L'Ata Battisti torna in Serie A1: obiettivo salvezza e giovani

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L’Ata Battisti torna in Serie A1: obiettivo salvezza e giovani

Con l’avvio della Serie A1, intervista a Renzo Monegaglia, presidente del club Ata Battisti di Trento. Alla 12esima presenza in A1, l’obiettivo è mantenere la categoria e togliersi qualche soddisfazione. Il focus sui giovani

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Il 1976 è un anno fondamentale per il tennis italiano. Adriano Panatta vince a Parigi il primo Slam azzurro dell’era Open, e la squadra di Davis trionfa a Santiago del Cile nella più antica manifestazione a squadre. Proprio in quest’anno “di grazia” per il tennis azzurro, nel cuore del Trentino, inizia la storia tennistica dell’Ata Battisti. Da una discarica di inerti sita a Trento Sud, la famosa zona dei “laghetti”, un consorzio di bonifica iniziò a costruire 6 campi da tennis in sintetico, senza servizi, dati in affitto alla polisportiva Ata Battisti. Un nucleo embrionale che costituì l’ingresso della polisportiva nel mondo delle racchette. La grande passione per il tennis ha spinto negli anni i soci a migliorare strutture ed impianti, con un impegno personale ed autofinanziamenti, tanto da arrivare all’inaugurazione del primo palazzetto coperto in Trentino. Da allora il club Ata Battisti ne ha fatta di strada… E’ diventato punto di riferimento per il tennis regionale ma anche nazionale, soprattutto grazie all’ottimo lavoro con la scuola tennis. I giovani dell’ATA Battisti formano ben 19 squadre iscritte ai vari campionati, portando ogni anno grandi risultati e titoli, individuali e di squadra.

 

Dopo un anno di “purgatorio” in A2, l’Ata Battisti torna quest’anno in A1, in un girone “tosto”, composto da TC Crema, TC Prato e Parioli di Roma. Abbiamo intervistato il Presidente del club di Trento, sig. Renzo Monegaglia, che con grande passione ci ha raccontato le aspettative per il campionato ed anche il momento del tennis nella sua area.

Renzo Monegaglia – Ata Battisti

Presidente Monegaglia, quest’anno il suo club Ata Battisti torna in serie A1 dopo la stagione passata in A2, quanta soddisfazione e che obiettivi per il campionato 2017?
La soddisfazione è grande, ci fu delusione per la retrocessione, dopo 9 anni in A1. Abbiamo avuto anche dei problemi, perché uno dei nostri migliori giocatori si era infortunato. L’anno scorso invece abbiamo disputato un grande campionato in A2 e siamo risaliti subito nella massima categoria con la finale vinta contro il Vomero. Quest’anno, guardando i vari gironi e le relative squadre, l’obiettivo  più realistico è salvarsi, perché col nuovo regolamento del settore giovanile la nostra squadra è forse un po’ “acerba”, con ragazzi di buona prospettiva ma che vanno dai 17 ai 14 anni. Un settore giovanile davvero “giovane”, forse troppo per grandi ambizioni nel prossimo campionato.

Visto che accennava al nuovo regolamento, che ne pensa?
Credo sia una contraddizione, perché se effettivamente si punta sul settore giovanile, allora sarebbe necessario un taglio tipo a 23 anni, non a 30. Sennò vuol dire che scende in campo gente che ha 29 anni e non ha senso considerarlo “settore giovanile”. Inoltre, eliminando il discorso del Più 8,  quest’anno i club con un budget importante hanno possibilità di ingaggiare altri due forti giocatori e metterli subito in campo. I gironi sono forti, ed il nostro in particolare ha due squadre (Parioli e TC Prato) probabilmente fuori portata. Ce la giocheremo col Crema per il 3° o 4° posto, quindi per i playout.

Cosa invece le piace della competizione? La preparazione, l’attesa, il giorno degli incontri, le trasferte…
Sicuramente i match offrono un grande spettacolo, c’è un bel livello di gioco. Per noi Ata Battisti, che siamo una vecchia polisportiva – oggi attivi su tennis e pallavolo – è un volano molto importate. Quando giochiamo in casa riempiamo il palazzetto con tutti i giovani della scuola tennis, ma arrivano anche tanti appassionati dalle città limitrofe, ed assistono ad un bello spettacolo, oltretutto gratuito. Vedere tennis di ottimo livello, tra  ragazzi del posto, italiani e stranieri, è la promozione migliore che si possa avere. La Federazione potrebbe fare qualcosina in più per questi club che si impegnano moltissimo… L’entusiasmo quando si gioca è sempre a mille, però c’è sempre da fare i conti col  bilancio, ed i costi sono importanti. Noi come scuola siamo tra le migliori in Italia, anche l’anno scorso siamo arrivati primi in varie categorie, ma dobbiamo spalmare tutto con le nostre risorse, che non sono enormi. Purtroppo a livello locale abbiamo due squadre fortissime in serie A di basket e pallavolo, che di fatto fagocitano tutte le risorse dei vari sponsor.

