono per me, perché ho cercato di inserire alcune cose nuove, e questo è tutto al momento e ne sono felice, ma ovviamente ci sono cose anche dalla partita di oggi che posso prendere per migliorare.
D: All’inizio del terzo ha faticato un po’ fisicamente. Sembrava avessi i crampi. Prima di tutto, hai avuto problemi fisici del genere? Inoltre, come hai affrontato questo per non distrarti?
JANNIK SINNER: Sì, ne ho avuti un po’. Quando ero sopra di un break nel secondo, ho avuto anche un po’ di crampi ma non così tanto. Sapevo che dovevo andare avanti, aspettando il momento giusto. Sul 4-3 quando stavo servendo nel secondo set, ero in difficoltà, perché lui aveva un paio di palle break. Se mi avesse preso il servizio lì, sarebbe stato difficile tornare. Ma quel game mi ha dato molta fiducia, no? Poi dopo sono rientrato molto bene. Nel terzo set l’ho visto faticare. Ho cercato di spingere lì, specialmente nel primo gioco, perché sapevo che era l’ultimo turno in cui stava servendo con le palline usate, quindi è un po’ più facile rispondere e cercare di rimanere concentrato su me stesso, cosa che penso di aver fatto molto bene, soprattutto nel terzo set.
Terminate le domande in inglese, Sinner ha parlato in esclusica col nostro inviato Vanni Gibertini, e queste sono le sue risposte in italiano:
D: Mentalmente la parte più difficile qual è stata?
SINNER: Sapevo di avere le mie chance soprattutto nel primo set che poi non sono riuscito a sfruttare, sul 4-1 ad esempio potevo andare 15-40 e poi ho sbagliato qualche palla facile. Però comunque ti danno un po’ di fiducia perché sei lì nel punteggio e provi a dare il massimo. Nel secondo set sono partito bene brekkandolo subito ed era di nuovo una partita 50 e 50. Nel terzo ho provato a restare lì nel presente e sono contento di come ce l’ho fatta.
D: Quando lui dava segni di fatica che aggiustamenti hai fatto?
SINNER: Sempre continuare a spingere perché con lui anche se metti la palla in campo tira molto molto forte e veloce, e imprevedibile. Io sono rimasto sul mio gioco e sul presente e sono contento di quella parte lì.
D: In finale trovi Daniil Medvedev, l’ultima partita in finale a Rotterdam hai giocato un ottimo primo set.
SINNER: Da Rotterdam prendo tanti insegnamenti e anche lì dovrò fare del mio meglio e apportare qualche modifica al mio gioco. Sono pronto, sono di nuovo in finale. Il torneo non è finito, sono qua per provare a fare del mio meglio poi vedremo
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Scanagatta: “Sinner ha battuto Alcaraz sulla terra di Umago, sull’erba di Wimbledon, sul cemento di Miami” [VIDEO]

Il commento del Direttore di Ubitennis, Ubaldo Scanagatta, dopo la vittoria di Jannik Sinner su Carlos Alcaraz in semifinale al Masters 1000 di Miami. Qui la cronaca del match