Flash
Kecmanovic, un altro serbo n.1. Sarà il nuovo Djokovic?
PARIGI – Profilo di Miomir Kecmanovic, n.1 del ranking junior e in gara al Roland Garros dei giovani

Nonostante il crollo di Novak Djokovic, sovrastato in tre set da un grande Dominic Thiem con tanto di 6-0 finale, la Serbia potrebbe presto trovare una valida consolazione. Tra le nuove leve annovera già un potenziale grande talento. L’attuale numero 1 del circuito junior è infatti Miomir Kecmanovic, diciassettenne di Belgrado che ha scalzato da qualche mese il greco Stefanos Tsitsipas dal trono junior e ha vinto l’Orange Bowl di Grado A lo scorso Dicembre (oltre ad aver raggiunto la finale US Open 2016). Nato il 31 Agosto 1999 (lo separa esattamente mezzo secolo dal Direttore Ubaldo Scanagatta, nato lo stesso giorno, unico elemento – sebbene pesante – che non depone a favore di Miomir…), sta giocando l’ultimo anno da junior, è attualmente n.466 ATP e la prossima settimana si attesterà attorno al n.390.
Proviene da una famiglia benestante e istruita. Il padre Dragutin è medico, primario di cardiochirurgia all’ospedale di Belgrado, la madre Maja è anche lei laureata in medicina. Qualche anno fa Nick Bollettieri notò il talento di questo ragazzo concittadino di Novak Djokovic e gli offrì l’opportunità, subito accettata, di entrare nella sua IMG Academy, per cui Miomir si traferì in Florida, a Bradenton, accompagnato dalla zia Tanja, sua prima allenatrice, che vive con lui negli Stati Uniti.
Caratterialmente è un tipo disponibile, noi di Ubitennis gli abbiamo rivolto tre domande sulla situazione di Djokovic e ci ha risposto con molta cortesia (e anche una buone dose di diplomazia, segno che è già maturo anche su questo fronte – “Difficile dire da fuori se il suo sia un problema fisico o psicologico, ma sono certo che tornerà al n.1”). I colleghi serbi ci riferiscono che fino a qualche tempo fa era molto chiuso e serioso, non gradiva parlare ai giornalisti e non scherzava mai, ma ora, grazie agli ultimi successi, è molto più disteso nei rapporti con la stampa e lo trovano molto rilassato. Alla forte determinazione ora si accompagna anche la pazienza. Non è venuto al Roland Garros con l’ossessione di vincere per forza il torneo, ma con l’obiettivo di migliorare il suo tennis.
A proposito degli aspetti tecnici, il suo colpo preferito è il dritto, il rovescio è bimane, presenta un repertorio di colpi privo di armi devastanti ma al contempo non rivela particolari punti deboli: la completezza del suo tennis (compatibilmente con la giovane età) è il suo vero punto di forza. Così come tutti gli attuali protagonisti serbi del circuito ATP, anche Kecmanovic si esprime al meglio sul veloce: si tratta di un vero e proprio paradosso, essendo i campi della Serbia in grande maggioranza in terra battuta, esattamente come in Italia. Va sottolineato lo stacanovismo di questo ragazzo, che dopo aver giocato in Turchia due tornei Future consecutivi (il primo vinto, ad Antalya) nelle due settimane precedenti il Roland Garros Junior, ha fatto i salti mortali per essere in campo a Parigi nel primo turno del tabellone di singolare a poche ore di distanza dall’ultimo match disputato in Turchia. Al momento è arrivato ai quarti di finale dopo aver superato senza perdere un set la wild card americana Angele, il tunisino Bellalouna e il portoghese Vale.
Oltre ad aver limato le chiusure caratteriali e provenire da una buona famiglia che può supportarlo economicamente, Miomir ha anche la fortuna di non avere addosso le possibili pressioni di federazione e stampa nazionali, dato che le attenzioni al momento sono tutte su Djokovic e gli altri giocatori (Troicki e Tipsarevic, ma anche Lajovic e Djere).