Quindi portare avanti anno dopo anno la squadra di serie A al massimo livello è un piccolo sacrificio per il vostro club.
Sì, certamente, tanto che si finisce per finanziare qualcosina  anche a livello personale, è la passione che ti porta a fare anche questo. Va detto che l’Ata Battisti è impegnata in tutte le categorie dei settori giovanili, e grande attenzione la diamo soprattutto alla attività e crescita dei nostri giovani, perché la nostra “mission” è proprio focalizzata sui ragazzi.

Infatti a livello nazionale siete tra i club più attivi in questo ambito e con risultati molto importanti, come ad esempio l’altra settimana con le vittorie nel tour Babolat dei due fratelli Bernardi, del vostro vivaio.
Infatti in queste settimane siamo impegnati su più fronti, tra le finali under 14 maschili a Roma valide per lo scudetto di categoria, ed a Torino con il Master di macro area dobbiamo abbiamo 5 nostri ragazzi, e nell’area nord-est i primi due sono del nostro club. È un’enorme soddisfazione.

Ed è anche il segno che il vostro lavoro sulla base funziona.
Sì, abbiamo uno staff di qualità, come testimoniano i risultati, ben sei titoli negli ultimi due anni come squadre ed altri cinque a livello individuale. In Trentino siamo il circolo di riferimento, questo grazie all’ottimo lavoro di tutto lo staff, svolto con grande impegno e serietà negli anni.

Come vede il movimento giovanile nella vostra area?
Siamo piccoli come numeri a livello assoluto nazionale, però l’attività è notevole ed il movimento tennistico sta crescendo. Qua da noi calcio, basket e volley sono molto radicati, quindi abbiamo una forte concorrenza, ma in generale stiamo andando bene. Arrivano ricambi dai più giovani, anno dopo anno, e questo ci permette una continuità, che è l’aspetto più importante.

Tornando alla Serie A1, quest’anno come è composta la vostra squadra?
Rispetto alla scorsa stagione abbiamo fatto alcuni innesti. Il n.1 è il tedesco Tobias Kamke, poi Riccardo Bellotti, Laurynas Grigelis, ed abbiamo anche Pere Riba, buon giocatore iberico che però è ancora infortunato ed al momento non è affatto sicuro che possa giocare, ne sapremo qualcosa a brevissimo. Purtroppo rischia un’operazione quindi è in forte dubbio. Oltre a questi abbiamo un gruppo di ragazzi del settore giovanile, quattro in totale: Ferrarolli, Zampoli, D’Agostino, il nostro maestro Marlon Sterni e Marco Brugherotto, giovane di Varese. Siamo in 10, buona squadra, dobbiamo adesso giocarcela. Il nostro “punto debole” sono i due ragazzi del settore giovanile. Abbiamo nel nostro club anche Cestarollo, un ottimo ragazzo che per sfortuna nostra (e fortuna sua!) adesso è negli Stati Uniti, dove studia ingegneria e gioca a tennis nel suo campus, e non sappiamo se potrà venire a fare qualche partita. Nella sua università vigono dei regolamenti piuttosto rigidi, in certi momenti può viaggiare, in altri no. Oltre a fare i campionati americani giocherebbe ancora per l’Ata Battisti, ma non sempre lo lasciano partire.

Quali sono i ricordi più belli che la legano al suo club?
Ce ne sono molti, a partire dagli impianti che abbiamo costruito con anni di sacrifici, per poi poter iniziare nel 1983 con la scuola, la costruzione del palazzetto… e poi pian pianino, partendo dalla serie C abbiamo scalato tutte le categorie fino alla serie A1. Quella è stata veramente una grande festa, per tutto il nostro club. Non ricordo esattamente l’anno della promozione, ma c’era una formula molto particolare: otto squadre, un unico girone e… giocammo sempre fuori casa! L’ultima partita fu a Bassano, ben cinque match di singolare e due doppi. Eravamo sotto 3-0, e pure il quarto singolare sembra ormai compromesso… quando all’improvviso il match girò e con una rimonta clamorosa vincemmo la sfida 4-3. Fu una soddisfazione enorme, probabilmente la più grande, sia per il risultato finale che come l’abbiamo ottenuta. Con Bassano poi abbiamo vissuto delle grande battaglie sportive, sempre con un ottimo rapporto di fondo tra i due club, i dirigenti ed i maestri.

