La quarantena down-under di Gavrilova e Perez

Flash

La quarantena down-under di Gavrilova e Perez

Le due tenniste australiane di rientro dalla Francia raccontano il confinamento in un albergo di Perth

Pubblicato

il

 

Prima l’impegnativa trasferta in Europa, seguita da quella negli Stati Uniti, poi di nuovo in Europa. Infine il ritorno in Australia, e l’obbligatoria quarantena di bentornate a casa. Daria Gavriolva e Ellen Perez, come tutti gli altri professionisti della racchetta, non hanno goduto di corsie preferenziali relative al loro status di sportive professioniste: atterrate a Perth, sono state prelevate dalla polizia e scortate in un albergo assegnato loro in modo del tutto casuale dalla protezione civile. Arrivate al quartultimo giorno di confinamento, le colleghe hanno deciso di raccontare in una sorta di Smemoranda pubblica la loro esperienza all’interno dell’abitazione coatta.

Innanzitutto dobbiamo ricordare che chiunque rientri in Australia dopo un viaggio transoceanico è tenuto a pagare la propria permanenza – attacca Gavrilova -. Il costo del nostro Hotel per quattordici giorni ammonta a duemilacinquecento dollari, ma altre strutture arrivano ai tremila. Non abbiamo balcone, ma un’ampia finestra che siamo autorizzate ad aprire per cambiare aria, il che non è scontato perché altrove una finestra non c’è. Nella zona di Perth non è consentito uscire per alcun motivo, mentre in altre regioni agli ospiti è concessa una specie di ora d’aria, per fare una breve passeggiata quotidiana, naturalmente in solitudine“.

Daria ed Ellen non sembrano far buon viso a cattivo gioco mentre dissertano divertite dell’inusuale esperienza: dopotutto c’è chi se la passa molto peggio, e riconoscerlo non è da tutti. “Siamo state fortunate – afferma Perez, attuale duecentotrentadue della classifica mondiale -. Io e Daria abbiamo due camere collegate da una porta comunicante, un optional niente male che non tutti gli hotel prevedono. Sono stanze molto grandi, e spostando i letti e il mobilio in modo congeniale siamo riuscite a crearci un discreto spazio per allenarci. Il cibo poi è ottimo: so di alcuni colleghi confinati in luoghi che si affidano a un servizio catering su cui è meglio stendere un velo pietoso, mentre al Mercure di Perth i pasti sono cucinati sul posto dallo chef dell’albergo e sono assolutamente fantastici“.

Perez passa poi al racconto della giornata tipo. “La colazione arriva alle nove, e bussano forte alla porta per farti sapere che è arrivata. Di solito l’avviso mi sveglia e sarei tentata di girarmi dall’altra parte e dormire ancora, ma alla fine è un buon modo per non rimanere a letto fino a tardi. Prima di andare a prenderla dobbiamo aspettare dieci secondi, per consentire al personale di allontanarsi dalla porta della nostra camera. Anche in questo caso non siamo sfortunatissime, perché oltre ai piatti di plastica regolamentari abbiamo le posate in acciaio. Tutte le altre persone in quarantena con cui ho parlato hanno usato sempre e solo plastica. Naturalmente questo lusso ha una controindicazione, che significa dover lavare i piatti. Allora io e Dasha facciamo i turni: di solito significa che lei li lava quattro giorni di fila, poi ci penso io per un giorno, e a lei toccano altri quattro giorni consecutivi“.

Ci sarebbe anche il problema di mantenersi in forma. “L’allenamento inizia con più calma rispetto alla routine normale, intorno a mezzogiorno. Diciamo che è più un modo per ammazzare il tempo in attesa del pranzo – scherza Perez -. Oggi sono arrivate alette di pollo con il riso, il pranzo più noioso consumato finora, ma ho ricevuto una sorpresa che mi ha risollevato la giornata: il mio ragazzo mi ha inviato un pacco con il mio tè preferito, della cioccolata, un puzzle da mille pezzi e un libro da colorare con tanto di pennarelli. So che può sembrare una cosa stupida, in effetti lo è, ma in quarantena certe novità portano un certo scompiglio emotivo!“.

Si giunge dunque lentamente al calare del sole, evento tendente in effetti a verificarsi piuttosto tardi dal momento che in Australia è estate. “Un pisolino verso le quattro è d’obbligo, vista la durissima giornata di allenamenti ormai alle spalle, giusto per attendere la cena. Stasera siamo state onorate di poter assaggiare un ottimo pollo arrosto con le verdure e una salsa che non potrei definire in modo diverso da deliziosa. La sera è la parte della giornata dedicata come potete immaginare ai film, alle serie tv e alle videochiamate con gli amici, prima di andare a dormire, di solito tardissimo“. La quarantena è una seccatura mica da ridere, ma come siamo soliti dire in casi similari “si può cascare ampiamente peggio“.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement