Zverev sul GOAT: "Il migliore è Djokovic, lo dicono i numeri"

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Zverev sul GOAT: “Il migliore è Djokovic, lo dicono i numeri”

Il tedesco non ha dubbi su chi sia il migliore di tutti i tempi: “So che molti fan preferiscono Federer e Nadal, ma non si può andare contro le statistiche”. Sui propri coach: “Ferrer il migliore insieme a mio padre”

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Alexander Zverev - Nitto ATP Finals Torino 2021 (foto @atptour)
 

L’off season è un periodo di riposo e allenamento in vista della nuova annata che verrà, ma è anche il periodo dei bilanci e delle interviste. Proprio alcune dichiarazioni di Alexander Zverev stanno rimbalzando qua e là nell’etere tennistico. Il tedesco, reduce da un buon 2021 e dal secondo trionfo alle Nitto ATP Finals, ha infatti detto la propria opinione sull’annosa questione del GOAT, il migliore di tutti i tempi.

So che molti appassionati sono più a favore di Federer o Nadal, ma non si può discutere contro le statistiche. Novak ha vinto gli stessi Slam di Roger e Rafa, è stato numero uno per più settimane di chiunque altro e ha chiuso l’anno da numero uno per più stagioni. Inoltre ha vinto più Masters 1000 e si potrebbe continuare con la lista“. Il campione olimpico in carica, in un’intervista rilasciata a Tennis Magazine, mostra di avere le idee ben chiare e ribadisce come, secondo lui, si debba cercare di rifarsi a criteri quanto più oggettivi possibili per tentare di definire chi sia il migliore di tutti i tempi. “Non si può sempre andare contro i numeri e dire che Roger o Rafa sono migliori, perché tutti siamo stati loro fan sin da piccoli. A volte bisogna guardare le cose in maniera realistica e i record di Nole sono semplicemente dei dati di fatto“.

La nozione di GOAT di per sé è sfuggente, anche perché si devono giocoforza mettere a confronto ere tennistiche sensibilmente diverse tra loro e l’oggettività di una scelta piuttosto che di un’altra è ovviamente difficile da circoscrivere. Senza dubbio, i punti di Zverev sono validi e aggiungono ulteriore pepe ad un dibattito che nell’ultimo periodo si è acceso come non mai, anche perché si è ormai vicini (forse) al ritiro dei Big Three. Allora sì che si potranno fare certe valutazioni più a mente fredda.

Zverev: “Le accuse di violenze? Intraprese azioni legali. Ferrer il mio miglior coach dopo mio padre”

Nell’intervista c’è stato spazio anche per altri temi, a partire dalla spinosa questione delle accuse di violenza mosse dall’ex fidanzata Olga Sharypova, oggetto di approfondimento anche da parte dell’ATP. Zverev è stato come al solito piuttosto sbrigativo, negando ogni possibile violenza e rimandando tutto alle opportune sedi legali. “Per quanto riguarda l’indagine dell’ATP, sono sicuro che tutto sarà risolto in tempi relativamente brevi. Stiamo anche intraprendendo azioni legali in Russia contro le persone che mi hanno accusato. La verità viene sempre fuori. Tutto ciò che accade nella vita al di fuori del campo da tennis verrà notato anche sul campo da tennis. Penso che quest’anno sia tornata maggiore calma nella mia vita. Ho le persone giuste intorno a me. Questo è molto positivo“.

Molto interessante anche il giudizio sugli allenatori con i quali ha collaborato nella sua ancora giovane carriera. In particolar modo sorprende la grande stima riservata a un coach relativamente inesperto come David Ferrer, mentre molto inaspettata arriva la stroncatura di Ivan Lendl, ex campione e super coach di chiara fama col quale però Sascha non ha mai legato. “Papà (alias Alexander Zverev Sr., ndr) è meglio di Lendl. Per me, non è affatto in discussione. Penso che sia stata un’esperienza importante per me vedere cosa pensano gli altri allenatori del mio tennis. Per me, oltre a mio padre, Ferrer è stato il miglior allenatore che abbia avuto nella mia vita. Ma sfortunatamente abbiamo dovuto fermarci l’anno scorso a causa della situazione Covid (i due hanno collaborato da metà 2020 a gennaio 2021, ndr). È l’unico con cui potrei provare di nuovo. Non ha funzionato bene con Lendl. Non è un segreto. Da un punto di vista personale non è stata un’accoppiata vincente. Vedevamo le cose in modo diverso sul campo da tennis, durante le sessioni di allenamento. Sono qualcuno anche io nel mio sport, sono una personalità. Non sono uno che dice sì e amen a tutto. Contesto anche le opinioni molto spesso, chiedo sempre ‘perché la vedi così?’ e a volte dico di vederla diversamente. Non puoi unirti alla mia squadra e stravolgere la mia vita e la mia carriera solo perché hai un’opinione diversa dalla mia“.

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