ATP Madrid: Alcaraz sempre più grande, battuto Djokovic in 3h35 di tennis strepitoso

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ATP Madrid: Alcaraz sempre più grande, battuto Djokovic in 3h35 di tennis strepitoso

MADRID – Nel match dell’anno, l’idolo di casa Carlos Alcaraz supera in rimonta il n.1 Novak Djokovic. Il 19enne spagnolo centra la seconda finale ‘mille’ della carriera

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Carlos Alcaraz - Madrid 2022 (foto @MutuaMadridOpen)
 

Da Madrid, il nostro inviato

[7] Carlos Alcaraz b. [1] N. Djokovic 6-7(5) 7-5 7-6(5)

Carlos Alcaraz continua a superare i test sull’attuale livello altissimo del suo tennis che questo 2022 gli sta proponendo: dopo i titoli a Rio, Miami e Barcellona e la partita vinta ieri contro Nadal, vince 6-7(5) 7-5 7-6(5) una semifinale stupenda -che va dritta tra le candidate alla partita dell’anno- contro il numero al 1 mondo Novak Djokovic dopo tre ore e 35 minuti di gioco. Il diciannovenne tennista di Murcia dimostra non solo di avere già raggiunto picchi altissimi di rendimento, ma anche di saper reggere le insidie psicologiche di un match lungo, giocato per di più con le forti aspettative di uno stadio adorante. Sa giocare bene in ogni parte del campo, ha potenza, tocco, una voglia matta di vincere e sa trascinare il pubblico: questa è la quarta edizione del Mutua Madrid Open alla quale assistiamo come inviati e forse mai abbiamo visto un tifo così vibrante come quello che abbiamo ascoltato per il tennista di Murcia, che molte volte interagisce col pubblico, sicuramente più di quanto non faccia un mito di questo sport come Nadal. Ogni tanto Alcaraz va fuori giri, ma l’impressione è che dipenda più dalla mancata esperienza nel gestire un talento così grande come quello di cui dispone che un problema di natura tecnica: Carlos molto probabilmente non potrà fare altro che migliorare giocando e accumulando esperienza nel circuito, eliminando col tempo queste fasi di “buio” tennistico.


Buone le sensazioni anche per Djokovic, alla sua migliore prestazione stagionale (come ha confermato lui stesso nella brevissima conferenza tenuta immediatamente dopo il termine del match): pur reduce da una prima parte di stagione in cui ha giocato appena quattro tornei, ha perso un match che è stato molto vicino a vincere giocando alla pari per oltre tre ore e mezza contro l’esplosivo talento e la vigoria fisica del suo giovanissimo avversario: se il suo obiettivo sono i prossimi Roland Garros e Wimbledon, va via da Madrid con indicazioni piuttosto rassicuranti sulle sue possibilità di poter ambire alla vittoria. Il n.9 del mondo- già certo di salire al numero 6 del ranking ATP dalla prossima settimana- invece diventa con questa vittoria il primo a battere nello stesso torneo sulla terra rossa Rafael Nadal e Novak Djokovic e il più giovane in assoluto dei dodici tennisti ad esserci riusciti nel corso dello stesso torneo.

Difficile raccontare 3 ore e 35 minuti di partita equilibratissima, giocata quasi sempre ad alto livello da entrambi, tanto da incollare ai propri sediolini i 12.500 madrileni presenti al Manolo Santana, bravi nel sostenere il proprio idolo con i vari “Carlos, Carlos” e una serie di ” Si, se puede” (si, si può fare) ritmati ripetutamente nei momenti topici dell’incontro, senza mai però trascendere nella vera antisportività nei confronti di Djokovic. Non esiste il pareggio nel tennis ed in questo aspetto risiede il grande fascino e al tempo stesso l’ingiustizia di uno sport che si conferma meraviglioso anche in uno scontro generazionale tra un campione dalle mille vite tennistiche e un giovane tennista che sembra avere tutte le stimmate -fisiche, tecniche ed agonistiche- per raggiungere in un tempo non lontano la testa della classifica.

