RG: débacle azzurra, tre sconfitte su tre incontri

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RG: débacle azzurra, tre sconfitte su tre incontri

PARIGI – Gli azzurri perdono rispettando il pronostico. Thiem supera in tre set Bolelli, avanti 3-0 nel primo. Resa Napolitano contro Schwartzman. Sara lotta con Mladenovic che la provoca in italiano

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[6] D. Thiem b. [Q] S. Bolelli 7-5 6-1 6-3 (da Parigi, Carlo Carnevale)

Trenta palle break concesse, di cui ventiquattro salvate: un’enormità in entrambi i sensi, che però ben sottolinea le pene che Dominic Thiem è capace di far soffrire all’avversario. Una pressione costante, non sempre ordinata ma esasperante, che già dal primo colpo investe Simone Bolelli: l’azzurro, alla ricerca di “una terza carriera, con l’obiettivo top 100“, gioca un incontro di buon livello, contro un avversario che in questo momento troppo più in forma di lui. Il break del primo set, ottenuto tenendo in mano gli scambi con autorità, si dissolve quando Thiem decide di alzarsi dal letto, iniziando a martellare con entrambi i fondamentali: un cambio di marcia è sufficiente per trasformarsi in lepre dopo mezz’ora, strappando il primo parziale senza più guardarsi in dietro. L’austriaco, finalista a Barcellona e Madrid, e semifinalista a Roma dove aveva demolito Nadal, prosegue il suo buon momento accelerando nella fase centrale del match, approfittando anche di un calo di Simone. Si scambia poco, ma i vincenti abbondano e sono di qualità importante, specialmente quelli con i decantati rovesci a una mano: Thiem serve quasi sempre piatto e potente, Bolelli lavora di più la palla scegliendo anche soluzioni in kick, sopratutto quando chiamato a fronteggiare la pioggia di palle break che lo sommerge. Si sentono chiari gli “Allez Simonè!”, anche quando l’emiliano tuona un rarissimo “Mamma mia!” dopo una serie di gratuiti in rete. La sensazione di sonnolenza per Thiem si dissipa completamente dal secondo set in avanti, quando è lui a comandare quasi sempre senza lasciare possibilità all’azzurro: due ore e ventitrè di bel tennis, da cui Bolelli potrà trarre sensazioni positive considerando anche il buon successo contro Mahut al primo turno. Per Thiem adesso il vincente tra Coric e Thiem: con l’eliminazione di Sascha Zverev, adesso è lui la più seria alternativa al trionfo dei soliti noti.

D. Schwartzman b. [Q] S. Napolitano 6-3 7-5 6-2 (da Parigi, Antonio Garofalo)

Finisce al secondo turno l’avventura di Stefano Napolitano al Roland Garros che però porterà in valigia tante buone sensazioni e quell’esperienza che oggi gli è mancata contro un “cagnaccio” come Diego Shwartzman. Stefano, cui Lorenzi ha predetto un roseo futuro e che ha già attirato uno sponsor importante come Sergio Tacchini, ha dimostrato anche oggi, come nei quattro match precedenti, di avere un’ottima attitudine ed un rovescio di alto livello. Dovrà però limitare molto gli errori dal lato destro e cercare di sfruttare al meglio i suoi 196 centimetri che non possono non fruttargli punti gratis ad ogni game. Il ventiquattrenne argentino, ventisei centimetri meno del nostro e un polpaccio da scalatore peruviano, dimostra di non sentire i cinque set e le tre ore e mezza del primo turno. Ci sono la mamma e sorella di Stefano accanto all’allenatore Christian Brandi, cercato dall’azzurro con lo sguardo dopo ogni punto.

Stefano non sfrutta due palle break in apertura e all’ottavo gioco cede il servizio con Schwartzman che riesce ad impostare il gioco su scambi lunghi, lo sposta sulla diagonale del diritto e lo punisce con il rovescio lungo linea. È così il primo set se ne va in Argentina in poco più di mezz’ora.  Al cambio campo Stefano chiede l’intervento del fisioterapista per un trattamento alla spalla destra, probabilmente le fatiche dei quattro match giocati in pochi giorni si fanno sentire, e dopo qualche game arriverà anche il dottore con un antinfiammatorio. Si salva molto bene da 0-40 nel primo gioco del secondo set, ma le quattro palle break sprecate nel game successivo – bravo l’argentino su un paio ma sulle altre Stefano si fa prendere dalla troppa fretta – sono esiziali. Puntuale come una tassa arriva infatti il break di Schwarzman che sembra incanalare la partita verso il suo prevedibile destino. Ed invece un regalo dell’argentino – doppio fallo sulla settima palla break – consente all’azzurro di rientrare nel set e addirittura a portarsi avanti di un break (4-2). L’illusione dura poco, anche se l’azzurro arriverà a due punti dal set (5-4 30-15), prima di capitolare (7-5) con un incauto serve&volley punito dal passante in cross di rovescio del suo avversario che fa il pugnetto e invoca i “Vamos Diego!” della sparuta rappresentanza albicelste sul campo 8.  Il sole comincia a cuocere a fuoco lento gli incauti cronisti italiani – due per la verità – accorsi sul campo 8 e agognanti un frugale pasto. Stefano è bravo ad annullare quattro palle break nei primi due game del terzo ma la resa è inevitabile. Diego ganò ma Stefano – si spera – si farà.

