da New York, il nostro inviato

1 settembre 1977: Renee Richards, la transessuale 43enne che aveva lottato per oltre un anno per il diritto di competere nel singolare femminile di un torneo professionistico, viene battuta dalla campionessa di Wimbledon Virginia Wade 6-1 6-4. Barry Longe, cronista del Washington Post, descrive la partita come un “circo mediatico”, raccontando che “una marea di fotografi, troupe televisive, e giornalisti erano presenti per riportare i dettagli di quello che per alcuni era da considerarsi un grande momento per il movimento dei diritti civili, per altri uno spettacolo grottesco“. Più tardi in quella stessa giornata, Tracy Austin, a 14 anni, otto mesi e 20 giorni, diventa la più giovane ad aver mai giocato lo US Open (batte la tedesca dell’ovest Heidi Eisterlehner 3-6 6-3 6-1).

1 settembre 1987: Il quindicenne Michael Chang batte Paul McNamee 6-3 6-7 6-4 6-4, è il più giovane ad aver mai vinto un match maschile allo US Open.

1 settembre 1993: Goran Ivanisevic e Daniel Nestor giocano il tie-break più lungo nella storia dello US Open. Ivanisevic vince la partita di primo turno 6-4 7-6(5) 7-6(18).

1 settembre 2012: Kim Clijsters, dopo una sconfitta in doppio misto, dà l’addio al tennis professionistico. Quella notte, per la prima volta i mattch vanno oltre l’una del mattino, prima Ana Ivanovic ci mette due ore e mezza a battere la giovanissima Sloane Stephens, poi Mardy Fish impiega oltre tre ore per eliminare Gilles Simon, la sessione serale si conclude all’una e 10.

1 settembre 2018: contando gli spettatori della sessione diurna e di quella serale, viene stabilito il record di spettatori allo US Open, ben 71.908 presenze.