Circoli in vista
La favola del TC Sinalunga
Il grande successo del piccolo circolo di Luca Vanni, promossa nell’élite del tennis italiano. Abbiamo intervistato il suo presidente, Marzio Bernardini, che ci ha raccontato di volontariato, Tiriac, FIT e il miracolo di Sinalunga

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Lo sport, che vivaddio continua a non nutrirsi della sola strafottente opulenza di calciatori con la cresta, non finirà mai di stupire. Di qualunque livello si tratti, dal campetto spelacchiato di periferia al centre court di Wimbledon, la disciplina fisica è una fucina inesauribile di emozioni e a volte è difficile sottrarsi alla retorica. Pertanto nessuna iperbole o esagerazione: il Tennis Club Sinalunga quest’anno ha letteralmente fatto il botto.
Ogni qualvolta c’è un Davide che incontra Golia – la storia dell’uomo, del resto, è piena di duelli almeno potenzialmente impari – l’aria lì intorno si impregna di un fascino catalizzante a tal guisa da risultare impossibile non finirne ammaliati. A maggior ragione se, contro ogni più basilare legge della natura, a prevalere al termine della battaglia, dei due, è quello più minuto. Folle e geniale da calciatore, saggio e pragmatico da allenatore, Emiliano Mondonico – l’artefice della sedia sollevata nel cielo di Amsterdam per intenderci – era solito ripetere in calce a qualche sua mirabile impresa da catenacciaro coach di provincia un pensiero tutt’altro che banale: “Non sempre vince il più forte, spesso vince chi ne ha più voglia”. In quest’ottica che se non illuminata, romantica lo è di sicuro e che allontana lo sport dall’essere classificabile una scienza esatta, succede per esempio che una squadra di football semi amatoriale come il Bradford City dalla quarta divisione inglese possa qualificarsi, in barba ai petroldollari di sceicchi e magnati, per la finale della più antica manifestazione sportiva al mondo. Oppure che un pugile scelto ad hoc alla stregua di una vittima sacrificale come il carneade (chi era costui?!) James Douglas riesca a mettere al tappeto Mike Tyson, forse la più distruttiva macchina da pugni della storia. E ancora che il modesto Giappone della palla ovale, nel bel mezzo di un mondiale atteso con trepidazione quattro lunghi anni, inchiodi al palo quegli Springbocks sudafricani che di mischie e placcaggi ne fanno una ragione di vita.
Tutte storie di una fionda che abbatte il filisteo, dunque. Al pari delle appendici in carbonio sfoderate con vigore rinascimentale dai cavalieri del Tennis Club Sinalunga – come vedremo, il più piccolo circolo di sempre ad esserci riuscito – che, se prima hanno conquistato il castello della massima serie tennistica nazionale, poi lo hanno valorosamente difeso dall’agguerrito ritorno dei più blasonati avversari. Un capolavoro che un’artista toscano non a caso come Paolo Uccello, se solo fosse vissuto qualche secolo più tardi, avrebbe senz’altro immortalato da par suo, in una versione moderna della celebre Battaglia di San Romano. E poco importa che nel corso delle generazioni, tra un’esondazione del torrente Foenna e l’altra, il campo di battaglia sia mutato in un rettangolo diviso in due da una rete e che i senesi da vinti siano magicamente mutati in vincitori.
