Grand Slam, quinta e ultima parte: ATP Finals
Il racconto più intrigante della off season, purtroppo, si conclude. Con una tappa italiana in cui vengono svelati molti misteri
Il racconto più intrigante della off season, purtroppo, si conclude. Con una tappa italiana in cui vengono svelati molti misteri
San Pietroburgo, Russia, Mercoledì 14 settembre
Disse la signora Demtchenko che da mezzo minuto, da quando aveva visto il taxi fermarsi davanti alla porta di casa, si era appostata dall’altro lato di essa pronta ad accogliere con un sorriso suo marito Vassily. Non tornava a casa molto spesso, i ritmi del tour non lo permettevano granchè. Ma dopo gli US Open finalmente qualche settimana di pace ci sarebbe stata. Niente trasferta in Cina, per lui e per i suoi. Kiraly voleva rientrare a giocare piccoli passi. Groen non aveva la classifica. Lui, le energie.
Vassily accarezzò il cane festeggiante e come prima cosa sprofondò sul divano. La prassi era sempre la stessa: un caffè, una doccia, un tè coi biscotti al tavolo insieme alla compagna di vita. Compagna di un quarto di vita a dire il vero, questo era quanto riusciva a dedicarle nel corso dell’anno. In una scatola di scarpe, come sempre, la signora Irina aveva raccolto la posta in arrivo nelle ultime settimane. Vassily cominciò a spulciare.
Vassily aprì la missiva; la lettera all’interno era stampata su carta da 120 grammi. Finezze di cui solo gli inglesi sono capaci.
“Gentile signor Vassily Demtchenko,
con la seguente le comunico un aggiornamento riguardante il suo invito a comparire per la giornata di Lunedì 26 Settembre presso gli uffici della Tennis Integrity Unit di Roehampton. Successivamente ai colloqui avuti in via preliminare nel mese di giugno nel complesso di Wimbledon, Londra, alla presenza del sottoscritto Signor Connor Veyveris; ai risultati della successiva indagine investigativa; alla comparazione con le testimonianze rilasciate dal Signor Sandor Kiraly, sempre in Wimbledon nel mese del Giugno passato
Si informa che la Tennis Integrity Unit dichiara la procedura di cui lei oggetto conclusa, con la seguente motivazione:
Non sussistono elementi di reato.
La sua presenza per la data del 7 dicembre non è pertanto necessaria. La ringraziamo per la cortese disponibilità e le auguriamo un buon presieguo di stagione.
In fede, Connor Veyveris”
Palasport Olimpico, Torino, Italia – Giovedì 17 novembre ore 23:18
Erwin Siles entrò in conferenza stampa pronto alle domande più disparate. Dopo la terza e ultima performance in quel di Torino sapeva che i giornalisti si sarebbero scatenati. Prese posto sulla comoda poltrona e rivolse un genuino sorriso a tutti.
Rieccola qua, mi mancava quasi. L’hanno mandata anche al Master di fine anno.
Palasport Olimpico, Torino, Italia – Domenica 20 novembre ore 18:22
We are the Champions dei Queen scemava pian piano all’interno del Pala Alpitour, mentre i giochi di luci si ricomponevano al centro del campo; andarono a puntare sulla figura di Samantha Carminati, la celebre influencer di Instagram che non capiva una mazza di tennis, però ormai sponsorizzava tutto ed era divenuta testimonial e madrina delle Finals di Torino per i primi 3 anni.
Starnazzava dal campo urlando dentro il microfono come se non ce l’avesse e volesse farsi sentire dai 15mila del palazzetto.
Agli ospiti in attesa di essere premiati scappava qualche risatina per questo show nello show, nonostante nessuno di loro capisse l’italiano. Lo sloveno Maslevic si era laureato campione dopo 3 set lottati contro Foley, che chiudeva l’anno senza titoli pesanti. Ma sarebbe stato premiato per ultimo. Prima i riconoscimenti ATP.
Un faro si accese illuminando il boliviano, che raggiunse la madrina al centro della scena ricevendo dalle sue mani un pesante trofeo a forma di numero 1. Una scena simile si ripetè con tutti gli altri onorati della sera.