[13] K. Mladenovic b. [Q] S. Errani 6-2 6-3 (da Parigi, Laura Guidobaldi)

Che Kristina Mladenovic fosse particolarmente portata per le lingue lo sapevamo. Ma che ci prendesse così gusto ad incitarsi in italiano contro un’avversaria… italiana, non ce lo aspettavamo. Non proprio campionessa di fair play oggi Kiki che, anche se nettamente superiore tennisticamente a Sara Errani nella partita odierna, non ha brillato per correttezza. La francese vince in maniera alquanto agevole per 6-2 6-3 e, durante tutto il corso del match, più e più volte ha esultato urlando in faccia a Sara un sonoro “Forzaaa!“. Dopo il “Vamos!” della Cornet, ora ci si mette anche Kiki. Perfino un giornalista francese seduto accanto i tribuna stampa non capisce i modi della transalpina: “Mah, non capisco perché Kristina urli in italiano, per giunta quando si ritrovano vicine a rete dopo lo scambio; forse c’è un contenzioso tra le due, ma non è un atteggiamento molto carino”.

A Sara non è piaciuto, o almeno è la sensazione avuta dalla tribuna, poiché, a tratti, a sua volta ha cominciato ad incitarsi con prolungati “Forzaaa!”. Alla fine, neanche la stretta di mano tra le due è stata delle più calorose. Anzi. Insomma, come da pronostico, Kristina approda al terzo turno dello slam di casa ma farà ancora parlare di sé per atteggiamenti che, dalle parole non proprio tenere su Sharapova, alla polemica con la Garcia, denotano forse modi di fare un po’ spigolosi.

Comunque, anche se all’inizio sembrava che Sara potesse dire la sua in modo autorevole, la francese prende rapidamente il largo nel match salendo 4-2 per poi chiudere 6-2 in 40 minuti. I colpi di Sara, attualmente n. 91 del ranking, non sono abbastanza profondi e Kiki si avventa sulla palla per chiudere con i suoi fendenti. A tratti è sembrato che la Errani potesse rovesciare l’inerzia del match, soprattutto nel secondo set quando riesce a portarsi in vantaggio 2-0, approfittando di un momento di defaillance di Kristina che commette troppe ingenuità e gratuiti. Ma è solo un attimo. La tennista di origine serba ritrova rapidamente un timing e una precisione impeccabili, “aiutata”, inoltre, da troppi errori dell’azzurra che, alla fine, cede per 6-2 6-3.

Tanto diverse Sara Errani e Kristina Mladenovic, ma con due punti in comune. Innanzitutto sono ottime doppiste e, dopo tanti bei successi e a causa di malaugurati malintesi, purtroppo sono “scoppiate” con le rispettive compagne, Roby Vinci e Caro Garcia. Ma, soprattutto, entrambe stanno vivendo un momento topico della carriera: l’una, ex n. 5 Wta, cerca di risalire una china difficile (ora è n. 91 del mondo) e di dimostrare a se stessa e al tennis mondiale che ha ancora qualcosa da dire su un campo da tennis. Oggi è andata male ma sappiamo che Sara, con la grinta e la determinazione che la contraddistinguono, non si arrenderà. Certo, pare non sia più quella che ha disputato la finale qui a Parigi nel 2012, la semifinale nel 2013 e i quarti nel 2014 e 2015. La Mladenovic, al contrario, sta vivendo il miglior momento in carriera occupando, per ora, la 14a posizione in classifica; tuttavia, la pressione per lei è alle stelle e tutta la Francia sta con il fiato sospeso quando in campo c’è Kiki. E non che questo porti sempre i suoi frutti, basti pensare ad Amélie Mauresmo che a Porte d’Auteuil ha sempre deluso le aspettative. Oggi è stato un successo e pare che non ci fossero problemi con la schiena, dolorante, invece, nel primo match del torneo. Continuerà Mladenovic a gestire la pressione nel migliore dei modi? Vedremo. La sua prossima avversaria sarà la statunitense Shelby Rogers.

Risultati:

[6] D. Thiem b. [Q] S. Bolelli 7-5 6-1 6-3
D. Schwartzman b. [Q] S. Napolitano 6-3 7-5 6-2
[13] K. Mladenovic b. [Q] S. Errani 6-2 6-3

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