[1] A. Cornet b. M. Minella 6-4 7-6(6)
Trionfo di Alizé Cornet nel WTA International di Gstaad, giunto alla terza edizione. La francese ha sconfitto Mandy Minella, lussemburghese numero 226 WTA, per 6-4 7-6(6) in due ore di gioco, annullando due set point all’avversaria nel tie-break, e dispensando il solito gioco fatto di rincorse e fantasia, intramezzato da lamenti e proteste contro arbitro, allenatore, pallina che cascava dalla tasca, e proseguite poi a piacere.
Cornet è al sesto titolo in carriera in dodici finali raggiunte. Gli appassionati si ricorderanno soprattutto della seconda finale raggiunta, quella del 2008 agli Internazionali di Roma, quando da qualificata diciottenne si arrese solo a Jelena Jankovic. Da allora le altre finali raggiunte sono state tutte in International, fatta eccezione per Dubai 2014 (perse da Venus 6-3 6-0) e Brisbane 2017 (perse da Pliskova, curiosamente sempre per 6-0 6-3). L’altro rilievo di una carriera di cui forse ci si ricorderà più per il personaggio che non per i risultati, sono le tre vittorie conquistate contro Serena Williams nel 2014 (una venne per ritiro sul 6-5 nel primo set in realtà). Solo tre altre giocatrici hanno raggiunto l’impresa di sconfiggere Serena tre volte in un solo anno: Sanchez-Vicario nel ’98, Capriati nel 2001, e Henin nel 2007. Con il successo qui a Gstaad Cornet sarà la numero 34 da lunedì, recuperando 14 posizioni.
Minella era, raggiunti i 32 anni, alla prima finale nel circuito. Nelle precedenti tre semifinali, a cavallo tra 2012 e 2013, era riuscita a strappare solo un set a Lourdes Dominguez-Lino a Marrakech (prima di cedere i successivi due per 6-0 6-1). Con la finale la lussemburghese salirà comunque di ottantatré posizioni, tornando nelle prime 150, al numero 143 (ancora lontana dalla miglior classifica raggiunta nel 2012 al numero 66). Il torneo sarà un’iniezione di fiducia in vista dell’ultimo Slam dell’anno, dove Minella ha raggiunto i migliori risultati (due terzi turni su quattro partecipazioni nel tabellone principale).
Il primo set è, com’era lecito aspettarsi, una battaglia di quasi un’ora, scandita da un’alternanza ritmata di turni di servizio tenuti e turni di servizio ceduti: i break arrivano nel terzo e quarto gioco, nel settimo e ottavo e poi, quello decisivo, nel decimo. E’ prima la lussemburghese a portarsi avanti, poi è il turno la francese. La partita è piacevole, Minella spinge da fondo con colpi potenti, che costringono Cornet in difesa senza però riuscire a piegarla. Alizè allora corre e corre, mette a segno passanti notevoli, regala qualche palla corta spezza-gambe, e poi si lamenta, come da tradizione, su quasi tutti i punti persi. Il punto decisivo lo conquista proprio così: correndo da una parte all’altra del campo, recuperando colpi di Minella carichi e vicini alle righe, e chiudendo con una palla corta di dritto irragiungibile per la lussemburghese, 6-4 per la francese.
Il secondo set vede Minella andare due volte in vantaggio di un break: in avvio, quando Cornet è ancora affaticata dalla conquista del primo parziale, e nel settimo gioco, break che terrà fino al momento di servire per il set, sul 5-4 in suo favore. La partita si trasforma, in perfetto stile Cornet, in una lotta confusa, sia per le protagoniste che per gli spettatori. E’ difficile capire chi delle due abbia il vento dalla sua, quasi tutti i giochi sono combattuti, e la differenza si fa sul punto singolo. Si intravedono anche delle battaglie di back di rovescio, specie protetta a rischio di estinzione nel circuito WTA. Sul 6-5 Cornet, la francese ha a disposizione due match point, dopo qualche gratuito di troppo di Minella, dal 40-15 in suo favore. Il primo è annullato magistralmente dalla lussemburghese con servizio e dritto ad incrociare. Servono quattro smash ad annullare il secondo, a testimonianza delle qualità difensive della francese, per annullare il secondo. Nel tie-break Minella va avanti 6-4, ma Cornet riesce ancora a scamparla con l’aiuto della palla corta di dritto. La francese chiude poi su un colpo lungo di Minella, stendendosi sulla terra svizzera e portandosi le mani al volto. È il primo trionfo da due anni e mezzo, quando vinse ad Hobart su Genie Bouchard.