Può descriverci la struttura del suo circolo, quanti sono i vostri soci e quanto costa la quota annuale?
Il Circolo ha complessivamente 12 campi: 5 in play/it e 7 in terra, di cui 4 coperti permanentemente (2 in play/it e 2 in terra) ed altri 3 in play/it coperti nel periodo invernale. Il palazzetto, dove giochiamo la serie A1, è stato costruito nel 1983 ed è all’interno del circolo. Durante la manifestazione può contenere circa 300 persone. I soci sono circa 220, poiché per un accordo con il Comune dobbiamo far giocare anche i non soci. La quota base annuale è di euro 200, con differenze in diminuzione per gli under 18 –14 e per gli over 65.

Un’ultima curiosità: come sono i rapporti con gli altri club che affrontate nel campionato? Rivalità ma anche collaborazione, amicizia…
Con tutti questi anni di attività ormai ci conosciamo bene con gli altri circoli, ed i rapporti sono buoni. Per esempio abbiamo fatto l’anno scorso le finali col Vomero, siamo stati a Napoli a giocare e sono rimasto molto contento delle persone che abbiamo conosciuto. Tutti super corretti, ospitali, molto sportivi, siamo tornati a casa con un grande ricordo ed una splendida esperienza. Rivalità sportiva, perché alla fine è una competizione e si gioca per vincere col massimo impegno,ma all’interno di un ambiente eccellente.

Marco Mazzoni

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Circoli in vista

Sporting Club Matera: esempio di modernità e progettualità nel cuore della Basilicata [ESCLUSIVA]

Lungimiranza gestionale, Programmazione e la collaborazione con Pat Remondegui: le fondamenta del Club lucano. Miglior vivaio della regione, a conduzione familiare dei Maestri Fossanova che sperano di instaurare un’eredità che un giorno possa essere raccolta

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Nel 1949, in seguito alla pubblicazione del romanzo autobiografico “Cristo si è fermato a Eboli” ad opera di Carlo Levi, la città di Matera (designata come Capitale Europea della Cultura per il 2019, riconoscimento che le ha assicurato ingente visibilità internazionale) diviene emblema popolare sia a livello nazionale che globale dell’universo contadino e delle lotte intestine per il controllo degli appezzamenti terrieri ad uso agricolo. In questo contesto sociale e nell’ottica del risanamento dei due rioni dei “Sassi“- da vergogna d’Italia divenuti nel tempo simbolo sublime della Bellezza paesaggistica, sino ad essere dichiarati nel 1993 patrimonio dell’Umanità dall’UnescoCaveoso e Barisano, costituiti da architetture rupestri scavate nella roccia della Murgia materana, si staglia il celebre intervento urbanistico degli anni cinquanta del secolo scorso volto alla creazione di un borgo rurale: un progetto che coinvolse numerose personalità di spicco dell’epoca fra architetti, imprenditori e intellettuali di fama mondiale, tra cui Adriano Olivetti.

Ed è così che nacque il Borgo La Martella, frazione del capoluogo di provincia lucano, dove attualmente è situata una delle principali zone industriali della città. Ubitennis si è recato proprio nella fantastica appendice materana per raccontare la storia di una delle realtà tennistiche più “giovani” ma allo stesso tempo più solide della regione, ormai inserita in pianta stabile e a pieno regime nel tessuto sportivo e sociale della Basilicata.

Difatti, all’interno del complesso residenziale del Borgo, il 2 dicembre del 2013 è stato fondato lo Sporting Club Matera: il primo Club di tennis della Lucania concepito con tale finalità. Dunque un circolo di recente nascita che tuttavia scalando passi da giganti nei suoi primi dieci anni di vita, grazie in particolar modo alla collaborazione con il coach oriundo Pato Remondegui Direttore dell’Academy ravennate e protagonista dello spazio relativo alle Pillole di saggezza tennisticaha dato origine ad una delle Accademie più moderne del Sud Italia: un centro a gestione familiare sotto la supervisione tecnica dei Maestri FITP Fabio e Daniele Fossanova.

