Lacrime di Serena, sfugge ancora la finalissima (Scanagatta). Dietro alle lacrime di Serena (Audisio). Serena è al top. Farà il record degli Slam (Mouratoglou). Medvedev-Tsitsipas al veleno (Mastroluca)

Rassegna stampa

Lacrime di Serena, sfugge ancora la finalissima (Scanagatta). Dietro alle lacrime di Serena (Audisio). Serena è al top. Farà il record degli Slam (Mouratoglou). Medvedev-Tsitsipas al veleno (Mastroluca)

La rassegna stampa di venerdì 19 febbraio 2021

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Lacrime di Serena, sfugge ancora la finalissima (Ubaldo Scanagatta, La Nazione)

Una maledizione. L’ennesima sconfitta dacchè è mamma a uno e due passi dallo Slam n.24, il record sempre più irraggiungibile di Margaret Smith. E un pianto in sala stampa, con il precipitoso abbandono della conferenza di Serena Williams dopo la semifinale dell’Australian Open perduta (63 64) con Naomi Osaka. Una scena che ha fatto stringere il cuore. Una grande campionessa, forse la più forte di sempre, sulla soglia dei 40 anni e dopo una cocente delusione, si può perfino dimenticare dei 23 Slam vinti, di 146 milioni di dollari guadagnati in soli premi. Le hanno chiesto del suo possibile addio al tennis, ora: «Mah, non lo so. Quando smetterò…non lo dirò a nessuno». Poi le lacrime. Maledetta la corsa ai record.

Dietro alle lacrime di Serena (Emanuela Audisio, La Repubblica)

Se n’è andata in lacrime, eliminata in semifinale. Ha pianto dicendo che aveva fatto troppi sbagli nel torneo di Melbourne, che è stato suo per sette volte. Forse ha capito che era un’altra occasione persa. Molto più definitiva della altre: se non stavolta, quando? Forse ha realizzato che davanti non ha più porte che si aprono e che lo Slam numero 24 è un sogno imprendibile. In molti hanno pensato all’addio, ai titoli di coda, me lei: «Se mai dovessi chiudere con il tennis, non lo direi a nessuno». Ha 39 anni, l’ultimo Slam vinto (numero 23) è del 2017, sempre in Australia. Quella Serena Williams dalla forza devastante, quella che faceva piangere le altre, quella che non trovava più avversarie e voleva addirittura sfidare gli uomini, per trovare più motivazioni, è svanita. Ora non picchia più: è una preda. Naomi Osaka che l’ha battuta ieri ha 16 anni meno di lei. L’anno scorso a sconfiggerla al terzo turno era stata una cinese, Wang Quiang, alzi la mano chi la conosce. E Serena, furiosa, aveva esclamato: «I’m better than that». Sono meglio di così. Lasciava presagire vendette, dedizione, nuova concentrazione. Per carità, Serena resta una celebrità, un’icona, una oltre: lo sport, il colore della sua pelle, il suo essere donna. Serena aveva ed ha il potere di farsi ascoltare. Quando Ion Tiriac, grande manager e organizzatore, si è permesso di dire nel 2018 che Serena con 90 chili addosso non avrebbe vinto più, tutti ad incolparlo di body shaming, come si permette? Lei stessa si vantava del suo corpo muscoloso e strabordante, esibito senza pudori. Era il suo marchio di fabbrica, ce l’avrebbe fatta a risalire, invece non ha più vinto uno Slam. Deve aver pensato che il mito, i 24 Slam di Margaret Court, era a portata di mano. Ne serviva solo un altro, prima o poi sarebbe arrivato. Bisognava solo provarci. Continuando ad essere «more than an athlete», ad occuparsi di tante altre cose oltre al tennis. Ma lo sport è geloso dei campioni che lo trascurano, che lo mettono da parte. Vuole restare una priorità. In più Serena nel suo ventennio ha dominato senza avere una grande nemica, senza spinta a migliorarsi, non come Evert-Navratilova. L’avversaria che ha incontrato più volte in finale è stata sua sorella Venus. Forse ha subito la personalità e la rivalità di Maria Sharapova, l’hanno un po’ disturbata la belga Henin e la tedesca Kerber, ma nulla di più. Le bastava essere Serena per vincere. Quando però è rientrata la situazione è cambiata: lei non è più devastante, e le sue eredi la fanno correre. Le riconoscono il trono, non il comando. Per lei più che un’ossessione questo Slam numero 24 è diventato una delusione. Dovrebbe rimettere il tennis al centro. A settembre avrà 40 anni. Vale la pena riprovarci, prima di dire addio. Ma giocando in un solo campo. Quello rettangolare.

