Wimbledon: Djokovic onora il centrale, la semifinale è sua

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Wimbledon: Djokovic onora il centrale, la semifinale è sua

LONDRA – Prova di forza del serbo contro Nishikori: perde un set, ma ritrova tennis e rabbia agonistica. Ottava semifinale a Wimbledon: incontrerà Nadal

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[12] N. Djokovic b. [24] K. Nishikori 6-3 3-6 6-2 6-2 (da Londra, la nostra inviata)

Non ce la fa Kei Nishikori a interrompere la striscia di 12 insuccessi contro Novak Djokovic. Il serbo sembra davvero ritrovare i meccanismi infernali che lo hanno reso uno dei tennisti più ostici degli ultimi anni e, sul Centre Court di Wimbledon, dove ha sollevato il trofeo per ben tre volte, oggi infligge l’ennesima sconfitta al giapponese. Salgono a 14 (16 se si considerano i ritiri di Kei) le vittorie di Novak su Nishikori. I due tennisti hanno schemi molto simili ma, quando Djokovic è ai suoi migliori livelli, lo domina quasi sempre imponendogli un ritmo e una profondità superiori. Il serbo raggiunge la sua ottava semifinale a Wimbledon (eguaglia John McEnroe e Pete Sampras, quarti a pari merito nella classifica dei tennisti con più semifinali a Wimbledon dell’Era Open); è la semifinale n. 32 in un major, secondo solo a Roger Federer fermo (per ora) a 43. Ma è soltanto la seconda della stagione, dopo quella disputata a Roma. Si tratta inoltre della 63esima partita vinta ai Championships e della vittoria n. 806 nel circuito.

Ora tutti si aspettano la grande sfida con Rafa Nadal (sarebbe la 52esima, con Djokovic in vantaggio 26 a 25) qualora lo spagnolo dovesse imporsi su Juan Martin Del Potro. In entrambi i casi Nole ritroverebbe un giocatore già affrontato nel penultimo atto dei ChampionshipsNadal, con il quale ha perso la prima semifinale nel 2007, o del Potro, battuto nell’estenuante sfida del 2013.

IL MATCH – Djokovic è tornato ad essere un muro, un muro che avanza con i piedi dentro il campo e, al momento giusto, sfonda la difesa giapponese. Così accade infatti sul 2-1 per il serbo al primo set quando, nel solido testa a testa con Nishikori, Novak prende tutto e poi aggredisce per salire 3-1. Kei però insiste con il botta e risposta e, questa volta, usando al meglio i rapidissimi piedi e grazie a uno spettacolare tweener, mette a segno il controbreak. Bravissimo il giapponese ad avere il coraggio di uscire dalla diagonale di rovescio e osare con il lungolinea, più volte, per raggungerlo così sul 3-3. Djokovic sembra aver ritrovato le sue percentuali elevate e il 5-3 non sorprende. Sempre più aggressivo e millimetrico, l’ex n. 1 del mondo scardina gli schemi di Kei e in 37 minuti fa suo il primo set per 6-3.

Il tweener di Kei Nishikori (foto via Twitter, @Wimbledon)

Se Djokovic è ordine e incisività, Kei, quando lo scambio si fa incandescente, è sempre a rincorrere e a difendersi; c’è una palla break infatti per il serbo nel game di apertura (nel frattempo uno spettatore urla “Go Roger!!” suscitando ovviamente le risa del pubblico. Da notare, a tal proposito che, in questo memento, dopo aver vinto il primo set, Federer è sotto 3-0 contro Anderson. Lo svizzero ha dunque perso per la prima volta la battuta dopo 85 turni di servizio vinti di fila…). Ma torniamo sul Centre Court, dove Novak fa vedere sprazzi di RoboNole, anche nel gioco di fino.

Il giapponese tenta di sottrarsi al bum bum impostogli dal serbo e guadagna spesso la rete. Gli errori sono troppi ora per Kei che è costretto a salvare ben tre palle game. Ci riesce in modo magistrale, in particolare con uno smash e un ace e, alla fine, si porta sul 2-1. Furioso con l’arbitro per avergli dato un warning (Novak ha sbattuto la racchetta a terra senza volerla lanciare, ma stando all’arbitro avrebbe rischiato di rovinare il manto del centrale), Novak si spazientisce anche negli scambi e perde in precisione. L’avversario ne approfitta e sale 3-1 per poi prendere il largo sul 4-1; Nishikori si avvicina ancora all’epilogo del set sul 5-2 per poi chiudere 6-3. Partita nuovamente in discussione.

Il giapponese sfuma una palla break sul 2-2, occasione mancata che gli costerà caro perché poi è il serbo ad infliggere il break, sale 5-2 e, con i nervi a fior di pelle, agguanta il terzo parziale per 6-2. Kei reagisce e ora è lui a imporsi sulla battuta dell’avversario. Controbreak di Djokovic. Insomma, i due tentennano nei loro turni di servizio. Nole scappa sul 3-1, con il giapponese che sta perdendo via via terreno: sempre in affanno per imporsi sull’avversario commette tanti errori (finora 30 gratuiti). Il tennista di Belgrado continua a dominare, nonostante continui ad essere estremamente teso (ennesimo gesto di stizza per lui) e, nonostante il largo margine sul 5-2, continua a lamentarsi ad ogni errore. Urlo liberatorio, pugno verso il box e il cuore al pubblico, il match è suo; Djokovic chiude 6-3 3-6 6-2 6-2 in 2 ore e 35 minuti. Nadal o del Potro dovranno fare attenzione perché questo Djokovic assomiglia moltissimo al Djoker delle migliori annate. Gli somiglia, dicevamo. Manca ancora qualcosa, a volte. Intanto il serbo è di nuovo in semifinale in uno slam, la 32esima major, l’ottava ai Championships.

Sto giocando molto bene” dichiara raggiante il serbo, “tenterò di godermi l’attimo e la semifinale. Sì, ero stizzito per il warning, anche lui ha sbattuto sull’erba la racchetta, l’arbitro lo ha visto e non gliel’ha dato, a me sì. È così, pazienza. Ho lavorato tanto per arrivare qui nella miglior forma possibile. Ero felice e grato di essere sul centrale oggi e giocare il primo match. E ovviamente aiuta sapere quanto tempo avrai fuori dal campo. Per questa nuova semifinale, cercherò di far tesoro dell’esperienza e dei ricordi delle mie finali negli Slam. Alla fine di questa giornata, analizzerò le cose che non ho fatto come avrei dovuto, mi concentrerò sul prossimo allenamento e sul recupero”. 

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