 

In occasione del decimo anniversario dalla fondazione del Club lucano, che verrà festeggiato ufficialmente tra poco più di quattro mesi, e dell’acquisizione di una seconda struttura nella parte Nord di Matera denominata “Sporting 2“, abbiamo fatto visita al centro cogliendo l’opportunità di intervistare il maggiore dei fratelli a capo dello Sporting Fabio Fossanova; perché Ubitennis non si occupa solamente di dare conto dei grandi eventi del Circuito mondiale professionistico concedendo il risalto che meritano alle stelle più luccicanti del firmamento ATP e WTA, ma vuole anche dare voce a quelle piccole e medie “imprese” tennistiche che con il loro incessante operato contribuiscono alla crescita del movimento azzurro e della Federazione.

Ossia a quei centri che sono la vera raffigurazione della sedimentazione nell’intero territorio nazionale della passione italica per la racchetta.

Si avvicina il decennale dalla fondazione, cruciale la sinergia con l’Accademia di Altamura

Lo Sporting Club Matera ha conservato la denominazione della struttura, già preesistente nel Borgo La Martella, rilevata da noi nel 2013 e che inizialmente prevedeva due campi da calcetto ed uno da tennis. Una struttura meravigliosa, immersa nel verde e situata all’interno di un centro residenziale, che rispecchiava alla perfezione i canoni di quella che è sempre stata la mia personale concezione di cosa dovrebbe essere un circolo di tennis: ossia un Club, un modo di intendere la realtà tennistica praticamente assente nell’approccio culturale della Basilicata, territorio povero di strutture degne di nota e perlopiù di proprietà comunale dove dunque è complesso produrre della qualità gestionale su tutti i livelli del sistema“.

Comprendemmo quindi fin da subito le potenzialità del luogo e la sua funzionalità propedeutica a mettere in piedi l’innovativo progetto di regalare un Club ad un realtà che non ne conosceva neppure l’esistenza. Poiché Matera, all’epoca dieci anni fa ma in generale nella sua storia, non è mai stata terreno fertile per i tennisti che volessero approfondire tale disciplina e far sì che si producesse un ciclo virtuoso; proprio per via di un’assenza di cultura tennistica dovuta alla mancanza di tecnici in grado di far esprimere il potenziale del tennis materano, limitati anche a causa di strutture non idonee a loro disposizione. Perciò io e mio fratello Daniele, co-protagonista di questa avventura, abbiamo deciso di emigrare nella vicina Puglia per completare e finalizzare la nostra esperienza, ma più in generale la nostra conoscenza tennistica. Così nel 2009 è cominciata la nostra esperienza professionale e tecnica in Puglia, quattro anni importanti che hanno fatto da volano a quello che sarebbe accaduto dopo: un insieme di esperienze pazzesche che ha accresciuto tantissimo il mio bagaglio professionale dando il là alla fondazione, sotto la mia supervisione, nel 2011 dell’Accademia Tennis Altamura che all’epoca era soltanto un piccolo circolo di provincia senza alcun movimento alle spalle o visione sul futuro, creando di fatto nell’arco di dieci anni sino al 2021 una realtà in grado di affermarsi tra le prime cinque della regione Puglia, ovvero uno dei maggiori vivai dell’intero panorama nazionale“.

Nel 2013, poi, quando anche mio fratello Daniele di dieci anni più giovane ha deciso di intraprendere la mia stessa strada decidemmo che se avessimo avuto la possibilità ci sarebbe piaciuto fare qualcosa a casa nostra. Non è mai facile essere profeti in patria, ma volevamo fare questa scommessa. E così quando si creò l’opportunità di acquisire la struttura, questo sogno irrealizzabile si è avverato grazie a mille sacrifici portando alla nascita il 2 dicembre del 2013 dello Sporting Club Matera. Da quel momento è stato un susseguirsi di varie situazioni, belle e meno belle, perché avventurarsi dentro questo cammino è stato allo stesso tempo magnifico e complesso, a tal punto che ripensare da dove si è partiti e vedere lungo il corso di un decennio dove si è giunti mi fa venire la pelle d’oca per l’emozione che scaturisce evidenziando i risultati ottenuti ma soprattutto il faticoso lavoro svolto per ottenerli. Ed è così che è cominciato effettivamente il nostro percorso, riqualificando un ambiente che di fatto era in stato di abbandono. Non è stato facile ma alle fine ce l’abbiamo fatta riconvertendo i due campi da calcetto in campi da tennis, e predisponendo immediatamente per tutti e tre i campi adeguate coperture. Perché il nostro obiettivo era chiaro, far diventare questo Club il fiore all’occhiello del tennis lucano. E a quasi dieci anni di distanza dalla nostra nascita, possiamo affermare con orgoglio di essere ai vertici delle realtà tennistiche dislocate sul territorio della Basilicata: potendo inoltre contare grazie alla nostra attenta programmazione, che a posteriori ha pagato i frutti degli investimenti fatti, sul miglior vivaio regionale“.

