WTA Montreal: Giorgi batte Pegula e conquista la finale (LIVE ore 19:30 su Supertennis TV)

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WTA Montreal: Giorgi batte Pegula e conquista la finale (LIVE ore 19:30 su Supertennis TV)

Camila batte Pegula 6-3, 3-6, 6-1 e affronterà Karolina Pliskova nella sua prima finale 1000. L’ha già battuta due volte nelle ultime settimane

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Foto Tennis Canada
 

C. Giorgi b. J. Pegula 6-3 3-6 6-1

Un’estate italiana quella del 2021. Un’estate da notti magiche parafrasando il testo di una canzone che ai più sembrerà pleonastico ricordare ma che ci dà l’esatta misura di quello che è accaduto (inutile rimarcarlo) e di quello che sta accadendo e che speriamo possa accadere nell’immediato futuro e subito oltre. Il presente intanto ha la splendida immagine di una ragazza Camila Giorgi che dopo il torneo olimpico di Tokyo e grazie allo stesso, sembra aver trovato quella chiave di volta, quelle motivazioni, quel gioco che l’hanno portata fino alla prima finale di un 1000 della sua carriera. Battendo infatti 6-3, 3-6, 6-1 l’americana Jessica Pegula, Camila si è guadagnata un posto d’onore sul palco di questa felice stagione dello sport azzurro, con la speranza di quel colpo di reni finale che la proietterebbe, de facto, in un capitolo a parte di questo racconto. Giusto però non correre troppo.

IL MATCH – Camila parte subito forte, iniziando con un ace: una sorta di imprimatur sul match. Game che si dimostra più complicato del previsto; la marchigiana è brava ad annullare una palla break prima di vincere il game ai vantaggi. Non sarà l’unico vinto così in questo set. Match che vive il suo primo sussulto nel quarto game quando, grazie ad un dritto in contropiede, Giorgi piazza il punto decisivo che strappa il servizio alla propria avversaria portandosi sul 3-1. Break confermato nel successivo turno di battuta. Camila è assoluta padrona del campo. Pegula a quel punto, scesa già in campo con una vistosa fasciatura alla coscia destra, forse per l’acuirsi del problema muscolare, forse anche per schiarirsi le idee chiama un medical time out, tornando in campo con una fasciatura ancora più vistosa e con un approccio alla partita diverso. Approccio che si palesa subito con la conquista del game che vale il 4-2. Ma è il settimo gioco quello in cui realmente si decide il set: sono 13 i punti giocati da entrambe le giocatrici prima che si trovi la quadra nel 14esimo e decisivo a favore di Camila, che porta il punteggio sul 5-2 grazie ad un errore di rovescio da parte di Pegula. L’americana tiene il servizio andando sul 5-3, ma è nel game successivo, quello che manda Camila a servire per il set, che si decide il set. Dopo due set point annullati, il primo per un doppio fallo, il secondo per un errore su schiaffo al volo, è al terzo tentativo che Camila, grazie ad un ace, si regala un set all’insegna della sofferenza. Sono tre infatti i game vinti ai vantaggi, sul proprio servizio, e ben 4 le palle break concesse e poi annullate. Il tutto con soltanto il 59% di prime di servizio, due doppi falli ma la grande capacità di aver vinto tutti i punti importanti.

Nel secondo set è Pegula ad iniziare subito forte: suo il primo game di servizio seguito successivamente da un break iniziale nel quale una Camila troppo fallosa, sotto 15-40, riesce ad annullare soltanto una delle due palle break concesse. È la nona volta che Giorgi perde il servizio durante il torneo e, come successo già ieri nel match con Coco Gauff, Camila si trova sotto due a zero in partenza del secondo set. Pegula ne approfitta prendendo il largo e andando sul 3-0 grazie ai tanti, troppi, errori concessi in modo fin troppo gratuito dalla sua avversaria in campo; errori emblematici del momento no della Giorgi. Momento che sembrerebbe continuare anche nel gioco successivo quando è l’americana a portarsi sul 15-30 ma poi tre punti consecutivi, di questi due vincenti, riportano Giorgi in partita sull’ 1-3. La statunitense sembra un’altra rispetto al primo set: fa male da destra con il dritto, colpendo Camila lungolinea e incrociato e portandosi in avanti con i piedi più dentro al campo, giocando, tra l’altro, una volée da applausi nel momento più importante del game, e fissando il punteggio sull’ 1-4. Il sesto gioco è una bellissima e stupenda altalena di colpi: l’americana continua a tirare forte, mettendo all’angolo Giorgi che, proprio mentre sembra dover andare ko, l’azzurra riesce a restare aggrappata al game più lungo del set, vinto dopo bene 16 punti ed annullando altre due palle break. È proprio sull’onda lunga del game vinto in modo quasi tennisticamente cruento, che Giorgi riesce a sfruttare la seconda grande occasione (leggasi palla break) a favore durante il match resettando lo svantaggio e tornando in partita. Ma è purtroppo solo un attimo. Complici i tanti errori, di questi due doppi falli, l’azzurra cede a zero il game successivo mandando Pegula a servire per il set. Un invito troppo ghiotto per non essere colto. Nonostante le due palle break in favore di Giorgi, sul 15-40, la numero 30 al mondo non fatica ulteriormente nell’aggiudicarsi il secondo set, il primo perso dall’italiana in questo torneo.