Sinalunga, per l’appunto, è un minuscolo comune della Valdichiana in provincia di Siena. Situato a mezza via tra Firenze e Roma ad una manciata di chilometri dall’Umbria, vi risiedono poco più di dodicimila anime dedite oggigiorno più all’artigianato e alla piccola industria che a quell’agricoltura che per secoli ne ha costituito la principale risorsa produttiva. Celebre per l’allevamento della razza chianina, il pan lavato sulle tavole imbandite e, già che ci siamo, per aver dato i natali a Rosy Bindi, Sinalunga grazie ad un gruppo di formidabili ragazzi si è ora regalata un meritato surplus di visibilità, ritagliandosi il proprio spazio in quel mondo del tennis per solito poco incline alle nuove frequentazioni. Un melting pot vincente composto da argentini, polacchi e sinalunghesi doc che contempla, come ogni team che si rispetti, gregari e finisseur. Alla seconda categoria, che deve la propria esistenza solo alla solidità della prima, appartiene senza ombra di dubbio Luca, anzi Lucone, Vanni. Autore di un’annata eccelsa che lo ha visto irrompere tra i cento giocatori più forti del pianeta, il gigante buono di Foiano della Chiana, mostrando l’umiltà che da sempre lo contraddistingue, non ha mai avuto dubbi sulla genesi dei successi del circolo di casa: “Passione e amicizia. E naturalmente anche un po’ di talento, perché poi le partite bisogna vincerle!”. Testa, cuore e gambe, quindi, la ricetta per la gloria dell’enfant du pays dal servizio letale e l’espressione un po’ buffa. Indiscussa punta di diamante della formazione toscana con il dono dell’ubiquità: dai playground di mezzo mondo a quelli della Serie A1, più forte delle lancette, dei chilometri e della fatica. Tutto in una notte, e questa volta John Landis non c’entra affatto, per amore di una promessa fatta davanti ad un bicchiere di Chianti all’amico e Presidente Marzio Bernardini che, tra gentiluomini, vale molto più di qualsiasi contratto. Chapeau.
La favola di un Tennis Club nato giusto mezzo secolo fa e che può contare su meno di un centinaio di iscritti adulti, tre soli campi da gioco ed una passione grande come il mondo, regala il suo primo lieto fine nell’estate del 2014 grazie alla storica promozione in serie A1. Squadra che vince non si cambia. È quello che deve essersi ripetuto il Presidente, nella circostanza meno ingegnere e più padre di famiglia. E allora tutti confermatissimi gli alfieri del triplice salto mortale che dall’anonimato hanno saputo proiettare nella élite del tennis made in Italy una simpatica realtà in miniatura, capace di elevare a punto di forza gli intrinseci limiti economici e strutturali. Fare di necessità virtù, recita infatti un noto proverbio. Meglio se sospinti dal calore di un pubblico che non perde mai occasione per incoraggiare i propri beniamini e, aspetto non affatto trascurabile, con il sostegno di un’amministrazione cittadina attenta e partecipe.
Di Lucone Vanni, uomo solo al comando, si è già fatto cenno poc’anzi. Quel che ancora non si è detto è che, come spesso accade, dietro un grande uomo sta una grande donna. Citazione d’obbligo quindi per Francesca, ch’a nullo amato amar perdona, sempre pronta a portare serenità nella vita frenetica del John Isner sinalungano. Tuttavia in uno sport prettamente individuale ma per l’occasione di squadra, è utopistico pensare si possa vincere da soli. Anche se a guardare l’ultima edizione della Coppa Davis non si direbbe ma, come ha già avuto modo di argomentare su queste pagine il Direttore, quello è tutto un altro discorso. Ciò per dire che alle pendici del Monte Cetona, oltre a Luca che spero non me ne voglia, c’è molto di più: un gruppo forte e coeso, capace di farsi trovare pronto in ogni occasione. Poi, come dicono i Rokes, non sempre si può vincere, tuttavia in quanto ad impegno e sacrificio, il team non è secondo a nessuno. Agli encomiabili Tomas Tenconi, Dawid Olejniczak, Federico Polvani, Nahuel Fracassi, Giovanni Galuppo e Giacomo Grazi, che definirei gli “eroi della promozione”, in previsione di ben figurare in Serie A1 e di abbassare l’età media di una squadra un po’ vecchiotta è stato ingaggiato anche Pietro Licciardi, uno dei giovani di maggior prospettiva nel panorama azzurro. Perché, è notorio, che se arrivare in alto è difficile forse lo è ancor di più mantenersi in cima, quando tutti sono lì solo per vederti cadere. Senza dimenticare che al di là del net, questa volta, potrebbe decidere di imbracciare la racchetta anche un certo Fabio Fognini. Quel tizio lì, mezzo matto, che se gli gira batte tre volte Nadal in un anno.
