Fognini: "Vincere Montecarlo mi ha dato pace e tranquillità"

Interviste

Fognini: “Vincere Montecarlo mi ha dato pace e tranquillità”

I guai fisici non sono ancora risolti per Fognini: “Il dolore alla gamba si è riacutizzato” e per il futuro: “Non mettetemi tra i favoriti per il Roland Garros”

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Fabio Fognini in allenamento a Madrid 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

dal nostro inviato a Roma

Con la pioggia incessante che si abbatte sui campi del Foro Italico, inframezzata solo da qualche tuono, Fabio Fognini si presenta in conferenza stampa pre-torneo ed esordisce subito con notizie non certo piacevoli per pubblico e organizzatori. Il neo-numero 11 del mondo infatti afferma cheOggi mi sento così così, sono sincero. Il dolore alla gamba si è acutizzato e non sono al massimo fisicamente” un concetto che ribadirà parecchie volte. Tuttavia c’è un aspetto nuovo che Fabio ha voluto sottolineare ed è quello mentale, proprio ciò che i più critici nei suoi confronti hanno sempre additato come sua debolezza. Fognini infatti ammette chevincere Montecarlo mi ha dato un po’ di pace interna e tranquillità. Farlo a quell’età ti fa capire tante cose”.

Un successo del genere, primo Masters 1000 in carriera, inevitabilmente deve offrire una nuova prospettiva e così è stato anche per il ligure: “Quel successo ha spostato i miei obiettivi e anche il mio programma è cambiato di conseguenza”. Per quanto riguarda il suo esordio del torneo, che pioggia permettendo dovrebbe avvenire mercoledì, Fognini non è sembrato particolarmente entusiasta: “sarei stato più contento se avessi incontrato un altro al posto di Tsonga ma penso che anche lui direbbe la stessa cosa se gli faceste la stessa domanda. Si tratta di un ex top10 che non gioca da molto, quindi non sai bene cosa aspettarti“.

I due hanno palleggiato recentemente a Marrakech, dove il francese ha raggiunto la semifinale, ma nell’uscita monegasca della settimana seguente ha rimediato appena quattro game contro Taylor Fritz prima di ritirarsi e rinunciare anche a Madrid (aveva ricevuto wild card). Parole sportive, quelle di Fognini, ma lui stesso sa che il sorteggio avrebbe potuto essere ben più sfortunato. E non è detto che alla fine il suo avversario non finisca per essere un ripescato dalle qualificazioni.

Ancora una volta la parola che si è sentita uscire maggiormente dalla sua bocca, forse un po’ a sorpresa, è “tranquillità” e di come, nonostante i guai fisici “adesso sento di aver ritrovato il mio tennis”. Questo però non corrisponde ad un aumento di aspettative e infatti in vista dei momenti clou della stagione su terra battuta non si ritiene affatto uno dei favoriti: “Sono ancora dietro i quattro dell’Ave Maria e quando gli viene chiesto chi sia il quarto, ammette con un po’ di rammarico “Sì, è Thiem”. Se le gerarchie rimangono le stesse, è però l’atteggiamento con cui approcciarle ad essere diverso: alla inevitabile domanda sul Roland Garros, Fognini dice che sarebbe una sorpresa arrivare tra i primi, e che si limita a puntare a fare un buon torneo. “Adesso è il momento buono per voi perché vi serve fare un po’ di titoli” scherza con i giornalisti.

“A Montecarlo sono stato fortunato i primi due turni, ma poi penso di aver giocato molto bene” dice ancora Fognini, tornando sul successo nel Principato. Riuscire nel titolo più importante della carriera (finora…) a trent’anni passati è diverso che riuscirci a diciotto, ma il tennis contemporaneo è pieno di seconde giovinezze: basti pensare a Stan Wawrinka, uno che ha sollevato il trofeo a Porte d’Auteuil a trent’anni compiuti. “L’occasione di giocare una finale di Masters 1000 da favorito non mi era mai capitata, e non penso che mi ricapiterà” ammette candidamente Fabio. Ma d’ora in avanti sembra intenzionato a programmarsi più da top player: se i risultati dovessero proseguire in questo senso, “dopo Wimbledon e dopo i due tornei su terra d’estate potrei giocare di meno”.

A differenza delle passate esternazioni del desiderio di giocare meno, stavolta dietro non si nascondono insofferenza o voglia di casa, ma soltanto la volontà di provare a giocare al gradino superiore sul quale ha finalmente messo piede. E di sicuro vederlo con un atteggiamento positivo – e vincente – è una buona notizia per tutti, lui in primis.

ha collaborato Raoul Ruberti

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