Signori, un sorriso, qui! Urlavano i fotografi accosciati a pochi metri. Un bel sorrisone tutti insieme!
Flash!
Aeroporto Internazionale Sandro Pertini, Caselle Torinese. Lunedì 21 Novembre ore 12:15
Come nei film, per gli eroi protagonisti era giunto il momento, proprio sul finale, di dividersi. Non per molto. Un mesetto o poco più di relax, vacanze in qualche posto caldo, una visita alla famiglia, un Natale con i tuoi e da fine dicembre ci si sarebbe di nuovo ritrovati in Australia, dove questa pazza stagione era cominciata. Vassily fu il primo ad accomiatarsi. Dal centro città prese un bus per Malpensa, dove c’erano voli più comodi per Mosca. Sandor e Claude viaggiarono insieme fino a Caselle. Passarono i controlli insieme e dopo il metal detector. Fu il momento dei saluti.
“Il Volo Ryanair 4865 delle ore 12 e 45 con Destinazione Brussels Charleroi è pronto per l’imbarco al gate A6. Si pregano i signori viaggiatori che hanno acquistato il biglietto prioritario di…”
Il giovane fiammingo sparì oltre il gate dopo aver presentato il passaporto. Sandor doveva attendere un’oretta il suo volo per Budapest e si accomodò in un bar. In tutta la settimana non era ancora riuscito a provare un Bicerin, la tipica bevanda locale. E con il freddo novembrino era quasi d’obbligo. Ne ordinò uno e si accomodò al tavolo per rispondere a qualche tweet dei vari fan.
Come non detto, i soliti ammirat..
Kiraly sollevò la testa dallo schermo e strabuzzò un paio di volte gli occhi per essere sicuro che di fronte a lui ci fosse proprio quella persona.
La giovane finlandese si tolse il cappotto e prese posto mentre Sandor ricercava l’attenzione del cameriere. Aveva riconosciuto il suo ex flirt e il gesto di chiamarlo era stato istintivo. Ma ora si stava domandando, con l’imbarazzo che pian piano cresceva, se fosse stata una buona mossa? Era tutto passato? Tutto perdonato? O dopo dieci mesi ancora Sandor gli serbava rancore?
La ragazza si sentì sollevata. Il senso di colpa l’aveva accompagnata ancora adesso, a distanza di tanto tempo.
Con un gesto teatrale Kaisa scoprì il suo avambraccio sinistro, lasciando intravedere un filamento di color dorato intervallato da numerosi cristalli e perle. Un sorriso pervase il volto di entrambi, e subito dopo d’istinto gli sguardi dei due caddero sul polso di Sandor.
I due incrociarono gli sguardi e scoppiarono in una gran risata in contemporanea.
Precisò con ironia Kaisa.
“Il Volo Wizzair 432 delle ore 13 e 35 con Destinazione Budapest è pronto…”
I due attraversarono a passo sostenuto la zona partenze raggiungendo l’imbarco mentre un gruppo di magiari litigava con la hostess sulle dimensioni di un bagaglio a mano.
Gli ungheresi litigiosi avevano risolto la loro quisquilia sui bagagli e restava solo Sandor davanti al gate.
Kortrijk, Belgio, Lunedì 31 dicembre 2018, ore 23:30
Il ragazzo 14enne aprì la porta del magazzino in cortile. Il capanno era ben riscaldato e una zaffata di odori di parti meccaniche bruciate lo investì mentre gli occhiali si appannavano.
Il signor Groen schiacciò un pulsante. Una scarica di corrente passò attraverso un tubo pieno di gas producendo filamenti di colori fluorescenti, come un’aurora boreale sottovetro.
Non potè fare a meno di esclamare l’adolescente. Claude a volte pensava che il papà amasse i suoi esperimenti più dei suoi figli, e se fosse nato nel secolo precedente sarebbe stato un altro Tesla o Edison. Però le cose che creava erano indubbiamente belle. A volte anche utili.
FINE