Edberg: "Tante proposte invitanti dopo Federer, ma non sono pronto"

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Edberg: “Tante proposte invitanti dopo Federer, ma non sono pronto”

L’iniziatore della rinascita “federeriana” non vuole rituffarsi nel mondo del tennis, nonostante le numerose proposte ricevute dopo la parentesi sulla panchina dello svizzero

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Non esiste bacchetta magica nello sport. E proprio il “mago del tennis”, Roger Federer, ce lo sta confermando in questo periodo, in cui ha completato il processo d’evoluzione del suo gioco, probabilmente l’ultimo della sua carriera. Colui che ha dato il via al cambiamento, nell’ormai lontano 2014, è stato Stefan Edberg, il penultimo coach a sedere nel prestigioso e ambito box dello svizzero. Il sei volte campione Slam è tornato di recente a parlare del suo ex-allievo: “In quel tempo aveva bisogno di un nuovo impulso o forse di una figura che lo preparasse per le sue sfide. Sono sempre i dettagli a fare la differenza assieme alla motivazione e alla salute. Abbiamo vissuto un’intensa ed entusiasmante collaborazione”.

Vuoi perché Roger a fine 2013 doveva necessariamente svoltare, vuoi per il loro carattere simile – pacato e gentile – il sodalizio dell’eleganza si rivelò vincente e fin da subito si manifestarono i caratteri del Federer 2.0: “Roger è baciato da un talento incredibile, ma sa più di chiunque altro che ha bisogno di reinventare di continuo il suo gioco se vuole ottenere sempre il massimo.” In quel biennio fu necessario il miglior Djokovic per negare uno Slam al basilese, che nonostante i continui miglioramenti (soprattutto nel gioco offensivo, vedi S.A.B.R.) non diede l’idea di poter scalfire il dominio del serbo e restò a secco di titoli Major fino all’Australian Open 2017. È stato poi Ljubicic a lavorare su ciò che sembrava mancare nelle annate ’14 e ’15: l’equilibrio tra fase difensiva e offensiva.

La separazione con il campione svedese avvenne nel 2015. Fu una conclusione che vedeva d’accordo entrambi, in linea con le idee di Roger, sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Ma le fondamenta che riuscì a piantare, di cui in questi anni si denota la robustezza, e la qualità del lavoro svolto con un atleta di così grande fama si sono rivelati indizi importanti per chi sta nell’universo del tennis professionistico: “Dopo la fine del rapporto con Roger, il mio telefono ha squillato molto spesso e ho sentito tanti progetti interessanti” ha detto Stefan. “Ma non ero pronto per sacrificarmi ancora così tanto per il tennis. Ha poi approfondito ancora di più questo discorso: “Ho viaggiato per tutti questi anni, ora ho iniziato una nuova fase della mia vita. Faccio sport, lavoro nel mondo finanziario e passo tanto tempo con la mia famiglia. Sono una persona felice”.

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