Tennis in Tour... Eiffel

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Tennis in Tour… Eiffel

In occasione del Roland Garros, continua il nostro tour. Sbarcando a Parigi, a caccia di arte, grandeur e imprese da Slam

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A vederlo dall’alto, l’Arc de Triomphe è un sole di pietra che irradia grandeur sulla sua étoile. I suoi boulevard sembrano arterie gonfie dell’elegante vitalità con cui irrorano Parigi, la nuova meta dell’insaziabile truppa di inseguitori di palline gialle. L’appuntamento è con la storia, almeno quella del tennis. Perché un conto sono i tornei ATP. Altra cosa sono i major, come il Roland Garros, questi quattro solstizi della stagione tennistica in cui il presente si sublima in tradizione, la vittoria in evento. La Ville Lumière e l’Open di Francia. Una regina del turismo planetario e il campionato del mondo su terra battuta. Titubare non è un’opzione: si parte di nuovo.

En plein air 

Passeggiare per i viali maestosi, fotografare gli artisti che popolano i suoi ponti, fare jogging al Bois de Boulogne. Una città tanto difficile da inquadrare, secondo Balzac un oceano insondabile, non offre punti fermi a chi voglia godersela appieno. E allora tanto vale girovagare senza meta, alla ricerca di un bistrot sfuggito ai radar del turismo di massa. O di una panchina ignota persino a Peynet. Comunque, non si sbaglia mai se si parte dai luoghi del pellegrinaggio, per poi deviare a piacimento.

 

Le chiese

Se dovesse sorprenderci uno scroscio, cosa non infrequente da queste parti, è il momento di visitare la basilica del Sacro Cuore. Il candore del travertino con cui è stata realizzata, infatti, viene esaltato dal contatto con l’acqua piovana. La sua imponente facciata romanico-bizantina domina Montmartre, attirando l’occhio di turisti e fotografi. L’interno si segnala per il grande mosaico absidale. A proposito di giganti, il campanile ospita la Savoyarde, campana fra le più grandi al mondo. Adattandoci alla variabilità del meteo, non appena spunta un bel sole mattutino, visitiamo la meravigliosa Sainte Chapelle. Indescrivibile il caleidoscopio prodotto dalle elegantissime vetrate della cappella superiore, che lasciano un senso di psichedelico stordimento. Vederne l’inconfondibile sagoma, mentre il nostro bateau-mouche solca placido la Senna, restituisce l’affollatissima cattedrale di Notre-Dame alla dimensione intimista che merita. Se non ci accontentiamo dell’immagine da cartolina della facciata gotica scortata dalle due torri, 400 gradini potranno soddisfare la nostra voglia di distinguerci. E farci godere di una vista unica sulla città. Con contorno di inquietudine, per la presenza dei mostruosi animali a ornamento dei doccioni.

La Tour Eiffel

Un poster di ferro, uscito dal meccano di un ingegnere visionario. La Tour Eiffel è il simbolo di Parigi, un pilastro che poggia sul connubio fra arte, industria e innovazione. Capace ancora oggi di evocare sogni, che la si ammiri solo per qualche secondo da un pullman turistico o che faccia quotidianamente da sfondo al bucato steso ad asciugare. Perché non affidarle il ruolo di convitato d’acciaio al nostro déjeuner sui prati dello Champ-de-Mars? Bastano plaid e vettovaglie a sufficienza.

Arc de Triomphe

Il nostro quarto d’ora di gloria si consuma sulla sommità di questo monumento voluto da Napoleone per celebrare la battaglia di Austerlitz. Il tempo di scattare qualche foto panoramica e il nostro momento da lider maximo si conclude. Non resta che cedere la corona al prossimo visitatore.

Gare… di pittura

L’inquietudine di Van Gogh, la gioia di vivere dei parigini secondo Pierre-Auguste Renoir, la sagoma liquida di Westminster avvolta dal fumo di Londra. E poi il crudo realismo di Courbet a fianco all’esotismo di Gauguin. Il museo d’Orsay è un trattato su un’importantissima stagione dell’arte. Della quale Parigi è stata protagonista assoluta. Imperdibile.

Il Louvre

Siete sommelier e vi hanno invitato a un’esclusiva degustazione. Di fronte a voi il Parnaso dei vini internazionali. Amarone, Barolo, Sassicaia, Bordeaux, Gewürztraminer. E solo 15 minuti per berli. Il Louvre offre lo stesso dilemma dell’abbondanza. Come si fa a scegliere tra la Venere di Milo e Amore e Psiche? Che la grande abbuffata abbia inizio.

