Federer si sente pronto per fare 100 e non solo (Corriere dello Sport). Venus batte Serena. I dubbi di Murray (Cocchi). Agassi odia il tennis ma non riesce a separarsene: allenerà Dimitrov (Piccardi)

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Federer si sente pronto per fare 100 e non solo (Corriere dello Sport). Venus batte Serena. I dubbi di Murray (Cocchi). Agassi odia il tennis ma non riesce a separarsene: allenerà Dimitrov (Piccardi)

La rassegna stampa di venerdì 28 dicembre 2018

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Federer si sente pronto per fare 100 e non solo (Corriere dello Sport)

Roger Federer a 37 anni è pronto ad iniziare la sua 22^ stagione nell’ATP Tour: il primo obiettivo è la conquista del 100° titolo nel circuito. Il fuoriclasse svizzero si è detto «molto eccitato e motivato» nell’iniziare quello che spera sarà un nuovo anno «formidabile», parlando in conferenza stampa in vista dell’esordio stagionale nella Hopman Cup a Perth, in Australia, dove nella seconda metà di gennaio Roger sarà chiamato a difendere il titolo vinto lo scorso anno agli Australian Open. «Penso che la gente sappia che, se alla mia età riuscissi fare qualcosa di straordinario, sarebbe incredibile. Se non dovessi farcela, sarebbe abbastanza logico perché è difficile giocare tennis di qualità ogni anno. Serve anche un po’ di fortuna e un tabellone favorevole. Ma spero che ancora una volta sia l’inizio di una grande stagione per me, proprio come gli ultimi due anni, che sono stati dannatamente belli». A 37 anni e quasi 6 mesi, lo svizzero dice che il suo corpo «regge ancora gli sforzi» e che è contento del modo in cui si è sviluppato l’avvicinamento alla nuova annata sui campi di gioco: «Le ultime tre o quattro settimane sono state molto intense», ha concluso. Piuttosto Roger non ha ancora fatto annunci ufficiali ma pare proprio che, dopo due anni di assenza dalla terra, nella prossima primavera dovrebbe tornare a giocare sul rosso, in particolare a Barcellona e Roma per preparare il Roland Garros. Federer, che farà squadra con Belinda Bencic, nella Hopman Cup debutterà per la Svizzera contro la Gran Bretagna domenica (alle 10.30 italiane). Il torneo-esibizione a squadre comprenderà come sempre due gironi: nel Gruppo A sono inserite Germania (Angelique Kerber e Alexander Zverev), Francia (Alize Cornet e Lucas Pouille), Australia (Ashleigh Barty e Matthew Ebden), Spagna (Garbine Muguruza e David Ferrer); il Gruppo B oltre alla Svizzera comprenderà anche Stati Uniti (Serena Williams e Frances Tiafoe), Grecia (Maria Sakkari e Stefanos Tsitsipas) e Gran Bretagna (Katie Boulter e Cameron Norrie). Prime sfide a partire dalla notte italiana (ore 3 Gran Bretagna-Grecia, domattina alle 10.30 Australia-Francia): match di qualificazioni fino a venerdì 4 gennaio, sabato 5 la finale tra le vincenti dei due gruppi. Ieri è partito anche il torneo di Abu Dhabi. Kevin Anderson e Karen Khachanov si sono rispettivamente sbarazzati di Hyeon Chung e Dominic Thiem e saranno quindi loro a testare oggi nelle semifinali le attuali condizioni di Rafael Nadal (al rientro dagli US Open), e Novak Djokovic. Sul cemento arabo s’è disputato ieri anche un match-esibizione tra le sorelle Williams: vittoria di Venus su Serena per 4-6, 6-3, 10-8.


