Il centro di allenamento della federazione francese a disposizione dei malati di coronavirus

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Il centro di allenamento della federazione francese a disposizione dei malati di coronavirus

A due passi dal Roland Garros, la struttura accoglie i pazienti dimessi dagli ospedali ma ancora contagiosi

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Centre national d'entraînement (dal sito ufficiale della FFT)
 

La mobilitazione per l’emergenza coronavirus si è da tempo ormai allargata ben al di fuori dal campo sanitario in senso stretto. E non poteva essere altrimenti, visto il numero dei contagiati per cui sono necessarie ospedalizzazione e terapia intensiva. Anche il tennis offre il suo supporto, non solo con le (ingenti) donazioni dei top player – l’ultima di cui si ha notizia è di Novak Djokovic e ci riguarda direttamente –, bensì anche mettendo a disposizione le proprie strutture. Lo abbiamo già visto succedere a New York, con l’allestimento di un ospedale temporaneo all’interno del parco che ospita lo US Open, un evento da 700.000 spettatori in due settimane che tuttavia non è sufficiente a far apparire lo sport con la racchetta sui radar della Casa Bianca.

Adesso tocca alla Federazione Francese farsi avanti, offrendo la disponibilità del suo Centre national d’entraînement. Fiore all’occhiello della FFT, questo centro di eccellenza ha l’obiettivo di preparare i futuri professionisti del tennis d’oltralpe – giocatori e allenatori. Da qualche settimana, com’è facilmente intuibile, le attività sono sospese e il CNE è rimasto vuoto. Ecco allora farsi avanti Jean-François Vilotte, direttore generale della FFT, che ha contattato il direttore dell’Assistance Publique – Hôpitaux de Paris (il consorzio pubblico degli ospedali universitari dell’Île-de-France) per mettere a disposizione quella struttura a poche centinaia di metri dallo stadio Philippe-Chatrier del Roland Garros.

In un primo momento, le 38 stanze lasciate libere da aspiranti campioni e coach avrebbero dovuto accogliere il personale sanitario, ma sono state invece destinate a chi, contagiato dal Sars-CoV-2, è stato dimesso dagli ospedali. Come ha spiegato lo stesso Vilotte al quotidiano Le Figaro, si tratta di pazienti che sono usciti dalla fase acuta della malattia, ma non possono essere rimandati a casa dalle famiglie perché ancora contagiosi.

Un contributo per attenuare l’impatto sulle strutture ospedaliere, senza dubbio, ma non si tratta semplicemente un posto dove trascorrere la quarantena. Oltre all’ausilio del personale medico della FFT che garantisce una controllo giornaliero agli ospiti, si fa anche ginnastica all’aperto per favorire la riabilitazione respiratoria. Niente confinamento in stile carcerario, quindi, perché, se ogni stanza accoglie una sola persona, ci sono spazi comuni dove incontrarsi nel rispetto delle ormai note precauzioni, ça va sans dire: distanziamento sociale, guanti e mascherine.

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