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Sinner: “Quando perdi non sei mai contento. Spero di riaffrontare presto Djokovic”
Il tennista italiano è deluso ma non si scoraggia: “Devo imparare tanto, specie nella gestione della partita. Ci sono situazioni che a volte non capisco. La terra ti fa imparare a giocare a tennis”

La sconfitta contro Novak Djokovic non piega l’animo di Jannik Sinner, che si è presentato in conferenza stampa con la solita tranquillità. Lo scontro generazionale tra il numero 1 e (si spera) un suo possibile erede non è passato inosservato ed è proprio sulle sensazioni che ha provato affrontando il tennista più forte del mondo che si concentrano le domande. La prima riguarda l’impatto con la partita. “È difficile da battere e si sapeva già“, ha esordito Sinner, lapalissiano. “Lui rimanda tante palle, conosce benissimo il gioco e conosce benissimo le situazioni di un match che io ancora non conosco, ho giocato poche partite di tennis. Cercherò di riguardare la partita e capire cosa potevo fare meglio. Spero di rigiocarci il più presto possibile per vedere se sono migliorato“. Aveva fatto questa stessa considerazione dopo la sconfitta contro Hurkacz in finale a Miami: sicuramente un buon segnale.
Ora che Jannik ha sfidato sia Nadal che Djokovic, entrambi su terra, la curiosità dei giornalisti nella sala virtuale si sposta sul confronto tra i due, ma Sinner non è troppo in vena di giudizi netti. “Sono tutti e due campioni. Novak sa scivolare benissimo sulla terra, Rafa con la sua forza fisica si sente a casa sulla terra perché con il fisico che ha si difende bene e ha una palla pesante. Sono giocatori diversi e non voglio entrare nel discorso ‘chi è più forte dei due’: sono entrambi campioni incredibili e spero di affrontarli di nuovo“.
La partita di oggi ha dimostrato quanto ancora abbia da lavorare Sinner per raggiungere i vertici di questo sport. L’altoatesino ne è consapevole. “La strada è lunga. Devo imparare tanto, specie nella gestione della partita e capire certe situazioni che io a volte non capisco e tanti altri capiscono meglio di me. Gioco tutti i punti come faccio sempre, perché è la miglior cosa che io possa fare, poi vediamo cosa succede. Bisogna migliorare per andare avanti“. Un concetto ribadito anche al nostro direttore Ubaldo Scanagatta, che chiede a Jannik se è uscito più soddisfatto oggi o dal confronto con Nadal nei quarti del Roland Garros 2020, quando forse aveva impensierito il suo avversario più di quanto sia riuscito a fare oggi con Djokovic. “Quando si perde, non si esce mai contenti. È meglio fare una bella partita e perdere che subire un 6-1 6-1 ovviamente, ma sai se perdi non sei mai contento“.
Nel mezzo c’è anche un accenno al nuovo logo che Jannik ha presentato qualche giorno fa. Qualcuno aveva ipotizzato che potesse essere il primo step nella strategia di lancio di un nuovo marchio in collaborazione con Nike, che veste Sinner. Il tennista italiano nega propositi di questo genere. “No, il logo non c’entra niente con Nike. Riguarda più il progetto What’s kept you moving“. Si tratta di un’iniziativa di recente creazione che si propone di aiutare ragazzi con disabilità.
In chiusura, Sinner dettaglia le sue ambizioni riguardanti la stagione su terra battuta, superficie che in teoria gli è meno congeniale del cemento ma sulla quale sta comunque raccogliendo buoni risultati. “La terra ti da la possibilità di imparare a giocare a tennis, una possibilità che invece il cemento non ti da. Su terra devi aprirti più il campo, devi aspettare qualcosina in più. È una superficie che ti permette di giocare a tennis. Da piccolo giocavo sempre indoor o su cemento, da noi fa freddo quasi subito e bisogna giocare più sul cemento. Devo imparare a giocare a tennis su questa superficie“. Dopo la terra arriverà l’erba, superficie sulla quale Jannik – ad oggi – ha giocato solamente sette partite (di cui tre vinte) e che quest’anno proverà per la prima volta per una stagione intera. “Su erba ho giocato pochissimo, solo Hertogenbosch ed Halle, anche lì ho poca esperienza. Saranno mesi in cui sarò molto in difficoltà, ma è quello che mi serve per migliorare“.
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Scanagatta: “Sinner ha una sovrumana voglia di migliorarsi, non si fermerà qui” [AUDIO Radio Sportiva)
Il direttore sul best ranking di Sinner dopo la quarta vittoria contro Alcaraz:
“Jannik rimarrà nella Top 10 molto più a lungo di Panatta, ha solo 22 anni…”
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Sinner come Marco Polo: in Oriente scopre il suo best ranking
Sinner raggiunge Panatta come best ranking raggiunto da un italiano nell’era moderna del tennis. In campo femminile il record appartiene a Francesca Schiavone