Dire Serie A1, intanto, significa appartenere al gruppo dei migliori sedici circoli d’Italia. Suddivisi in quattro gironi da quattro squadre ciascuno, ci si sfida in un round robin con andata e ritorno, prima in casa e poi fuori. I migliori di ogni raggruppamento accedono alle semifinali; gli ultimi due classificati, invece, si giocano nei play off la sopravvivenza nella massima serie. Un estenuante tour de force concentrato nell’arco di tre mesi scarsi. Per la matricola Sinalunga gli avversari di questa prima emozionante avventura si chiamavano Tennis Club Genova 1893, Park Tennis Club Genova e Circolo Tennis Rovereto. Squadre che, manco a dirlo, possono vantare tutt’altra tipologia di storia, di circolo e di budget. Beh, chissenefrega! Vi ricordate infatti il motto del baffuto allenatore di cui sopra?
La prima volta non si scorda mai. Circoletto rosso, pertanto, intorno ad una data ben precisa sul calendario: domenica 11 ottobre 2015. É il fatidico giorno dell’esordio dei sinalunghesi nel gotha del tennis azzurro, roba da far tremare i polsi. Cuori deboli astenersi, please, che per i ragazzi di Bernardini c’è una salvezza tutta da conquistare. Chi allora meglio del Presidente stesso per raccontare,a bocce ferme, com’è andata a finire un’avventura umana e sportiva cominciata la bellezza di otto anni fa? Oltre, ovviamente, ad un sacco di altre interessantissime cose. Abusando di una disponibilità non comune, gli abbiamo fatto qualche domanda.

Circoli in vista
Presentato al Match Ball Firenze il Torneo Open di Pre-qualificazioni agli Internazionali d’Italia BNL 2023
Dal 18 marzo al 02 aprile, in palio dei posti per le pre-uqalificazioni agli Internazionali d’Italia. Obiettivo da record con oltre 700 partecipanti

Il Match Ball Firenze Country Club organizza dal 18 marzo al 02 aprile il torneo Open di pre qualificazioni Bnl d’Italia 2023 con montepremi di 25.610 euro valido come 45° edizione dei Campionati Toscani Assoluti.
Il circolo di Bagno a Ripoli ritorna ad essere il cuore pulsante del tennis toscano con la manifestazione clou a livello nazionale che permette di qualificarsi per le pre-qualificazioni degli Internazionali d’Italia. Si giocherà outdoor (all’aperto). I giocatori e le giocatrici potranno giocare sui campi limitrofi alla bellissima area verde del circolo fiorentino che potrà accogliere numerosi spettatori che potranno applaudire gli atleti in gara. Nel maschile favoriti il fiorentino Daniele Capecchi insieme al veneto Marco Speronello e al romagnolo Manuel Mazza, mentre al femminile saranno Viola Turini e l’esperta giocatrice trentina Angelica Moratelli.
“La storia del nostro circolo è quella dell’attività agonistica e sociale – spiega Leonardo Casamonti, vice presidente del Match Ball Firenze – grazie a mio padre Roberto siamo riusciti a mantenere la tradizione di una manifestazione che è il fiore all’occhiello della Toscana e assegna anche i titoli regionali assoluti a un evento che è unico nella nostra regione e che da la possibilità di qualificarsi per il Torneo del Foro Italico a due giocatori e due giocatrici nel singolare oltre ai vincitori del doppio maschile e femminile”.
“Bagno a Ripoli grazie al Match Ball Firenze diventa ancora una volta punto di interesse del mondo tennistico – spiegano il Sindaco Francesco Casini e l’assessore allo sport Enrico Minelli – il Torneo di pre qualificazioni Bnl Ibi 2023 porterà i migliori giocatori da tutta Italia nel nostro Comune a suggello di un’area che vive di sport”.
“La Toscana è ritenuta dalla FITP una delle regioni più importanti e capaci dal lato organizzativo – mette in luce Guido Turi consigliere nazionale della FITP – i numeri lo dimostrano e soprattutto ogni qualvolta la regione è stata chiamata in causa ha risposto sempre al massimo con eventi partecipati e di livello. Proprio il Challenger di Firenze svolto a ottobre 2022 è stato premiato come miglior manifestazione nazionale nei Supertennis Awards. Giocare al Match Ball Firenze per i tanti atleti sarà una bella festa”.
