Nadal “saltato”, Federer e Cilic da paura. Murray andrà in finale?

Editoriali del Direttore

Nadal “saltato”, Federer e Cilic da paura. Murray andrà in finale?

WIMBLEDON – Gioia Brit per il primo duo nei quarti dal 1934. Halep n.1 stasera? Polemicuzza Nadal per il court 1. Viva il vostro Perdych. Il mito Venus Williams e un “quarto” meno di Roger… Spagna salva con Muguruza

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Se per gli ottavi femminili con i miei pronostici ero andato così così – copio e incollo qui lo stralcio del pezzo scritto sabato sera: penso che la Muguruza batta la Kerber e, di seguito, vincano le prime che cito: Radwanska su Kuznetsova, Rybarikova su Martic,  Wozniacki su Vandeweghe, Venus Williams su Konjuh, Ostapenko su Svitolina, Konta su Garcia, Halep su Azarenka – indovinandone sei e sbagliandone due (e mi fa rabbia aver ciccato la Vandeweghe perché in realtà ero persuaso che vincesse e non so perché ho scritto il contrario… deve essere l’età!) – quando avevo individuato in Nadal-Muller il match più complicato fra i 4 dei Fab Four, non mi ero sbagliato. Non era stato tanto il ricordo del match vinto 12 anni fa da Muller su Rafa al secondo turno, quanto la nuova dimensione raggiunta da Muller a farmelo ritenere molto pericoloso, nonostante Nadal sembrasse in ottima forma.

Al di là del fatto che Muller avesse vinto i suoi primi due tornei quest’anno, Sydney e sull’erba olandese di Hertogenbosch, c’era stato questo match perso di misura al Queen’s con un ottimo Cilic a consigliare prudenza nel pronostico. Inoltre, senza essere mai stato un grande campione, il lussemburghese – con il best ranking di n.26 appena centrato –  era tipo che aveva dimostrato in passato di essere capace di non tremare neanche al cospetto di grandi campioni. Aveva colto scalpi importanti, da Agassi a Roddick (e non solo Nadal) in tornei di primissimo piano, Slam o giù di lì. Era stato capace di vincere partite salvando 9 matchpoints (quasi come Panatta che ne salvò 11 contro Wawrwick nel ’76 a Roma, e dieci sul servizio dell’australiano) – se non si hanno i nervi saldi non ci si riesce – e di mettere a segno anche 51 ace in un solo match. Contro Nadal ne ha fatti solo… 30, ma è sceso a rete 73 volte, facendo direttamente 52 punti.

L’unico lussemburghese fra i primi 1500 della classifica Atp e in grado di giocare uno Slam nell’era open ha meritato di vincere perché ha avuto 5 matchpoint e il primo già sul 5-4, 92 minuti prima del quinto e decisivo matchpoint sbagliato da Nadal con un dritto. 92 minuti di agonia. Nadal può rimpiangere le cinque palle break non sfruttate, una sul 6-6 e quattro sul 9-9, ma lì ha quasi sempre servito benissimo Muller, salvo forse una volta in cui Rafa si è concesso un errore gratuito di dritto. Ma in almeno dieci momenti Muller era stato a due punti dal match. Insomma Rafa, che per nove volte aveva servito con successo per restare nel match, alla Decima (guarda il segno del Destino, lui che di Decime quest’anno ne ha centrate diverse, a Montecarlo, Barcellona e Parigi) alla Decima stavolta è crollato. È difficile, superstressante però trovarsi nel quinto set sempre indietro di un game con uno che non ti dà che poche occasioni di break. Cinque in un set di 28 games (14 turni di servizio) non sono davvero molte. Nadal, costretto sempre a rincorrere, ha dovuto servire nove volte per restare nel match prima di crollare alla Decima. Una grande delusione per diversi colleghi spagnoli arrivati questo lunedì a Wimbledon, convinti di assistere all’ennesima epopea Federer-Nadal. Buon per loro che abbia vinto la Muguruza!

