Berrettini a New York senza Santopadre: "A casa mi sento più sicuro, Matteo ha capito"

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Berrettini a New York senza Santopadre: “A casa mi sento più sicuro, Matteo ha capito”

Il coach di Berrettini al sito ATP: “A Matteo piace competere. Sono emozionato, a New York abbiamo ricordi speciali. È come se fossi lì”

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Vincenzo Santopadre - ATP Finals 2019 (foto Roberto Zanettin)
 

Proprio pochi giorni fa Matteo Berrettini aveva elogiato il potere propedeutico della solitudine e parlando al sito dell’ATP anche il suo coach, Vincenzo Santopadre, ha affrontato il tema della lontananza e di come i due abbiamo lavorato in versione smart durante la quarantena. Dopo una fase iniziale utile ad assimilare i risultati straordinari della passata stagione, si è iniziato a lavorare sul futuro. “Questo periodo è stato perfetto per fermarsi un po’ e per rendersi conto delle cose che ha realizzato, perché erano davvero importanti e ovviamente doveva esserne felice” ha detto Santopadre.

“Penso che questo tempo libero sia stato un momento molto utile per lui e per noi e abbiamo avuto la possibilità di confrontarci chiamandoci perché stava passando la quarantena negli Stati Uniti [fino alla fine di maggio] e tutti i membri della squadra erano a casa in Europa. Ogni settimana facevamo una riunione di squadra su Zoom e abbiamo lavorato molto sulla tattica, insieme a Craig O’Shannessy e con il resto della squadra. Forse a volte non si ha tempo per lavorare su questo aspetto e quindi abbiamo avuto la possibilità di concentrarci di più su questo”.

Ovviamente la pazienza e la capacità di adattamento sono fondamentali. “In ogni situazione cerchiamo di capire come migliorarci. Sappiamo che da qualche parte c’è sempre un’opportunità per essere migliori, dobbiamo solo cercarla. Ovviamente, come chiunque altro, un bravo tennista deve adattarsi ad ogni situazione. Questo tipo di situazione ovviamente era terribile, non dipendeva da noi. Dovevamo solo essere pazienti e capire che non tutto poteva essere sotto il nostro controllo. È come una partita di tennis. Puoi fare quello che vuoi, puoi fare del tuo meglio, ma a volte ci sono alcune cose che devi accettare. La filosofia del nostro team, compreso Matteo, è la stessa in questo senso”.

Matteo è già a New York, impegnato nella doppietta Masters 1000-Slam, mentre Santopadre ha preferito restare in Italia, una scelta condivisa in pieno dal suo assistito. “Non ci sarò perché non mi sento a mio agio. Sto invecchiando sempre di più, lo so. Per esserci devi considerare tutto. Se risultassi positivo lì, mi sentirei troppo lontano dall’Europa, dalla mia città natale, dalle mie sorelle, da mio figlio, da mia figlia e sento che questo è un momento particolare. Mi sento più a mio agio, più al sicuro qui. Siamo fortunati perché abbiamo in squadra anche un vice allenatore, Marco Gulisano, e Ramon Punzano, che è il fisioterapista. Ovviamente avrà Ajla Tomljanovic, la sua ragazza. Sono stato fortunato a poter decidere senza alcuna pressione e Matteo ovviamente ha capito tutto“.

Non poter vivere l’atmosfera di New York sarà dura per Vincenzo, ma la grinta agonistica di Berrettini non dovrebbe risentirne. “A Matteo piace competere. Gli piace essere nei tornei. Questo è il suo primo torneo da gennaio perché ha giocato solo a Melbourne. Ha perso al secondo turno e poi non ha potuto giocare perché si è infortunato. Sono emozionato perché a New York abbiamo ricordi speciali, ricordi forti. Certo, sappiamo che la nostra vita non va vissuta ricordando il passato, ma sono ricordi speciali. Penso che ci saranno buone sensazioni, anche se resto lontano di tanti chilometri, a Roma. La distanza è tanta, ma mi sento come se fossi lì“.

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