Roma ha anticipato di una settimana. Un giorno dopo NY (Cocchi). Roma ha deciso. Gioca d'anticipo (Ercole). Serena fatica ma vince il Sister Act n. 31, e pensa a Coco in finale (Piccardi)

Rassegna stampa

Roma ha anticipato di una settimana. Un giorno dopo NY (Cocchi). Roma ha deciso. Gioca d’anticipo (Ercole). Serena fatica ma vince il Sister Act n. 31, e pensa a Coco in finale (Piccardi)

La rassegna stampa di venerdì 14 agosto 2020

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Roma ha anticipato di una settimana. Un giorno dopo NY (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Dopo una serie di rinvii, incastri e combinazioni degne del Cubo di Rubik, oggi verrà ufficializzato il calendario di Atp e Wta fino alla fine di questo tormentato 2020. La prima novità riguarda gli Internazionali d’Italia, che non saranno con tabellone a 96 come si era ipotizzato, e cambiano data anticipando il via di una settimana. Inizialmente previsti il 10 maggio e poi stoppati dalla pandemia, gli Internazionali sarebbero dovuti iniziare il 21 settembre, ma partiranno il 14 per concludersi il 21 con la finale di lunedì. A giorni si decideranno anche le date delle qualificazioni che partiranno il venerdì se dovessero essere tabelloni a 64, o il sabato nel caso siano a 32. La nuova collocazione in calendario è proprio a ridosso degli Us Open. Il tormentato Slam di New York è previsto dal 31 agosto al 13 settembre. Il che significa che chi approderà alla seconda settimana avrà pochi giorni di tempo per arrivare in Italia, adattarsi alle sei ore di fuso orario e riprendere confidenza con la terra rossa dopo circa un mese di cemento. Per ovviare a questo problema, gli organizzatori concederanno un bye ai giocatori e le giocatrici che avranno raggiunto la semifinale: «I semifinalisti di New York non giocheranno prima di mercoledì o giovedì — spiega Palmieri —, questo permetterà di avere giorni di riposo. L’anticipo di una settimana permetterà anche di avere una sosta interessante tra la finale di Roma e l’inizio del Roland Garros il 27 settembre». Tutti i dettagli, soprattutto relativi alla sicurezza dovranno essere pronti e curati nei minimi particolari. I giocatori che arrivano dagli Usa dovranno fare un tampone 48 ore prima di arrivare, poi una volta giunti in Italia faranno un altro tampone e andranno immediatamente in camera d’albergo: «Da lì non potranno uscire fino a quando arriverà il risultato, al massimo entro 12 ore — ha concluso Palmieri —, da quel momento in avanti potranno andare al Foro Italico allenarsi e giocare». […]

Roma ha deciso. Gioca d’anticipo (Marco Ercole, Corriere dello Sport)

Dal 14 al 21 settembre. È questa la nuova data ufficiale degli Internazionali d’Italia di tennis, rinviati dopo lo scoppio della pandemia di Coronavirus. Nei mesi scorsi si era parlato della possibilità di vederli durante la settimana dal 21 al 28 settembre, alla fine è stato deciso di anticipare di qualche giorno, garantendo i tempi tecnici anche per chi arriverà in fondo agli US Open (in programma dal 31 agosto al 13 settembre) di avere qualche giorno di riposo. «Atp e Wta – ha spiegato il direttore del torneo, Sergio Palmieri – hanno confermato la nuova data. Questo per permetteie ai giocatori più forti, quelli che approderanno all’epilogo degli Us Open, di arrivare e di avere qualche giorno di preparazione. Chi parteciperà alla semifinale a New York avrà un bye automaticamente a Roma e non giocherà prima di mercoledl o giovedì. Questo permetterà di avere giorni di riposo e soprattutto una sosta interessante tra la finale di Roma e l’inizio del Roland Garros». […] Ora non resta che capire chi parteciperà, vista la lunga serie di forfait che sta accompagnando l’organizzazione dei due precedenti tornei statunitensi, il Masters di Cincinnati e gli US Open. A questi ci sarà Novak Djokovic, nonostante fosse stato uno dei primi (insieme a Nadal) a lamentarsi del nuovo calendario. ll serbo sarà nella ‘bolla” di Rushing Meadows: «Sono molto felice di annunciare che sarò al via del Masters di Cincinnati e degli US Open».

Serena fatica ma vince il Sister Act n. 31, e pensa a Coco in finale (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

La prima volta nel 1998, secondo turno dell’Australian Open. Venus è la sorella più grande e più forte (n. 22 del mondo), Serena debutta nel tabellone principale di uno Slam da n. 96, ha l’apparecchio per i denti, un’acconciatura di perline bianche, le ascelle non depilate, veste Puma. È l’anno in cui nasce la moneta unica europea, «Titanic» conquista l’Oscar, Pantani vince il Giro d’Italia e la Francia il Mondiale di calcio, muore Lucio Battisti. Insomma, una vita fa. Ogni volta – e con il secondo turno di ieri al torneo di Lexington, in Kentucky, il Sister Act ha raggiunto quota 31 – abbiamo detto che era l’ultima. E invece sono ancora qui, 78 anni in due, dinosauri in un tabellone illuminato dalla talentuosa giovinezza di Coco Gauff, che a 16 anni sfreccia verso il futuro e una possibile finale con Serena. Che si aggiudica a fatica il derby di Lexington, andato in scena 15 mesi dopo la sfida mancata nel 2019 al Foro Italico (ritiro della Williams junior). Serena è dimagrita, durante il lockdown si è allenata sul campo con la stessa superficie dell’Open Usa che il marito Alexis ha fatto costruire nella villa della Florida, ha le extension viola, una bendatura alla schiena che spunta dalla scollatura del vestito, non pare mobilissima: a 44 giorni dal 39° compleanno il sogno di conquistare a New York il 24° titolo Slam va tenuto insieme con i cerotti. Però, battuta l’anziana Venus in tre set (3-6, 6-3, 6-4) e aggiornato il conteggio dei precedenti in famiglia (19-12), la favola della Williams che non si arrende né agli acciacchi né all’età continua. È un tennis strano, a porte chiuse, deragliato fuori dai binari a causa della pandemia, incerto se confermare i rapporti di forza pre-Covid o se regalarsi qualche capriccio. Però è match vero, combattuto, lontano dalle pastette che si diceva organizzasse papà Richard all’inizio della carriera delle figlie. I giudici di linea hanno la mascherina, nemmeno tra sorelle ci si stringe la mano a rete (freddo tocco con le racchette, poi ognuna per la sua strada); il vuoto pneumatico diventerà voragine a New York, dove il campo centrale ha 23.770 posti, che saranno tutti liberi. Mancheranno dieci delle top-50 (ieri il ritiro della campionessa in carica canadese Bianca Andreescu), per Serena un’occasione più unica che rara. Già ci si chiede se l’albo d’oro dell’Open Usa dovrà avere un asterisco accanto al nome dei vincitori, ma chi è assente ha (quasi) sempre torto e comunque la Williams per centrare il record di titoli Major di Margaret Court dovrà battere sette avversarie due set su tre, come quando la pandemia non c’era. […]

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