L'uomo da un miliardo (Crivelli). Greta boys contro Federer (Semeraro). Accuse di sessismo e flop biglietti. ATP Cup nella bufera (Frasca). "Salirò tra le stelle" (Bertellino)

Rassegna stampa

L’uomo da un miliardo (Crivelli). Greta boys contro Federer (Semeraro). Accuse di sessismo e flop biglietti. ATP Cup nella bufera (Frasca). “Salirò tra le stelle” (Bertellino)

La rassegna stampa di venerdì 10 gennaio 2020

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L’uomo da un miliardo (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Figuratevi se, prima o dopo, non ci faranno un film. Per la trama e per il titolo, non ci sarà che l’imbarazzo della scelta. Del resto di Roger Federer si può tranquillamente dire che sia uno degli atleti più grandi di sempre, il tennista più amato della storia, un simbolo di eleganza, un’icona della cultura popolare. E, dalla fine di quest’anno, almeno secondo i calcoli dell’autorevolissimo Forbes, anche l’uomo da un miliardo di dollari di guadagni, il quarto sportivo a oltrepassare la soglia dopo Tiger Woods, Michael Jordan e Floyd Mayweather. La prestigiosa rivista americana ha messo insieme dati apparentemente semplici, non ufficiali ma molto attendibili, com’è nel suo costume. A fine 2019, il conto in banca del Divino ammontava a qualcosa di più di 900 milioni di dollari, di cui 94 incamerati solo negli ultimi dodici mesi. È questo l’elemento fondamentale: secondo Forbes, Federer sarà in grado di replicate quegli introiti anche nel 2020 e addirittura, secondo le stime, superare per la prima volta i cento milioni annui, scavallando dunque il fatidico miliardo. Nella stagione tennistica appena conclusa, Roger ha guadagnato 7,6 milioni di dollari di montepremi in 14 tornei (ne ha vinti 4), mentre i restanti 86.4 milioni sono derivati dalle sponsorizzazioni, tra cui va fatta rientrare la tournée di esibizione di fine anno in Sudamerica e Cina, che da sola gli ha fruttato ben 10 milioni. Secondo Forbes, saranno appunto gli accordi commerciali con la decina di sponsor storici a garantire un ulteriore incremento del reddito del campione per il 2020. Non solo: nei prossimi dieci anni, nonostante il ritiro (perché si ritirerà, prima o dopo…), si prevede che guadagnerà almeno altri 200 milioni dagli sponsor. Insomma, se non quest’anno, il miliardo sarà il traguardo del 2021. Ma il segno della grandezza del marchio Federer, che secondo tutti gli studi di settore resta l’atleta più vendibile, è certificato dalla considerazione che il suo valore è cresciuto con il crescere dell’età e l’inevitabile declino dei risultati (assai relativo, peraltro), una contraddizione solo apparentemente paradossale: l’immagine di Roger come testimonial di valori è più forte della sua carriera sportiva e anzi l’apparire delle prime debolezze agonistiche lo ha reso ancora più apprezzato. […]

Greta boys contro Federer: «Roger, svegliati ora!» (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Roger Federer contro Greta Thunberg, un match così tosto il numero 1 Emerito del tennis proprio non se lo aspettava. Da giocare fra l’altro sulla superficie più scivolosa, quella dei social. «Roger svegliati adesso!», #rogerWakeUpNow, è l’hashtag con cui gli ambientalisti svizzeri sono tornati ad attaccare l’illustre connazionale per il legame con il Credit Suisse, il secondo istituto bancario del Paese, colpevole di aver investito 57 milioni di dollari dal 2016 ad oggi sulla ricerca di combustibili fossili, nocivissimi per l’ambiente. Già nel novembre del 2018 gli studenti del Lausanne Action Climate avevano fatto pacificamente irruzione nella sede di Losanna del Credit Suisse, fingendo di giocare a tennis e invitando Federer a troncare i rapporti con la banca. Ne è seguita denuncia e relativo processo (gli attivisti si sono rifiutati di pagare un risarcimento), che si sta celebrando in questi giorni. Il verdetto è atteso per lunedì, nel frattempo è ripartito l’assalto a Federer. «Non ce l’abbiamo con lui, vogliamo solo svegliare le coscienze», sostengono gli ambientalisti: «Roger, non permettere che usino la tua immagine per il loro sporco profitto», «stanno distruggendo il futuro nostro e dei tuoi figli», il tenore dei commenti su Twitter. Il Credit Suisse, peraltro, è fra i finanziatori della fondazione con cui Federer negli ultimi 15 anni ha contribuito a fornire un accesso all’istruzione a oltre un milione di bambini, soprattutto in Africa. Federer e il suo staff per ora non hanno commentato, ma il campione ha indirettamente ribadito il suo interesse per le questioni sociali e ambientali accettando di giocare il 15 gennaio a Melbourne, insieme con Rafa Nadal e Serena Williams, un’esibizione di beneficenza a favore delle vittime degli incendi che stanno mettendo a rischio anche lo svolgimento degli Australian Open, in programma dal 20 gennaio proprio a Melbourne. […]

