Berrettini a Chris Evert: "Ho veramente paura che la stagione possa essere cancellata"

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Berrettini a Chris Evert: “Ho veramente paura che la stagione possa essere cancellata”

Matteo e Ajla Tomljanovic hanno conversato con la campionessa americana e parlato del loro isolamento

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Matteo Berrettini - ATP Finals 2019 (foto Roberto Zanettin)
 

Chris Evert ha una Academy di successo a Boca Raton, in Florida, e in tempo di Coronavirus ha intrapreso un’iniziativa per rimanere in contatto con dirette Instagram con gli studenti in isolamento, attraverso esercizi fisici e mentali, ma soprattutto attraverso conversazioni con giocatori che ce l’hanno fatta. Gli “ospiti” più recenti della 18 volte campionessa Slam sono stati Matteo Berrettini e Ajla Tomljanovic, che hanno dialogato con Evert per più di un’ora. Tomljanovic ha conosciuto Evert a 13 anni, quando si è trasferita nella sua Academy da Zagabria, tant’è che la sua famiglia vive proprio a Boca Raton, dove riteneva che le prospettive tennistiche fossero migliori per Ajla e per sua sorella Hana (che ha avuto successo giocando per University of Virginia), e dove la coppia si sta allenando in questo momento.

Tanti gli spunti interessanti. I due si sono detti speranzosi che si possa ripartire a New York, con Tomljanovic che ha commentato, “non sopporterei la cancellazione di un altro Slam”, mentre Matteo è stato un po’ più fatalista: “Faccio fatica a pensare che si giochi quest’estate, l’Europa è in una brutta situazione e gli Stati Uniti pure. Ho veramente paura che la stagione possa essere cancellata“.Berrettini si è detto in buone condizioni, visto che ha la possibilità di allenarsi tutti i giorni. Ha detto che Ajla lo sta aiutando sul rovescio, mentre lui sta cercando di restituire il favore sul dritto, ma con risultati alterni, perché, nelle parole di Tomljanovic, “non riesco a fare molto più che mettermi in salvo dalle sue pallate!”.

Entrambi hanno commentato i propri grandi risultati (Tomljanovic ha raggiunto il best ranking di N.39 lo scorso anno), con Berrettini che ha detto: Sono stato sorpreso anch’io da quanto in fretta sono migliorato in classifica. Ho deciso di cambiare qualcosa in me stesso dopo la sconfitta al primo turno a Monte-Carlo, dove tanti italiani hanno fatto bene (Fognini ha vinto, Sonego ai quarti, Cecchinato agli ottavi), e ho usato i loro successi per spronarmi, e ho vinto Budapest e fatto finale a Monaco di Baviera giocando il mio miglior tennis. Non mi aspettavo di fare semi a New York, ma non mi aspettavo neanche di fare così bene sull’erba, match con Roger a parte! Federer è il mio idolo, ricordo quando lo vedevo giocare al Foro Italico, è probabilmente il motivo per cui sono diventato un tennista, ma ero troppo emozionato per giocare quel giorno, quindi gli ho solo detto: ‘Grazie per la lezione!’. Per salire di livello devo allenarmi con Ajla! Sono alto quindi non avrò mai una grande mobilità, ma sto cercando di migliorare sul rovescio, e in questo momento il focus è andare più spesso a rete e muoversi meglio lateralmente. Sono tutte cose che sembrano piccole ma non lo sono affatto. Mi sono fatto male alla fine della stagione, addominali e anca, perché non ero pronto a giocare così tanti match. Ora sto bene ma tornare in campo è sempre dura”.

L’australiana ha avuto un percorso un po’ più accidentato fino a questo momento, ma guarda al lato positivo: Ho perso due anni, il 2012 per la mononucleosi e il 2016 per l’operazione alla spalla, quindi è sempre difficile ripartire, ma sono stata fuori così tanto che il mio corpo è quello di una tennista più giovane, e sono molto fiduciosa per il futuro, mi serve solo più continuità. Mio padre è sempre stato decisivo per la mia carriera, per lui il nostro rapporto è sempre stato più importante del tennis. Lui è rilassato e ha sempre voluto un altro coach al suo fianco, è stato un campione di pallamano quindi sa come aiutare un’atleta, non sarei qui se non fosse per lui“.