Nel terzo set, tornata in campo dopo esser rientrata negli spogliatoi, Camila potrebbe sembrare una giocatrice orfana della via maestra: complice infatti ancora un doppio doppio fallo nello stesso game (il terzo della partita) regala all’americana il break iniziale. Ma come detto il condizionale è d’obbligo. La partita infatti sembrerebbe avere già un copione scritto ed un finale ormai incanalato ma non è così: il controbreak è logica conseguenza di un atteggiamento diverso da parte di Giorgi che riprendendo a far male con il proprio dritto inchioda Pegula di fronte all’ineluttabile. Ed è proprio dalla fiducia figlia della prestazione o per chi vuole anche viceversa, che Giorgi vince anche il game successivo portandosi sul 2-1. L’azzurra è in fiducia, al contrario il black out sembra essere totale per l’americana che perde a zero un game fondamentale; punteggio che mette tanta pressione sull’americana. Sbagliare per Pegula non è più un’opzione: il problema è che lei non lo sa. Un paradosso? Forse. Dall’altra parte della rete c’è però una Giorgi che in trance agonistica vince a zero il quarto game consecutivo, mettendo una seria ipoteca sul match.  Sul 4-1 Giorgi il sesto game è pura battaglia tra le giocatrici in campo, una che vuole chiudere l’incontro, l’altra che vuole tenerlo in vita. È soltanto alla quarta palla break che l’italiana riesce a portare a casa il game che vale il set, grazie ad un doppio fallo di Pegula. Il settimo ed ultimo game è un assolo di violino marchigiano che vede il suo assolo finale con un ace. Un lavoro perfetto di Camila, finito ed iniziato allo stesso modo, senza possibilità di replica.

“È incredibile è stata una settimana fantastica, per me una settimana perfetta. Domani affronterò Pliskova e dovrò concentrarmi sul mio gioco per continuare il sogno”, ha commentato a fine gara l’azzurra intervistata a caldo.

Come detto domani Giorgi troverà nella sua prima finale 1000 Karolina Pliskova che ha battuto in semifinale Aryna Sabalenka per 6-3, 6-4 in 1h21 di gioco. Pliskova, già finalista a Wimbledon, ha costruito la sua vittoria grazie al servizio, un vero trampolino di lancio per il suo gioco (71% di prime palle, 10 ace e 2 doppi falli). Ha avuto anche l’immenso merito di non avere fretta e ha dominato notevolmente la potenza avversaria, commettendo solo 12 errori non forzati contro i 29 della sua avversaria. E anche quando Sabalenka a metà del secondo set ha provato a rientrare in partita, trovando il break sulla Pliskova e passando in vantaggio per 4-3, la ceca non si è fatta prendere dal panico. Con notevole compostezza, ha lasciato che la sua avversaria riprendesse a sbagliare per rientrare in partita e vincere definitivamente l’incontro.
Sorridono a Camila Giorgi gli ultimi incontri tra le due, incontri abbastanza recenti: il primo a Eastbourne nei sedicesimi del torneo, il 24 Giugno (2-6, 6-2, 6-2) e l’ultimo incontro, al terzo turno alle Olimpiadi di Tokyo il 27 Luglio (6-4, 6-2). Insomma, i motivi per crederci ci sono; motivi che, se sommati, sono quasi più di una speranza e rappresenterebbero quel quid che potrebbe rendere l’estate non più soltanto una stagiona me uno stato di grazia.

Il tabellone completo

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