Uno contro tutti: il biennio 1993-1994, da Jim Courier a Pete Sampras

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Uno contro tutti: il biennio 1993-1994, da Jim Courier a Pete Sampras

Ventisei uomini diversi hanno occupato il trono di numero uno del mondo. L’undicesimo nome è quello di Pete Sampras, che inizierà una lunga monarchia

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Peter Sampras allo US Open 1988
 

Terminato il 1992 in testa alla classifica mondiale, Jim Courier sceglie di non giocare alcun torneo prima degli Australian Open. A Melbourne difende il titolo conquistato l’anno precedente battendo in finale Stefan Edberg e il risultato si ripete pressoché identico dodici mesi più tardi. Il n.1 arriva in finale senza aver perso alcun set e domina lo svedese per metà partita; poi Edberg si riprende, fa suo il terzo e nel quarto spreca diverse occasioni per trascinare il rivale al tie-break prima di arrendersi per 7-5. Due settimane dopo, a Memphis, Jim allunga la sua striscia ma stavolta è chiamato a risolvere diverse situazioni complicate e in finale il connazionale Todd Martin sfiora il colpaccio. Neanche il tempo di gioire che dal Tennessee è già ora di spostarsi a Philadelphia e lì Courier perde al primo turno con Derrick Rostagno.

Il ragazzo, di origini italiane ma nato a Hollywood, è famoso soprattutto per essersi trovato avanti di due set a zero contro Boris Becker al secondo turno degli US Open 1989 e di aver avuto due match-point a favore nel tie-break del quarto set, il secondo dei quali annullato dal tedesco – che poi avrebbe vinto il titolo – con l’ausilio del nastro. In Pennsylvania però Rostagno non trema e porta a casa la sua unica vittoria in carriera contro un numero 1 del mondo, carriera che si chiuderà con un solo titolo all’attivo (New Haven 1990) ma diverse vittorie contro tennisti di primissimo livello.

Il ko di Philadelphia ha dato modo a Courier di rifiatare e gli effetti si vedono subito a Indian Wells, dove arriva il terzo titolo stagionale battendo Ferreira in finale ma la sensazione è che la programmazione del numero 1 sia troppo intensa, tanto che a metà aprile sono già otto i tornei disputati. Il settimo, di questi tornei, gli è però fatale. Dopo aver perso con Woodforde a Miami e con Mansdorf a Osaka, è Tokyo la città del sorpasso. Nella capitale del Giappone Courier si fa sorprendere al terzo turno da Jonathan Stark mentre Pete Sampras mette le mani sulla coppa e gli soffia la prima posizione nel ranking ATP. Il cambio della guardia avviene il 12 aprile ma Courier, che da numero 2 otterrà ottimi risultati (le finali al Roland Garros e Wimbledon e i titoli di Roma e Indianapolis), avrà l’opportunità di aggiungere le ultime tre settimane al suo regno in prossimità e durante gli US Open. A New York, Jim perde negli ottavi con Pioline e il francese lo sostituisce in finale dove però rimedia solo undici giochi con Pete Sampras. In totale il regno di Courier è durato 58 settimane, durante le quali ha giocato 100 incontri (79 vinti) e 25 tornei (6 vinti).

Per chiudere il discorso relativo a Jim Courier, abbiamo cronologicamente trascurato i primi giorni della lunga monarchia di Pete Sampras. Ancora una volta, lo scettro mette pressione al detentore e nemmeno Sampras si sottrae alla regola. Vero è che, dopo il debutto vittorioso a Hong Kong (battendo proprio Courier in finale), Sampras si sposta sulla superficie meno amata (la terra) ma il ko di Atlanta con l’olandese Jacco Eltingh, n.87 del mondo, è duro da digerire mentre è più comprensibile la sconfitta in semifinale a Roma con Ivanisevic. Alla vigilia del Roland Garros il nuovo n°1 decide di continuare il rodaggio partecipando con gli USA alla World Team Cup di Dusseldorf e aggiunge un trofeo alla sua lista battendo Stich nella vittoriosa finale con la Germania. L’unica nota negativa della settimana è stata la pesante sconfitta con Bruguera (6-3 6-1), antipasto del replay che avviene a Parigi nei quarti di finale, dove Sampras lotta un po’ di più ma perde in quattro set dal futuro vincitore del torneo.

L’impatto con l’erba, ovvero il terreno che gli darà le maggiori soddisfazioni negli anni a venire, è a dir poco traumatico. Al Queen’s, Pete esce subito per mano di Grant Stafford; il sudafricano è appena il settimo tennista classificato oltre la centesima posizione del ranking ad aver battuto il re in quasi vent’anni di classifiche stilate dal computer. Peraltro, dopo tante settimane passate a “pedalare” sul rosso, un ingresso zoppicante sull’erba ci può anche stare; l’importante è non perseverare e infatti Sampras fuga subito ogni dubbio alzando la coppa di Wimbledon dopo aver eliminato nei quarti il campione uscente Agassi e in finale di nuovo Jim Courier in quattro set.

