Cade Pliskova: fuori le prime 10 a Wimbledon. Serena non sbaglia

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Cade Pliskova: fuori le prime 10 a Wimbledon. Serena non sbaglia

LONDRA – Bertens coglie un’altra vittoria di prestigio dopo quella contro Venus. Kerber (11) tds più alta in gara. 13esimo quarto a Wimbledon per Williams. OK Osta e Dasha

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Scherzi dal ranking, che dopo l’assegnazione delle teste di serie ha subito un altro aggiornamento permettendo a Kerber di entrare tra le prime 10, nonostante l’undicesimo posto nel seeding londinese. È per questo che dopo l’eliminazione di Karolina Pliskova (7) per mano di Kiki Bertens, se Kerber è l’unica top 10 ancora in gioco, nelle caselle delle prime dieci teste di serie non si trovano che nomi barrati.

FLOP KARO – Era l’ultima tra le dieci regine del seeding, Karolina Pliskova. Era, appunto, perché anche il suo Wimbledon è finito in anticipo. La ceca si è spinta fino alla seconda settimana, ma il Manic Monday le è stato fatale: sul campo 2 Kiki Bertens la ha battuta in due set, il secondo dei quali al tie-break, e ha scoperchiato definitivamente la metà superiore del tabellone per una finalista inattesa. Quasi coetanee, le due promettevano un ottavo di finale interessante. L’olandese è però partita meglio, entrando bene negli scambi con il rovescio e a poco a poco ha iniziato a spingere anche col dritto; i suoi momenti di défaillance sono apparsi estemporanei quanto i vincenti di Pliskova, lontana dal campo e a tratti un po’ pigra nella ricerca della palla. Il vantaggio di Bertens, allenata dall’ex pro Raemon Sluiter, non è mai stato ampio ma mai neppure in grossa discussione. Anzi, nonostante le otto palle break non convertite dalla sua avversaria, il punteggio avrebbe potuto essere addirittura più severo se, una volta andata in vantaggio, Kiki non avesse rallentato concedendosi un game di battuta sottotono in entrambi i parziali.

Kiki Bertens – Wimbledon 2018 (foto via Twitter, @Wimbledon)

Specialista della terra battuta, nelle ultime settimane Bertens si sta scoprendo in grado di fare bene anche su erba. Il primo quarto di finale a Wimbledon, contro una tra Julia Goerges e Donna Vekic, potrebbe essere persino buono per ritoccare il best ranking di numero 15 raggiunto in maggio. Il terzo turno di quest’anno diventa comunque il miglior risultato ai Championships anche per Pliskova – strano, considerato che i suoi punti di forza sono il servizio e il dritto piatto d’attacco. Si tratta però di un “improvement” misero, che non può lasciare soddisfatta una delle ultime ex numero uno senza titoli Slam. Ora che tante colleghe si stanno liberando della maledizione, a Flushing Meadows per lei sarà d’obbligo riprovarci.

a cura di Raoul Ruberti

IL CARISMA DELLA REGINA – Non importa se non è ancora al massimo fisicamente, se gli spostamenti devono migliorare, se è rimasto qualche chilo di troppo: il solo fatto di vedere dall’altra parte della rete Serena Williams è di per sé un ostacolo emotivo e psicologico non da poco. Per una ragazza proveniente dalle qualificazioni come la brava Evgeniya Rodina, che non è giovanissima (29 anni, 120 WTA) ma in un centrale prestigioso come quello di Wimbledon non ha mai messo piede in vita sua, la situazione è dura da gestire. E si traduce in un 3-0 in avvio per Serena, con break al secondo game. La 23 volte campionessa Slam (7 i Championships conquistati) se non viene costretta al terzo passo laterale è sempre devastante con i fondamentali, picchia bene il servizio, in particolare sull’erba sta dimostrando di poter essere una cliente difficilissima per tutte. Ma Evgeniya è una che ha carattere, ci prova, corre e cerca di trovare angoli, sotto 4-2 ha anche una palla break. La reazione di Williams è tirare quattro manate delle sue, salire 5-2, e poi brekkare l’avversaria per la seconda volta. Il doppio fallo con cui Rodina consegna, in mezz’ora esatta, il 6-2 alla statunitense, è sintomatico di quanto sia difficile per affrontare questo match; gli spettatori provano a incoraggiarla, ma il senso di inadeguatezza che esprime anche con il linguaggio del corpo è chiaro.