Venus batte Serena. I dubbi di Murray (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Un «Sister act» senza titoli in palio, con Serena e Venus Williams scese in campo nella ricca esibizione di Abu Dhabi solo per divertimento e per testare la condizione pre-Australia. Ha vinto Venus in rimonta su Serena 4-6 6-3 10-8. Serena la settimana prossima sarà in campo a Perth nella Hopman Cup in coppia con Frances Tiafoe e affronterà subito il duo svizzero formato da Roger Federer e Belinda Bencic. Il vincitore di 20 Slam è carico alla vigilia di una nuova stagione in campo: «Alla mia età se dovessi fare cose importanti a Melbourne sarebbe fenomenale. ma se non succedesse penso non ci sarebbe da preoccuparsi». Intanto, sempre nell’esibizione di Abu Dhabi, esordiscono oggi Rafa Nadal e Novak Djokovic rispettivamente contro Kevin Anderson, che ieri ha battuto Chung, e Karen Khachanov che ha piegato Thiem. «Sono stati 12 mesi molto emozionanti — ha detto Djokovic —. L’anno scorso qui mi stavo ancora portando dietro la lesione al gomito per cui mi sono dovuto operare. Questa stagione mi ha insegnato molto su di me, come tennista e come persona. Ho dovuto davvero scavare in profondità per rovesciare il tavolo a mio favore». Rafa, fermo da inizio settembre, è alla prima uscita: «Ho iniziato sul campo un paio di settimane fa — ha detto — e sto facendo piccoli passi avanti, l’importante è non fare alcun passo indietro, ho il tempo necessario ad essere pronto per Melbourne al 100% e posso partire da qui». Un altro dei ritorni più attesi è sicuramente quello di Andy Murray, che la settimana prossima giocherà a Brisbane dopo quasi un anno di stop a seguito dell’operazione a un’anca. Ieri lo scozzese si è allenato con Naomi Osaka e dopo ha ammesso di avere qualche dubbio sulla sua condizione: «Sento ancora dolore all’anca — ha sottolineato —. Ho bisogno di giocare partite e vedere come mi sento a giocare tre, quattro, cinque partite di fila. Lo scorso anno quando sono venuto qui è stata dura. Diciamo che stavolta mi sento un po’ meglio ma voglio vedere strada facendo come andrà».


Agassi odia il tennis ma non riesce a separarsene: allenerà Dimitrov (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

«Odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare. Per quanto voglia fermarmi, non ci riesco. Continuo a implorarmi di smettere e continuo a giocare; e questo divario, questo conflitto tra ciò che voglio e ciò che effettivamente faccio mi appare l’essenza della mia vita». Questa è una frase tratta da «Open», la biografia sportiva definitiva di Andre Agassi, 48 anni, una moglie (Steffi Graf), due figli e otto titoli Slam conquistati tra il 1992 e il 2003, numero 1 del mondo per 101 settimane. Lui odia il tennis da quando era bambino ma non riesce a separarsene. Adesso allenerà Grigor Dimitrov, bulgaro noto più per il flirt con Maria Sharapova che per il Master vinto nel 2017, 27enne talento inespresso, troppo presto battezzato «il nuovo Federer». In realtà, Agassi più che allenare, consiglia. Più mentore che palleggiatore. Il periodo di prova alla fine di quest’anno, a Parigi Bercy dove il bulgaro ha perso negli ottavi con Cilic, ha prodotto frasi di grande benevolenza da parte di Dimitrov («Andre è straordinario, non potrei aver scelto una persona migliore con la quale aprirmi e continuare il mio percorso») e un prolungamento dell’accordo. La strana coppia ricomincerà insieme a gennaio dall’Australia, dove Grigor si allineerà ai nastri di partenza insieme ai dinosauri (Federer, Nadal), alla Next Gen cui non appartiene più da anni (Zverev in testa) e al terzo incomodo che ha in mente di rovinare i record degli Immortali (Djokovic), sul cemento di Melbourne dove ogni risultato è possibile. E stato Dani Vallverdu, coach di Dimitrov, a suggerire l’ingresso a tempo pieno di Agassi nel team: «Agassi non può portare che positività». I grandi ex sanno cosa si prova sulla palla break che può costare il set e cosa si pensa sul match point di una finale Slam. Che poi riescano a trasmetterlo (con Agassi nell’angolo Djokovic ha vinto solo il torneo di Eastbourne 2017 nell’arco di dieci mesi tormentati dagli infortuni) è un altro discorso. Se è chiaro cosa possa guadagnare Dimitrov dalla relazione con Agassi, non lo è altrettanto il motivo per cui l’uomo che ha sempre odiato il tennis ha accettato di continuare a farne parte. In un ruolo defilato, ma comunque attivo. […]

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