da Parigi, la nostra inviata
J. Ostapenko b. [3] S. Halep 4-6 6-4 6-3
Mesdames et Messieurs, Jelena Ostapenko. Quando la magia della favola si trasforma in realtà il sorriso è ancora più grande e il cielo si tocca con un dito. Sì perché quest’oggi la 20enne lettone compie un piccolo miracolo, sollevando al cielo non solo il primo trofeo in carriera ma nientemeno che l’elegante coppa Suzanne Lenglen. Un sogno per la Ostapenko che, da n. 47 del mondo, diventa la campionessa del Roland Garros con la classifica più bassa. Spavalda e indomita, la giovane tennista di Riga non trema neanche di fronte alla n. 4 WTA Simona Halep e diventa così la prima lettone a trionfare in un major (Ernests Gulbis aveva raggiunto la semifinale nel 2014). Da lunedì farà un balzo di 35 posizioni, issandosi al n. 12. A 20 anni e due giorni, è inoltre la più giovante tennista a vincere il Roland Garros dopo Iva Majoli nel 1997 (19 anni e 300 giorni) e la più giovane campionessa major dopo Maria Sharapova nel 2006 allo US Open (19 anni e 77 giorni). È la prima tennista a far coincidere la sua prima vittoria nel circuito con uno slam dopo Barbara Jordan nel 1979 in Australia. Ma soprattutto, la prima ragazza a farlo dopo Guga Kuerten, che conquistò il suo primo trofeo in assoluto proprio sul Philippe Chatrier l’8 giugno 1997, il giorno della nascita di Jelena. Quando si dice il destino…
Senza dimenticare il portafoglio: fino ad ora aveva incassato in carriera una cifra attorno al milione di dollari. Il prize money della vincitrice del Roland Garros è di 2.100.000 euro. In altre parole, in 15 giorni ha incassato più del doppio di quanto fatto da quando ha preso in mano una racchetta. La Halep non è riuscita a scardinare il bum bum lettone, forse troppo attendista, senza osare nel variare gli schemi di gioco e spezzare il ritmo all’aversaria. Simona manca due occasioni nello score: sul 3-0 nel secondo set (con tre palle per il 4-0) e il vantaggio del 3-1 nel terzo parziale. La rumena fallisce così la leadership del ranking e, da lunedì, sarà la n. 2 del mondo.
La partita
Un Philippe Chatrier luminoso e riscaldato da un sole cocente accoglie Jelena Ostapenko e Simona Halep. Le ragazze, vestite esattamente allo stesso modo (hanno infatti lo stesso sponsor per l’outfit) vengono salutate dall’ovazione del pubblico; ma la rumena viene sommersa da un boato particolarmente sonoro e appassionato quando fa il suo ingresso in campo. Nelle tribune domina il bianco, grazie ai numerosissimi panama che riparano dal sole gli spettatori delle prime file.
La 20enne lettone non perde tempo e aggredisce fin dal primo punto Simona, scaraventando i suoi proiettili con il dritto e il rovescio. Non vuole darle respiro e, in questa ricerca spasmodica del punto, inciampa presto nella sua stessa rete, poiché, dopo aver strappato a zero il servizio all’avversaria, subisce a sua volta il break andando fuori giri. I tifosi rumeni, numerosissimi sugli spalti dello Chatrier, si alzano in piedi urlando a squarciagola “Simonà! Simonà! Simonà!” quando la Halep mettea segno il 2-1, approfittando di ulteriori missili fuori misuri di Jelena. Ma la Ostapenko, imperterrita, indomita e simile nel gioco alla picchiatrice Sharapova, fa piovere da una parte all’altra del campo fendenti radenti la rete, prendendo letteralmente a pallate Simona Halep, per ritornare poi in cattedra sul 3-2. La rumena reagisce e, accompagnata da un tifo febbrile, pareggia i conti sul 3-3. A questo punto, il pubblico si divide in due: i fan della Halep e quelli della Ostapenko fanno a gara a incitare la loro beniamina.
