US Open, Federer alimenta dubbi: "Si deciderà nella seconda metà di luglio"

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US Open, Federer alimenta dubbi: “Si deciderà nella seconda metà di luglio”

Lo svizzero si è messo in contatto con gli organizzatori: i viaggi e la quarantena per chi dovrà rientrare in Europa rappresentano a oggi un problema, alla luce dei contagi negli Stati Uniti. Dove sono stati annullati cinque ITF ad agosto

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Roger Federer - US Open 2019 (via Twitter, @usopen)
 

Emergono dalle parole di Roger Federer significative ombre in prospettiva US Open. “Ho avuto un contatto con gli organizzatori proprio ieri – ha dichiarato alla tv svizzera in lingua tedesca RSF -, mi hanno spiegato che decideranno tra il 15 e il 30 luglio. Sono giorni di incertezza per il tennis, i viaggi e la quarantena rappresentano un grande problema“.

I contorni dello Slam statunitense continuano così a rimanere incerti, nonostante gli sforzi organizzativi della USTA per la creazione e la gestione della bolla a Flushing Meadows. La quarantena per chi poi rientrerà in Europa dai tornei americani sembra rappresentare in questo momento un nodo intricato da sciogliere. Ne ha parlato Marca nei giorni scorsi, esplicitando la perplessità di Djokovic – in veste di presidente dei giocatori ATP – sui 14 giorni di isolamento che dovrebbero rispettare i tennisti provenienti dagli Stati Uniti. Incompatibili con la partecipazione a Madrid e Roma. Questione complessa, magari soggetta a evoluzioni, ma che oggi va in conflitto con le norme anti Covid-19 dell’Unione Europea.

ITF CANCELLATI – Al momento, in ogni caso, lo US Open resta confermato a porte chiuse dal 31 agosto al 13 settembre, preceduto sugli stessi campi dal 17 agosto dall’edizione in trasferta del Masters 1000/Premier 5 di Cincinnati. Le date sono state comunicate a metà giugno dal Governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo. Da allora, nessuna novità. Gli aggiornamenti che arrivano dagli USA sui contagi non sono però incoraggianti: 55mila nuovi casi nella sola giornata del 7 luglio che portano il totale a quasi tre milioni, con oltre 130mila decessi. Dato complessivo da non intendersi in maniera univoca, perché l’estensione degli USA rende più adeguata l’analisi per singoli Stati (quelli del Sud se la stanno passando peggio).

La preoccupazione in ogni caso c’è, supportata anche dall’annullamento a causa dell’emergenza sanitaria di cinque tornei ITF che si sarebbero dovuti disputare ad agosto negli Stati Uniti. Al livello più basso del professionismo sarebbe certamente difficile rispettare tutte le prescrizioni di sicurezza, ma l’aria che tira non è delle migliori.

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