Dalla scorsa estate, lavora con Igor Cetojevic, il nutrizionista che nel 2010 cambiò a Djokovic il regime alimentare virando verso la famosa dieta gluten-free che contribuì, come sottolineato dallo stesso Nole, a migliorare il rendimento fisico dell’ex n.1 in modo decisivo per la svolta verso la stagione 2011 e i successi degli anni seguenti. I giornalisti serbi sottolineano però come Cetojevic abbia svolto con Nole, e svolga tuttora con Kecmanovic, anche un importante lavoro a livello psicologico. Djokovic ha spiegato spesso come il lavoro con lui fosse molto caratterizzato dal dialogo e da tecniche comportamentali utili a migliorare la tenuta mentale, altra riconosciuta arma imprescindibile nel raggiungimento dei successi del serbo.
Insomma, il potenziale fisico e tecnico e l’ambiente favorevole danno a Kecmanovic tutto ciò che serve per sviluppare il suo potenziale, staremo a vedere se fra qualche anno il declino di Novak Djokovic verrà prontamente compensato dall’affermazione di una nuova stella serba.
Flash
Etcheverry: “Due settimane che mi hanno cambiato la vita. Da lassù mia sorella mi ha aiutato”
“Alexander è un top ten, io ero emozionato. Qui ho festeggiato con i nonni”

Il ragazzo di La Plata, sconfitto oggi da Zverev, riconosce il valore dell’avversario e dichiara la propria felicità per il risultato ottenuto, parlando di particolari toccanti legati alla famiglia.
D: Oggi è andata male Thomas, però è stata comunque una bellissima esperienza per te, non è vero?
Etcheverry: “sì, queste due settimane hanno cambiato la mia vita. Oggi è stata un’esperienza straordinaria giocare sul Philippe Chatrier. Certo Alexander ha giocato benissimo e presto parlerò col mio staff per capire come è andata. Ma è stato tutto positivo e incredibilmente bello”.
D: nel risultato di oggi quanto è dovuto al fatto che per te era la prima volta su un palcoscenico così importante? Quanto ha fatto lui di buono e per quante di queste cose tu non eri pronto?
Etcheverry. “Alexander è un top ten. Ha giocato qui la semifinale, quest’anno è di nuovo tra i migliori quattro. In effetti all’inizio io ero un po’ contratto ed emozionato e solo nel terzo set ho cominciato a raggiungere il livello di gioco che avevo tenuto nel resto della settimana. È andata così”.
Poche parole per lui. Nelle ultime ore ne aveva spese alcune per ricordare la sorella maggiore Magalì, deceduta per un tumore al seno lo scorso settembre. Su Twitter, Relevant Tennis aveva riportato il pensiero che Thomas le aveva dedicato subito dopo la vittoria con Nishioka, raccontando di averle chiesto aiuto in un certo momento del match e di aver giocato un ace subito dopo.
Tutto vissuto in semplicità, dunque, compresi – continua Relevant Tennis – “I festeggiamenti con i nonni Eduardo e Ana e l’allegro latrare da casa del cane, che manco a dirlo pare si chiami Roland Garros (ma in famiglia per tutti è Rola)”.
Flash
Roland Garros, vige la legge “Casper” negli Slam: Ruud approda in semifinale, Rune troppo falloso
Casper Ruud centra la terza semifinale Slam della sua carriera, traguardo che sfugge ancora a Rune. Per il norvegese ora c’è Zverev

[4] C. Ruud b. [6] H. Rune 6-1 6-2 3-6 6-3

Vige la legge “Casper” negli Slam: Ruud batte ancora una volta Holger Rune in quattro set nei quarti di finale del Roland Garros e si concede la seconda semifinale consecutiva parigina. 6-1, 6-2, 3-6, 6-4 il punteggio finale di un match durato 2ore e 47′. Il norvegese si conferma uomo da Slam: spento e falloso nell’approcciarsi al Roland Garros, lucido e cinico nel torneo parigino dove si sente sempre più a suo agio. Per lui si tratta della terza semifinale conquistata in uno Slam, dopo quella sempre qui al Roland Garros nel 2022 e allo US Open 2022.
