Renzo Furlan su Jannik Sinner: "Un fenomeno naturale, è nato per il tennis"

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Renzo Furlan su Jannik Sinner: “Un fenomeno naturale, è nato per il tennis”

L’ex numero 19 del mondo al Corriere dell’Alto Adige: “Nel circuito, Jannik è considerato l’erede dei Federer, Nadal, Djokovic, Murray. Ha lo stesso talento di Kyrgios ma una testa differente”

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Renzo Furlan, due titoli ATP in carriera (Casablanca e San Jose nel 1994) e un quarto di finale al Roland Garros nel 1995, oggi è direttore tecnico della federazione serba. L’azzurro è stato allenato da Riccardo Piatti, il coach che dopo aver cresciuto tra gli altri Novak Djokovic e Richard Gasquet, siede adesso sulla panchina di Jannik Sinner. In un’intervista realizzata da Francesco Barana e pubblicata oggi sul Corriere dell’Alto Adige, Furlan parla proprio del 18enne azzurro: “Riccardo è perfetto per crescere e affinare Sinner. Io non ero un predestinato e ho raggiunto i vertici con il lavoro e la fame agonistica, mentre Sinner è un fenomeno naturale già ben definito a livello mondiale, uno nato per il tennis.

Furlan continua poi parlando delle caratteristiche di Jannik: “Ha qualità tecniche eccelse, i colpi, la potenza della palla, la mobilità e velocità di gambe. Per gli addetti ai lavori è il tennista più forte in assoluto potenzialmente tra gli under 20. Starà a lui confermare le enormi aspettative. Nel circuito da tempo è considerato l’erede dei Federer, Nadal, Djokovic, Murray. Questo non significa che lo diverrà, la carriera di un tennista è costellata da tante variabili, fisiche e mentali”.

L’esempio più eclatante è Kyrgios, che qualche anno fa era il miglior talento emergente, eppure non ha ancora sfondato tra i primissimi. L’aspetto gestionale fa la differenza. Ma Sinner non è Kyrgios, continua Furlan. Ha lo stesso talento ma una predisposizione mentale e una testa differente. È un ragazzo equilibrato, solido, stabile, che vuole vincere ed è già più maturo dei suoi 18 anni. Sinner, in un certo senso, è educato a vincere, sente su di sé la consapevolezza e la responsabilità da quando aveva 13 anni.

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