Accuse di sessismo e flop biglietti. Atp Cup nella bufera (Guido Frasca, Il Messaggero)

L’altra Davis che divide, al secolo ATP Cup, continua ad alimentare discussioni in un mondo del tennis che necessita di un manuale di istruzioni per l’uso: vedi i 4 Slam che non si mettono d’accordo su come giocare il quinto set con il risultato che ognuno fa come meglio crede. Domanda: ma c’era davvero il bisogno di un campionato del mondo a squadre sulla falsariga della riformata Coppa Davis andata in scena appena un paio di mesi fa con le Finals di Madrid? Dieci giorni di gara, 3 sedi (Perth, Sydney e Brisbane), 24 nazioni suddivise in 6 gironi. «E’ necessario unificare ATP Cup e Davis», ha sottolineato Djokovic. Ad irritare chi è rimasto fuori, poi, oltre al ricchissimo montepremi (14 milioni di euro), i punti validi per il ranking: «Io, che sono n. 37 Atp – si era lamentato lo statunitense Opelka – Rublev n. 22 o Raonic n.32 non possiamo giocare, a differenza del n. 2 della Grecia Pervolakaris che è n. 433 o della Georgia Metreveli che è n.678. Assurdo». Il rischio che la neonata competizione potesse rivelarsi un’esibizione di Iusso è stato smentito dai fatti. Il cast con 17 dei primi 20 giocatori del mondo ha assicurato un buon successo mediatico e in campo hanno tutti fatto sul serio. In un periodo in cui l’uguaglianza di genere è molto sentita, non poteva però che destare polemiche quanto accaduto a Brisbane, che ospita diversi match dell’ATP Cup e il torneo femminile, un WTA Premier con un signor campo di partecipazione, a cominciare dalla n.1 del mondo, l’australiana Barty. Dure le accuse di sessismo rivolte agli organizzatori: il campo centrale, la Pat Rafter Arena, è stato riservato ai soli match maschili, con le donne relegate sui campi secondari. Sloane Stephens, vincitrice degli US Open 2017 ha parlato di «mancanza di rispetto». Idem Maria Sharapova: «Il femminile sembra un torneo di seconda mano». I numeri non aiutano: il centrale era pieno per metà solo quando in campo c’erano l’Australia o la Serbia di Djokovic. Per le altre sfide si arrivava al 30% della capienza in uno stadio da 7mila posti.[…]

«Salirò tra le stelle» (Roberto Bertellino, Tuttosport)

«La top 100 sarebbe un sogno». Così Gianluca Mager, con lo sguardo rivolto al 2020 partito da pochi giorni. Una nuova stagione che ha preparato nella sua Sanremo. Commento che dimostra come il ligure non si sia affatto montato la testa ma rimanga ben fermo sul focus verso quel progresso di carriera che nel 2019 è apparso evidente, per risultati (ora è il numero 114 del mondo, suo best ranking) e per gioco: «Sono cresciuto sui campi del TC Sanremo – ha sottolineato Gianluca – e ci sono tomato da due stagioni perché con Matteo Civarolo e tutto lo staff c’è un feeling particolare. Mi sento sereno e anche l’aspetto fondamentale della preparazione fisica qui ha trovato, con Diego Silva, un approdo sicuro. Abbiamo fatto un gran lavoro, su forza e velocità, cambiando completamente il pregresso e i risultati sono stati subito evidenti. Arrivo al mattino con il sorriso sulle labbra, con la voglia di allenarmi e questo è un aspetto fondamentale». Il fatto di approcciare alla nuova stagione mixando le esperienze con quelle di altri giocatori del circuito e rispettivi coach è stato fonte di crescita complessiva e fotografia della nuova vitalità del tennis italiano al maschile, nonché dei suoi risultati. Un anno, quello appena andato in archivio, che Gianluca Mager rivive con grande lucidità: «Di ottimo spessore che è andato oltre le mie aspettative ed è stato in un certo senso quello della svolta. Tre vittorie Challenger con la prima, quella di Coblenza, molto importante perché mi ha dato la consapevolezza di poter competere e vincere ad alto livello. In più ero da solo e quindi ho saputo gestire l’intera settimana, sia sul terreno di gioco che fuori. Un’esperienza formativa sotto ogni punto di vista. Poi il torneo Atp di Stoccolma, è stato un altro gradino significativo della mia crescita. Sono stato ripescato e ho vinto il primo match in tabellone, perdendo poi il successivo senza sfigurare contro Carreno Busta. Una conferma del fatto di poter stare in questi contesti. Ora bisogna proseguire, con il sogno top 100 che rappresenta per un giocatore l’ingresso sotto tutti i punti di vista in un’altra dimensione». […]

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