Dal villaggio alla modernità

La collina di Montmartre emana ancora l’odore del borgo antico che fu. Ma bastano pochi passi e ci ritroviamo a Pigalle, fra sexy shop e locali notturni vietati ai minori. Un viaggio in metropolitana ci catapulta alla Defense, modernissimo centro direzionale cuore del terziario parigino. Simboleggiato dal quel cubo bucato, arco anch’esso, dalla cima del quale volgiamo lo sguardo alla Parigi dei palazzi in stile impero.

Informazioni utili

Ente del turismo
Come muoversi

L’impianto

Benché nati nel 1891, gli Open di Francia divennero internazionali solo nel 1925. Prima di allora, solo francesi o tesserati per club transalpini potevano iscriversi alla competizione. Dei quattro tornei dello Slam, il Roland Garros è quello che meno si è ammodernato negli ultimi anni. Anche per via dei severi vincoli cui è sottoposta l’area, dato che l’impianto è sito in uno dei polmoni verdi della capitale francese. Proprio in questi giorni la situazione si è sbloccata e per il 2020 il centrale avrà il suo tetto retrattile. Tradizionalmente il major più frequentato dal pubblico italiano, sia per questioni di vicinanza geografiche, sia per contiguità fra le culture tennistiche dei due paesi. Per informazioni sui biglietti, solita raccomandazione di far riferimento al sito ufficiale.

L’albo d’oro

Femminile

La queen of clay è senza dubbio Chris Evert, storica rivale della Navratilova. Ben 7 titoli per lei, in un arco che va dal 1974 al 1986. Segue e ruota un’altra campionissima, Steffi Graf, con 6 vittorie (la prima nel 1987, l’ultima nel 1999). Cinque coppe per Margaret Smith, l’ultima nel 1973 contro la Evert. A quota 4 troviamo la strana coppia Wills-Henin, separate da più di 70 anni (ultimo titolo per la statunitense nel 1932, primo per la belga nel 2003. Tripletta per la Sanchez-Vicario (1989, 1994 e 1998), Seles (1990-92), Serena Williams (2002, 2013, 2015). La divina Lenglen ne vinse “solo” due, i primi aperti agli stranieri, ma ben 4 consecutivi contro le connazionali. Per quel che ci riguarda, fu strepitosa l’impresa della Schiavone, trionfatrice dell’edizione 2010.

Maschile

Del dominio di Nadal è stato scritto di tutto. I suoi numeri sarebbero difficili da eguagliare anche se istituissero nuovamente il challenge round. Nove titoli in dieci anni, realtà romanzesca. Artefice dell’ennesimo ritorno, quest’anno tenterà di andare in doppia cifra dopo le decime di Montecarlo e Barcellona. Prima dell’iberico il titolo di intoccabile sulla terra battuta sembrava essere stato definitivamente assegnato a Borg, che solo il talento di Panatta riuscì a fermare da quando lo svedese iniziò la sua epopea su questi campi. Conclusasi con la conquista di mezza dozzina di coppe. Fra i grandi protagonisti del Roland Garros troviamo anche due moschettieri, Cochet con i suoi 4 titoli “internazionali” e Lacoste, tre volte autore di un percorso netto. Assieme ai due grandi francesi, un terzetto di grandi specialisti del mattone tritato: Lendl, Wilander e Kuerten. Sul fronte tricolore (il nostro), ben tre vittorie. Due allori a Pietrangeli (1959-60), uno a Panatta (1976).

Andrea Ciocci

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ATP

Draper salta Wimbledon per l’infortunio alla spalla patito al Roland Garros

Dopo il ritiro a match in corso nel 1° turno parigino contro Etcheverry, Jack Draper è costretto a rinunciare anche all’intera stagione sui prati

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Jack Draper - Queen's 2022 (Credit: Getty Image for LTA)

Jack Draper salterà l’ormai imminente – al via tra meno di un mese, il 3 luglio – edizione numero centotrentasei del torneo di Wimbledon a causa dell’infortunio alla spalla patito nella prima settimana del Roland Garros, precisamente durante una sessione di allenamento che ha preceduto l’incontro di esordio contro l’argentino Tomas Etcheverry.