Continua a picchiare forte Jelena, sulle righe e con i piedi dentro il campo, tanto da prendere il tempo alla Halep. La lettone raggiunge la rumena sul 4-4 con determinazione e continuando imperterrita ad imporre a Simona un ritmo forsennato, sempre e comunque tirando a tutta. Perfetta nei vincenti al fulmicotone in corsa, a volte sbaglia lateralmente quando è costretta a colpire indietreggiando o da ferma. Il bum bum domina il match ma, al 34° minuto, arriva la prima palla corta dell’incontro, sulla quale è Halep a vincere il punto. Alla fine, la 20enne di Riga soccombe alla sua stessa tattica poiché nell’ossessione di martellare da fondo l’avveraria, incappa ancora nei gratuiti mentre la Halep, più paziente, ne commette soltanto 2. La pazienza della rumena ha la meglio sui 14 winner della Ostapenko che, invece, commette ben 20 errori non forzati; e, dopo 36 minuti, il 6-4 parla rumeno.
Insieme ai fendenti di Jelena, continuano però a piovere anche i gratuiti e la lettone si trova ad inseguire la Halep sullo 0-2. Dopo 52 minuti arriva il primo dritto vincente della Halep che ora è in totale controllo e allunga il passo sul 3-0. Ottiene poi tre palle per il 4-0 ma, ancora una volta, la Ostapenko dà prova di una grinta inesauribile e, a forza di pressare Simona, si avvicina sul 2-3. E non finisce qui. Non solo la raggiunge sul 3-3 ma, sempre in fiducia nel suo attacco effervescente, ora la sorpassa sul 4-3. Sugli spalti il pubblico impazzisce e si divide a metà, tra i fan in visibilio per Jelena e Simona. La Halep deve recriminare la tattica troppo attendista che, se nel primo set ha portato i suoi frutti quando la Ostapenko andava fuori giri, ora la tradisce perché Jelena ritrova un ritmo infernale. Ritmo da capogiro che le fa però commettere quattro falli di rovescio e permette così il pareggio della rumena sul 4-4. Ma la supera di nuovo, andando a servire per il set sul 5-4. Dirompente nei vincenti di dritto lungolinea in corsa, la lettone va ad agguantare la seconda frazione per 6-4. Questa volta i vincenti hanno la meglio sulla regolarità di Simona poiché Jelena va a segno con 21 winner a fronte dei 3 della rumena e commette 16 errori, contro i 4 dell’avversaria.
È la Halep ora a salire in vantaggio 2-1 nel terzo set pur limitandosi a rimettere la palla, senza osare variazioni per tentare di scardinare il bombardamento della lettone che, dal canto suo, continua senza tregua a cercare gli angoli. Per ora, c’è un parziale di 8 punti a 1 per la Halep che sale 3-1. Ma la Ostapenko ha ancora molto da dire e continua a picchiare all’impazzata, travolgendo la Halep con sanguinose bordate da fondo e raggiungendola sul 3-3. E poi il nastro. Sulla palla del 4-3 Ostapenko, un net tutto lettone le consegna il vantaggio nel terzo set. Segno del destino? Stordita e provata, Simona si spegne sotto i colpi micidiali di Jelena. Dopo 1 ora e 59 minuti, la realtà diventa ancora più bella della favola e Jelena Ostapenko, con lo score di 4-6 6-4 6-3, può alzare al cielo la coppa Suzanne Lenglen. Prima lettone della storia a vincere un major, la Ostapenko, ora n. 47 WTA, da lunedì salirà al n. 12 del mondo. Nessuna tennista dell’era Open aveva vinto al Roland Garros senza essere testa di serie. Era accaduto nel 1933 a Margareth Scriven. In ambito maschile, l’ultimo atleta a far coincidere il primo titolo del circuito con uno slam fu Gustavo Kuerten, l’8 giugno 1997, il giorno in cui nasceva Jelena Ostapenko…