Berrettini che roccia: finale a un passo (Crivelli). Berrettini si sveglia ed è travolgente. Rafa: "Ora Roma, e voglio vincere" (Palliggiano). Che Maratoneta (Azzolini). "Federer, Roma ed io. E vi dico che il tennis sarà ancora più azzurro" (Lombardo)

Rassegna stampa

Berrettini che roccia: finale a un passo (Crivelli). Berrettini si sveglia ed è travolgente. Rafa: “Ora Roma, e voglio vincere” (Palliggiano). Che Maratoneta (Azzolini). “Federer, Roma ed io. E vi dico che il tennis sarà ancora più azzurro” (Lombardo)

La rassegna stampa di sabato 8 maggio

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Berrettini che roccia: finale ad un passo (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il tennis. Lo sport del diavolo. […]Matteo Berrettini batte dopo oltre due ore il cileno Garin e approda in semifinale a Madrid, la sua seconda in un Masters 1000 dopo quella a Shanghai del 2019, e a vederlo macerarsi in soliloqui senza speranza a metà del secondo set l’impresa assomiglia a un miracolo, se non si conoscessero la tempra e l’intelligenza dell’allievo di Santopadre, altre volte sottomesso dalla pressione del risultato ma nell’occasione lucidissimo nel cambiare marcia non appena il rivale perde i riferimenti tecnici del match. Voglia di rivincita Berretto perde male il primo set quando sul 5-5 si consegna con due gratuiti al break decisivo, e con un servizio poco incisivo e il dritto che sfarfalla si ritrova sotto 3-1 anche nel secondo, mentre Garin concede pochissimo e si affida a un tennis chirurgico per controllare il match. Ma di fronte al traguardo di una semifinale con Ruud, difficile ma aperta in una parte di tabellone senza più big, finisce per sciogliersi. Berretto lo capisce, finalmente aggredisce, dà battaglia su ogni scambio senza più abbandonarsi allo sconforto e infila 11 game di fila contro un avversario fattosi clamorosamente fantasma: «Lo sport è davvero strano – analizza l’azzurro che da lunedì sarà numero 9 del mondo – sinceramente non so cosa sia successo, sicuramente ho provato a mettergli più pressione, ho lottato e ho sbagliato di meno rispetto al primo set e all’inizio del secondo. La finale? Pensiamo a una partita per volta». Intanto, il successo vale la dedica alla fidanzata Ajla Tomlijanovic che ieri ha compiuto 28 anni e gli garantisce l’occasione tanto attesa di prendersi la rivincita su Ruud, che a settembre lo fermò ai quarti di Roma procurandogli una delusione atroce: «Il norvegese mi ha sconfitto due volte sul rosso (anche a Parigi nel 2019, ndr), sulla superficie è uno dei più forti del mondo, solidissimo. Ma è bello poter giocare partite del genere» . Il tonfo di Rafa. Dall’altra parte, se Thiem conferma l’impetuosa crescita dopo la crisetta di inizio anno, fa rumore il tonfo di Nadal, sconfitto per la terza volta consecutiva da Zverev in un match che fino al 4-2 del primo set stava dominando: «E inspiegabile». Certo, un Rafa così falloso e poco incisivo con il dritto non si vedeva da tempo, mentre Sascha ha resistito all’assalto fisico e con il rovescio incrociato ha minato le sicurezze del maiorchino, battendolo perla prima volta sulla terra: «Una delle vittorie più belle della mia vita». Tempi duri per i monumenti.

Berrettini si sveglia ed è travolgente. Rafa: “Ora Roma, e voglio vincere” (Davide Palliggiano, Il Corriere dello Sport)

Il sogno di arrivare alla prima finale di un Masters 1000 è vivo ed è un pensiero stupendo, perché è alla portata. Matteo Berrettini oggi può realizzarlo a Madrid, dove ha trovato una regolarità impressionante. Nei quarti ha superato in tre set (5-7 6-3 6-0) il cileno Garin (n° 25 del ranking) con una rimonta fatta di 11 game vinti di fila. […] Berrettini ha sofferto inizialmente il gioco del cileno, ha mostrato meno sicurezza nei suoi colpi rispetto alle partite con Fognini e Delbonis, poi ha premuto un interruttore che solo lui conosce ed è andato via come un treno, sorprendendo tutti i presenti alla Caja Magica. SECONDA FATALE. Percentuali sopra l’80% per entrambi sulla prima di servizio nel primo set, ma è stata la seconda a fare la differenza in favore di Garin, bravo a fare un break al primo game, meno a subirlo nel secondo. Merito di un Berrettini che si è saputo rialzare fino al 5-5, ovvero fino a quando Garin, con un passante di rovescio da applausi, non gli ha fatto il break che poi l’ha portato al 7-5 senza neanche più concedere punti all’italiano. UN’ALTRA STORIA. Due regali in volée di Matteo, invece, hanno permesso al cileno di allungare nel secondo con il break al terzo game. Da li è cominciata tutta un’altra storia: sotto di 3-1 ha vinto 11 game di fila e non sbagliando praticamente nulla, imponendosi quindi nel secondo set 6-3 e nel terzo 6-0: «Sono orgoglioso di ciò che ho fatto – ha detto dopo la partita, chiusa senza pubblico perché a pochi minuti dalle 23 e dal coprifuoco madrileno la sicurezza del centrale `Manolo Santana’ ha fatto sfollare i presenti -. Ho lottato su ogni punto, lui ha avuto un passaggio a vuoto nel secondo set e nella lotta sono stato più bravo io»’. Oggi gli tocca Ruud, che ha già eliminato Tsitsipas negli ottavi e Bublik nei quarti: «È un grande giocatore, soprattutto sulla terra. Se penso al nostro ultimo precedente nei quarti di finale Roma fa ancora male: per me quel torneo è speciale, ma la mia vendetta sportiva la voglio ora». CROLLO NADAL Nel pomeriggio la Caja Magica era rimasta orfana di Nadal: l’idolo di casa è stato sconfitto nei quarti da Zverev in due set e, cosa ancor più dura da digerire, lunedì si vedrà scavalcare in classifica al 2° posto da Medvedev. «È stata una settimana complicata – ha raccontato amareggiato Rafa, che inseguiva il 6° titolo a Madrid -. In questo periodo è come se stessi salendo una scala e contro Zverev sono sceso di un gradino. Nei momenti decisivi ho fatto tutto male, un vero disastro>. L’altura avrebbe favorito il tedesco, secondo Nadal: «Le condizioni erano più favorevoli a lui: non mi ha sorpreso il suo livello, ero davanti a un top player che batte ogni volta a 220 Km/h». La stagione sulla terra, però, prosegue e si abbandonano gli oltre 600 metri di altitudine di Madrid per trasferirsi in Italia: «Prima del Roland Garros l’obiettivo sono gli Internazionali di Roma e lì voglio vincere». Djokovic e compagnia sono avvisati: al Foro Italico arriva un Nadal imbufalito.