Purtroppo per il classe 2001 di Sua Maestà, il fastidio era già piuttosto pronunciato da impedirgli anche solo di poter portare a termine il match di primo turno, dal quale si è così dovuto ritirare: dopo aver perso il primo set 6-4 e ritrovatosi sul punteggio di 1-0 nel secondo ha alzato definitivamente bandiera bianca – non prima di aver provato comunque a continuare per diversi minuti pur con uno stato fisico limitante, ben rappresentato dai numerosi servizi da sotto in cui si è esibito. Il 23enne di La Plata beneficiando di quest’occasione ha saputo farla fruttare nel migliore dei modi, compiendo un grandissimo exploit e raggiungendo un’incredibile quarto di finale sospinto dall’alto.

Un duro colpo per il 21enne britannico, dato che si tratta dell’ultimo di una lunga serie di problemi di natura fisica che ne hanno irrimediabilmente condizionato il rendimento negli ultimi mesi di Tour. Il mancino di Sutton era infatti in grande ascesa ai nastri di partenza dello US Open 2022, tuttavia purtroppo la sua corsa fu nuovamente fermata da un altro crack fisico che l’obbligò al ritiro a fine terzo set della sfida di sedicesimi, dando così la possibilità di involarsi agli ottavi al futuro semifinalista di Flushing Meadows Karen Khachanov.

 

La tormentata conclusione della scorsa annata tennistica ha rappresentato però, per la sfortuna del n. 4 di Gran Bretagna, solamente l’inizio di un calvario senza pace che lo ha tormentato a tal punto da permettergli di disputare nel 2023 la miseria di 8 eventi.

Nonostante Jack fosse estremamente sconfortato dall’ennesimo stop fisico, in seguito alla “non” partita contro il sudamericano, dal box del giocatore flirtava comunque ottimismo guardando al successivo blocco del calendario: la stagione su erba. Si pensava, difatti, che il problema non avrebbe poi intaccato così tanto il prosieguo dell’anno ma tutte le speranze sono crollate fragorosamente non appena Draper si è sottoposto agli esami clinici del caso rivolgendosi ad uno specialista del settore: il responso è stato inequivocabile, niente prati e soprattutto forfait allo Slam casalingo.

Dalle analisi è apparso chiaramente come la mia spalla necessiti di un periodo di riposo forzato, e successivamente di una fase riabilitativa per riacquistare pienamente le proprie funzioni. Io e il mio team siamo così stati costretti a dover prendere la difficile decisione di saltare la stagione su erba di quest’anno. Ho sempre saputo che in questo sport ci sono così tanti alti e bassi, ma questo momento è davvero duro da accettare. Certamente però non smetterò di perseverare” ha commentato, a margine di questo nuovo infortunio, su Instagram il diretto interessato.

Nelle parole del campione juniores 2018 di Church Road non si accenna a nessun intervento chirurgico, perché assieme al suo staff hanno optato per un percorso di recupero meno invasivo e che si basi quasi esclusivamente sulla fisioterapia. Il rientro, se tutte le tabelle di marcia verranno rispettate senza controindicazioni, alle competizioni è previsto tra la metà e la fine di luglio.

Quando ha potuto giocare con uno stato di forma non inficiato da fastidi fisici di vario genere, Jack Draper – ex n. 7 a livello junior – ha indiscutibilmente dimostrato di possedere il potenziale per spiccare il volo nell’élite ATP dei migliori al mondo ma come è facilmente intuibile questo contesto di benessere fisico è stata un’assoluta rarità: prima l’infortunio alla gamba destra a New York, poi un virus influenzale che l’ha debilitato e non poco in pre-season

La storia personale tra il ragazzo nato nel sud di Londra e SW19 ha visto finora andare in scena due soli capitoli: l’esordio assoluto nel 2021 quando è stato capace di strappare un parziale a Novak Djokovic, mentre nel 2022 è riuscito a fare un passo in più prima di soccombere – sempre in quattro set – con l’australiano Alex De Minaur. Dunque si prospetta un’altra pesante assenza per i colori britannici, dopo quella di Emma Raducanu anche lei in preda a continui infortuni di carattere fisico, ma che a differenza di Jack è stata costretta ad andare sotto i ferri.