“Sono passati diversi anni ma ricordo ancora adesso la trasformazione di questo torneo da manifestazione regionale con assegnazione dei titoli toscani a torneo di pre qualificazione – dice Luigi Brunetti, presidente FITP della Toscana – una bella sfida che ancora una volta ha innalzato la qualità del torneo e soprattutto ha permesso di dare un sogno a tanti giocatori della nostra regione e non solo: giocare al Foro Italico”.
Presenti alla conferenza stampa anche Nicola Armentano delegato a Promozione sociale e Sport della Città Metropolitana, il vice presidente della FITP Toscana Romeo Tanganelli e la consigliera Raffaella Rebecchi.
Ufficio Comunicazione CRT
Circoli in vista
La nazionale di sci alpino degli Stati Uniti prepara i mondiali al Park Tennis Genova
Lo storico Circolo genovese protagonista di questo straordinario connubio tra sci e tennis

Calzoncini corti e sorrisi smaglianti. L’inverno genovese per loro è una primavera inoltrata. Prima la palestra e poi un po’ di scambi sotto rete. Le atlete della nazionale statunitense di sci alpino si stanno preparando così per i prossimi Mondiali di Courchevel/Meribel che si terranno in Francia, dal 6 al 19 febbraio.
Il Circolo Park Tennis Genova ospita da ieri Paula Moltzan, Nina O’Brien, Ava Sunshine e Katie Hensien con il loro capo allenatore Magnuss Andersson. Hanno scelto un posto sul mare che non fosse troppo distante dalla Francia dove potersi allenare a secco e ricaricare le batterie. E’ stato Matteo Guelfi, ortopedico genovese che da anni segue la nazionale italiana di sci, a consigliare al Team USA il Circolo del Presidente Federico Ceppellini. Preziosa, per tutti gli aspetti operativi, è stata la collaborazione di Federico Delfino, osteopata e preparatore atletico del Park Tennis.
E’ così che la nazionale a stelle e strisce è approdata in Liguria, accolta ieri pomeriggio dagli assessori allo sport Simona Ferro (Regione Liguria) e Alessandra Bianchi (Comune di Genova). Un bel momento di incontra tra le forti sciatrici americane e i giovani della scuola tennis. A fare gli onori di casa il vicepresidente del Park, Cristiano Carpaneto.
Paula arriva da Minneapolis, Nina da San Francisco, Ava dal Colorado e Katie da Washington. Hanno raccontato la loro storia, l’amore per lo sci iniziato a due o tre anni. Le prime gare all’età di cinque. E oggi la passione per questo sport professionistico che le porta per lunghi mesi lontane da casa ma con un forte senso di squadra.
“Siamo molto felici di essere qui a Genova – sorride Paula Moltzan – e la prima impressione è davvero straordinaria. Città bellissima, in molti suoi scorci. Abbiamo già potuto gustare focaccia e pesto. Con attenzione certo, ma bruciare calorie non è un problema per noi…”. Il programma di queste giornate genovesi sarà intenso. “Nei prossimi giorni andremo a Portofino – racconta Nina O’Brien – e poi abbiamo già preso nota dei posti più belli per le nostre foto: Boccadasse, la passeggiata di Nervi, Spianata Castelletto. Ci hanno detto di vedere i Palazzi dei Rolli e al Ducale la Mostra di Rubens. Proveremo a fare tutto. Questi giorni per noi sono ideali per scaricare dopo la gara del week end scorso in Repubblica Ceca e ricaricare le pile”.
Le quattro nazionali saranno impegnate nelle gare di slalom speciale e gigante. Prima di rimettere gli sci ai piedi hanno provato anche la racchetta sul campo, allenate per l’occasione da Pietro Ansaldo. “Hanno una reattività pazzesca – spiega il tennista gialloblù – e sono sicuro farebbero bene anche in questo sport. E’ stato divertente e penso anche utile distrarle un po’ e farle allenare su qualcosa di diverso dalla loro solita routine”.