“Spero di tornare l’anno prossimo per difendere le mie chances sul “centre court”“ ha detto Rafa – e quando l’ha detto ho pensato… qui forse c’è un piccolo spunto polemico perché lo hanno fatto giocare sul campo n.1. Non mi ero sbagliato. Con i colleghi spagnoli Rafa è stato infatti più diretto. Ha detto che la programmazione di Wimbledon “è spesso un po’ particolare e talvolta un po’ ingiusta…per un torneo di queste dimensioni e prestigio”. Era francamente difficile che potessero togliere Federer e Murray dal centre court per far posto a lui. Salvo che avessero delocalizzato tutti i match femminili… ma con la Konta, prima Brit in corsa per un quarto dopo 34 anni, insomma Rafa non poteva pretendere un trattamento diverso.

Fatto sta che non potremo rivivere quest’anno a Wimbledon la rivincita dell’open d’Australia. Nè quindi un’altra finale della sequel Federer-Nadal. Avranno gioito, a parer mio, oltre che Muller in primis, anche tutti gli altri, Cilic in secundis (sebbene il croato che non ha ancora perso un set nel torneo non possa sottovalutare Muller che ha battuto 6-4 al terzo in semifinale al Queen’s), ma anche quelli della sua stessa metà (e non solo), perché Nadal è sempre meglio non averlo fra i piedi nelle fasi finali di un torneo.Per i bookmakers Nadal era il secondo favorito dietro Federer. In questo momento nella metà alta del tabellone, anche se le quote del nostro sponsor Bet365 non le ho ancora viste, immagino che Murray sia diventato il favorito per il posto di finalista. Un po’ davanti a Cilic che è il solo non Fab Four ad avere vinto uno Slam fra i superstiti. Eppoi Muller potrebbe pagare dazio, visto che non è più un ragazzino, contro Cilic, che sarà invece bello fresco. Cilic dopo il periodico basso 6-2 6-2 6-2 allo spagnolo Bautista Agut non ha ancora perso un set nel torneo.

Nella metà inferiore, in attesa che Djokovic sbrighi la pratica Mannarino – mi stupirebbe non ce la facesse, l’ho rivisto finalmente ben motivato e grintoso –  ovviamente il principale candidato alla finale resta Federer, soprattutto dopo l’impressionante prestazione fornita contro Dimitrov, battuto per la sesta volta e con un bilancio ora di 14 set a 2, a testimonianza di una superiorità netta e indiscussa come il 6-4 6-2 6-4 con cui lo ha scherzato in poco più di un’ora  e mezzo, centrando il suo cinquantesimo quarto di finale Slam. Ha così salvato anche energie preziose. È per la quindicesima volta nei quarti qui in un torneo vinto 7 volte (e perso 3 in finale e 1 in semifinale). Trova in finale il canadese Raonic che lo battè qui lo scorso anno in semifinale, ma nei confronti diretti Roger è fortemente in vantaggio: 9-3.

Tornando al principale protagonista della giornata Muller è l’unico lussemburghese dell’era Open, uomo e donna, ad aver mai gareggiato in uno Slam. Per la seconda volta in carriera giunge ai quarti di uno Slam, dopo US Open 2008 (perse contro Federer). Nel ’46 e nel ’47 c’era stato un altro tennista del Granducato, Gaston Wempach, ma aveva perso subito. Di maratone Rafa Nadal nella sua vita ne aveva corse tante. La più lunga, 5 ore e 53 minuti, nella finale dell’Australian Open del 2012 persa con Djokovic 7-5 al quinto. Ma mai aveva giocato più di 16 games nell’ultimo set, come quando vinse qui la finale del 2008 contro Roger Federer per 9-7 nel set decisivo. Fra il primo matchpoint avuto da Muller sul 5-4 del quinto set e il quinto sul 14-13 sono trascorsi 92 minuti di agonia. Il match più lungo del torneo era stato fin qui Bedene-Karlovic (4 h e 22m). Eppure fino all’epilogo tutti pensavano che prima o poi Muller avrebbe subito il contraccolpo psicologico per le tante occasioni perse. Non è stato così.