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ATP

Dominic Thiem cede la poltrona austriaca: da lunedì non sarà più n.1 del suo Paese

Sconfitto al secondo turno di Heilbronn, il ventinovenne Dominic Thiem è costretto a lasciare il primo posto del tennis austriaco a Sebastian Ofner

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Dominic Thiem - Roland Garros 2022 (foto Roberto dell'Olivo)

Dopo la sconfitta al secondo turno all’ATP Challenger di Heilbronn, Dominic Thiem è costretto a cedere il gradino più alto del tennis austriaco a Sebastian Ofner.

Moritz Thiem, fratello di Dominic che ha allenato sia lui che Ofner, ha analizzato la partita di Heilbronn senza troppi filtri: Non è stata una bella partita, fatta eccezione per il primo set. Adesso (Dominic) deve iniziare a trasformare in partita i colpi che sta già giocando in allenamento, altrimenti farà sempre fatica contro tutti”.

Si apre invece per Ofner una nuova finestra, più luminosa ma più dispendiosa. Col passaggio alla posizione n. 80 al mondo il ventisettenne stiriano avrà nuove importanti opportunità, che deve però essere bravo a sfruttare al meglio e al momento giusto: il rischio che venga superato presto da altri giocatori è dietro l’angolo. Per ora si riposa, godendo dell’attesa della gloria (ufficiale) che arriverà con l’aggiornamento della classifica della nuova settimana. Giocherà il suo primo match da n.1 austriaco sull’erba di Ilkley (Gran Bretagna, 19-25 giugno 2023).

 

Marianna Piacente

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Flash

Roland Garros, doppio femminile: la finale sarà Fernandez/Townsend contro Hsieh/Xinyu Wang

Domenica mattina l’ultimo atto del doppio femminile del Major parigino. Solo la 37enne Hsieh Su-Wei ha già vinto uno Slam tra le tenniste in campo

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Su-Wei Hsieh - Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)

Nella giornata in cui l’attenzione mediatica è completamente rivolta verso le due semifinali maschili del Roland Garros, in particolare quella tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz, tra la mattinata e il primo pomeriggio di venerdì 9 giugno si è però anche definita quella che sarà la finale di doppio femminile nello Slam di Bois de Boulogne. Fernandez/Townsend e Hsieh/Xinyu Wang si contenderanno la coppa nell’atto conclusivo in programma domenica mattina.

Si tratta della prima finale in un Major per il duo composto dalla canadese Leylah Fernandez e dalla statunitense Taylor Townsend, che si presentavano a Parigi da teste di serie n° 10 e che hanno battuto in semifinale la coppia, in questo caso tutta americana, Gauff/Pegula, seconda forza, sulla carta del tabellone, nonché formazione finalista nel 2022. Il punteggio a favore di Fernandez/Townsend è stato piuttosto netto, solo 4 games concessi e un 6-0 6-4 eloquente in 1 ora e 4 minuti, condito addirittura da un bagel nel primo parziale.

Guardando individualmente all’una e all’altra giocatrice che hanno raggiunto questo prestigioso traguardo e quindi, in sostanza, separando per un attimo la coppia, per Townsend è la seconda finale a livello Slam, che si aggiunge a quella centrata allo Us Open del 2022 al fianco di Caty McNally, mentre per Fernandez, già finalista in singolare a Flushing Meadows nel 2021 nell’incontro perso con Emma Raducanu, sarà invece, quella dell’11 giugno, la primissima volta in finale in doppio in un palcoscenico tanto importante.

Traslando invece l’attenzione alle loro rivali, la taiwanese Hsieh Su-Wei e la cinese Xinyu Wang arrivano in finale da non teste di serie, anche perché stiamo parlando di un connubio tennistico recente. Dei cinque incontri disputati per ottenere il risultato, però, ben quattro successi le hanno viste estromettere delle giocatrici seeded, tra cui, proprio in semifinale, le seste favorite del tabellone Melichar-Martinez/Perez, in tre set con lo score di 6-2 3-6 6-3.

Anche in questo caso, esaminando singolarmente le due giocatrici, va rimarcato che Hsieh è rientrata nel circuito a 37 anni suonati solo all’inizio di maggio del 2023, dopo uno stop volontario di 18 mesi. I suoi tre titoli in singolare non sono nulla rispetto alle 30 coppe ottenute in doppio (ex n° 1 di specialità), tra cui il trionfo proprio a Bois de Boulogne nel 2014, quando condivideva il campo con Peng Shuai. Xinyu Wang (classe 2001), invece, può dimenticare la batosta subita in singolare da Iga Swiatek al terzo turno di questo Roland Garros con la sua prima finale in doppio in uno Slam.

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