Da Maribel è arrivato anche lo svedese Magnuss Andersson, tecnico della squadra americana. E’ passato dai -8° della località francese ai 15° di Genova, in una magnifica giornata di sole. “Questa per noi è primavera inoltrata – sorride – e siamo davvero felici di aver trovato questa bellissima soluzione. Siamo a poche ore di auto dalla sede dei Mondiali, ma possiamo scaricare la tensione dopo le settimane intense in Coppa del Mondo in un posto magnifico. Ringrazio il dott. Guelfi per il consiglio e il Park Tennis per la straordinaria ospitalità. Allenarci qui è magnifico. Le ragazze sono cariche e si stanno godendo questa piccola parentesi. Sono coccolate da tutti i soci e dallo staff del Circolo. E’ stato bello poter incontrare anche i ragazzi della scuola tennis e raccontare loro le nostre esperienze. Queste ragazze stanno per molti mesi lontano da casa e si crea nel gruppo una alchimia importante”.
Il tennis è piaciuto a tutte le quattro atlete della nazionale. A chi gli chiedeva quali sono i tennisti che amano di più la risposta è stata unanime: la loro connazionale Serena Williams e “King” Roger Federer. E sulla sfida con le azzurre dello sci: “La vostra Nazionale è fortissima – riconosce Ava Sunshine – e lo dimostra in ogni gara. Da Sofia Goggia a Federica Brignone, passando per Marta Bassino. E’ sempre durissima avere a che fare con loro e anche nei prossimi Mondiali saranno tra le favorite”.
Nella Nazionale femminile a stelle e strisce ci sarà anche una certa Mikaela Shiffrin che non è a Genova in quanto sta preparando i Mondiali con una tabella di marcia differente, supportata dal proprio team, alla luce delle gare che farà, non solo Speciale e Gigante ma anche SuperG e Discesa libera. “Cercheremo di fare del nostro meglio – racconta ai ragazzi Katie Hensien – e come sempre ci prepareremo con la massima attenzione e impegno. Cosa penso al cancelletto di partenza? Respiri lunghi, via lo stress e massima concentrazione. Quanto conta la testa? Tantissimo. Quando inizi la carriera e sei giovane la parte atletica conta moltissimo, poi però ti accorgi che la testa fa la differenza”.
Arrivano da montagne diverse, tra cui la “mitica” Aspen in Colorado. Le loro piste preferite in Italia? Cortina e Plan des Corones. “Grazie Genova per l’ospitalità – chiude Paula Moltzan, la più forte del gruppo – e grazie Park per l’affetto. Porteremo un po’ di gialloblu ai Mondiali, sapendo che da oggi avremo un po’ di tifosi anche in Italia”.
Circoli in vista
Pietro Romeo Scomparin e il successo nei tornei Open: “In due anni punto a fare il salto” [ESCLUSIVA]
Il 21enne veneto ha vinto l’Open Rodeo di Mirano e sta preparando la stagione del suo decollo. “Mi piace sciare ma non sono bravo come Sinner”

Nel penultimo week-end di gennaio a Mirano è andata in scena la sesta edizione del ‘Rodeo Aquarius FITP’ riservato ai seconda categoria, primo appuntamento dell’anno nel club Miranese, con più di 40 partecipanti provenienti da svariate regioni d’Italia. L’ha spuntata il vicentino Pietro Romeo Scomparin che in finale ha avuto la meglio su un ottimo Riccardo Parravicini, classificato 2.6 e tesserato per il TC Padova. Il tennista veneziano infatti ha dato parecchio filo da torcere al più titolato avversario (classificato 2.2), arrivando anche ad avere un set point nel primo set. Lo avesse messo a segno forse il match avrebbe raccontato una storia diversa, ma il 21enne Scomparin, tesserato per il Tennis Villafranca, è riuscito a salvarsi e a rimettere la partita sui giusti binari fino a concludere col punteggio di 5-4(3) 4-1.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il vincitore per avere un suo commento.
Buongiorno Pietro, disturbiamo?