Holger Rune è stato spettatore non pagante per due set, poi ha tirato fuori il cartello “Scusate il ritardo” ed è stata gara equilibrata. Nel momento in cui doveva tenere d’esperienza, Ruud è scappato via chiudendo al quinto matchpoint. Il giovane Rune rimane ancora una volta in uno Slam con un quarto di finale tra le mani quasi a chiedersi dove fosse finita la semifinale. In un cono d’ansia vi è finito in avvio, condizionando tutta la gara. Dovrà cominciare a capire che servono le mezze misure, che alle volte quando non si è in partita anche un errore dell’avversario può rimetterti in corsa. Invece, i primi due set sono stati un galà dell’errore del danese. Alla fine ha chiuso la partita con 48 vincenti e 47 errori, ma ben 32 ne ha commessi nei primi due set. Addirittura nove i doppi falli di Rune, cinque dei quali commessi nel primo set. Giovane Holger e questa sua propensione a mostrarsi “Dottor Jekyll e Mister Hyde” a dannare i suoi fan e anche il suo staff che sa del suo potenziale. Eppure Roma non è così lontana, ma tre settimane fa fu altro epilogo anche per via della non perfetta forma fisica del norvegese. Ma bisogna anche considerare il fatto che una gara da tre set su cinque è altra storia e ti dà sempre il tempo per recuperare. Forse per questo motivo Casper gioca molto più sereno e riesce a far valere la potenza dei suoi colpi rispetto alle gare degli altri tornei ATP che si giocano su tre set. Il danese cercava la rivincita dei quarti di finale dello scorso anno quando, sempre in quattro set, fu eliminato da Ruud: ripassare nel 2024 per riprovarci!
Sarà incrocio con Alexander Zverev, la finale mancata dell’anno scorso, un epilogo che la sorte impose fosse differente.
Ruud cercherà la terza finale Slam della sua carriera!
IL MATCH – L’avvio è positivo per il danese che si procura immediatamente due break point. Casper scalda il braccio e fa intendere la sua ottima serata al servizio. Rune si pianta e rischia addirittura di finire 4-0 sotto: non sente la palla, sbaglia abbondantemente in lunghezza i colpi, smarrisce il dritto e si complica la vita al servizio. La gente non si diverte, Ruud pure ma quanto meno mette le mani sul primo set chiuso in 28′.
Non cambia la musica nel secondo set con la testa di serie n. 4 padrone del campo con la gente a chiedersi chi ha rapito il dritto di Rune. La testa di serie n. 6 cerca di entrare in partita, ma gli errori si moltiplicano e soprattutto non cerca neanche tanto la palla corta che a Roma gli aveva dato soddisfazioni. Ruud ringrazia e in 37′ fa 6-2.
Il terzo round è preceduto dal cartello “Scusate il ritardo” portato in alto da Holger Rune. Il pubblico capisce, gradisce e tira un sospiro di sollievo perché la partita si fa intensa e spettacolare. Scambi lunghi e i due giocatori a esaltarsi con i cambi migliori. L’unica pausa al servizio costa al norvegese il break. Rune sale 4-1 e tira un sospiro di sollievo. Il vento spira sul Philippe Chatrier ma entrambi sembrano adattarsi bene. Il danese lascia andare i colpi, trova fiducia nel presentarsi a rete a giocare la smorzata. Si moltiplicano i vincenti del danese: ne trova ben sedici e scalda soprattuto il rovescio lungolinea che gli dà grandi soddisfazioni. Il braccio non trema e bastano 46′ per chiudere la terza contesa con il punteggio di 6-3.
I duellanti arrivano alla quarta frazione. Il primo ad andare in difficoltà è Rune perchè subisce troppo la risposta del norvegese sulla sua seconda di servizio. Riesce ad annullare due palle break, ma precipita alla terza quando, con coraggio, Ruud prende in mano le sorti dello scambio e sale 3-1.
