La straordinaria anomalia di Nick Kyrgios

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La straordinaria anomalia di Nick Kyrgios

Il giocatore più imprevedibile dell’ATP sotto la lente di ingrandimento. C’è un fondamentale dove Nick fa meglio di chiunque altro

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L’esaltante successo nell’ATP 500 di Acapulco rischia di rimanere un caso isolato nella stagione di Nick Kyrgios. Almeno nella sua prima parte. Il 23enne australiano ha lasciato il Masters 1000 di Indian Wells perdendo da Philipp Kohlschreiber con un doppio 6-4. “È il solito Kyrgios” penseranno in molti “che si impegna con top player, ma non batte chi gli sta sotto in classifica”. Il tipico commento a ogni sconfitta di Nick. Chissà, se avesse vinto con Kohlschreiber avrebbe sfidato il numero uno del mondo Djokovic al secondo round e magari sarebbe venuto fuori un match simile a quello vinto ad Acapulco contro Nadal. Proprio per questo motivo Kyrgios resta uno dei giocatori – se non il giocatore – più imprevedibili del circuito.

A supporto di questa tesi arrivano i dati raccolti con la solita perizia da Jeff Sackmann di “Heavy Topspin”, il blog del sito “Tennis Abstract”. Sackmann ha analizzato Kyrgios ‘point-by-point’ e l’ha rapportato all’intero circuito ATP in un approfondito articolo.

Piuttosto che ragionare sul tipo di avversario che Kyrgios ha più possibilità di sconfiggere, sembra più interessante il discorso sul suo rendimento sotto pressione. Se consideriamo che Nick ha alzato il trofeo di Acapulco vincendo solamente il 50,4 % dei punti giocati nella settimana, significa che ha saputo prevalere nei momenti cruciali dell’incontro portando a casa i punti più importanti. Otto dei quattordici set disputati in Messico sono stati dei “long-set”, finiti o 7-5 o al tie-break, i momenti in cui Kyrgios ha estratto il meglio dal suo gioco. Sono situazioni di massimo equilibrio, le cosiddette “lotterie” dove la fortuna incide spesso più di ogni altra dinamica di gioco. In questi casi si può guardare attentamente all’indice di dominio (Dominance Ratio), calcolato in una scala da 0 a 1. Più il valore è vicino a 1, più il match è equilibrato. A Nick è capitato quindici volte nella sua carriera di avere un indice tra lo 0.9 e lo 0.99, partite dove aveva vinto meno del 50% dei punti giocati e non era perciò favorito, e nelle quali il margine rispetto all’avversario era comunque ristretto. Nel circuito ATP, in media, solo un giocatore su tre riesce a vincere in una situazione del genere, ma Kyrgios ci è riuscito ben undici volte su quindici.

Dov’è quindi che l’australiano scava un ‘solco’ tra sé e il resto del Tour, almeno per quanto concerne questa statistica? Nonostante l’enorme potenza del suo servizio, è nei turni di risposta che Kyrgios fa registrare dati di gran lunga superiori alla media. Gli estensori dell’articolo da questa analisi trae spunto hanno identificato le cinque situazioni di punteggio nelle quali il talento di Canberra vince più punti e le cinque in cui ne vince meno. 0-40, 40-AD, 15-30, 30-40, 40-40 sono gli score in occasione dei quali riesce a vincere più punti, in ordine decrescente. Quando è in svantaggio 0-40 fa punto nel 45% dei casi e sul 40-AD nel 41,9 %. Tuttavia la media ATP non si discosta più di tanto dalle percentuali di Kyrgios (circa il 40% di punti vinti sulle palle break). Heavy Topspin ha quindi calcolato il rapporto tra la percentuale di punti vinti in risposta e la percentuale dei punti vinti nei diversi score del singolo game, confrontando il dato medio del circuito ATP con quello di Kyrgios.

Situation Kyrgios ATP
0-40 1.43 1.14
40-AD 1.33 1.09
15-30 1.27 1.05
30-40 1.26 1.06
40-40 1.16 1.02
15-40 1.13 1.06
15-15 1.11 0.99
15-0 1.11 0.98
30-15 1.09 1.00

È vero che – guardando i numeri – nel circuito accade spesso che un ribattitore faccia meglio in situazioni di vantaggio o di palla break a favore, ma i valori oscillano tra il 5 e il 10% in più. Kyrgios fa due o tre volte (come sullo 0-40) meglio in tutte le situazioni di punteggio più delicate.

Per completare l’analisi dei turni di risposta, va detto che Kyrgios è eccezionale anche nel leggere l’importanza di un dato punto della partita. Sackmann fa riferimento al “leverage”, vale a dire la probabilità che un giocatore ha di vincere la partita in relazione alla situazione di punteggio. Se il servitore vince il game le probabilità di vittoria si spostano in suo favore, viceversa se vince il game chi risponde. Più alto è il “leverage”, tanto più conta il punto. Sackamnn ha catalogato dieci diverse situazioni di punteggio, ordinandole dalla meno importante (1) alla più importante (10) e per ogni categoria ha inserito la relativa percentuale dei punti vinti in risposta.

Punti vinti in risposta per dieci categorie di punteggio ordinate per importanza (1-10).
In rosso la media ATP, in blu le percentuali di Kyrgios

La percentuale di punti vinti nel circuito ATP (dati relativi alla stagione 2018) aumenta leggermente quando il momento si fa più caldo, dalla situazione 2 alla situazione 9 (da notare anche un calo relativamente brusco nella condizione 10, considerata la più importante). La linea di Kyrgios, nel passaggio dalla situazione 2 alla situazione 9, schizza invece dal 27% al 35%, un incremento cinque volte maggiore rispetto alla media.

È l’ennesima conferma di quanto Nick Kyrgios sappia essere “clutch”, come dicono al di là dell’Oceano. Ma tutto questo è sufficiente per arrivare, e soprattutto confermarsi, ad altissimi livelli? Il rischio è che le singolarità statistiche del giocatore australiano siano soltanto un modo per dimostrare, questa volta con il conforto dei numeri, come Nick abbia nell’imprevedibilità il suo punto di forza. E inevitabilmente, anche il suo punto debole.

(Nick Kyrgios esordirà a Miami venerdì contro uno tra Sandgren e Bublik)

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