La programmazione è infatti la chiave di volta di ogni successo, poiché soltanto con il lavoro un club privato come il nostro avrebbe potuto sostenere i costi dell’investimento iniziale e permettere che si potesse programmare un sistema virtuoso capace di proiettarsi al domani. Ossia il percorso che grazie anche alla convinzione nei propri mezzi, ti consente all’interno di una progettualità a medio-lungo termine di raggiungere gli obiettivi prefissati. Traguardi che il processo realizzato ha tagliato, in totale sinergia con l’altro nostro avamposto di Altamura, superando abbondantemente le aspettative iniziali attraverso in particolar modo la contaminazione reciproca fra le due Accademie condotte in parallelo mediante l’elevato tasso di qualità che l’attività tecnica è stata abile a costruire. Un connubio in grado di fungere da vaso comunicante e garantirci diverse fasi di sviluppo per il nostro progetto: un’interconnessione di conoscenze tra i due circoli che non ha fatto altro che fornire un ventaglio di competenze ulteriori e sempre nuove ai nostri ragazzi. Possiamo dire che è stato un pò il segreto del nostro successo“.

Chiaramente il cammino che abbiamo dovuto percorrere per gestire contemporaneamente due realtà distinte è stato decisamente impervio, tuttavia ci ha regalato immense soddisfazioni sotto il profilo tecnico. Nel 2019 ad esempio, in occasione della Coppa delle Provincie, la squadra di Bariuna realtà che considerando tutta la sua Provincia, di cui fa anche parte Altamura, può vantare circoli clamorosi non paragonabili in alcun modo a quello altamurano in quanto a mezzi e potenziale a disposizione – era composta da 9 membri sui 13 totali da ragazzi dell’Accademia di Altamura. Quell’evento ha rappresentato l’apice della soddisfazione derivante dal lavoro svolto nella nostra piccola Accademia, che difatti negli anni è diventata sempre più grande sfornando numerosi talenti, anche perché fui scelto gioco forza per l’ingente presenza dei miei allievi come Capitano della Selezione“.

Un decennio, dunque, strepitoso quello nato dalla cooperazione tra Matera e Altamura: in questo contesto non posso però non citare la collaborazione esterna con un tecnico straordinario come Pat Remondegui. Tutto quello che abbiamo realizzato assieme alle sue competenze, ha contribuito alla creazione di un lascito tecnico importantissimo che tutt’ora è il cuore pulsante del nostro operato: cominciammo insieme a Pat con 7 stage l’anno dalla durata di quattro giorni ciascuno e che venivano diluiti a cadenza bimestrale“.

Assistevamo così agli step di crescita dei ragazzi, senza tuttavia mai rinunciare a programmare ulteriori fasi di sviluppo. Un circolo virtuoso che spero di riprendere il prima possibile con Pat, con cui purtroppo abbiamo dovuto interrompere la collaborazione a causa dell’ondata pandemica. Rimangono però i 6 anni pazzeschi che ci hanno visto lavorare assieme per la crescita tecnica degli allievi materani e altamurani“.

Chiusa questa parentesi, arriviamo ad un altro snodo cruciale della storia dello Sporting: nel 2021 l’attività tecnica materana, per la nostra gioia e a conferma del percorso ottimale che avevamo intrapreso, si era ingrandita parecchio con numeri talmente importanti che di conseguenza non era più possibile dedicargli soltanto parzialmente le nostre risorse. Per cui, con molto sacrificio, decidemmo di abbandonare Altamura concentrandoci dal punto di vista tecnico esclusivamente sullo Sporting: era doveroso prendere questa decisione, perché i nostri ragazzi meritavano un’attenzione totale. Non a caso, in due anni, dal 2021 al 2023 abbiamo compiuto passi in avanti di una certa rilevanza sul piano tecnico che ci hanno permesso di stabilizzarci attualmente come il miglior vivaio regionale“.