Suona l’allarme del controbreak in casa Casper: Rune si procura immediatamente due palle break salendo 15-40 ma, di fatto, non ha grossi rammarichi perchè di fronte c’è chi sale di rendimento e porta a casa il quinto gioco.
I game sono tutti dominati dal norvegese, ad eccezione dell’ottavo game: ha due matchpoint ma col servizio e con un coraggiosissimo serve and volley sulla seconda strappa applausi. Ruud si aggrappa alla prima di servizio e sale 40-0: Rune annulla con due splendidi rovesci lungolinea i primi due, mentre precipita al terzo dopo un ricamo del norvegese.
Si saluteranno? La domanda che tutti si sono posti nella vigilia del match sapendo il grande affetto che i due non nutrono. Eppure stupiscono tutti con un abbraccio vero che serve a Rune per allontanare di qualche secondo le riflessioni sulle mancate semifinali Slam e a Ruud per cominciare a pensare alla sfida con Zverev.
Flash
Roland Garros, Zverev: “Ricordare quanto fossi forte prima dell’incidente mi ha aiutato molto”
“Mi chiedi quanto sia grande il mio cuore? Meno male, credevo mi chiedessi quanto fosse grande un’altra cosa…”

Un punto è senza dubbio ben chiaro nella mente del semifinalista di Roland Garros 2023: l’incidente di un anno fa è oramai storia. Un capitolo chiuso da dove Sascha vuole ripartire per raggiungere quanto gli è sinora sfuggito. È tranquillo e disteso, al punto di approfittare di una domanda per divertirsi con un gioco di parole velatamente osceno…
D: congratulazioni Sascha. Considerando tutto quello che è successo possiamo dire che questa semifinale è un po’ più dolce di quelle che hai già raggiunto a livello di Grande Slam?
Zverev: “Forse sì, considerando quello che è successo negli ultimi 12 mesi. In realtà una semifinale Slam è sempre un grande risultato e io preferisco considerare il vero traguardo la vittoria dei prossimi due match”.
D: oggi hai lottato per più di tre ore come un leone: hai dimostrato forza e cuore. Ma quanto è grande il tuo cuore?
Zverev:“Sono contento che mi stai chiedendo quanto è grande il mio cuore e non qualcos’altro” (ride).
D: come vedi i due rivali di questa sera? Chi sarà secondo te il tuo avversario in semifinale?
Zverev: “Ruud ha giocato la finale qui l’anno scorso; sa come si fa, sa cosa ci vuole per arrivare. Rune è molto giovane, è appena arrivato tra i migliori e sta giocando benissimo, specialmente sulla terra rossa. Ha giocato la finale a Montecarlo e a Roma”.
D: dal punto di vista mentale, ci sono differenze tra l’approccio a una semifinale Slam e a una di un altro torneo? E in ogni caso per questa semifinale in particolare c’è qualcosa di diverso vista la storia degli ultimi 12 mesi?
Zverev: “No, non sto affatto pensando a quello che è successo un anno fa, sono qui per vincere match di tennis. Capisco sia normale che noi ne stiamo parlando oggi, ognuno fa il suo lavoro. In ogni caso ovviamente il Grande Slam è un capitolo a parte, è diverso. E questo vale anche per le Olimpiadi”.
D: con un infortunio così grave hai dovuto in un certo senso reinventare il tuo gioco o sei semplicemente rientrato come se nulla fosse accaduto?
Zverev: “Dopo l’infortunio non ho giocato per 7 mesi e per i successivi 3 ho giocato sentendo dolore. È stato difficile ma mi sono aiutato anche pensando a che giocatore io fossi prima dell’incidente e che tipo di match riuscissi a vincere. Ora non ritorno più del tutto al passato”.
D: quali sono stati i momenti in cui hai capito che il tuo tennis stava tornando, che sarebbe tornato al top?
Zverev: “Quando ho smesso di sentire dolore. In Australia ho giocato su una gamba sola, avevo ancora dolore a Indian Wells e a Miami. Quando ho sentito che la gamba davvero non aveva più problemi a muoversi sul campo, sicuramente quello è stato un bel momento. Ma ripeto, non ci sto pensando più”.