Il libro del tennis azzurro scrive un nuovo capitolo straordinario. Lo fa in un pomeriggio in cui in Italia l’autunno sembra non esser mai cominciato. 3 ottobre 2023 la data in cui Jannik Sinner ha raggiunto Adriano Panatta come best ranking mai toccato prima, ovvero la posizione n. 4. Lascia da parte rancori e inquietudini interne ed esterne legate a quelle maglie che difendono l’Italia alla conquista della Coppa Davis e si posiziona accanto a un’icona della storia come Adriano Panatta.
Il tutto in una serata cinese, in cui nella capitale della Cina, l’ex recente numero 1 al mondo, Carlos Alcaraz, guarda annichilito la reazione dell’altoatesino che rischia di finire sotto di due break nell’incipit della gara ma che poi reagisce, vince il tie-break del primo set e chiude 6-1 al secondo parziale.
A due passi dalla “Città Proibita”, il tempio del tennis cinese issa Jannik Sinner a quello che da lunedì sarà il suo nuovo gradino della “scala reale” del tennis. Sarà numero quattro come lo è stato Adriano Panatta, unico italiano nell’era moderna a raggiungere questo obiettivo. Nel tennis a noi noto con la classifica computerizzata, uno dei più grandi talenti del tennis italiano fu quarto in classifica dal 24 agosto 1976 sino al 12 settembre 1976, nell’epoca in cui dominavano Connors, Borg e Vilas. Per Panatta quello fu anno d’oro segnato dalle vittorie di Panatta al Roland Garros, agli Internazionali d’Italia e in Coppa Davis.
Giganti del tennis difficili da paragonare a quelli attuali, ma risulta anche essere superfluo il raffronto tra queste epoche.
Sinner diventa n. 4 al mondo, l’85° tennista della storia a riuscirci, ma con un obiettivo che lo regalerebbe ulteriormente alla storia di questo tennis. Qualora dovesse riuscire a chiudere il 2023 da 4 del ranking sarebbe l’unico italiano a riuscirci. Record che devono dare al giovane Jannik quella fiducia in sé stesso che spesso è mancata, quella cattiveria che servirebbe a girare le partite in cui non gioca benissimo. L’obiettivo resta sempre lo Slam, ma adesso questo record parziale potrebbe essergli di grande aiuto per riabbracciare l’Italia intera e lasciare a casa i dubbi, i rancori, le perplessità e le delusioni che hanno segnato i chilometri precedenti al viaggio in Cina.
Un po’ come Marco Polo ha trovato la sua fortuna in un viaggio in Oriente, adesso tocca alla sua mente completare il giro del Mondo.
Il best ranking di Matteo Berrettini attualmente è stato il n. 6 centrato con la semifinale all’Australian Open nel 2022. Fu il primo italiano ad arrivare tra i primi sei al mondo da quel famoso 1976. Corrado Barazzuti, invece, fu n. 7 al mondo il 21 agosto 1978 grazie alla semifinale raggiunta in quell’anno al Roland Garros. Fabio Fognini, invece, raggiunse la posizione n. 9 il 15 luglio 2019. Era il tennis dei Fab-Four che ancora non aveva conosciuto la pandemia. Quell’anno vinse il Masters1000 di Monte Carlo che gli diede lo slancio per salire in classifica.
In campo femminile, invece, con la quarta posizione raggiunta nel 2011 è Francesca Schiavone l’italiana ad aver raggiunto la posizione più alta di sempre. Almeno una volta ai quarti in tutti gli Slam, trionfatrice del Roland Garros 2010, la “leonessa milanese” è stata icona azzurra specie su terra battuta. Francesca Pennetta, vincitrice dell’Us Open 2015, è stata numero 6 del ranking mondiale in singolare e numero 1 in doppio. Un gradino più su riuscì a piazzarsi Sara Errani, il n. 5 il suo best ranking. Roberta Vinci, finalista perdente contro Pennetta allo US Open è arrivata al N.7.
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ATP 1000 Shanghai, il programma di mercoledì 4 ottobre: Fognini trova Kokkinakis
Fabio Fognini torna a giocare un match nel main draw di un torneo del circuito maggiore: scenderà in campo intorno alle 8 ora italiana

Era il 2019, e Daniil Medvedev aveva la meglio su Alexander Zverev, conquistando così il suo secondo titolo 1000. Quattro anni dopo, è ancora quello l’ultimo match disputato nel prestigioso master 1000 di Shanghai, cancellato nelle ultime tre stagioni a causa delle stringenti misure anti covid delle autorità cinesi. Da quest’anno, il più importante torneo asiatico potrà contare su un tabellone allargato a novantasei giocatori, sei dei quali italiani.
Di questi uno scenderà in campo sul centrale nella giornata di inaugurazione dell’edizione 2023: si tratta di Fabio Fognini, oggi sceso al numero 129 del ranking, in gara grazie ad una wildcard. Il ligure torna a giocare nel main draw di un torneo del circuito maggiore per la prima volta da luglio, quando perse al primo turno a Gstaad. In particolare, non vince un match di questo tipo dal secondo turno del Roland Garros. Il suo avversario sarà Thanasi Kokkinakis. L’estroso australiano, numero 71 del mondo, parte favorito: ha vinto tutti e tre i precedenti con Fabio, l’ultimo in Australia, quest’anno. In ogni caso, ci sono tutte le premesse per una partita interessante fra due giocatori molto talentuosi. Il match è il secondo in programma sul campo centrale, a seguire della sfida fra Dusan Lajovic e Stan Wawrinka, impegnati a partire dalle 6:30 ora italiana.
A seguire, chiuderanno il programma sul centrale i veterani Gasquet (impegnato col giocatore di casa Zhizhen Zhang) e Murray, che sfida Roman Safiullin. Qualche match da tenere d’occhio sui campi secondari: Mackenzie McDonald affronta il francese Moutet; Daniel Altmaier trova il giapponese Nishioka.
Ecco il programma completo (Diretta TV SKY Sport Tennis)