Fognini, operazione vicina? «Deciderò a settembre» (Crivelli). «Penso all'operazione» (Tuttosport). Un "tetto" per l'inverno. Ecco il nuovo Foro Italico (Rossi). Happy Andy, il tennis ritrova Murray. «Posso ancora giocare con i migliori» (Semeraro). E' già scontro sulle Atp Finals. La Regione attacca il Comune: «Pronti a togliere 7,5 milioni» (De Ferrari)

Rassegna stampa

Fognini, operazione vicina? «Deciderò a settembre» (Crivelli). «Penso all’operazione» (Tuttosport). Un “tetto” per l’inverno. Ecco il nuovo Foro Italico (Rossi). Happy Andy, il tennis ritrova Murray. «Posso ancora giocare con i migliori» (Semeraro). E’ già scontro sulle Atp Finals. La Regione attacca il Comune: «Pronti a togliere 7,5 milioni» (De Ferrari)

La rassegna stampa di domenica 11 agosto 2019

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Fognini, operazione vicina? «Deciderò a settembre» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Resta la consolazione di 40 minuti di tennis sublime in cui anche un guerriero come Nadal non sapeva che palline pigliare, in aggiunta al miglior colpo del torneo che impazza da ore sui social. Ma più che il talento, stavolta poté il dolore (oltre alla forza enorme dell’avversario), e dopo un avvio stellare Fognini ha dovuto arrendersi, perché il piede destro (chiesti due medical time out) continua a non mettere giudizio. Dopo la grande vittoria di Montecarlo ad aprile, Fabio conferma di possedere le armi per arginare Rafa, ma si spegne dopo quella palla corta vincente arrivata dopo uno scambio celestiale che fa spellare le mani ai canadesi. E così l’opzione chirurgica torna in primo piano: «Farò Cincinnati e Us Open, poi deciderò se sottopormi all’intervento a inizio 2020 per il problema al piede. L’anno prossimo sarà particolare, ho un figlio in arrivo e sarà complicato viaggiare con due bimbi piccoli al seguito. Ma voglio finire al meglio la stagione, sono ancora in corsa per le Atp Finals». Tra le donne, intanto, finale tra le lacrime per la rediviva Andreescu, genitori romeni ma prodotto di Tennis Canada. Non giocava da Parigi per problemi a una spalla. Da lunedì sarà per la prima volta nella Top 20. Il 31 dicembre era 152 del mondo, meno di tre mesi dopo vinceva Indian Wells. Si aiuta con lo yoga e la meditazione, non ha un fisico da pin up e un problema congenito all’anca destra le provoca spesso guai alla schiena e all’inguine (sta giocando con una vistosa fasciatura), ma è sicuramente la più completa della Next Gen. Intanto a Roma una delibera di Giunta apre finalmente uno spiraglio sul tetto del Centrale: il provvedimento infatti indice un concorso per la copertura mobile e la valorizzazione architettonica del sito, intervento poi a carico di Sport e Salute. L’obiettivo è di rendere il Foro fruibile tutto l’anno. Chi vivrà…

«Penso all’operazione» (Tuttosport)

Per un set il n. 1 è stato lui. Nel quarto di finale a Montreal, Fabio Fognini ha preso letteralmente a pallate Rafa Nadal, sfruttando anche una seconda tremebonda del maiorchino. In 41 minuti 6-2 e secondo set. Dall’esito inverso, però. Poi Fogna ha avvertito il riacutizzarsi del problema alla caviglia e al piede destro che lo tormenta da un po’ di tempo, tanto da dover richiedere due volte l’intervento del fisioterapista E’ arretrato un po’, mentre Nadal è cresciuto di intensità, ma quando è riuscito a comandare lo scambio ha dato ancora spettacolo, compreso il punto del torneo e forse dell’anno, in cui si è visto di tutto: accelerazione, palla corta ri-palla corta, recupero di Fogna con pallonetto di rovescio al volo, veronica, pallonetto tra le gambe di Rafa, due rimonte pazzesche dello spagnolo, infine punto di Fabio. E ovazione degli 11.000 presenti. Per Fognini ci sono state parole di grande rispetto da parte di Rafa: «Tutti sanno che è uno dei più talentuosi del circuito. E’ vero che nella sua carriera ha avuto alti e bassi, ma quando sta giocando bene, può fare punto da ogni angolo del campo. E’ un avversario tosto per tutti. Sta disputando una grande stagione e gli auguro il meglio». Nella chiacchierata della stretta di mano, Rafa si è informato delle condizioni e ha pure suggerito a Fognini l’intervento al piede. E lo stesso ligure ammette che il pensiero c è, anche se ci sono altre priorità, prima di classifica e poi familiari: «Giocherò Cincinnati e Flushing Meadows, poi deciderò prima della Laver Cup se sottopormi a un intervento chirurgico per il problema al piede. Il 2020 sarà un anno particolare, ho un figlio in arrivo e sarà complicato viaggiare con due bimbi piccoli al seguito. Nel frattempo voglio finire al meglio questa stagione, visto che sono ancora in corsa per le ATP Finals». Il sorteggio di Cincinnati non è stato benevolo per il trentaduenne ligure: subito il Next gen Denis Shapovalov. Ma la grande attrazione del Masters 1000 che anticipa l’Us Open, oltre al rientro in campo di Federer e Djokovic, è il ritorno all’attività in singolare di Andy Murray. Al debutto ha Richard Gasquet.