Il circolo, come detto, nella sua prima fase di vita prevedeva tre campi di tennis. Ma con l’avvento del padel, purtroppo o per fortuna ne abbiamo dovuto sacrificare uno, io sostengo la seconda tesi perché questa nuova disciplina ha aperto un nuovo mondo tecnico anche per noi maestri, che ci siamo ritrovati a dover ampliare il nostro bagaglio rimpinguando e aggiornando il nostro pedigree con altre conoscenze: di fatto ha completato il nostro personale percorso di Maestri“.

Precisamente abbiamo rinunciato ad un campo da tennis 20 per 40, cioè un ex campo adibito per il calcetto, per trasformalo in tre campi da padel coperti che ci hanno dato la possibilità di continuare a sviluppare il Circolo nella migliore maniera possibile. Paradossalmente, però, dal 2021 – dal Post Covidi praticanti del tennis non sono diminuiti bensì aumentati, ai quali dunque si sono uniti i nuovi utenti del padel. Perciò ci si è presentata dinanzi una situazione in cui il numero dei tennisti materani era cresciuto considerevolmente, ma al tempo stesso avevamo perso una risorsa tennistica fondamentale: da qui è nata l’esigenza di ampliare nuovamente la nostra struttura per dare un altro campo da tennis ai soci dello Sporting“.

In realtà c’è da tempo nei nostri piani programmatici l’obiettivo di realizzare altri campi, purtroppo però la destinazione d’uso del suolo situato accanto al nostro Club non ci permette momentaneamente di poterci ingrandire. Speriamo che fra qualche anno questa annosa questione si possa sbloccare, nell’attesa che ciò avvenga vista l’imprescindibilità di avere un altro campo abbiamo colto la palla al balzo acquisendo nel cuore della città di Matera una seconda struttura a cui difatti abbiamo attribuito la denominazione di “Sporting 2”, dove si erge un unico, ma molto grande, campo in erba sintetica. Un’evoluzione del nostro progetto nata da una problematica, in un primo momento ostacolo per il nostro cammino ci ha invece garantito successivamente di poter tornare a svolgere la nostra solita attività tecnica. E’ prevista prossimamente la copertura anche per questa struttura“.

Il 2023, anno di grandi trionfi per il Club materano

Quest’anno festeggiamo il decimo anno dalla nascita dello Sporting, e non potevamo chiedere di meglio a livello di risultati per il 2023 considerato che abbiamo vinto tutti i campionati a squadre a cui abbiamo partecipato, ad eccezione della Serie C maschile (Regionale) – la cui squadra vede impegnati anche i due maestri Fossanova – in cui abbiamo fatto gli stessi punti del TC Potenza, classificatosi al primo posto, ma abbiamo alla fine perso per un solo incontro di differenza: il doppio che loro hanno vinto in trasferta. Sarebbe stato per noi un successo clamoroso, dato che ora come ora non abbiamo a disposizione una squadra in grado di poter vincere un campionato di Serie C perché i nostri Under non hanno ancora un livello tecnico tale da poter trionfare in competizioni di questa portata“.

Tuttavia rimane la grandissima annata, per lo Sporting si è trattato solamente del secondo campionato di Serie C regionale e concluderlo comunque per punti ottenuti al primo posto è motivo di grande orgoglio. Ci siamo comunque consolati nel migliore dei modi, essendo stata questa l’unica nostra piccola delusione: lo Sporting ha infatti trionfato dapprima nel Campionato invernale a squadre miste disputato in gennaio, dopodiché trionfi in rapida successione nell’Under 12 femminile, nell’Under 16 femminile e nei campionati promozionali Green e Super Green. Adesso invece i nostri ragazzi saranno impegnati nelle finali nazionali del Trofeo Coni, che si svolgeranno proprio qui in Basilicata, dandoci l’opportunità di confrontarci con tutte le regioni d’Italia. Abbiamo poi vinto anche la Seri D1 femminile e l’anno prossimo quindi prenderemo parte alla Serie C femminile, ma la faremo in Puglia vista l’assenza di tale competizione in Basilicata. Una cosa molto bella per i nostri ragazzi, perché se da una parte si tratta di un investimento non indifferente sia economicamente che a livello di tempo e risorse impiegate; dall’altra è una grande occasione per i nostri allievi di cimentarsi con realtà ben più evolute della nostra. Infine, per concludere in bellezza, le nostre squadre si sono anche imposte nella Serie D2 sia maschile sia femminile e nella Serie D maschile e femminile di padel“.