Serena Williams – Wimbledon 2018 (foto Roberto Dell’Olivo)

Dispiace per Evgeniya, che non solo sta perdendo, ma non si sta nemmeno godendo un’esperienza unica in carriera. Stesso identico andamento all’inizio del secondo set: 3-0 Serena con un break. Si vede che Rodina l’idea di spostare l’avversaria ce l’ha, ma quando la palla dell’altra va a 30 all’ora più della tua, non è mica facile manovrare. Se poi le poche incertezze, o situazioni di punteggio potenzialmente delicate, Williams le risolve con il servizio, mettendo giù ace e vincenti quando necessario, starle dietro è un’impresa. Ma nel quinto game, grazie a un paio di belle accelerazioni, e un super-passante, Evgeniya arriva alla seconda palla break della sua partita, e la trasforma con una bella risposta di dritto. Il che le costa la reazione di Serena, che a furia di gran botte si riprende il break, sale 5-2 e chiude costringendo all’errore Rodina con l’ennesimo bel rovescio spinto in diagonale. La giocatrice, dal punto di vista atletico, non è ancora tornata quella di una volta, ma la personalità e l’attitudine vincente di una campionessa simile non è minimamente in discussione. La speranza, per noi, è che la nostra Giorgi la sappia affrontare nel modo giusto. Perché no, in fondo se c’è una in grado di fregarsene di chi ha di là, questa è Camila.

a cura del nostro inviato a Londra, Luca Baldissera

JELENA, CHIUSURA CON BAGEL – Mai giudicare un libro dalla copertina, mai farsi idee su una partita di tennis troppo presto. È questo l’insegnamento della vittoria di Jelena Ostapenko, che è valso alla tennista lettone il secondo quarto di finale consecutivo ai Championships. A farne le spese è stata l’esordiente Aljaksandra Sasnovich, al primo ottavo Slam in carriera, che aveva cominciato l’incontro col piglio di chi sa esattamente come evitare che l’avversaria, più potente e strutturata, riuscisse a prendere il comando degli scambi. Esecuzioni in contropiede, tagli, rovesci rapidi e con angolo stretto. L’inizio di Ostapenko è stato conseguentemente disastroso (sei non forzati nei primi tre game), e il break condito da doppio fallo che aveva mandato Sasnovich a servire sul 5-2 profumava già di secondo set. È bastato distrarsi un attimo per ritrovare invece Ostapenko concentrata in risposta e capace di ricucire lo strappo fino alla conquista del tie-break. Qui la personalità di Jelena ha fatto la differenza, oltre a un dritto lungolinea che ha spezzato le reni della bielorussa.

Nel secondo set Sasnovich ha sostanzialmente marcando visita, metà distratta dai rimpianti di un primo set praticamente vinto e metà messa all’angolo dalle esecuzioni di Ostapenko, mai troppo apprezzabili esteticamente ma sempre terribilmente efficaci. Il 6-0 finale non fa onore al tennis che potenzialmente Sasnovich è in grado di esprimere, quello con il quale ha schienato Kvitova al primo turno e messo in ambasce Ostapenko per sette game. Ma in questo sport funziona così, le potenzialità contano fino a un certo punto e le vittorie sono di chi se le prende.

Jelena Ostapenko – Wimbledon 2018 (foto Roberto Dell’Olivo)

Saluta Wimbledon anche Su-Wei Hsieh, l’impallinatrice di Halep, al termine di un altro match che ha cambiato volto sul finire del primo parziale. Dominika Cibulkova stava prevedibilmente arrancando dietro al tennis imprevedibile della taiwanese, ma si era tenuta in scia nel corso dei primi otto game conditi da altrettanti break. Sul 5-4, dopo il primo gioco favorevole ai servizi che in questo strano contesto ha finito per valere come un break, un episodio molto controverso ha cambiato l’inerzia dell’incontro. Cibulkova colpisce nei pressi della riga, Hsieh rimanda di là: l’arbitro giudica erroneamente out il colpo della slovacca e quando il falco la sbugiarda assegna il punto a Cibulkova, tra lo stupore generale e le proteste di Hsieh che riesce a ottenere giustizia dopo l’approdo del supervisor ma finisce per perdere ugualmente il set e spegnersi progressivamente nel secondo. Ai quarti sarà quindi Cibulkova-Ostapenko, entrambe giocheranno per la prima semifinale a Wimbledon. I precedenti dicono 2-0 Cibulkova.

a cura di Alessandro Stella

KERBER TIENE DURO – Dopo l’ecatombe di tutte le prime dieci teste di serie (l’ultima rimasta, la numero 10 Karolina Pliskova, ha ceduto a Bertens), Angelique Kerber guida il battaglione delle ragazze in cerca di gloria a Church Road. Prova di autorità ed esperienza da parte della tedesca, che in un match fatto di alti e bassi soprattutto nel secondo set, alla fine supera una battagliera Belinda Bencic per 6-3 7-6(5) in 1 ora e 48 minuti. Da notare che nei loro tre precedenti incontri, era stata sempre l’elvetica a prevalere su Kerber, che adesso ai quarti di finale sfiderà Kasatkina.

