Djokovic: "Australian Open? Deciderò quando ci saranno dei protocolli ufficiali"

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Djokovic: “Australian Open? Deciderò quando ci saranno dei protocolli ufficiali”

Nole, in conferenza stampa a Bercy, torna a parlare della finale dello US Open: “Il sostegno del pubblico mi ha sorpreso, sono abituato ad un ambiente ostile”

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Novak Djokovic - Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

A Bercy inizia oggi il Paris Rolex Masters, l’ultimo 1000 della stagione, con quasi tutti i big ai nastri di partenza. Si tratta di un dato in controtendenza rispetto a quanto spesso accaduto negli scorsi anni, quando molti top player, considerando la vicinanza con le Finals, preferivano saltare il torneo. Nel 2021, invece, c’è stata grande partecipazione, e su tutti spicca ovviamente il numero uno del mondo Novak Djokovic. Il serbo tornerà in campo dopo un mese e mezzo dall’ultimo match, la finale a New York durante la quale è svanito il sogno Grande Slam. “Tutto sommato sono contento di essere tornato”, ha esordito nella conferenza pre-torneo. “Mi sono allenato molto bene nelle ultime due settimane. Ho avuto tanti successi a Bercy nel corso degli anni, e questo mi dà motivo di credere che posso fare bene e andare lontano nel torneo. Detto questo, però, la mancanza di match potrebbe essere pericolosa, quindi devo davvero assicurarmi di iniziare la prima partita con una buona intensità e costruire la mia forma man mano che la partita avanza. Spero di ottenere una vittoria e sentirmi più a mio agio in campo”. Il suo primo avversario sarà il vincente di Fognini-Fucsovics.

Senza rimpianti, Djokovic ha anche parlato apertamente della finale dello US Open. “Ho imparato negli anni ad affrontare le sconfitte in modo tale da trattarle come grandi opportunità di crescita. Sento che la sconfitta dello US Open è arrivata probabilmente nel momento peggiore o nel momento migliore per me, in un certo senso. Ovviamente sono dispiaciuto di aver perso la partita, ma sento di essere stato fortunato a provare l’amore della folla e il supporto dello stadio come non li avevo mai avvertiti prima a New York; in realtà non ci sono molti posti al mondo in cui mi sia sentito così. Quel tipo di energia che ho ricevuto dalla folla dal momento in cui sono entrato in campo fino a quando sono uscito è una vittoria per la vita, è una vittoria dal punto di vista umano. Semplicemente, come ho detto, mi hanno toccato il cuore”.

Restando sul tema, Nole ha fatto un’interessante ipotesi che potrebbe parzialmente spiegare l’esito di quella partita e del suo rendimento: questa inaspettata forma di sostegno da parte del pubblico in qualche modo può averlo, se non disorientato, quanto meno stranito, non essendoci abituato. “Sono stato anche colto di sorpresa in un certo senso. Non mi aspettavo così tanta positività, supporto e amore durante il mio percorso. Quindi forse questo ha influenzato il mio gioco, perché sono sempre abituato a trovare un ambiente ostile nelle grandi partite. Quel giorno semplicemente non ero presente in campo in termini di gioco come avrei dovuto essere per vincere quella partita. Ma in fin dei conti, come ho detto, è una grande lezione, è una grande opportunità di crescita per chiudere in un certo senso il capitolo degli Slam di quest’anno con tre vittorie e una finale. Ovviamente in uno scenario più ideale ne avrei vinti quattro su quattro”.

Ciò che definisce un campione è anche l’intensità con la quale torna ad allenarsi dopo una disfatta o dopo un nuovo record. Sapere che ero così vicino mi dà un grande incoraggiamento per il futuro ma mi fa anche sentire umile riguardo al mio gioco, alla mia carriera, e mi riporta con i piedi per terra, cosa che mi porta a tornare al campo di allenamento e capire davvero cosa bisogna fare per poter migliorare. C’è sempre qualcosa da migliorare, c’è sempre qualcosa su cui lavorare. Quindi vediamo come ho recuperato emotivamente e quanto sono pronto per la competizione ai massimi livelli. Non lo so, non gioco un torneo dallo US Open. La stagione è stata molto drenante per me e impegnativa sotto ogni aspetto, ma ho avuto situazioni simili in passato in cui ero solo stanco, ma in qualche modo sono riuscito a trovare la forza per finire l’anno e la stagione alla grande. Speriamo che sia di nuovo così”.

Una buona fetta dei trofei Slam conquistati in carriera da Djokovic provengono dall’Australia (nove su venti), ed è noto il suo forte legame col torneo e col pubblico; tuttavia è anche nota la reticente posizione del serbo sulla questione vaccini. Dunque al momento la sua partecipazione al primo Slam 2022 non va data per scontata. Deciderò se andare in Australia o meno dopo aver visto la dichiarazione ufficiale di Tennis Australia. Al momento non abbiamo alcun annuncio o comunicazione ufficiale. Quindi finché non ci sarà non parlerò più di questo perché non voglio far parte di storie basate su presupposti e ipotesi. Quando i requisiti ufficiali per viaggiare e giocare in Australia saranno comunicati, ovviamente vedrò cosa fare, perché la situazione è diversa in Australia rispetto alla maggior parte del mondo”.

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