Dunque abbiamo praticamente vinto tutto quello che potevamo vincere, lo Sporting è stato perciò assoluto protagonista delle attività in Basilicata. Essere i primi delle nostra Regione, noi che veniamo da un trascorso importante in Puglia, ci inorgoglisce ma al tempo stesso ci stimola ad alzare ancora di più l’asticella consapevoli che le realtà a cui ambiamo e con cui bisogna veramente confrontarsi ai massimi livelli siano altre. Tuttavia questo non sminuisce in alcuno modo il nostro lavoro, poiché siamo perfettamente consci su quali aspetti dobbiamo lavorare per migliorare“.

A pagina 2: le promesse giovanili, il fiore all’occhiello e la creazione di una legacy

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Challenger

Garibaldi (pres. Circolo Stampa-Sporting Torino): “Il Piemonte Open può crescere nel corso degli anni” [ESCLUSIVA]

Intervista al presidente del Circolo Stampa-Sporting di Torino che tira le somme sul torneo Challenger175 appena concluso

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Pietro Garibaldi - pres. Circolo della Stampa-Sporting (foto Ubitennis)
Pietro Garibaldi - pres. Circolo della Stampa-Sporting (foto Ubitennis)

E’ tempo di tirare le somme al Circolo della Stampa-Sporting di Torino dove è terminata la prima edizione del Challenger 175, il Piemonte Open Intesa Sanpaolo, una novità preziosa nel panorama tennistico.

Federico Gaio, partendo dalle qualificazioni, è riuscito a centrare la finalissima, dove si è dovuto arrendere alla consistenza del tedesco Dominik Koepfer. Dopo un primo set vinto al tie break, l’azzurro ha subito la rimonta del tedesco per il 6-7(5), 6-2, 6-0.

Ai microfoni di Ubitennis il presidente del Circolo, Pietro Garibaldi, traccia un piccolo bilancio: “Siamo assolutamente soddisfatti per quanto abbiamo visto sui campi in queste lunghe giornate. Felici per Federico Gaio che con grande sacrificio ha saputo centrare la finale. Abbiamo avuto tanti italiani pronti a dir la loro in questo torneo, lui ci ha messo qualcosina in più ed è arrivato in finale. Lo ha fatto partendo dalle pre-qualificazioni, un torneo che abbiamo organizzato per dare una possibilità in più ai giocatori locali. Lui ci ha messo umiltà ed è arrivato fino alla finale. E’ davvero una storia sportiva che merita di essere raccontata la sua”. Gaio si allena da qualche anno al Circolo della Stampa-Sporting: Torino è diventata la sua città adottiva, e arrivare in finale a questo Challenger è motivo di grande soddisfazione.

 

Torino sempre più protagonista nel tennis che conta, non solo con le ATP Finals, torneo in cui il Circolo della Stampa-Sporting viene utilizzato come training center. “Dobbiamo ringraziare le istituzioni e questa nuova formula di Challenger che ci consente di essere protagonisti nel mondo del tennis e non legati solo all’ATP. E’ sicuramente una manifestazione che potrà crescere negli anni e siamo contenti. Noi come circolo vogliamo avere un posto nel panorama del tennis, anche quando le ATP Finals non saranno più a Torino”. Di certo non è stata una settimana facile, con tanta pioggia a condizionare il torneo, che si è concluso su campi indoor: “Non possiamo lamentarci, visto quanto sta accadendo nelle regioni limitrofe. E’ stato uno stress-test non indifferente per il nostro Circolo ma è stato superato in maniera egregia”.

Pietro Garibaldi chiude con un auspicio, quello di vedere Sinner partecipare alle ATP Finals 2023. “Le condizioni per vederlo qui a Torino tra qualche mese ci sono tutte. Teniamo le dita incrociate anzitutto perchè stia bene fisicamente, se ciò succede ha ottime possibilità di qualificarsi”.

