Djokovic cancella Dimitrov dal Queen's. Kyrgios vince 'bizzarro'

ATP

Djokovic cancella Dimitrov dal Queen’s. Kyrgios vince ‘bizzarro’

Un’ora e cinque game persi per il serbo, a un passo dal suo tennis su erba migliore. Con il tabellone che rimane, lo sguardo è già alla finale. Kyrgios gioca con Edmund, gli highlights e la pazienza dei media, e batte tutti e tre

Pubblicato

il

 

da Londra

Bel match of the day, è lo sbuffo a caldo di chi neppure si era seduto sul seggiolino del Queen’s Club e può già rialzarsi perché è tutto finito. La sfida tra Novak Djokovic e Grigor Dimitrov, la prima post-infortunio del primo e post-fioritura del secondo, si è risolta in un’ora e quell’ora ha avuto un solo padrone, serbo. Nel 6-4 6-1 c’è tanto del Djokovic su erba che ha saputo strappare il dominio di Wimbledon a Federer: il ritmo, la capacità di far giocare “scomodo” l’avversario, il contrattacco sempre ficcante, la gran copertura del campo, la quantità quasi sempre massima di direzioni possibili in cui far andare la palla, la costanza di rendimento in tutti i punti. A voler mancare di compassione, viene da pensare che il tennista un tempo condannato all’etichetta di Baby-Roger non avesse troppe possibilità di uscire vincitore dalla sfida (ora sono sette le sconfitte di Dimitrov contro Nole, a fronte di una sola vittoria su terra ormai datata).

A rileggere le parole di Djokovic dopo la sconfitta contro Marco Cecchinato al Roland Garros, viene quasi da sorridere. Non sapeva se avrebbe giocato su erba, annunciava furente alla stampa pigiata nella ormai demolita Room 2 di Porte d’Auteuil, dalla quale si era rifiutato di spostarsi. Dimitrov, la cui sicurezza da testa di serie numero 2 è stata vanificata dalla wild card che l’organizzazione dei Fever-Tree Championships ha elargito all’ex numero uno, avrebbe probabilmente preferito quella soluzione. I tentativi del bulgaro di giocarsela “da erba”, piazzando gli ace e scendendo a rete, non sono serviti quasi a nulla: la palla è tornata indietro spesso, pericolosa, e il primo a sbagliare è quasi sempre stato lui. Ne è stata la dimostrazione il servizio smarrito al termine di un primo set dentro i binari, in cui Djokovic faticava a rimanere in piedi su un terreno di gioco già non più perfetto dopo quattro giorni di gioco intenso.

Contro i top five della classifica, contro i quali il successo gli mancava dalla finale di Doha del 2017 in cui batté Murray, Djokovic sa ancora cosa fare per vincere (basti pensare che è avanti negli scontri diretti sia con Federer che con Nadal). Intanto però sa che se vuole tornare in quel ristretto numero d’élite deve giocarsela al massimo con tutti, nessuno escluso. Anche con Adrian Mannarino, suo avversario per un quarto di finale sulla carta scontato per tutti ma non per lui, che prima ha mandato coach Marian Vajda e poi si è presentato di persona a studiare il francese nel derby sul Centre Court contro Julien Benneteau. “Negli ultimi tre, quattro mesi non ho avuto quella costanza nel mio gioco che mi aiuta a mettere insieme le cose nella mia mente” ha detto Djokovic dopo il successo, “perciò tratterò anche il prossimo match come se dovessi affrontare uno dei migliori giocatori al mondo”. Potrebbe essere quello della vittoria numero 800 nel tour.

Nick Kyrgios 1 – Queen’s 2018 (© Alberto Pezzali per Ubitennis)

KYRGIOS SCHERZA. TROPPO? – Dopo aver eliminato il rientrante Andy Murray, giocando per sua stessa ammissione quasi con i sensi di colpa, Kyrgios si permette il lusso di scherzare anche Kyle Edmund al suo primo torneo in patria da numero uno nazionale. Il punteggio finale, con due 7-6 e un ultimo set deciso dall’unico break dell’incontro, non rende l’idea della situazione vista in campo, assai meno equilibrata: Kyrgios ha passeggiato, in certi casi letteralmente, e l’unica ragione per cui la partita più che complicarsi si è semplicemente allungata, superando di poco le due ore, è stata proprio la sua pigrizia. Per la prima ora e mezza, ogni volta che l’australiano è andato alla battuta non ha fatto vedere la palla a Edmund (32 gli ace messi a segno, che frutteranno una bella donazione grazie al programma Aces From The Heart). Il problema è che nei turni di risposta Kyrgios giocherellava, forse un po’ troppo.

“Il suo atteggiamento non mi ha distratto” è stata la risposta di Edmund, a scansare ogni scusa. “Me lo aspettavo, quello che per gli altri è assurdo per lui è normale” ha detto senza malizia. Sempre costretto a inseguire, tenuto a distanza da 32 ace che grazie al programma Aces From The Heart si trasformeranno in una sostanziosa donazione in beneficienza, il ragazzo nato a Johannesburg ha salvato qualche palla break e alla fine un paio di regali di Kyrgios gli ha anche consegnato il secondo parziale in extremis. Era evidente però che la sua concentrazione estrema, necessaria a rimanere al passo di chi macinava i suoi stessi game con la verve di uno che sciabatta per casa, non potesse durare in eterno. E infatti alla fine è capitolato, per colpa di pochi, cruciali errori. “Ho perso per un margine minimo” è la valutazione finale dello sconfitto, “se avessi vinto avrei senza dubbio pensato che sono migliorato ancora”.

A proposito di migliorarsi, c’è chi invece non sembra cambiare mai. Kyrgios ha un atteggiamento che può far storcere il naso – in conferenza stampa gli hanno fatto notare che la BBC è stata costretta a scusarsi per alcune sue paroline involontariamente catturate dai microfoni, e lui ha risposto al giornalista: “Ma perché, tu non le dici mai?” – ma la pazienza nei suoi confronti viene quasi sempre ripagata. Come? Con qualche colpo che soltanto lui è in grado anche solo di immaginare, come il pallonetto con tweener – ovviamente vincente – che ha scavalcato Edmund a rete e ha consegnato qualche altro secondo di follia al già strapieno archivio di YouTube. Tanto bello da lasciare il pubblico interdetto su chi applaudire, tra lui e il coetaneo. Il campo ha scelto il ribelle Nick, fuori casa e qualche piazza indietro nel ranking: sfiderà lui Feliciano Lopez, oggi a riposo grazie al forfait di Raonic.

Risultati:

N. Kyrgios b. [7] K. Edmund 7-6(3) 6-7(5) 6-3
[WC] N. Djokovic b. [2] G. Dimitrov 6-4 6-1
A. Mannarino b. [Q] J. Benneteau 7-6(4) 6-3

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement