Senza wild card Fognini sarebbe da solo a Roma. Ma Binaghi è sereno

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Senza wild card Fognini sarebbe da solo a Roma. Ma Binaghi è sereno

Un solo italiano direttamente in tabellone quest’anno agli Internazionali d’Italia. Il presidente federale risponde rivendicando un lavoro di quantità: “La nostra politica sui giovani ci darà soddisfazioni”

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Si chiamano Internazionali d’Italia, ma delle due componenti è la seconda a latitare. Per la prima volta in 75 anni di storia sarà soltanto uno l’azzurro “per diritto” ai blocchi di partenza del torneo del Foro, Fabio Fognini, che sul centrale romano appena un anno fa sconfisse l’allora numero 1 ATP Andy Murray in una notte indimenticabile. Per tre edizioni dal 1974 ad oggi l’Italia non ha avuto un rappresentante maschile in tabellone, e in quattro occasioni negli ultimi 15 anni ce n’è stato appena uno, ma in quelle circostanze un periodo florido del tennis femminile contribuì sempre con almeno due atlete.

La situazione attuale del movimento riflessa dagli Internazionali scende ancora di un tono sulla scala dei grigi quando si nota che tra le cinque wild card annunciate, che dovrebbero proporre più bandierine tricolore nei due main draw, soltanto uno dei nomi ha meno di trent’anni. Si tratta di Matteo Berrettini, classe 1996, davvero un ragazzino in mezzo ad Andreas Seppi (34), Paolo Lorenzi (36), Sara Errani (31 all’inizio del torneo) e Roberta Vinci (35, all’ultimo ballo).

Il dato di quest’anno appare allarmante, eppure riflette quella che sembra essere una consuetudine ben consolidata: gli inviti vanno ai “nomi” che, per una ragione o per l’altra, non sono riusciti a entrare nel cutoff, mentre ai giovani restano qualificazioni e pre-qualificazioni (tanto che questi ultimi raramente si aspettano di venire anche soltanto considerati per il tabellone principale).

Preoccupato dalle prospettive del tennis dello Stivale, ho direttamente interrogato il presidente della Federtennis Angelo Binaghi a margine della conferenza stampa di presentazione del torneo. La risposta del massimo vertice FIT ha lasciato trasparire una sua personale serenità: “Io ho parlato dei dati e dei numeri del tennis italiano riferiti agli aspetti quantitativi. Dal 2003 il tennis italiano cresce in maniera forte, e grazie a questa crescita il tennis è diventato il quarto sport più praticato in italia e il primo a livello individuale”.

“Abbiamo avuto tanti successi nel settore femminile quanti non ce ne erano mai stati nella storia. Mentre il processo quantitativo è un percorso che ha un legame diretto con le nostre attività, il percorso in termini di risultati agonistici lo è meno. Ciononostante nel settore maschile crediamo che la politica del nostro consiglio federale nei confronti dei giovani – siamo una delle nazioni che investe di più nel settore giovanile, abbiamo operato dei raffronti con altre nazioni, una su tutte la Spagna – ci darà in futuro grandi soddisfazioni, appena si darà ai giocatori la possibilità di maturare“. Speriamo…

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