IL MATCH– Carlos Alcaraz vince il sorteggio e sceglie di rispondere: scelta che si rivela saggia, visto che subito in apertura strappa il servizio al proprio avversario. Nonostante questo inizio difficile, dovuto soprattutto a una grande partenza dello spagnolo, subito si vede un Djokovic più in palla di quello visto qui a Madrid contro Monfils e Hurkacz. Dopo il primo turno di servizio perso dal serbo vince è maggiormente Alcaraz a vivere momenti di difficoltà quando serve: nel sesto gioco annulla la prima palla break a favore del numero 1 del mondo con un bel dritto inside-in, ma nell’ottavo game, quando Djokovic ha nuovamente una palla break, affossa in rete il rovescio e porta il match sul 4 pari. Dopo 35 minuti dall’inizio, la partita è nuovamente in perfetto equilibrio. Il tennista di Murcia continua però a soffrire: quando dopo qualche minuto, nel decimo game, torna a servire, nuovamente è chiamato ad annullare un palla break che inevitabilmente è un set point, ma in questo caso si salva. Si arriva ak tie-break senza ulteriori sussulti, giusta conclusione di un parziale nel quale Djokovic, dopo essersi fatto brekkare in avvio, fa arrivare al massimo a 15 il proprio avversario quando è al servizio. Prima che inizi il gioco decisivo Alcaraz si rivolge al suo pubblico chiedendo incitamento, che riceve in abbondanza, ma non gli basta: in men che non si dica, sbaglia alcune palle facili e si trova sotto 1-6. Il giovane spagnolo a questo punto non molla ma prova una clamorosa rimonta portandosi sul 5-6, ma sul quinto set point, nel corso di uno scambio forsennato, inciampa, prova a rialzarsi ma poi affossa il rovescio in rete consentendo al numero uno del mondo di incamerare il primo set dopo 63 minuti di tennis già molto piacevole.

Il secondo set conosce il suo primo momento di possibile svolta nel sesto gioco, quando Alacaraz guadagna una pesante palla break che però gioca male, steccando il dritto. Un errore che potrebbe pagare molto caro perchè sul 4 pari, chiamato ad andare al servizio, si trova a fronteggiare due palle break che se convertite porterebbero Djokovic ad andare a servire per la sua quarta finale a Madrid, ma l’allievo di Juan Carlos Ferrero riesce a salvarsi. Le grandi occasioni per il numero 1 non finiscono qui: nell’undicesimo gioco Alcaraz da 40-15 si distrae e si ritrova a dover affrontare una palla break che se convertita manderebbe Djokovic sul 6-5 e servizio, ma il tennista di Murcia effettua un drop shot che costringe Nole a mandare lungo il recupero. Questa serie di grosse occasioni mancate viene pagata dal campione serbo nel gioco successivo si ritrova a dover difendersi da tre set point consecutivi: sul primo si salva, ma sul secondo Alcaraz, chiamato a rete, beffa Nole. Dopo due ore e dieci di partita di nuovo in equilibrio, è delirio alla Caja Magica, con il pubblico che esplode in una gioia incontenibile.

Il terzo set è quello meglio giocato da entrambi: pur stanchi per avere alle spalle due ore e mezza di partita intensa e ben giocata, riescono a dare il meglio di loro stessi. Djokovic (che chiama un medical time out nel cambio campo successivo al 2-3) deve annullare palle break nel quarto (tre) e nel sesto gioco (due), Alcaraz rischia di perdere il servizio nel corso del settimo (in quel frangente ne fronteggia con efficacia una). Quando si arriva al decimo gioco, Djokovic si ritrova nella delicatissima condizione di dover servire per restare nel match e paga parzialmente la tensione, trovandosi a dover annullare un match point, da cui si salva brillantemente con un ace che viaggiava a 204 kmh, ben piazzato. Dopo tre ore e ventisei minuti di svariate emozioni e numerosi punti spettacolari, si arriva al tie-break, epilogo inevitabile di un match incredibilmente equilibrato. Parte meglio Alcaraz, che conduce sempre il punteggio sino a trovarsi sul 6-5 e servizio: serve bene, dirigendo lo scambio e a quel punto con un grande dritto inside-in guadagna la sua prima finale della carriera in un Masters 1000 giocato sulla terra rossa.

A breve il servizio completo

Il tabellone maschile del torneo di Madrid

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