Tsitsipas: "Gioco a tennis per dimostrare che il mio paese ha una grande storia"

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Tsitsipas: “Gioco a tennis per dimostrare che il mio paese ha una grande storia”

Il tennista greco si racconta a Behind the Racquet: “Ero un bambino introverso e non avevo molti amici. Nel Tour non c’è spazio per l’amicizia”

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Stefanos Tsitsipas- ATP Cup 2020 (via Twitter, @ATPCup)
 

A Stefanos Tsitsipas piace analizzare sé stesso. E non solo dal punto di vista tennistico. Il campione delle ultime ATP Finals ha trovato spazio sul blog creato da Noah Rubin, Behind the Racquet: in una lunga lettera ha raccontato gli inizi complicati della sua carriera e la voglia che ha di rendere grande il suo Paese, ricco di storia e cultura, anche nello sport.

“Nel 2018, sono entrato in Top 15 e sono stato testa di serie in uno Slam. È quando ho capito il mio potenziale. All’inizio ho viaggiato solo con mio padre. Ora invece viaggio con mio padre, mia mamma e tre fratelli. Sono la principale fonte di reddito per la mia famiglia. ⁣⁣Ho degli hobby che mi tengono interessato a diversi aspetti della vita, mi rendono creativo e si riflettono sul mio gioco. A volte pubblico qualcosa sui social che non molte persone capiscono. Questi post esprimono la mia creatività interiore. Ho dato una svolta alla vita di Stefanos. Sono un tipo filosofico, vengo da un paese con una storia di filosofia e non so se fossi Pitagora o Socrate nella mia vita precedente, ma non mi dispiacerebbe essere stato uno dei due”.

Emerge qui un aspetto interessante della personalità di Tsitsipas, che pur incarnando le caratteristiche di un giovane della generazione Z – largo utilizzo dei social⁣⁣ come stile di vita – si fa portatore di una personalità antica, quasi demodé, legata alle tradizioni delle terra che gli ha dato i natali. Stefanos prosegue poi con il racconto dei momenti difficili che ha dovuto superare quando la sua carriera era ancora agli albori, intersecando ancora le sue sensazioni con la situazione vissuta in quegli anni dalla Grecia.

“C’è stato un periodo in cui non stavo andando bene. Ho iniziato a giocare nei futures e dubitavo di me stesso. Non ero sicuro di essere abbastanza bravo da essere un tennista professionista. Il mio Paese era sull’orlo della bancarotta. L’intera popolazione stava soffrendo. I fratelli di mio padre erano disoccupati e non potevano dare da mangiare alle loro famiglie. Le persone mi guardavano come se fossi io a governare il paese e pensavano che fossi parte del problema. ⁣⁣
⁣⁣
Mi sono sentito isolato. Non ero a casa per vedere cosa stava succedendo perché viaggiavo. Avevo bisogno di supporto. Il mio
mental coach ha condiviso la sua saggezza e mi ha ispirato. Poi mi sono detto: Hai dedicato tutta la tua vita al tennis, non puoi semplicemente arrenderti. Devi andare avanti. Gioco a tennis per dimostrare che il mio paese ha una grande storia e può raggiungere il successo. Il tennis è uno sport molto introverso, affrontiamo tutto da soli. Abbiamo una squadra che ci segue in tutto il mondo ma ho trascorso innumerevoli notti insonni da solo. Tutti i viaggi e le competizioni causano molto stress e sono cresciuto molto solo”.

Questo è punto tenuto da quasi tutti coloro che si sono ritrovati a descrivere la peculiare solitudine del tennista. Tsitsipas non fa eccezione.

“Ero un bambino introverso e non avevo molti amici. Quando ho iniziato a giocare nel Tour, ho pensato che avrei fatto molte amicizie, ma è successo il contrario. La maggior parte dei giocatori sta per conto suo. Sento che i giocatori non vogliono diventare amici perché pensano che qualcuno userà un tuo segreto per sconfiggerti. Immagino che siano troppo seri per questo. Gli amici renderebbero il viaggio meno solitario”.

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