[ESCLUSIVA] Marco Brugnerotto esplora il mondo e scala la classifica giocando i Futures

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[ESCLUSIVA] Marco Brugnerotto esplora il mondo e scala la classifica giocando i Futures

Il venticinquenne varesino continua a piantare bandierine in giro per il mondo. Ha appena stabilito il suo best ranking al N.711, con gli auguri dell’amico Matteo Berrettini

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Marco Brugnerotto (Credit: @mbrugner8 on Instagram)
 

Abbiamo raggiunto Marco Brugnerotto (25 anni, N.711 ATP e finalista in tre tornei Futures fra novembre e dicembre, vale a dire Torello, Guatemala e Santo Domingo) al telefono in quel di Biandronno (in provincia di Varese) dove, assieme al padre Massimo, gestisce il circolo Tennis Isola Virginia. Tanti spunti interessanti, dal budgeting stagionale di un tennista della sua fascia a quando si è ritrovato… parlamentare per uno scatto! Di seguito il nostro Q&A.

Buongiorno Marco, grazie del tuo tempo perché sarai ancora un po’ sottosopra per il fuso orario dopo la lunga trasferta in Centro America.  

Effettivamente faccio fatica a recuperare gli orari europei, fortuna che ormai sono abituato [ride, ndr].

So che sei un grande viaggiatore, e so anche che hai già ripreso ad allenarti.

Sì, mi sono giusto preso tre giorni di pausa e poi ho avviato una mini-preparazione, al termine della quale vorrei fare le qualificazioni al Challenger di Forlì a inizio gennaio. Non sarà facile entrare ma è anche vero che si libereranno dei posti perché in molti saranno in Australia.

Negli ultimi due mesi hai avuto un rendimento eccellente con tre finali (Torello, Guatemala e Santo Domingo), una semifinale sempre a Santo Domingo e il conseguente nuovo best al N.711 ATP. Adesso devi solo sfatare il tabù vittoria.

Vero, ma mi ripeto sempre che per perdere le finali bisogna anche arrivarci. In ogni caso sto finalmente raccogliendo i frutti di un lavoro che viene da lontano, nonostante i mille infortuni che hanno costellato i miei ultimi anni.

Sarà merito del cambio di allenatore [ora lo allena Mattia Livraghi, lo stesso coach di Riccardo Bonadio, ndr], o del fatto che ho più tempo da dedicare a me stesso, avendo ridotto l’impegno nella gestione del circolo Isola Virginia di Biandronno.

Da un punto di vista economico, con questa tua ottima stagione sei riuscito a chiudere in pareggio?

Io chiudo sempre in pareggio [ride, ndr]. Ogni anno so benissimo quanto posso spendere e oltre quel budget non vado mai. Poi non sarò il miglior tennista del mondo ma per organizzare i viaggi non ho rivali [ride, ndr].

Racconta.

Come prima cosa prendo sempre il biglietto aereo A/R e così risparmio parecchio. Non lo fa nessuno perché non sai mai quando uscirai dal torneo. Per me non è un problema, se esco prematuramente avrò alcuni giorni a disposizione per fare il turista. Poi cerco di affittare appartamenti da condividere, ad esempio a Santo Domingo ero con dei colleghi americani [Felix Corwin e Tobias Boyer, ndr] e spendevamo 12 euro al giorno. Oppure nel 2019 negli USA riuscii a farmi ospitare da dei soci del circolo…insomma bisogna ingegnarsi.

Marco Brugnerotto in India (Credit: @mbrugner8 on Instagram)

Parlaci del Brugnerotto turista. Sulla tua pagina Instagram ti si vede spesso anche fuori dal campo da tennis.  

Mi piace moltissimo scoprire sempre nuove mete e non dimenticare mai che c’è un mondo oltre il tennis. Esplorare nuovi territori e nuove culture mi affascina. Vivo senza pregiudizi, mi piace conoscere altre culture e concetti come il razzismo mi sono completamente estranei. Solo quest’anno sono stato in India, Kazakistan, Guatemala e Santo Domingo. E l’anno scorso in Sudafrica, Thailandia e Malesia.

Tornando al campo, dove pensi di dover migliorare il tuo gioco? Essere mancino ti dà dei vantaggi?

Quest’anno ho lavorato tantissimo sul diritto e adesso vorrei dedicarmi al servizio perché, salendo di livello, deve assolutamente darmi di più. Quanto all’essere mancino dovrebbe in effetti essere un vantaggio, ma a me manca il famoso estro mancino [ride, ndr] perché in realtà sono un destro naturale che per caso a dieci anni ha cominciato ad impugnare la racchetta di sinistro.

Sai che c’è un tuo omonimo che fu eletto deputato nel 2013 con i 5 Stelle?

Lo so [ride, ndr], pensa che una volta hanno sbagliato a taggarmi e mi sono ritrovato in una foto di gruppo con tutti i parlamentari.

Che tipo di rapporto hai con i tuoi colleghi?

Un discorso a parte lo meriterebbero Bocchi, Catani e Pozzi, che spesso sono complici nelle mie spedizioni, ma comunque direi che ho un ottimo rapporto anche con la maggior parte degli altri. Pensa che in maggio, quando ho compiuto gli anni, Matteo Berrettini, pur impegnato agli Internazionali di Roma, mi ha fatto avere un videomessaggio di auguri. Ti fa piacere sapere che il numero sette del mondo ha avuto un pensiero per te e ti fa anche capire come probabilmente non sia arrivato così in alto per caso, ma perché ha alle spalle solidi valori.

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