Nel quarto incontro tra le due Kerber parte decisa ed estremamente propositiva. La situazione si sblocca sul 3-3: Angelique martella Bencic mantenendo il controllo, Belinda invece cerca di verticalizzare il gioco e di sorprendere l’avversaria con maggiori discese a rete. Tuttavia la 21enne elvetica è più imprecisa mentre l’ex n. 1 del mondo riesce a produrre un gioco più ordinato, che dopo 42 minuti le consente di chiudere il primo set 6-3. Per lei 39 punti vinti tra cui 16 vincenti. Belinda commette 15 gratuiti contro i 9 della tedesca. Kerber continua a martellare l’avversaria con il dritto, tant’è che sull’1-1 del secondo parziale ha messo già a segno in tutto 15 dritti vincenti. Le due mantengono l’equilibrio fino al 4-4, quando Belinda complica la vita alla due volte campionessa Slam, infliggendole il break sul 4-4 e procurandosi ben due set point. Il primo viene annullato con un incrociato di rovescio profondissimo di Kerber, il secondo viene mancato dalla svizzera con un gratuito. Ce n’è un terzo. Ma, ancora una volta, Kerber prende coraggio e si salva. Belinda continua a cercare il vantaggio, e con l’ennesima avanzata a rete chiude con un bell’incrociato di rovescio. Ma non ne approfitta, gettando alle ortiche con un doppio fallo l’ennesima palla del set. Niente da fare per lei.

Nervosa e impaziente, Bencic soccombe alla stizza e Kerber, zitta zitta e più concreta, non solo pareggia i conti sul 5-5, ma passa a condurre 6-5, nell’incredulità dell’avversaria. Ora è Kerber a salire in cattedra procurandosi a sua volta un matchpoint, prontamente annullato da Bencic con uno schiaffo di dritto. Si va al tie-break. Ma Kerber, quando conta, è ancora più concreta, tant’è che sale rapidamente 4-1. Bencic è molto brava ad annullare il gap e la raggiunge sul 4-4 e poi sul 5-5. Ma ora, con un altro errore di Belinda, c’è un’altra palla del match per la campionessa tedesca. È quella buona. Angelique Kerber chiude un incontro complicatosi nel secondo parziale e diventa così la testa di serie più alta rimasta in tabellone, dopo la caduta della n. 10 Karolina Pliskova. Ora incrocerà la racchetta con Daria Kasatkina, vittoriosa su Van Uytvank. “Belinda è una grande avversaria” dice Angelique dopo il match. “Nel secondo set ci sono stati molti alti e bassi e sono contenta del mio tennis nei momenti importanti. È stato un match duro, lei ha giocato molto bene nelle ultime due settimane”. La testa di serie più alta ora? “Non ci penso. Cerco di restare concentrata sul mio gioco e sul prossimo match”.

a cura della nostra inviata a Londra, Laura Guidobaldi

PRIMO QUARTO SLAM PER GOERGES, SECONDO CONSECUTIVO PER DASHA – Tutto secondo pronostico nelle altre due partite degli ottavi di finale del tabellone femminile. Ma mentre per la testa di serie numero 13 Julia Goerges, che ha avuto ragione in due set di Donna Vekic, è filato tutto liscio, per la 14esima favorita del seeding Daria Kasatkina il percorso è stato decisamente più complicato, visto che ha avuto bisogno di tre set per avere ragione della belga Alison Van Uytvanck. Dicevamo di Goerges (che raggiunge i quarti di finale di uno Slam per la prima volta in carriera): si è vista una partita intelligente da parte della tedesca, che ha cercato di tenere sempre l’iniziativa del gioco, spostando l’avversaria e cercando appena possibile di chiudere il punto utilizzando il diritto a sventaglio. Vekic non è riuscita ad opporsi in maniera efficace, colpa anche di un rendimento al servizio non ottimale. Se per Goerges quella di domani sarà la sua prima apparizione in carriera a livello Slam, per Kasatkina si tratterà della seconda consecutiva, dopo la sconfitta subita a Parigi contro Sloane Stephens. Bella vittoria di Dasha contro la belga Van Uytvanck, che aveva eliminato a sorpresa la campionessa in carica Garbine Muguruza e la testa di serie n.28 Kontaveit nei turni precedenti. Alison, sull’onda dell’entusiasmo, è partita mettendo in difficoltà la giocatrice russa con continue variazioni e attacchi in controtempo, ai quali Kasatkina non è riuscita ad opporsi efficacemente, andando spesso fuori misura con i passanti. La belga si è aggiudicata il primo set grazie a un tiebreak giocato punto punto e chiuso per 8-6. Nel secondo set Kasatkina si è trovata sull’orlo del precipizio dopo aver perso il servizio nel terzo gioco, prima di trovare il bandolo della matassa e recuperare subito il break, cominciando a passare con regolarità la sua avversaria quando si presentava a rete. Da lì alla conquista del set la strada è stata breve. Altrettanto rapida è stata la conclusione del terzo parziale, complice anche un evidente calo fisico della giocatrice belga.

ha collaborato Andrea Franchino

Risultati:

D. Cibulkova b. S-W. Hsieh 6-4 6-1
[12] J. Ostapenko b. A. Sasnovich 7-6(4) 6-0
[11] A. Kerber b. B. Bencic 6-3 7-6(5)
[20] K. Bertens b. [7] Ka. Pliskova 6-3 7-6(1)
[13] J. Goerges b. D. Vekic 6-3 6-2
[14] D. Kasatkina b. A. Van Uytvanck 6-7(6) 6-3 6-2
C. Giorgi b. E. Makarova 6-3 6-4
[25] S. Williams b. [Q] E. Rodina 6-2 6-2

Il tabellone femminile

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