Che Maratoneta (Daniele Azzolini, Tuttosport)

[…] Era nella situazione più disperata si possa trovare un tennista, sotto 5-7 1-3, a favore di un Garin che sembrava saperla lunga, e non ne sbagliava una che è una. Berrettini aveva quasi regalato il primo, partito con un break e subito pareggiato, poi mollato sul più bello, con un improvviso intorpidimento sul 5 pari; e nel secondo era finito subito sotto, senza riuscire più a ritrovare le tracce del suo gioco. Difficile dire che cosa si sia smosso dentro, nel nostro, ma a un passo dalla sconfitta Matteo ha estratto 20 punti (a 5) e 5 game filati, ribaltando tutto e proseguendo nel terzo con tre break che hanno strappato al cileno ogni speranza. Prima semifinale “1000”sul rosso per Matteo (la animali, e anche oggetti seconda dopo Shanghai), sconosciuti) che non avesempre più vicino a una vano mai cercato. E ha evifinale che varrebbe mol- dentemente una ricadutissimo per la sua carrie- ta tutt’altro che rara nel ra. Se la vedrà con Ruud, nostro sport, come inseforse il più in forma degli gna l’eliminazione di Rafa spericolati corridori della Nadal da parte di Sascha terra rossa, che coprono Zverev, ieri, sul centralochilometri e sanno col- ne della Caja Magica. pire la palla. Due a uno Un Rafa d’improvviso per il norvegese nei testa apatico, inconcludena testa. «Ci sarà da lotta- te, frastornato al punto re, ma visto come me la da sembrare – ci perdosono cavata con Garin, ni – un po’ rimbambito. sono pronto a tutto. Par- Lontano dall’immagine tita stramba, ma la vitto- del lottatore che, seppuria mi rende felice». re allo stremo, ribalta l’inVa così, il tennis. Quan- contro con le mosse vigodo pensi che tutto sia rose di chi possiede infiscontato o inevitabile, può nite energie cui attingere, sempre succedere qual- come l’avevamo visto fare cosa che risulti tutt’altro nella finale di Barcellona che prevedibile. La regola, contro Tsitsipas, ma anammesso che lo sia, sem- che dal campione attento bra avere svariate applica- e risoluto di queste appazioni. Fa da plastica intro- rizioni madrilene. duzione alla famigerata E il terzo confronto che legge di Murphy (un pa- Zverev si aggiudica di senino spalmato di burro, guito contro Rafa (a Pacadrà sempre dalla par- rigi Bercy, poi alle Finals te del burro), inevitabile gli altri due, ma sul velocompagna di ogni pen- ce indoor), evento che lo siero negativo. E la mo- colloca fra gli incubi dello rale contenuta nella bel- spagnolo. Ma Rafa eccelle la favola persiana di Se- nelle ripartenze, e niente rendip (Ceylon, l’odierna vieta di vederlo recuperaSri-Lanka), quella dei tre re rapidamente i suoi migliori livelli. Anche l’anno scorso giunse al Roland Garros senza il conforto dei risultati, poi dette forma a una delle conquiste più limpide delle sue tredici finali parigine. Roma dirà in merito qualcosa di più definitivo. Madrid fa storia a sé. «In altura le cose si complicano per me, Zverev ha un gran servizio, difficile stargli dietro. Peccato perché avevo cominciato davvero bene, ma dopo il 4-2 iniziale, ho giocato in modo disastroso ». Sascha ci riprova contro Thiem, che negli scontri diretti lo sopravanza 8-2 e 4-1 sulla terra rossa. «Affronto Dominic con fiducia». Fa bene, quell’unica vittoria sul rosso prese forma a Madrid, tre anni fa. Poi Zverev vinse il titolo.

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