Un “tetto” per l’inverno. Ecco il nuovo Foro Italico (Fabio Rossi, Il Messaggero)

Una copertura mobile per il Centrale del tennis, che permetta di utilizzare la struttura tutto l’anno. Magari ospitando gli incontri delle nazionali in Coppa Davis e Fed Cup o per una serie di eventi ancora allo studio: concerti, partite di basket o altre esibizioni sportive, anche di nuoto. È uno dei punti principali del gara di progettazione internazionale per il restyling del Foro italico, prevista da una delibera approvata dalla giunta capitolina, su proposta degli assessori allo sport, Daniele Frongia, e all’urbanistica, Luca Montuori. Il provvedimento contiene il protocollo d’intesa, che sarà sottoscritto a breve tra il Campidoglio, il ministero dei Beni culturali, la Regione, il Coni e Sport e salute Spa. Proprio quest’ultima dovrà indire il concorso per la riqualificazione architettonica dell’area. L’intervento, a carico di Sport e salute, riguarderà la valorizzazione dell’area recuperando i suoi caratteri originari, anche con la realizzazione di una copertura mobile per lo stadio Centrale del tennis. Un restyling che sia però compatibile con i requisiti richiesti dalla Soprintendenza per un’area vincolata come quella del Foro Italico. «Questa è per l’amministrazione una struttura da valorizzare e ammodernare per poter ospitare grandi eventi tutto l’anno – spiega Frongia – Con questo atto vogliamo dare certezza a un percorso che in sinergia tra le diverse istituzioni porterà al completamento e alla copertura dell’impianto. Una marcia in più per lo sport a Roma». La copertura mobile costerà circa 15 milioni di euro. «Roma avrà cosi l’occasione di dotarsi di un impianto importante restituendo al contesto una struttura di valore architettonico all’altezza del luogo, tra architetture note in tutto il mondo – sottolinea Montuori – con un intervento inserito nel contesto dalle straordinarie qualità paesaggistiche e urbane». […]

Happy Andy, il tennis ritrova Murray. «Posso ancora giocare con i migliori» (Stefano Semeraro, La Stampa)

Il pugno, l’urlo di gioia, il cappellino. La didascalia: «La sensazione che provi quando accetti una wild card per Cincinnati…». In altre parole: Sir Andy Barron Murray rientra nel gruppo. Dopo cinque tornei di doppio usati come rodaggio, al «Western and Southern Open», domani il quarto degli ex Fab Four sarà in campo anche in singolare (contro Richard Gasquet). La statua che l’All England Club aveva promesso di dedicargli a Wimbledon dopo il ritiro dovrà aspettare. Sette mesi da incubo L’ex numero 1 del mondo non gioca un match in singolare dallo scorso gennaio, la sconfitta in cinque set contro Bautista Agut al primo turno degli Australian Open. Quasi tutti, lui compreso, temevano che non ne avrebbe giocati altri. «Basta, sto troppo male, non riesco neppure a infilarmi un calzino», aveva mormorato alla vigilia dello Slam australiano annunciando il ritiro, la maledetta anca destra inceppata e le parole fradice di pianto. «Vorrei giocare l’ultimo torneo a Wimbledon, ma non so ce la farò». Non ce l’ha fatta. Ma sette mesi dopo è di nuovo un tennista. Merito di Sarah Muirheah-Allwood, chirurga di fiducia del Principe Filippo e della Regina Madre, che il 29 gennaio scorso a Londra lo ha convinto a installarsi una protesi metallica, e di un amico americano. «Dammi retta», lo aveva consigliato Bob Bryan, la metà più acciaccata del doppio yankee, resuscitato dalla stessa operazione. «Dopo sarai come prima». Aveva ragione. Al Queen’s Murray ha debuttato vincendo il torneo a fianco del 38enne Feliciano Lopez; a Wimbledon ha giocato il misto con Serena Williams, ma è andata così così. A Washington ha perso nei quarti accanto al fratello Jamie, e ha deciso di ripartire. «Sto meglio di quanto pensassi, non sento più dolore. E ho ricominciato a divertirmi». Venerdì è arrivata l’ufficialità. «Sto meglio del previsto, […] Se fisicamente sto bene credo di poter competere ancora con i migliori». La motivazione extra è quella di tutti i papà campioni, da Federer in giù: «Vorrei che le mie figlie mi vedessero giocare».

