Sinner, volo spezzato. Jannik parte da campione poi cede a schiena e crampi (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)
Non te lo meritavi, Jannik […] La favola di Jannik Sinner allo Us Open finisce nel peggiore di modi. Con il 19enne altoatesino fermato a un passo dal passaggio al secondo turno. Uno psicodramma durato 3 ore e 44 minuti. «Mai avrei immaginato di uscire subito e quello che è successo va capito – dirà mangiandosi le unghie nel dopo partita -. Mi sono allenato molto bene negli ultimi sei mesi. Non ho mai perso la concentrazione e sono andato a casa appena tre giorni senza mai concedermi vacanze. Sono molto amareggiato e preoccupato» […] Il ragazzo di Sesto Pusteria non tradisce l’emozione se non all’inizio dello spettacolo, quando si trova a salvare tre palle break. Il primo set fila liscio, con Jannik che va a sedersi sul 6-3 in 39 minuti, con 13 vincenti contro i 6 del campione di Bercy 2018. Nel secondo, il russo di stanza a Dubai, che ama leggere classici russi ma non digerisce i canederli, inizia a leggere meglio il suo gioco destabilizzante. Si arriva al tie break, ma Sinner che nelle vene ha il ghiaccio dell’Alto Adige, mantiene la concentrazione e non si fa spaventare dai pericoli del bombardiere. L’allievo di Riccardo Piatti sembra lanciato verso la vittoria quando, nel terzo set, inizia a toccarsi la schiena. Un primo indizio di pericolo che diventa una prova quando Jannik chiama il trainer per farsi massaggiare. Sembra una contrattura, un piccolo fastidio forse dovuto alle tante torsioni del busto per caricare il rovescio, ma la situazione peggiora rapidamente: «Il team è stato fondamentale, mi ha dato il coraggio di andare avanti», dirà. Dopo il trattamento Sinner finisce sotto 2-1 e stranamente non reagisce con la solita prontezza. Nel cambio campo sul 3-2 chiede un po’ di frutta, sbocconcella qualche fragola, preferita alle carota che eravamo soliti vedergli sgranocchiare. Ma non ci sono pozioni magiche in quel frutto, l’altoatesino si muove peggio, inizia a perdere potenza nei colpi e Khachanov dilaga, prendendosi il terzo set 6-2. Non è ancora il momento di spaventarsi. Al 19enne che ha lasciato le Dolomiti per diventare un campione sulla riviera ligure, il coraggio non manca. E con un solo set da vincere, l’operazione passaggio del turno pare a un passo. La differenza tra l’estasi e il tormento sta tutta in quel “pare”. Perché nel quarto set Sinner, invece che migliorare, peggiora. Il volto parla chiaro, il dolore aumenta, lui zoppica sempre di più. Sono i crampi, che gli impediscono quasi di giocare. Qualche sguardo supplice verso il suo angolo, implacabile nel dirgli di continuare. Diventa una lotta a tre, Jannik, il dolore e Khachanov, che si porta a casa il quarto 6-0 […] Il quinto set è una specie di teatro dell’assurdo, con Sinner che nonostante tutto resta in piedi, giocando quasi da fermo. Il russo regala, l’altoatesino si aggrappa all’ultima fibra nervosa rimasta a tenerlo in piedi e si guadagna un tiebreak che, non fossimo nel 2020, avrebbe anche potuto regalarci un finale da sogno. Ma il lieto fine non esiste, Sinner esce sconfitto nel risultato ma non nell’orgoglio. L’apprendista campione ha imparato un’altra lezione.
I crampi beffano Sinner. Eroica maratona a New York, Khachanov passa al quinto (Francesco Barana, Corriere del Trentino)
Maledetto dolore. Jannik Sinner non ce la fa e sul terzo set, in vantaggio di 2 a 0, un improvviso stiramento alla gamba sinistra, unito a un fastidioso mal di schiena, lo azzoppa letteralmente. E successo di tutto ieri pomeriggio a New York, sui campi del Billie King di Flushing Meadows, sede degli Us Open. Karen Khachanov, numero 16 del mondo, fin lì assente e stordito e sotto 6-3, 7-6, si è trovato di punto in bianco la possibilità di scrivere una storia diversa. Una maratona finita al quinto set, decisa al tie-break dove comunque il nostro ha lottato fino all’ultima palla. Un Sinner superbo per i primi due set, in cattedra e padrone di tutto, a inizio terzo set ha cominciato a zoppicare, mostrando fatica e dolore. Il russo così ha potuto girare una partita che per lui sembrava segnata. Il match ha cambiato verso e corso, sono saltate statistiche e schemi, con il 24enne russo che ha praticamente giocato da solo, andando a pareggiare i conti sul velluto (6-2, 6-0). Ciononostante Sinner non ha mollato, non ha ceduto alla (comprensibile e forse dovuta) voglia di ritirarsi, è stato in campo quasi 4 ore ed è riuscito ad arrivare al tiebreak del quinto set in maniera eroica. Raramente si è assistito a un match del genere su un campo da tennis, in particolare in uno slam come lo Us Open. Sinner ha risposto solamente affidandosi al talento, con servizio, impatto sulla palla […] Tanto di cappello a Jannik, che ora dovrà riposarsi e curarsi. Ha dimostrato la sua forza e il suo carattere e il futuro è sicuramente dalla sua parte. Ora ritorno a Bordighera per impostare il resto della stagione.