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Circoli in vista

46° Torneo Internazionale Giovanile “Città di Firenze” giunto agli ottavi di finale

Nel derby azzurro vince la giovanissima under 15 Fabiola Marino sulla numero 3 Ghirardato. Nel maschile l’azzurro De Michele fatica ma prosegue la sua corsa. Continua a stupire la qualificata austriaca Lilli Tagger grazie a un gioco divertente e offensivo

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Hattori e Marianelli al cambio di campo - foto by Piero Camel

Si posiziona agli ottavi di finale il 46° Torneo Internazionale Under 18 “Città di Firenze”. Dopo la prima giornata che ha visto 8 incontri nel maschile e 8 nel femminile anche nella seconda giornata si sono visti 16 incontri di ottimo livello. Tra gli spettatori di questa seconda giornata anche l’assessore allo sport del Comune di Firenze Cosimo Guccione e tanti appassionati che hanno assiepato i campi delle Cascine.

A Livello femminile dopo la sconfitta della numero uno al femminile ad opera dell’azzurra  Diana De Simone arriva la bella affermazione della giovanissima under 15 Fabiola Marino sulla numero tre del seeding l’altra italiana Emma Ottavia Ghirardato per 63 62. Ora sfida per accedere ai quarti con Gaia Greco. Nella stessa striscia da tenere d’occhio un’altra giocatrice che sta facendo divertire il pubblico fiorentino l’austriaca Lilli Tagger, anche lei 15enne, proveniente dalle qualificazioni che gioca un tennis offensivo con rovescio a una mano e cerca sempre la rete. L’austriaca supera 64 75 Noemi Maines ed ora se la vedrà  con con la testa di serie numero 7 Ekaterina Perelygina brava a superare 64 63 Lucrezia Musetti. Nella parte bassa la numero due la tedesca Carolina Kuhl va avanti faticando contro la toscana e campionessa italiana under 16 nel 2022 Anastasia Bertacchi 46 64 62 il finale. Ora match con l’austriaca Alexandra Zimmer che in una sfida durata più di tre ore ha avuto la meglio sulla qualificata Lavinia Luciano 64 46 75.

Nel maschile il primo favorito lo statunitense Alexander Frusina sfiderà il giocatore del Match Ball Firenze a cui era stata concessa una wild card: Matteo Sciahbasi. Il giovane atleta, capace quest’anno di conquistare la promozione in A1 a squadre, è stato capace di sconfiggere 76 26 62 il polacco Grzegorzewsk. Bene i colori azzurri con la vittoria del terzo favorito Fabio De Michele che supera il kazako  Amir Omaekhanov per 60 26 60 ed ora affronterà il ceco Velik. Nella parte bassa la sorpresa arriva dall’azzurro Jacopo Vasamì che ha sconfitto 62 57 62 il polacco, settimo favorito, Goran Zgola. Molto seguito anche il match che ha visto di fronte il giovane atleta del Ct Firenze Lapo Marianelli contro il giapponese numero 5 del seeding Reiya Hattori (104 del ranking) con vittoria del nipponico per 60 62. “E’ stata un’esperienza unica poter giocare contro un giocatore così forte – spiega Marianelli – per me è un sogno perché in questo torneo ci hanno giocato i futuri campioni del tennis mondiale. Ho dato il massimo per chi mi ha dato questa opportunità”  

 

In tarda serata si sono giocati i primi turni dei tornei di doppio con favoriti nel maschile la coppia americana tedesca composta da Alexander Frusina e Yannik Kelm con i due cechi secondi favoriti Jakub Filip e Lukas Velik mentre nel femminile sono il duo USA Ashton Bowers e GER Carolina Kuhl le prime teste di serie e la coppia azzurra composta da  Francesca Gandolfi e Greta Greco Lucchina le numero due.

Gli ottavi di finale vedranno l’inizio delle sfide alle 9:30 di venerdì con ingresso libero al Ct Firenze.

Le finali sono previste nel giorno di Pasquetta come tradizione (lunedì 10 aprile). Il tabellone principale prevede 32 giocatori nel maschile e 32 nel femminile e a questi si aggiungono i tornei di doppio.
Il direttore del torneo è il maestro Giovanni Del Panta mentre come giudice arbitro della manifestazione è stato designato Guido Pezzella.

Durante la manifestazione l’accesso al torneo sarà libero e sarà una grande occasione per i tanti appassionati di poter vedere dal vivo i futuri campioni del tennis mondiale. Il Circolo del Tennis Firenze 1898 si trova nel polmone verde della città, all’interno del Parco delle Cascine, con la sua tradizione centenaria e soprattutto un luogo dove è bello poter seguire incontri divertenti e appassionanti.

Comunicato Stampa

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