Per gli altri match intanto dico che spero i soliti burloni smettano di chiamare Berdych “Perdych”, perché noi siamo qui ancora a ricordare i quarti raggiunti una volta, nel lontano ’79, dal nostro Panatta e lui i quarti li ha raggiunti cinque volte, ma poi è anche andato oltre perché ha fatto anche una semifinale (come Pietrangeli) e una finale (che Pietrangeli non ha fatto) è stato top ten per una vita e inoltre ha vinto due Coppe Davis vincendo sempre o quasi i suoi due singolari e, anche qui, Panatta ne ha vinta una sola, e Pietrengeli nessuna. Insomma, ribadisco il concetto: se noi avessimo avuto un Berdych al Foro Italico gli avremmo fatto una statua e di centrali gliene avremmo battezzati due, non uno soltanto. Certo al 90 per cento perderà ancora da Djokovic (ci ha perso 25 volte su 27!), ma giuro che se mi capita sott’occhio un commento con su scritto Perdych lo cancello! Così come chi dice che Querrey è uno scarsone. Ho guardato in tv diversi scambi: 23 fra i 5 e gli 8 scambi e 5 più di 9. Sia lui sia Anderson hanno fatto per l’appunto 31 ace ciascuno nei cinque set e in 3h e 07 di gioco. Raonic viene a rete dietro al servizio meno della metà delle volte di Muller, solo 30, ma a rete è venuto 67 volte.

Per il torneo femminile due americane e sei europee sono approdate ai quarti. Le due americane sono, la “sempreverde” Venus Williams, 37 anni e Coco Vandeweghe: per Venus in 20 partecipazioni, coronate da 5 vittorie, 3 finali e una semifinale, sarà la 14ma volta. Una meno di Federer. Un mito. Se Federer è competitivo a 36 anni e lo sarà per almeno altri due, Venus se ne ha voglia resta tale fino ai 40. Da lunedì Serena Williams uscirà dalle top ten (per la prima volta dal 1 aprile 2012). Venus, oggi ancora n.11, vi farà ritorno a meno che la sua prossima avversaria, la regina di Parigi Jelena Ostapenko, la batta e conquisti altri punti sorpassandola. La Ostapenko va avanti senza guardare in faccia a nessuno. Aveva vinto 8 partite di fila al terzo set, le ultime due le ha vinte in due, con Camila Giorgi e con la Svitolina. Dalla sua grinta e feroce determinazione avrebbe molto da imparare il suo idolo lettone Ernest Gulbis.

A seguito della sconfitta con la Muguruza – vamos! –  la Kerber ha perso la leadership mondiale nel giorno in cui ha giocato una delle sue migliori partite dell’anno. L’aveva persa e ripresa più volte, quest’anno, ma sempre cedendo lo scettro a Serena Williams. Ora invece se Simona Halep, vittoriosa su mamma Azarenka batterà la Konta, prima Brit nei quarti a Wimbledon in 33 anni (Jo Durie 1984), diventerà n.1. Altrimenti sarà la Pliskova, pur battuta qui al secondo turno dalla Rybarikova. Gli inglesi intanto celebrano il fatto che nei quarti l’ultima accoppiata uomo donna a Wimbledon risale nientemeno che al 1934: Fred Perry e Dorothy Round! In alto i calici e i Pimms. Programma odierno ore 13 sul centrale: Djokovic-Mannarino e poi Venus Williams-Ostapenko (0-0), quindi Konta Halep (2-2). Campo 1: ore 14 Muguruza-Kuznetsova (3-1), a seguire Rybarikova Vandeweghe (2-0).

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