Anche Berrettini ha commentato su quello che lui vede come un secondo padre, vale a dire Vincenzo Santopadre: “L’ho incontrato a 14 anni e passo più tempo con lui che con la mia famiglia. Quando abbiamo iniziato era solo per divertirsi, e questo è il segreto, non mi ha mai messo pressione fino ai 19/20 anni. Sapeva che il tennis non è uno sprint, è una maratona, e mi ha aiutato a mettere su muscoli e a migliorare la preparazione atletica”.

Oltre a chiedergli quale sia il passo successivo per la sua carriera, Evert gli ha anche chiesto un’opinione su Federer, Nadal e Djokovic: “I Big Three sono incredibili, il loro bello è che sono egualmente dominanti ma in modo diverso. Rafa è il migliore fisicamente e mentalmente, gioca allo stesso modo, che sia sopra 5-0 o sotto 5-0, a volte non gioca al meglio ma vince, perché e di un altro livello. Roger è il tennis, può fare quello che vuole facilmente, sembra che sia nato così, anche se ovviamente lavora durissimo, a volte sembra quasi non sudare. Novak invece è una macchina, ed è il peggiore da affrontare per me, a Londra mettevo il 70% di prime e ho perso 6-1 6-2. Legge sempre la tua battuta e ha un rovescio mostruoso. Sono tutti e tre incredibili”.

Ajla Tomljanovic assiste all’allenamento di Matteo Berrettini – ATP Finals 2019 (foto Roberto Zanettin)

I due hanno parlato anche della vita in isolamento, e delle possibilità che sta offrendo loro: Siamo felici di passare un po’ di tempo insieme, è anche qualcosa a cui bisogna adattarsi, visto che siamo abituati ai nostri spazi, ma sta andando bene, di solito ci vediamo solo a cena, mentre è bello potersi allenare insieme. Spesso siamo nello stesso posto ma il tennis è la priorità, mentre ora possiamo fare tante cose insieme. Evert ha anche chiesto se le storie fra tennisti giovino alla carriera, facendo l’esempio di Monfils e Svitolina, quesito la cui risposta è stata affermativa, soprattutto secondo Tomljanovic: “Be’ lui è ottavo, quando ci siamo conosciuti era trentesimo! Se trovi qualcuno che capisce cosa vuol dire viaggiare per tutto quel tempo, è un grande bonus, e se sei contento fuori dal campo vai meglio dentro.

Non sono mancati momenti autobiografici da parte della “conduttrice” Evert, molto a suo agio nei panni dell’anfitrione. Ha raccontato di un match al Foro Italico (dove ha trionfato cinque volte), in cui il pubblico le gridava “dai, Chrissie!”, interpretato però come “die, Chrissie!”, cosa che la portò a scoppiare in lacrime prima che un giornalista spiegasse il quid pro quo. Un altro aneddoto capitolino riguarda la volta che sua madre le chiese se stesse commettendo doppi falli perché distratta dalle statue di uomini nudi, mentre per la conclusione della chat l’americana ha riservato una grande confessione: Ho sempre avuto una grande cotta per Adriano Panatta!“. Verso la fine della chiacchierata, Evert è però tornata allo scopo principale di queste dirette, vale a dire motivare i suoi protetti in un momento così difficile, un momento in cui degli adolescenti potrebbero non avere una grande comprensione della gravità della situazione. Ha allora chiesto ai due ospiti di lanciare un messaggio agli studenti.

Berrettini ha detto: Dovete divertirvi e avere passione, se andate ad allenarvi sentendovi pesanti la cosa non è sostenibile. Non dico che ogni giorno dev’essere una festa, perché a volte da ragazzino non vuoi allenarti, ma ho sempre avuto quella motivazione interiore che mi spingeva a mettere un mattoncino ogni giorno. Penso che sia anche un buon momento per pianificare ciò che si vorrà fare quando sarà possibile ricominciare ad allenarsi, per lavorare sulle proprie debolezze”. Tomljanovic ha aggiunto, “credo che questi momenti ci mostrino quanto siamo fortunati a poter fare questo di lavoro, quindi ci aiuta a mettere le cose in prospettiva quando ci lamentiamo per le piccole cose, dando tutto per scontato, mentre Chris ha chiosato: “Questa situazione ci mostra che non abbiamo controllo, e dobbiamo imparare a gestire questa cosa”.

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