Assolutamente no, oggi sono stato a sciare ad Asiago con mio padre e mio fratello e adesso stiamo tornando a casa. Lo sci mi piace moltissimo, tanto che da piccolo facevo le gare.
Un emulo di Sinner dunque?
No, no (ride, ndr), non ero così forte come lui. Diciamo che me la cavavo.
Come te la cavi anche con la racchetta in mano. Nella tua zona fai letteralmente man bassa di Open.
Sì (ride, ndr), effettivamente ne vinco abbastanza. L’anno scorso ho vinto quattro tornei e pure questa stagione è iniziata nel migliore dei modi con la vittoria a Mirano. Anche se qui purtroppo come testa di serie n.1 ho disputato solo una partita mentre avrei bisogno di giocare molto di più per preparare le prossime trasferte.
C’era un premio in denaro?
No, gli unici benefit sono stati che non ho pagato l’iscrizione e che alla fine mi hanno regalato del materiale del Circolo.
Parlavi delle tue prossime trasferte.
In febbraio sarò ad Antalya (Turchia), in marzo invece in Croazia e ad aprile a Palmanova (Spagna).
Riprendi dunque l’esperienza nei tornei Futures che avevi cominciato nel 2022 quando hai giocato 30 partite (con 19 vittorie), raggiungendo tre volte il tabellone principale. Poi ti sei fermato, come mai?
Sì, nei primi mesi ho avuto un buon rendimento, conquistando anche il mio primo punto ATP al Cairo. Poi ho interrotto perché ho cambiato allenatore e mi sono trasferito al Tennis Villafranca. Poi ho anche studiato disperatamente inglese perché mi erano arrivate un paio di proposte di borsa di studio dai College USA. Solo che era richiesto un livello linguistico C1 (il secondo più alto dopo il C2, ndr) e io sono riuscito ad ottenere solo un B2. Così non sono andato (ride, ndr).
Hai detto che ti sei trasferito a Villafranca. Con chi ti alleni?
Con Marco Speronello che come vincitore di Open avrebbe parecchie cose da insegnarmi (ride, ndr).
Con il Villafranca giochi la B2?
Quest’anno non più perché farò la B1 con Schio e probabilmente la prossima stagione giocherò in A2 con Bassano.
La tua superficie preferita?
La terra, però adesso mi sto allenando parecchio sul veloce a Treviso perché il primo torneo sarà a Ortisei per le pre-qualificazioni BNL e lì non solo il superficie è molto rapida ma saremo anche in quota.
Sempre sulle orme di Sinner. A proposito di giocatori forti hai mai giocato con qualcuno di loro?
Con Sinner cinque anni fa ci palleggiai in Grecia quando lui stava iniziando a fare i primi ITF.
E con gli altri ragazzi della cosiddetta new wave italiana?
Non è che tennisticamente li conosca tanto bene perché da piccolo non ero forte come loro. Tanto per dire a 16 anni ero ancora terza categoria. Ho giusto incrociato Bellucci all’Open di Trissino un anno e mezzo fa quando lui vinse battendo in finale Speronello (da cui io persi in semifinale) che era sopra 6-4 4-1 e poi finì per perdere 7-6 al terzo.
Adesso non stanno attraversando un momento particolarmente brillante.
Ci sta perché nel tennis non è facile tenere costantemente un livello alto. Poi ci sono vari fattori che possono influire: infortuni, cambio di allenatore, la famiglia. Quindi non è mai un processo rettilineo.
Tu comunque li vedi tutti in top 100?
Certamente, hanno tutti il livello per ottenere quei risultati.
E tu invece che ambizioni hai?
Per quest’anno mi piacerebbe arrivare al n.600 ATP. L’anno prossimo magari arrivare a 300/400 per poi fare il salto.
Parliamo anche di un eventuale piano B. La scuola?
Ho fatto il Liceo Scientifico Scienze Applicate, i primi quattro anni frequentando e l’ultimo online perché viaggiando non ci riuscivo più.
Grazie Pietro, speriamo tu ci dia occasione di scrivere ancora di te.
Farò il possibile (ride, ndr) e intanto grazie per l’interesse.