De Minaur, l'eterno rimpianto della Federazione spagnola

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De Minaur, l’eterno rimpianto della Federazione spagnola

Il 19enne di Sydney al momento è il cavallo di punta della scuderia australiana, ma la sua storia sarebbe potuta andare molto diversamente. E in Spagna, forse, qualcuno si sta mangiando le mani

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Alex De Minaur - Australian Open 2019 (foto @Sport Vision, Chryslène Caillaud)
 

L’Australia tennistica sforna giovani promesse a un ritmo sconosciuto alle altre nazioni concorrenti, eppure se in questo momento può guardare con fiducia al futuro prossimo della classifica ATP, probabilmente lo deve a un errore di valutazione dei dirigenti spagnoli.

Non tutti i campioni predestinati, infatti, stanno confermando le attese e il Paese che aspetta un vincitore Slam dai tempi di Lleyton Hewitt deve fare i conti con l’assenza di motivazioni di Bernard Tomic, che ha recuperato un po’ di verve rientrando in top 100 ma appare comunque lontano dall’adolescente di belle speranze che si affacciava ai quarti di finale di Wimbledon nel 2011 e agli ottavi dell’Australian Open dell’anno successivo, e con i tormenti del giovane Kokkinakis, il quale ogni tanto lascia intravedere le potenzialità del tennista che sarebbe potuto diventare e che forse a causa degli infortuni non arriverà mai ad essere. Se Kyrgios, nonostante alcuni atteggiamenti in apparenza ancora distanti da un atleta professionista, sembrava comunque destinato a diventare una realtà del tennis mondiale – con aspettative forse eccessive – il suo attuale 66esimo posto in classifica lascia persino qualche dubbio a riguardo.

Le attenzioni australiane si sono quindi concentrate altrove. La scorsa stagione, e in verità anche l’inizio di 2019, ha visto cominciare a brillare la stella del giovanissimo Alex de Minaur (classe 1999, compie 20 anni il 17 febbraio), che dopo aver fallito l’appuntamento con la vittoria a Sydney e poi ancora a Washington, è riuscito a rompere il tabù proprio nella sua città natale, purtroppo per noi italiani imponendosi su Andreas Seppi. Nella sua giovane carriera ha già avuto occasione di partecipare a tre tie di Coppa Davis con il team australiano, cogliendo la prima vittoria quest’anno contro il bosniaco Basic dopo due sconfitte contro top 10 – Thiem e Zverev – e una meno giustificabile contro l’austriaco Novak. Contro Zverev si era trattato di un esordio molto positivo, poiché da numero 139 del mondo De Minaur aveva costretto al tie-break del quinto set il ben più quotato avversario, già entrato in top 5.

IL PASSATO SPAGNOLO – È stato Hewitt a decidere di schierare per la prima volta in nazionale il ragazzino terribile, alimentando l’imbarazzo e i sensi di colpa dei dirigenti spagnoli che qualche anno fa lo spinsero a tornare agli antipodi. De Minaur, infatti, è nato sì a Sidney, ma sua madre Esther è spagnola e il padre è uruguayano e il suo cognome è spagnolissimo: andrebbe scritto, infatti, De Miñaur, con la “eñe” castigliana. Cominciò a giocare a tennis in Australia, a tre anni, e da subito impressionò il suo primo allenatore, che anzi consigliò alla madre di affidarsi a qualcuno di più esperto per portare alla luce le potenzialità del bambino; quando il piccolo Alex aveva solo cinque anni, però, la famiglia si trasferì in Spagna, ad Alicante, dove cominciò ad allenarsi al Club Atlético Montemar con Mariano Martínez e rapidamente diventò il numero 1 di Spagna under 10. Si può dire quindi che la sua formazione tennistica sia effettivamente più spagnola che australiana, anche se il suo idolo d’infanzia è sempre stato Roger Federer: “Nadal mi piace come persona, ma non mi appassiona il suo stile di gioco. Federer è il tennista con più classe al mondo”, ammise una volta in un’intervista.

Che cos’è successo, quindi, per spingere De Miñaur a competere per l’Australia? Semplicemente la famiglia non se la passava bene economicamente, l’attività di lavaggio auto gestita dai genitori non garantiva entrate sufficienti per proseguire l’attività agonistica e la madre si rivolse alla Federazione spagnola e a quella valenciana – Alicante si trova nella Comunità valenciana – per chiedere sovvenzioni che non arrivarono, perché c’erano altri preadolescenti altrettanto promettenti e un Alex non ancora dodicenne sembrava una scommessa un po’ troppo rischiosa su cui investire. La Federazione australiana, invece, fece una valutazione diversa e aprì le porte alla famiglia De Miñaur che nel 2011 tornò a vivere nell’emisfero meridionale: da allora il ragazzo gioca per i colori dell’Australia, passando per i primi successi del 2018 che l’hanno portato appunto in Coppa Davis. “Sono nato in Australia – ha ribadito di recente – e sono australiano. È un Paese con una grande storia nel tennis e sarei felicissimo di entrare a far parte di questa storia”.

È vero che Alex de Minaur ha il doppio passaporto – mantiene infatti quello spagnolo – e il sito ufficiale ATP gli attribuisce la residenza proprio ad Alicante, ma è molto difficile che in futuro possa cambiare idea e arrivi a indossare il rosso della nazionale spagnola, specialmente dopo aver assaporato il sostegno dei tifosi di Sydney, di Melbourne e di Brisbane, che lo hanno già adottato e sognano di vederlo sollevare trofei prestigiosi.

Alessandro Condina

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