Serena è al top. Farà il record degli Slam (Patrick Mouratoglou, La Gazzetta dello Sport)

L’avventura di Serena Williams agli Australian Open è finita. La domanda che tutti si pongono ormai da tempo è se lei giochi solo per superare il record di vittorie negli Slam (24, lei è a 23). Io non posso negarlo, lavoro con Serena per il raggiungimento di questo obbiettivo da quando, dopo la gravidanza difficile, ha deciso di ritornare in campo con tenacia, disciplina, allenamento e molta volontà. Ma un altro Slam non è un’ossessione. Giocare al meglio, sentirsi bene fisicamente, giocare per vincere ma anche perché le piace sono i veri pilastri del suo tennis. Serena sta molto bene, il suo fisico è più agile, è tornata al top non solo fisicamente ma anche mentalmente, adesso è tranquilla e prende il tennis con serietà e professionalità, ma non è la cosa più importante, la più importante è la sua famiglia: il marito Alexis e la piccola Olimpia, sempre con lei e al centro della sua vita. Ciò di cui sono più contento è l’attitudine di Serena, la sua voglia di vincere e di essere sempre e comunque al vertice, se poi il record arriverà nei 3 Slam che restano quest’anno sarebbe un trionfo, una felicità incredibile. Al termine della semifinale di ieri, a fine partita, Serena si è trattenuta a lungo con la Osaka e so che la sua nuova condizione di donna, moglie e mamma le hanno portato quella maturità e quella sicurezza che la porteranno ancora a vincere dei grandi tornei malgrado le lacrime con cui ha lasciato l’Australia. La sua forza è la stessa che vedo in Federer, gli stessi valori, la stessa determinazione. Serena vuole superare il record di vittorie negli Slam, Roger vuole un altro Wimbledon. Show must go on.

Medvedev-Tsitsipas al veleno (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Il meglio della generazione che aspetta e spera. Nel “Game of Thrones” di Melbourne Daniil Medvedev, detentore del titolo delle Nitto ATP Finals, e Stefanos Thtsipas, si contendono un posto in finale all’Australian Open. Chi vincerà diventerà il 54° finalista nell’era Open nel torneo, il nono tra i giocatori ancora ia attività, il più giovane dai tempi di Novak Djokovic. Si battono proprio per sfidare il serbo, numero 1 del mondo. Medvedev-Tsitsipas si trasforma nella versione tennistica dello scontro Luna Rossa-Ineos ad Auckland, la finale della Prada Cup di vela che determinerà la sfidante dei campioni in carica dell’America’s Cup. Non si piacciono, Medvedev e Tsitsipas, e non fanno molto per nasconderlo. Il russo, numero 4 del mondo, ha un tennis cerebrale e un’intelligenza acuta che lo tendono indecifrabile, imperscrutabile come le sue esultanze appena accennate. Il greco ha dimostrato carattere sotto la leggerezza pensosa. Si sono già affrontati sei volte prima di questa semifinale. Il russo ha vinto tutte le prime cinque, con tanto di scontro verbale a Miami nel 2018. «Se vuole litigare sono qua, non è colpa mia se è solo un ragazzino che non sa lottare» disse allora Medvedev. Tsitsipas l’ha battuto però alle Nitto ATP Finals del 2019 che poi avrebbe vinto. Quell’anno, a Shanghai, il greco ha raccontato dei festeggiamenti dopo la laver Cup con Federer e Nadal. Medvedev ha reagito a quel video con fare sprezzante. «Ha detto che Federer e Nadal l’hanno costretto a bere. Ma la cosa più importante è un’altra: “Mamma, hai sentito, mi hanno costretto ma è stato disgustoso, posso mostrarti il video”. Non riesco a prenderlo sul serio» disse allora. […]

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