E’ già scontro sulle Atp Finals. La Regione attacca il Comune: «Pronti a togliere 7,5 milioni» (Filippo De Ferrari, Corriere – Torino)

In piazza Castello non lo ammettono, ma l’onda lunga della rottura nazionale dell’alleanza gialloverde si è già fatta sentire anche a Torino. Motivo del contendere le Atp Finals e quello che agli assessori regionali Fabrizio Ricca e Andrea Tronzano è sembrato qualcosa in più di uno sgarbo istituzionale. Alla giunta guidata da Alberto Cirio non è piaciuta la fuga in avanti del Comune, che mercoledì ha annunciato la creazione di una cabina di regia per «gli aspetti organizzativi delle Atp Finals», di cui fanno parte «la sindaca Chiara Appendino, la vicesindaca Sonia Schellino e gli assessori Alberto Sacco, Roberto Finardi, Maria Lapietra e Paola Pisano, insieme al segretario generale Mario Spoto, al vice coordinatore generale della dirigenza Giuseppe Ferrari, al direttore delle Risorse finanziarie Paolo Lubbia, e a Ruben Abbattista, che si occuperà della parte comunicazione». Oltre all’organigramma completo, il Comune ha precisato che la «cabina di regia avrà compiti di raccordo con gli organismi sportivi nazionali e internazionali, di approvare il piano di intervento e verificarne i risultati, di controllare l’utilizzo delle risorse stanziate e di individuare ogni intervento utile a garantire il buon esito dell’evento». Parole che non sono andate giù alla Regione, che per le Atp Finals a Torino ha messo sul piatto 7,5 milioni di euro. «È stata una notizia inaspettata — ha sottolineato Ricca — e nessuno nell’amministrazione comunale ci ha comunicato né l’intenzione di formare un simile gruppo di lavoro, né il fatto che questo gruppo fosse già stato formato con tanto di nomi scelti per i ruoli apicali. Ho aspettato qualche giorno in attesa almeno di una telefonata, anche in forma ufficiosa, ma non è successo nulla. Sono perplesso». Al di là di quello che in Regione viene visto come «uno sgarbo istituzionale», la mossa di Appendino rischia di avere ripercussioni anche sull’organizzazione del più importante torneo di tennis professionistico dell’anno che approderà a Torino tra il 2021 e il 2025. «Non possiamo che essere felici — hanno detto Ricca e Tronzano — nell’apprendere che evidentemente i lavori per organizzare le Atp Finals sono così avanzati da non necessitare più del sostegno della Regione. Forse significa che il Comune di Torino, oltre che dell’apporto organizzativo della Regione, non ha nemmeno più necessità dei 7,5 milioni di euro che abbiamo stanziato». Gli assessori allo Sport e al Bilancio della Regione non vogliono mettere i bastoni tra le ruote o far saltare le Atp Finals, «ma qui stiamo parlando di un investimento da 7,5 milioni, una cifra importante che a questo punto potremmo destinare ad altri progetti». In fondo, come ha puntualizzato Tronzano, «stiamo parlando di un evento internazionale, e come tale deve essere gestito tutti insieme». Palazzo Civico ha cercato di gettare acqua sul fuoco, precisando che «la cabina di regia riguarda solo i servizi comunali, non si tratta del comitato organizzatore». Una risposta che non è sufficiente per Ricca: «Quei soldi non sono ancora deliberati, non vorrei andare a vedere le Atp Finals da spettatore».

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