Svitolina non è più un rebus per Halep: vola in finale a Doha, affronterà Mertens

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Svitolina non è più un rebus per Halep: vola in finale a Doha, affronterà Mertens

Rimettendo in piedi una semifinale praticamente persa, l’ex n. 1 del mondo interrompe la striscia negativa contro l’ucraina. Un’ottima Mertens supera Kerber e guadagna la prima finale in un Premier

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Dall’unica vittoria sulla terra di Parigi due anni fa, annullando match point, Simona Halep non era più riuscita a soffrire tennisticamente Elina Svitolina. L’ucraina aveva dominato tutti i successivi confronti, e sembrava diventata padrona di un match up che, pur privo di una lunga storia o di una qualche minima elettricità personale, si rivelava di volta in volta più complicato per l’ex numero uno mondiale.

La rivalità sembrava destinata a ripetere il proprio verdetto anche a Doha, quando, dopo quasi due ore di braccio di ferro nel vento, anche la semifinale del Qatar Total Open si era piegata in favore di Svitolina: dopo aver risposto al buonissimo primo set di Halep con un ottimo secondo, l’ucraina si era trovata per tre volte a palla break per il 5-1 e servizio. Quello è stato il limite del “sembrava”: dopo venti punti Halep è uscita viva dal game di battuta e Svitolina, forse scioccata, ha perso il suo tennis. Il dritto, che per due set e mezzo aveva contribuito a scambi da fondo ad altissima intensità, e anche il servizio, sono spariti. Trasformata di colpo in una tennista molle e spaventata, Svitolina ha ceduto di schianto. L’incontro si è mantenuto in bilico ancora giusto per qualche minuto, poi Halep ha cancellato anche le proprie scelte sbagliate con strepitosi passanti sulla riga (almeno un paio rischiano di diventare il colpo del torneo) e ha chiuso con cinque giochi consecutivi.

Non ci sarebbe stato corto-circuito dell’una senza meriti dell’altra, però, è chiaro. “Ho promesso a me stessa che non avrei mollato, avevo perso molto male gli ultimi match contro di lei” ha ricordato appunto Halep nell’intervista in campo subito dopo la stretta di mano. La situazione si era messa bene, poi malissimo, ma la vera differenza è che ora la beniamina dell’onnipresente torcida romena non fa più passi indietro nel momento cruciale. Anzi, a Doha ne ha fatto almeno uno importante in avanti: vada come vada la finale – la prima con il nuovo coach Thierry Van Cleemput, scelto dopo aver annunciato di voler trascorrere almeno l’inizio di stagione in solitaria – da lunedì tornerà numero due al mondo. Una posizione più confortevole forse di quella di numero uno, spesso rivelatasi troppo pesante per tante spalle, e che invece, a ripensarci, forse è stata il punto di partenza per la nuova Simona Halep. Quella capace di scrollarsi di dosso la pressione, quando arriva il momento.

LA CONSISTENZA DI ELISE – Dopo aver incrociato la sua nemesi recente, Simona contenderà il titolo a Elise Mertens, viceversa affrontata due volte lo scorso anno e battuta sonoramente in entrambe le occasioni sul rosso di Madrid e Parigi. Tutto dovrà fare l’ex numero uno del mondo, però, fuorché sottovalutare la crescita della giocatrice belga. Oggi Elise ha giocato una partita di qualità, oltre che molto brillante sotto il profilo della strategia, contro una Kerber incapace di dar seguito alla sfuriata del secondo set. Col senno di poi, Mertens potrebbe aver scelto di tirare il fiato dopo un ottimo avvio di partita per poi tornare immediatamente a condurre le danze nel terzo, nel quale non ha concesso alcuna occasione di break alla tedesca ed è passata in vantaggio alla seconda occasione con un bel rovescio lungolinea. Lungi dal dare battaglia fino all’ultimo punto, Kerber ha ceduto di schianto pochi minuti più tardi esibendosi in uno sciagurato game di servizio perso a zero. Un servizio tanto deficitario nel set decisivo da consentirle di vincere appena sei punti, due dei quali con la prima di servizio (messa in campo solo cinque volte).

Mertens giocherà la prima finale in un Premier, la quinta complessiva in carriera. Una dimensione nuova per una giocatrice che il salto di qualità l’ha cominciato nella scorsa stagione e ha tutta l’intenzione di portarlo a termine, fregiandosi di una condizione fisica quantomai puntuale. Non sono arrivate a caso due vittorie consecutive contro top 10: prima Bertens ai quarti, poi Kerber in semifinale. Dovesse Halep temere il potere dei proverbi, la finale sarebbe occasione ideale per chiudere il più classico dei ‘non c’è due senza tre’.

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