Forse appagato, Sampras rimedia quattro sconfitte in preparazione agli US Open ma se a Montreal, con Brett Steven, si arrende in due partite, nelle altre tre occasioni gli è fatale il tie-break del terzo set: con Krajicek a Los Angeles, con Edberg a Cincinnati e infine con Patrick Rafter (altro over-100) a Indianapolis. Ma, come abbiamo ricordato in precedenza, quando arriva lo Slam Pete cambia marcia e a New York gli unici a strappargli un set sono Daniel Vacek e Michael Chang; troppo poco per impedirgli di tornare sul trono degli US Open (tre anni dopo la prima volta) e su quello mondiale. Il settennato di Pete non sarà esente da minacce e in questo lungo periodo Sampras si vedrà usurpare il trono ben 11 volte e conoscerà sette nuovi re ma non perderà mai di vista quello a cui tiene maggiormente, ovvero essere in testa alla fine della stagione.

La prima delle sei consecutive (1993-1998) che chiude al comando è dunque quella in corso, la cui coda sul sintetico lo vede protagonista in Europa. I titoli di Lione a Anversa mitigano la prematura eliminazione a Stoccolma (battuto da Carlos Costa) e il ko rimediato nei quarti a Bercy per mano di Ivanisevic. I due Masters in terra tedesca lo vedono favorito ma sia a Francoforte che a Monaco il trofeo lo alzano altri; nell’ATP World Tour Championship conquista la finale imbattuto ma due tie-break lo condannano alla sconfitta con Michael Stich (7-6 2-6 7-6 6-2) e ancora peggio va nella semifinale della Grand Slam Cup in cui Korda si impone 3-6 7-6 3-6 7-6 13-11 dopo aver salvato ben cinque match-point.

L’inizio del 1994 fa ben sperare gli avversari del n.1 del mondo. A Doha, Sampras diventa il secondo leader ATP a perdere da un tennista classificato oltre la duecentesima posizione mondiale: a eliminarlo al debutto è infatti il marocchino Karim Alami (205), qualificato e già in procinto di partire per Jakarta, dove avrebbe dovuto disputare le qualificazioni. Sampras inizia bene ma, come ammetterà lui stesso, “ad un certo punto ho perso il servizio e non l’ho più ritrovato”. C’è anche chi sostiene che Pete, incassato l’ingaggio, non si sia impegnato più di tanto per rimanere a lungo nel caldo umido del Qatar e quanto succede in Australia parrebbe corroborare questa tesi. Tra Sydney e Melbourne, infatti, lo statunitense torna padrone del vapore e solo un giovane russo, al secondo turno dello slam di Flinders Park, lo fa tremare tenendolo in campo fino al 9-7 del quinto set: Yevgeny Kafelnikov. Per il resto, battendo Todd Martin in finale Sampras entra nei libri di storia quale secondo tennista nell’Era Open capace di aggiudicarsi tre Slam consecutivi e questo gli darà ulteriore motivazione per ben figurare al Roland Garros.

Anche se Parigi è lontana quasi cinque mesi, Sampras sembra intenzionato a tenere un ritmo elevatissimo e, dopo aver perso di nuovo con Eltingh a Philadelphia (peraltro con lo stesso score di Atlanta 1993, ovvero 7-6 6-4), il n.1 spazza via la concorrenza per cinque tornei consecutivi: Indian Wells, Miami, Osaka, Tokyo e Roma. Il Sampras che travolge Becker 6-1 6-2 6-2 nella finale degli Internazionali d’Italia può legittimamente aspirare a far centro anche al Roland Garros e non è certo la sconfitta subita a Dusseldorf in World Team Cup contro Stich ad abbassarne la fiducia. In Francia, i primi quattro turni non presentano grosse difficoltà ma nei quarti è l’orgoglio di Jim Courier a interrompere il sogno del “Sampras-Slam” alimentando l’idiosincrasia di Pete nei confronti del major parigino.

Nonostante la sconfitta in finale al Queen’s per mano del connazionale Todd Martin, l’erba ridona il sorriso a Sampras che si conferma campione a Wimbledon perdendo appena un set – proprio contro Martin in semifinale – nell’intero torneo. Dopo una complicata sfida di Davis a Rotterdam, in cui gli Stati Uniti battono l’Olanda 3-2 ma è Jim Courier a rimediare alla sconfitta di Pete con Krajicek nella terza giornata, il n.1 salta l’intera stagione americana a causa di una tendinite e si presenta agli US Open a corto di condizione. Sperando di trovare la forma nel corso del torneo, Sampras supera i primi tre turni senza eccessive difficoltà ma in un caldo e afoso pomeriggio di ottavi di finale si fa trascinare al quinto set dal peruviano Jaime Yzaga, tennista in cui il talento e la rapidità hanno sopperito a un deficit di potenza. La sfida resterà negli annali del torneo e Sampras, pur dando fondo a tutte le sue energie, deve cedere con lo score di 3-6 6-3 4-6 7-6 7-5. Negli spogliatoi, Pete trova l’amico Gerulaitis a dargli conforto senza sapere che sarà il loro ultimo incontro; Vitas morirà tragicamente un paio di settimane più tardi, avvelenato dal monossido di carbonio di una stufa difettosa.

Nel rush finale del 1994, Sampras deve vedersela quattro volte con Magnus Larsson. Riesce a batterlo in Davis Cup (dove però gli USA cedono in trasferta alla Svezia), a Stoccolma e nella finale di Anversa ma nell’ultimo torneo stagionale, la Grand Slam Cup, lo scandinavo gli nega l’impresa di aggiudicarsi entrambi i Masters battendolo in finale 7-6 4-6 7-6 6-4. Certo, la vittoria nell’ATP World Tour Championship ha maggiore rilievo (anche perché ottenuta battendo Becker in finale dopo essere stato sconfitto dal tedesco nel round-robin) ma la doppietta sarebbe stato un risultato di grande spessore. L’appuntamento però è solo rimandato di qualche anno; ne riparleremo nella prossima puntata.


TABELLA SCONFITTE N.1 ATP – TREDICESIMA PARTE

ANNONUMERO 1AVVERSARIOSCORETORNEOSUP.
1993COURIER, JIMROSTAGNO, DERRICK67 16FILADELFIAH
1993COURIER, JIMWOODFORDE, MARK36 62 26MIAMIH
1993COURIER, JIMMANSDORF, AMOS57 67OSAKAH
1993COURIER, JIMSTARK, JONATHAN46 26TOKYOH
1993SAMPRAS, PETEELTINGH, JACCO67 46ATLANTA  C
1993SAMPRAS, PETEIVANISEVIC, GORAN67 26ROMAC
1993SAMPRAS, PETEBRUGUERA, SERGI36 16WORLD TEAM CUPC
1993SAMPRAS, PETEBRUGUERA, SERGI36 64 16 46ROLAND GARROSC
1993SAMPRAS, PETESTAFFORD, GRANT75 57 46QUEEN’SG
1993SAMPRAS, PETESTEVEN, BRETT67 36CANADA OPENH
1993SAMPRAS, PETEKRAJICEK, RICHARD46 63 67LOS ANGELESH
1993SAMPRAS, PETEEDBERG, STEFAN76 57 67CINCINNATIH
1993SAMPRAS, PETERAFTER, PATRICK67 76 67INDIANAPOLISH
1993COURIER, JIMPIOLINE, CEDRIC57 76 46 46US OPENH
1993SAMPRAS, PETECOSTA, CARLOS67 62 16STOCCOLMAS
1993SAMPRAS, PETEIVANISEVIC, GORAN67 57PARIGI BERCYS
1993SAMPRAS, PETESTICH, MICHAEL67 62 67 26MASTERS S
1993SAMPRAS, PETEKORDA, PETR63 67 63 67 1113GRAND SLAM CUPS
1994SAMPRAS, PETEALAMI, KARIM63 26 46DOHAH
1994SAMPRAS, PETEELTINGH, JACCO67 46FILADELFIAS
1994SAMPRAS, PETESTICH, MICHAEL63 67 26WORLD TEAM CUPC
1994SAMPRAS, PETECOURIER, JIM46 75 46 46ROLAND GARROSC
1994SAMPRAS, PETEMARTIN, TODD67 67QUEEN’SG
1994SAMPRAS, PETEKRAJICEK, RICHARD62 57 67 57DAVIS CUPH
1994SAMPRAS, PETEYZAGA, JAIME63 36 64 67 57US OPENH
1994SAMPRAS, PETEEDBERG, STEFAN36 RIT.DAVIS CUPS
1994SAMPRAS, PETEBECKER, BORIS46 46STOCCOLMAS
1994SAMPRAS, PETEAGASSI, ANDRE67 57PARIGI BERCYS
1994SAMPRAS, PETEBECKER, BORIS57 57MASTERS S
1994SAMPRAS, PETELARSSON, MAGNUS67 64 67 46GRAND SLAM CUPS


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